zimbar ha scritto:Per riprendere quanto discusso altrove, gli italiani sono spesso cialtroni, nel senso che dal loro allevamento, anche hobbistico, vogliono solo carne e uova, e non pensano mai che avrebbero maggiore soddisfazione e farebbero un bene al mondo, se aiutassero a mantenere e propagare la biodiversita' e la cultura per essa, attraverso l'allevamento di una o piu' razze pure.. magari antiche ed autoctone.. ma quello e' secondario.
Gli ibridi lasciamoli alle industrie, noi hobbisti andiamo oltre ala mera produzione (che e' quasi sempre antieconomica), e dedichiamoci a qualcosa di piu' alto come appunto l'allevamento di razze pure.
sono completamente daccordo, infatti sto piano piano abbandonando gli ibridi per delle razze pure, intanto mi sono procurato olandesi nane ciuffate, wyndotte, e Barnevelder..ma ho una mezza gabbia libera, se qualcuno vuole parcheggiare da me una qualche razza pura sono a vostra disposizione...!!!!
ciao, come diceva Curcuma, meglio l'accopiamento inverso, gallo leggero con gallina pesante, anche perchè ne ricaveresti animali più grossi (le galline grosse fanno uova grosse che danno pulcini grandi...) e poi per evitare rischi di "schiacciamento" per le gallinelle... ma comunque sia, non potendo scegliere avresti comunque qualche risultato anche all'inverso: avevo un Jersey Giant di 5,5 kg che si accoppiava con una polverara rimasta piccola di 1 kg, senza problemi, o un incrocio di 2 kg e due che copriva regolarmente una sebright minuscola... certo la percentuale di uova fertili è minore. comunque sia. i polli hanno perso, "grazie" all'introduzione degli ibridi commerciali, il 50% e passa della propria biodiversità, ovverosia oltre il 50% delle razze di polli nel mondo si è estinta. Il risultato è stato un pauroso livellamento ed uniformarsi del patrimonio genetico di questi animali, col rischio - concreto - di minore resistenza alle malattie, ai cambiamenti climatici, ai parassiti, ecc... se da un lato Sergio ha ragione - un'ovaiola commerciale produce con uniformità durasnte tutto l'anno, una razza autoctona di norma no - dall'altro però il rischio è quello di perdere secoli di selezione e di lavoro, oltre che una vera e propria banca di geni che costituiscono la riccheszza della specie pollo. Ora, chi lavora con razze pure, ancor più chi lavora con le razze autoctone italiane, si trova di fronte ad un problema non da poco, ovverosia: come conciliare le esigenze di produzione con la conservazione della biodiversità? In questo bisognerebbe che tutti facessero uno sforzo ulteriore, che vada cioè oltre il semplice "allevare la razza autoctona": lo sfoprzo di cui parlo è il FARE SELEZIONE. Fare selezione per migliorare generazione dopo generazione le doti produttive, l'accrescimento, la deposizione, ecc... in maniera che le gloriose razze autoctone tornino ad essere competitive nei confronti degli ibridi commerciali, magari sacrificando sì qualche ovetto ma non interi mesi di produzione. E finchè non arriva questa selezione, affiancate ad un gruppetto di galline e gallo puri due o tre ibridi commerciali: quando il vostro ceppo di "autoctoni" avrà raggiunto nelle selezioni un buon grado di produttività, potrete piano piano eliminare gli ibridi. ciao!
ciao andrea, questa volta non condivido il tuo pensiero, il mondo cammina in avanti, non fa come i gamberi, le razze autoctone possono andare benissimo come cultura della specie, come selezione amatoriale, come coscenza del <<come eravamo>> ma non certo come caretteristica evolutiva al passo con il tempo in cui viviamo, mille anni fa eravamo 500.000.000 di persone (nel mondo) oggi siamo miliardi, mio padre mi diceva che cenava con mezzo uovo sodo adesso mio figlio quando mangia le uova al tegamino ne mangia 3 con l' aggiunta del formaggio, o della pancetta. se dovessimo rimanere con il concetto totale dell' autoctono sai quante nazioni sarebbero allo stesso livello del ciad. ed estendendo il discorso all'essere animale <<uomo>> moriremmo tutti a 30 anni mentre sono in espansione gli ultracentenari, quindi io direi che l' incrocio, la creazione di nuove razze ibride, sono solo un bene per l' umanità e per la selezzione della specie avicola.
ho letto più volte (anche nel forum) che i broiler non arrivano all'anno di età balle io ho dei broiler di 5 anni forse perchè non sono stati allevati come broiler, forse perchè razzolano, forse perchè sono dei bastardi, ma resta il fatto che arrivano a 7 kili (i maschi) e superano i 4 kili le femmine.
ciao Mantovano, è vero, con le razze autoctone come sono ora non ci mangiamo granchè. Che poi con i broiler, le ovaiole comemrciali, ecc.. in parte ci moriamo (vedi la zona proprio tra mantovano e veronese con alcuni dei più alti tassi di inquinamento dell'aria dovuto agli allevamenti di polli), è vero pure questo, ma è un altro discorso. C'è da dire una cosa. La biodiversità è importante e preziosa al di là del rendiconto economico. Il problema degli ibridi commerciali è che sono GLI STESSI, CON GLI STESSI GENI, IN TUTTO IL MONDO. SONO UN ESERCITO DI QUASI-CLONI. Le razze autoctone hanno un vantaggio: la selezione che le ha formate ha fatto sì che esse fossero geneticamente differenti. Questo di per sè non è necessariamente un pregio nè un difetto, ma è un'opportunita che i broiler e gli ibridi NON hanno. Rispetto agli ibridi le razze autoctone hanno spesso maggiore resistenza alle malattie, sono "testate" sul territorio da decenni se non da secoli, sono maggiormente adattate ai climi locali... tutte doti che gli ibridi commerciali in genere NON hanno. Anch'io ho visto broiler pesanti, due galline, di 8 kg e vive e abbastanza in salute. Questo non significa che non abbia anche visto un amico trovarsi nel giro di poche settimane coi suoi broiler di 6-7 kg tutti zoppi, con i tarsi rotti dal peso del corpo. Le razze autoctone hanno due strade per poter sopravvivere: continuare la loro esistenza come "bellezze da passerella", diventando solo oggetto di mostre ed avicoltura da ornamento, oppure sperare che qualche VOLENTEROSO appassionato le selezioni per migliorarne le qualità produttive mantenendone inalterato il più possibile la diversità genetica. In questo senso, ovviamente io mi vedo concorde con la seconda ipotesi, e tra un paio d'anni inizierò a fare selezione al nido trappola sia con le Boffe che con le Polverara. Del resto, pensi che sarebbe comunque plausibile pensare di avere il pollaio popolato non da una ovaiola rossa da 300 uova l'anno, ma magari da una Polverara, da una Ancona o da una Siciliana che ne fa 220-250? Se la selezione delle razze autoctone portasse a questi risultati, pensi che si potrebbero sacrificare una cinquantina di uova l'anno per poter mantenere viva e vitale una razza che ha magari 500 e passa anni di storia, e che porta in sè dei geni preziosi ed irrecuperabili altrove?
accillella per una volta non scendo in campo a fianco del vecchio Manto ! Quoto Andrea invece, poichè è ormai evidente che sta nella biodiversità la chiave della sopravvivenza di una specie. Oltre a questo va sottolineato che, senza le razze, non esisterebbero neppure i broiler di Manto, che nascono così "specificizzati" proprio perchè è possibile usare riproduttori che passano precise qualità e non, casualmente, altre. Mi sentirei poi di aggiungere che, a conti fatti, esistono già diverse razze (saia autoctone che non) che sono in grado di gratificare ampiamente il tipo di aspettative del pollaista "familiare", quali siamo noi per la maggior parte. Ma non solo. Anche una scelta "non di razza" può essere diversa da quella commerciale. Io, ad esempio, ormai da anni ho sostituito tutte le mie galline commerciali con ovaiole rustiche locali che per me offrono maggiori garanzie a livello di salute e produzione attraverso gli anni. Infine Andrea tocca un tasto fondamentale: la selezione. Iniziamo a selezionare le qualità nei soggetti che possediamo. Scegliamo i migliori, i più produttivi, quelli che hanno le caratteristiche che vuole la razza. E' vero, purtroppo la ricerca dei corretti aspetti morfologici è andata spesso a discapito della selezione per l'utilità. Ed è in questa direzione che occorre lavorare oggi. Lasciamo dunque perdere entusiasmi che ci portano a riempirci di troppe coppie di diverse razze e dedichiamoci a creare un buon gruppo di una sola razza. Vedrete che è molto più facile e veloce ottenere risultati di quel che sembra, con un livello di soddisfazione personale che non è neppure paragonabile ad altri!
vedi andrea, tra me e te vi è una differenza, tu sei un allevatore ricercatore amatoriale a livello scemtifico davanti al quale io posso solo prostrarmi, (non è una sviolinata) io sono un realista ed un pragmatico, il giorno che tu riuscirai a selezionare un ceppo di ancona, polverara, ecc.ecc. che facciano 250 uova all'anno non saranno più le stesse razze che si cerca di modificare, saranno delle razze <<autoctone pure ma molto inquinate) ma non saranno le stesse
prendi come esempio in campo bovino la frisona, la frisona di oggi è pur sempre una frisona <<pura>> che arriva a produrre 60/70 litri di latte ma non è la frisona <<autoctona>> con le stesse caratteristiche di una volta, oggi con tutti gli integratori che gli somministrano, con una alimentazione scentifica fanno una fatica bestia a farle produrre latte con il 3,8 % di grasso una volta quando produceva 20/25 litri giorno senza alimentazione scentifica arrivava al 4,2% e scampava anche 15 anni, mentre oggi............... quindi secondo il mio modesto parere tutte le scelte biologiche effettuate con una razza per cercare di modificarne e migliorarne le caratteristiche produttive della razza e che ne modifichino le caratteristiche peculiari ataviche della stessa razza si dovrebbero considerare ibridi od incroci che dir si voglia ciò non toglie che io sia completamente favorevole a queste ricerche, mi da fastidio il discernere ibrido da << ibrido puro autoctono >> io sono più propenso a credere che sarebbe meglio selezionare delle razze <<BASTARDE>> che servano all'evolversi dell' essere umano in modo da aumentarne robustezza vitalità e qualità. e credo che la ricerca si evolverà in quella direzione.
Ciao Mantovano, vedi, credo che tu stia facendo confusione tra alcuni termini. Ibrido od incrocio sono termini che implicano l'introduzione di sangue di altro tipo per migliorare le caratteristiche produttive di un animale. Ma l'incrocio non è l'unica via. Fare selezione significa prendere un gruppo di galline di razza polverara, ad esempio, e monitorare quanto depone ciascuna femmina durante l'anno. Poi prendo i miglior gallo nato dalla femmina che produce più uova, lo faccio accoppiare con le femmine che ho e vedo come aumenta o cambia la produzione nelle femmine sue figlie. E continuo. così, ininterrottamente, fino a che anno dopo anno non arrivo ad aumentare la produzione di uova al livello che desidero. niente incroci con altre razze. Non si tratta di snaturare una razza, si tratta di poprtare al massimo le sue potenzialità latenti. E' questa la differenza con gli ibridi, oltre al fatto che essendo gli ibridi comemrciali prodotti da pochissime ditte in tutto il mondo a partire dagli stessi materiali (ceppi e razze) di partenza hanno una minor adattabilità al territorio. Tu stesso, mi pare di ricordare, non hai ibridi commerciali... hai ibridi, punto. Figli di ibridi commerciali, certo, ma soprattutto figli di quegli esemplari che meglio si sono adattati ai tuoi metodi di allevamento, ai climi in cui vivi, alle malattie, ecc... Non sono gli stessi animali che escono dagli schiuditoi internazionali e nazionali, sono bestie che vivono dell'anima del territorio in cui le allevi e in cui le selezioni. vitalità e robustezza non sono doti che vanno ricercate solo negli incroci commerciali, e nemmno nelle "razze bastarde". Più che mai vanno ricercate proprio nelle razze autoctone, per il loro radicamento nel territorio. ma questo è un discorso per "poveri amatori" come noi, quei fortunati che hanno la chance di allevarsi le galline e di sapere ciò che mangiano. La ricerca generale invece punta quasi solo alla produttività, pace che poi magari gli animali senza antibiotici nella dieta finiscano per crepare in gran numero! Ma è un altro discorso ancora...
grazie a tutti per le risposte per le specificazioni e per tanta cultura che mi mancava,e che sto apprendendo pian piano da esperti che hanno studiato e da esperti che hanno fatto pratica sul campo...grazie