La zona di Villanova, fin verso il Roero, compreso Montafia e dintorni, sono territori che per via del nomadismo apistico per l'acacia, giro da almeno 40 anni. Ho visto da sempre in presso tutte le cascine le galline che razzolavano libere per l'aia e dintorni, per poi passare la notte appollaiate sugli alberi. Normalmente era compito degli anziani occuparsi di dare un po' di mais, ecc, controllare i nidi onde raccogliere le uova. Le galline facevano vita semiselvatica, quindi normalmente si occupavano da se per la riproduzione, un bel giorno compariva la chioccia con i pulcini. Quindi direi che la predisposizione per la cova dovrebbe essere presente, anche se non generalizzata. A quel tempo, in verità, non ho appurato con certezza se le galline in questione rispondevano in tutto e per tutto alle caratteristiche di razza Bionda di Villanova, o bianca di Cavour.
L'occhio tendeva più verso bionde un po' più alte, anche se un p0' più recalcitranti. Quanto al non finanziare con denaro pubblico stranezze estetiche, lo condivido. Una razza si afferma per i suoi pregi, non con finanziamenti pubblici. Saluti Sergio
Per effetto di mutate condizioni di vita, moolta meno apicoltura, e maggiore differenziazione agricola, dovuta alla mia attuale posizione di residenza, le mie scappate a Montafia loc Valdelserro, dove dispongo di un paio di terreni comprati anni fa quando l'apicoltura era determinante, si sono fatte rare. Al momento produco in piccolissime quantità, miele di rododendro sul Moncenisio, e un'originale acacia con punta di lavanda sul versante montano in cui mi sono relegato. Le galline sono l'unico anticrittogamico contro la carpocapsa delle mie decine di meli peri ecc. che coltivo senza utilizzo di trattamenti chimici. Non riescono invece a scacciare le ghiandaie purtroppo, e queste si che sono un vero flagello, seguono i ghiri. Ognuno ha il suo problema. Saluti Sergio PS anche se campo praticamente dei prodotti della coltivazione dei miei terreni, non è la mia fonte di reddito principale.
Ciao Grintosauro, ti riporto un post presente su un altro forum, non metto l'url, ma è facile trovarlo con google...
Ciao Owairc
Bionda Piemontese - Storia
Messaggio Da Fabrizio Focardi il Sab 17 Apr 2010, 16:47 Pochi anni dopo aver costituito la FIAV si tenne, a Casatenovo (CO), il primo corso giudici. Io ero ancora alle prime armi e il corso fu tenuto da un giudice svizzero U.L. Non interessantissimo, ma era l’inizio. Fu in quella occasione che vidi per la prima volta la Bionda di Cuneo. Su un Notiziario successivo al Corso feci un articoletto sulla presentazione di questa vecchia nuova “razza” nel quale scrivevo, più o meno, a proposito dell’orecchione: l’orecchione non aveva un colore definito, alcuni soggetti l’avevano rosso con tracce bianche altri invece bianco con tracce rosse. Dopo ci fu un periodo di silenzio da parte degli allevatori piemontesi fino a quando, il CDF, nel quale allora ricoprivo la carica di vice presidente, decise di fare il libro “Standard Italiano Delle Razze Avicole” (1996). Fu costituito anche un comitato addetto ai lavori nel quale ricoprivo la stessa carica (vice presidente). Gli allevatori della Bionda di Cuneo, quelli che l’avevano presentata la prima volta, richiesero l’inserimento della loro razza nel nuovo libro, ma il CDF decise il contrario, perché ancora non sufficientemente selezionata. Per la cronaca io non ero d’accordo su questa decisione in quanto per un’altra razza, anche meno allevata e meno selezionata, si era deciso diversamente: questo incrinò i rapporti fra CDF e allevatori piemontesi (questo purtroppo continua anche oggi). Di nuovo tutto tacque per lungo tempo. Personalmente non abbandonai la Bionda e continuai le mie ricerche per decidere alcune caratteristiche per le quali ancora non si era fatta chiarezza. Trovai fra le altre cose un articolo del 1938, del Prof Vittorino Vezzani, allora direttore del “Centro Avicolo Sperimentale” di Torino - lì si era allevato la Bionda Piemontese (così era chiamata) -, dove si dava anche una descrizione morfologica e di colorazione della razza: colore dell’orecchione bianco. Poco dopo fui nominato presidente del CTS. Ricevetti da un rappresentante di un altro gruppo di allevatori piemontesi la richiesta di riconoscimento della “Bionda di Crivelle”. É’ bene sapere che fra le due località - Cuneo e Crivelle - la distanza è di pochi chilometri. Lo standard era più o meno lo stesso per le due “razze”, la differenza sostanziale stava nell’orecchione: bianco quella di Crivelle e rosso quella di Cuneo. Scrissi ad ambedue i gruppi scongiurando un accordo soprattutto per il colore dell’orecchione. I soggetti di partenza erano stati gli stessi solo che un gruppo aveva seguito una selezione diversa dall’altro. Cercai in tutti i modi di far sì che si ritrovassero, ma niente da fare. Fra l’altro uno dei due gruppi, memore del rifiuto ricevuto ai tempi del CDF, mi disse che non gli interessava avere nessun riconoscimento. Io una richiesta l’avevo, e fra l’altro concordava anche con la mia idea sul colore dell’orecchione, avvertii quindi l’altro gruppo che, in mancanza di un incontro, il CTS era obbligato ad accettare l’unica richiesta ricevuta. Fu poi pubblicata sul Notiziario la bozza di standard con questa richiesta: “Si prega gli allevatori di prenderne visione: ogni suggerimento sarà il benvenuto e verrà valutato dal Comitato Tecnico Scientifico che, in seguito, comunicherà lo standard ufficiale definitivo”. Non seguì risposta e dopo la presentazione alla Nazionale la razza fu riconosciuta col nome di “Bionda Piemontese” (con l’orecchione bianco). La situazione che ne consegì fu, e ahimé lo è tutt’oggi, che ambedue le “razze” venivano allevate e ambedue portate alle esposizioni. A me è capitato di averle presenti contemporaneamente, ho giudicato ovviamente solo quella riconosciuta. In poche parole è come se in Sicilia esistesse una Siciliana ad orecchione rosso ed una ad orecchione bianco. La realtà è ancora più complicata, ma il succo è questo.
ma quando uno mi scrive:"che tra crivelle e cuneo ci sono pochi chilometri" penso che non sappia quello che scrive.
tra frazione crivelle di buttigliera d'asti e la prima frazione di cuneo , ci sono non meno di 90 km.
presumo che del tipo biondo piemontese ci siano ben piu di 2 ecotipi .
ma all'interno di questo , la bionda di villanova/crivelle dall'orecchione rosso sia piu del 70% del'intero ecotipo...
poi che ci siano delle remore a classificare le caratteristiche morfologiche , mi pare abbastanza logico che gli allevatori di cuneo , abbiano piu voce, vista la forza economica degli allevatori nel comperto agricolo , di quella che in provincia di asti hannonel medesimo.
ma ti posso garantire che al di la degli incubatoi aziedali riconosiutidalle varie asrt.
da settembre vi e' un medio incubatorio (fuori dalal zona tipica) che avra' una loinea specifica su questa razza ecotipo, a fianco delle vaire linee di broiler ectect. questo di notizia certa dalla fonte.
Sulle mucose delgli orecchioni delle galline vorrei far notare un cosa a livello prtico.
a mio parere la bIonda piemontese , come gia detto si divide in 2 ecotipi quella cuneese e quella di villanova d'asti crivelle ,
quella che da la stirtpe x me e' quella di villanova.
per le ragioni sotto esposte.
la gallina bionda delel crivelle e' di un piumaggio biondo intendo quasi arancio , mucose della testa di un rosso intenso e dal peso superiore ai 2,6kg il gallo(a voote quasi 3 kg) e sui 2,4 2,6 la gallina.
mentre quella cuneese e' leggermente piu piccola(2,4i galli e 1.8-2kg galline) e cn un piumaggio biondo cenerino e orecchioni bianco a volte azurri.
caratteristica questa che fa pensare che vi sia stata nel apssato un ibridazione con la bianca di saluzzo.
questa mia tesi ha dei riscontri a livello pratico.
il primo sulle mucose simili alla bianca di saluzzo , sul tipo di piumaggio , moltyo piu chiaro , e sopratutto sul peso , decisamente inferiore.
sul fatto che non si possa parlare di razza , mi sembra paradossale, facendo un parallelismo sui bovini piemontesi , tutti gli allevatori sono concordi che all'interno della razza stessa esistevano delle sottorazze , principalemtne 3 una che ra selezionata nella provincia di alessandria con una caratteristica di una produzione di latte e un facilita di nascita superiore , ma scarsa conformazione , un della piana di cuneo/carmagnola, un chierese astigiana adatta al lavoro in vigneti , e una tra saluzzo e pinerolo tipica di malga.
in un altro ambito , sempre parlando di genetica, possiamo farlo sui vitis vinifere, se prendiamo gia solo le varieta di barbera , di freisa , vediamo che danno dei vini differenti non solo per la diversa composizione del terreno , ma anche sostanzailmetne perche sono cloni diversi di una stessa varieta( vedasi al differenza tra il pelaverga e il cari , stesso vitigno diverso grappolo.)
ora tornadno al discorso sulal bionda piemontese , come si a dire che sia un razza poco selezionata(?) e che non ha attitudine alal cova? sopratuto quando la si porta al di fuori di un contesto territoriale .
al di la del fato specifico , bisognerebbe sapere se, come e quando questi capi sono stati prelevati , da chi , e anche come e' il contesto del pollaio stesso , oltre tutot non si puo pretendere l'uniformita dei soggeti , come se si trattasse di un warrent , golden comet, o di un broiler .
ho la tendenza sempre a difendere sempre gli allevatori che lavorano co cognizione di causa, siano essi industriali o hobbistici, la differenza che faccio non sta nel numero , ma nell'impegno che uno ci mette x ottenre i risultati.
a titolo di informazione in gere se si vuole agevolare la covata di questa gallina , sarebbe meglio toglierle le uova giornamnete , e di incubarle artificialmente,a fine anno avra deposto piu uova e ottunto piu pulcini.
ciao Grinto, un paio di appunti. Il pollame locale italiano, e così pure la Bionda, aveva originariamente orecchioni bianchi. Sono le razze asiatiche ad avere orecchioni rossi, e quelle americane da esse derivate. Nelle foto d'epoca delle bionde piemontesi (anni '30 del '900, rivista Avicoltura retta dal Ghigi) si vedono chiaramente animali a orecchioni bianchi e taglia inferiore a quella d'adesso. Gli animali ad orecchione rosso e taglia superiore vennero in seguito ad incroci operati con razze come la new hampshire come documentato dallo zootecnico Vezzani, allo scopo di aumentarne la taglia. In teoria poi dovrebbe essere il contrario di quanto affermi - delle crivelle ad orecchione bianco, di cuneo ad orecchione rosso. vedi anche quest'articolo: http://www.summagallicana.it/lessico/g/ ... ivelle.htm Non sono d'accordo con l'autore su alcune tracce storiche, ma le foto mostrano bene gli animali del comprensorio delle crivelle così come erano anni fa. Non dimenticare poi che il commento riportato da owairc sopra era preso da un sito dove si parlava di selezione per avicoltura da ornamento, più che da produzione. E' un ambito in cui si guardano i peli nell'uovo, e spesso le differenze tra una razza e l'altra possono esser minime. Già il fatto che si sia scelto di conservare fenotipicamente il carattere orecchione rosso derivante dall'incrocio con una razza che ne è provvista indica una volontà di distinguersi comunque dalla selezione del pollo di tipo mediterraneo. Sul poco selezionata rimando a quanto appena detto, ovvio che se porti 50 bionde al macello per quanto differenti siano verranno riconosciute come tali, ma se le porti ad un'esposizione avicola e guardi le differenze presenti su taglia, peso, dimensioni della cresta, colore degli orecchioni, portamento della coda, uniformnità della colorazione ecc... è facile capire come ad un giudice di mostre avicole possa sembrar ancora passibile di TANTI miglioramenti. ciao!
be essendo preso in causa , primo come allevatore avicolo( anche se orta allevo piu bovini , arrivo da un esperienza di coniglie a gallina cova , abbastanza spessa) , secondo come da alelvatre di gallina bionda di villanova da generazione, terzo , perche mio nonno paterno e' di villanova (anzi di una frazione tra villanova e buttigliera,..)
la voglia e l'impegno che ci abbiamo messo (sopratutto i miei zii amterni) su questa razza , dire pignolo e'essere in difetto.
la ricerca del gallo per rinsanguare, l'eliminazione delle galline"non conformi" per matenere la razza nelle migliori condizioni , e' stato piu una sorta di passione piu che allevamneto .
quale sia stata l'origine non lo so , ma avendoa vuto tra le mani sia la bianca di saluzzo , la bionda delel crivelle , andare a cercare il pelo nell'uovo sulle mucose della testa mi smebra strano.
paradossalmente anche nei bovini nel dsciplinare si ammette un cuoi di colore che varia dal bianco altte con zone nere , al fromentino chiaro , e le zone a pelo scuro possono piu o meno estese a seconda del toro piemontese usato. atto che e' uan razza derivata da succesivi incroci,ma ormai quasi stabilizzatri.
poi costerebbe molto poco dare una indagine genetica sulle piume , al pari diq uello che si fa normalemtne sui peli dei bovni , dal costo di 15/20euro a campione , per sapere l'origine genetica.
non sapevo che fossi così legato a questa razza! E' bellissimo trovare persone che allevano con tanta passione degli animali per tanti anni.
so che può sembrare strano strolicare così tanto sugli orecchioni ed il loro colore... ma purtroppo il colore degli orecchioni è uno dei caratteri genetici di più difficile selezione. in particolar modo dall'accoppiamento di animali a orecchhione bianco ed animali ad orecchione rosso diventa difficile selezionare in seguito da un lato capi a orecchione bianco puro e dall'altro capi a orecchione rosso puro. per questo il colore dell'orecchione viene spesso usato come "metro" per giudicare l'assiduit della selezione di una razza italiana.
l'analisi genetica - non sulle penne ma sul sangue - è vero, costerebbe una trentina di euro a esemplare; ma prima di intraprenderla, a volte basta la lettura della bibliografia per capire se vi sono state o meno immissioni di sangue straniero in una razza oppure no. in questo caso il semplice colore degli orecchioni - rosso, quasi totalmente estraneo fino all'800 ai polli dell'italia continentale - indica un'accoppiamento di polli italiani con polli esteri; in più il fatto è confermato dalle fonti storiche che parlano di accoppiamenti con new hampshire, che giustificano pienamente la presenza di questo carattere in alcuni ceppi della bionda.
La storia del colore delle orecchie, mi pare a quella della coda delle vacche, di cui sentivo parlare sui mercati. In verità, però, eravamo partiti per sapere se la bionda ha attitudini alla cova, magari anche alla deposizione, che forse è cosa interessa di più, o forse mi sbaglio Io da buon miscelatore, ho riprodotto quest'anno da maschio biondo con orecchie bianche, perchè a me piacciono le orecchie bianche, da uova di Sussex , Bresse e ibridi da uova, dei pollastri, nati tutti con orecchie rosse, però spero con molte uova l'anno prossimo. Scusate la divagazione. Sergio