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Pollo Trentino ma scherziamo..
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andreamangoni
Iscritto il: 07/10/2008, 12:41 Messaggi: 1193 Località: Camponogara - Venezia
Formazione: Zoologo e divulgatore
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ciao Carpen, credo anch'io che l'idea di un corso che aiuti gli allevatori a fare selezione su base strettamente scientifica; certo mi dispiace che questo non venga applicato in funzione della salvaguardia di una razza autoctona ma per perpetrare un'operazione commerciale eticamente dubbia. In verità, più che mai un simile corso sarebbe importante, secondo me, proprio per la trentina, perchè dalle notizie che ho raccolto in merito almeno un allevatore del consorzio per la trentina ha effettivamente un piccolo nucleo di polli autoctoni: l'italiener dorata potrebbe essere utilizzata solo come "substrato" atto a moltiplicare numericamente la razza, da selezionare per alcune generazioni attraverso una serie di accoppiamenti di ritorno con la generazione parentale autoctona, e in questo caso davvero il corso cadrebbe come cacio sui maccheroni!! Purtroppo, sempre per quel che ho sentito, l'idea di utilizzare i polli autoctoni non è passata per la testa a nessuno, e quel che resta della razza rischia davvero più che mai di dissolvere il proprio patrimonio genetico in un mare di italiener.
_________________ Andrea Mangoni Ciao a tutti, gente!
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21/04/2009, 13:16 |
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alessiozanon
Sez. Polli
Iscritto il: 05/05/2008, 12:36 Messaggi: 3626
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L'idea Andrea non sarebbe male se non fosse che un gene purificato come il "dorato Italiener" è come la gramigna e ci vogliono anni anni anni anni anni per levarlo. I polli fortunatamente sono prolifici e sentono veramente poco la consanguineità rispetto ai mammiferi. Meglio cercare veri polli Trentini cercare cercare cercare cercare cercare. Fare pochi proclami e lavorare lavorare lavorare lavorare lavorare. Peccato che si scelga sempre la via più breve cercando di sfruttare un onda lunga di gradibilità dell'autoctono ...... Cita: perchè dalle notizie che ho raccolto in merito almeno un allevatore del consorzio per la trentina ha effettivamente un piccolo nucleo di polli autoctoni Da ciò che scrivi mi sembra di capire che gli stessi allevatori trentini sono ben consci di ciò che allevano ( sanno bene da chi hanno comprato.....) MASSIMA DISAPROVAZIONE AI DISONESTI E meno male che i popoli di montagna brillano per schiettezza ( io ho origini dalla Valtellina)
_________________Dobbiamo avere più coraggio di guardare la realtà, così ci farà meno paura. Alessio Z.
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21/04/2009, 14:20 |
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andreamangoni
Iscritto il: 07/10/2008, 12:41 Messaggi: 1193 Località: Camponogara - Venezia
Formazione: Zoologo e divulgatore
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...guarda, per quello che ho capito, gli allevatori non hanno consapevolezza che i polli trentini e che l'italiana comune locale siano particolarmente differenti. la percezione che ho avuto parlando con loro è che siano convinti abbastanza genuinamente di avere per le mani un tipo di pollo che era diffuso anche da loro. e so per certo che non c'è bisogno che ti dica che allevatori che non sanno riconoscere un pollo autoctono da un italiener ce ne sono tanti... vedi quello che accade a tante mostre con presunte "livorno" a tipologia da italiener. e ancor più distinguere un collo oro da un dorato... credo davvero sia un pò troppo. non sono quindi d'accordo per una facile generalizzazione: "sanno dove comprano, perciò sono disonesti". Credo che le cose siano più complesse, e che in tantissimi casi quella che manca non sia l'onestà, ma una corretta informazione.
_________________ Andrea Mangoni Ciao a tutti, gente!
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21/04/2009, 14:41 |
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GiulianoSerafini
Iscritto il: 25/11/2008, 9:37 Messaggi: 688 Località: Noceto
Formazione: universitaria
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Allora qualcuno disonesto c'è, chi vende italiener per trentine sfruttando ignoranza e buona fede di chi compra. Non sottovaluterei lo spreco di risorse puppliche spese per iniziative discutibili che potrebbero essere spesi per progetti etici di reale recupero. Non penso che chi tiene questo corso lavori gratis et amore Dei!!
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21/04/2009, 15:11 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68654 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Ciao a tutti, mi permetto di rilanciare questa discussione raccontando al pubblico del forum come ho conosciuto Alessio Zanon.
Era, se non ricordo male, il novembre 2004, in occasione della Mostra Avicola di Reggio Emilia. Avevo già avuto due contatti via email con Zanon, e conoscenti comuni me lo avevano descritto come un serio e preparato giovane studioso di razze avicole. Dal momento che mi occupavo nella mia scuola della promozione del Progetto Gallo Nero, avviato dal prof. Mario Giannone, mi venne l’idea di recuperare la razza trentina, magari chiamandola Gallo dorato della Val Rendena. Feci una piccola indagine storica, intervistai diverse persone anziane della zona e mi entusiasmai all’idea. Ero anche riuscito a trovare possibili finanziatori. Passeggiando per la fiera, riconobbi Alessio e mi presentai. Dopo un breve scambio di convenevoli, gli chiesi se era interessato a portare avanti il progetto, precisando che avrei avuto anche i finanziamenti. Mi disse subito che quello che avevo in mente non aveva basi scientifiche e mi suggerì altre strade, più legate a produzioni tipiche che a razze autoctone. A parte la delusione per lo sfumare del mio sogno, apprezzai enormemente la sua serietà professionale. Da lì è nata la collaborazione e poi l’amicizia (anche se ci vediamo pochissimo) con Alessio. Marco Salvaterra
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22/09/2009, 17:41 |
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Mario
Iscritto il: 03/05/2008, 19:41 Messaggi: 5680 Località: Firenze
Formazione: Perito Agrario - Dottore in Agraria
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Ricordo bene questa vicenda, anche io incontrai Alessio in quella occasione e ne apprezzai la competenza, e la correttezza professionale, si parlò di razze e di quello che succede nei dintorni ... cose belle e brutte. Il punto centrale di queste discussioni, che rinascono continuamente, sta nel fatto che molte volte si vuole far credere quello che non è, ovviamente per aumentarne il valore. Se una razza non esiste più, non esiste, che sia il pollo Trentino o il suino Macchiaiolo. Mi spiego meglio, io lavorai e diciamolo pure fui l'ideatore e il motore di quel megaprogetto "Il Gallo Nero" che ci portò fino alle mostre internazionali, ma mai, mi sono permesso di dire che avevo salvato il Valdarno dall'estinzione perché si era già estinto e basta! ed era stato ricostruito, magnificamente, utilizzando la documentazione disponibile, tra l'altro non ho neanche questo merito perché fu del esperto di razza Fabrizio Focardi; vi assicuro che non pochi, insospettabili, tra politi e ottusi localisti mi invitarono a dire il contrario, in considerazione che avevo trovato setacciando le campagne alcune galline nere, diciamo locali, che avevo inserito nell'allevamento, quindi il nocciolo è sempre lo stesso, chiarezza e trasparenza a favore di tutti e non di qualche furbetto, saluti Mario
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23/09/2009, 9:53 |
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alessiozanon
Sez. Polli
Iscritto il: 05/05/2008, 12:36 Messaggi: 3626
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Come dicono bene Mario e Marco l'approccio alla biodiversità richiede cautela ed ancora cautela. Il ripristino di razze rarefatte richiede tempi enormi ed un impegno notevole. La strada di inserire materiale locale recuperato è sempre la più giusta ma provoca spesso delusioni poichè al di la del fenotipo apparente spesso questi animali non trasmettono affatto le caratteristiche razziali desiderate. Come sapete non sono certo persona che disincentiva gli sforzi , sono però consapevole che spesso molte razze vivono esclusivamente sulla carta e sul web ( queste sono quelle a cui dichiaro guerra) Il panorama poi si fa torbido se cambio il nome ad una razza estera e lo chiamo con il nome di una vecchia razza. Fortunatamente per chi è esperto in materia è abbastanza facile cogliere i tratti di alcune razze estere ribatezzate . Questo purtroppo va a danno di chi faticosamente con grande pazienza recupera a volte materiale interessante che se non altro dovrebbe essere valutato e riprodotto per accertare la natura della risorsa. Molti anni fa fotografai galli e galline in Trentino ed alcuni avevano ancora caratteri senza dubbio riconducibili a razze locali ( uova bianche, orecchioni bianchi, ecc) inoltre erano sufficientemente isolati ed autonomi nella riproduzione per garantire quei minimi presuposti di veridicità. Che dire, attualmente il recupero viene invalidato da una grossa bugia , ancor più grossa perchè viene da persona perfettamente in grado di comprendere quanto è torbida questa vicenda. Una razza salvata al mese era sicuramente troppo .
Speriamo che i binari della decenza vengano ripresi così che più serenamente si possa fare un giro nei pollai e magari trovare animali interessanti da riprodurre e diffondere nelle aie del Trentino . Ciao Alessio
_________________Dobbiamo avere più coraggio di guardare la realtà, così ci farà meno paura. Alessio Z.
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23/09/2009, 12:52 |
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asavonitti
Iscritto il: 06/05/2009, 13:08 Messaggi: 808 Località: Lecce
Formazione: Laurea
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Analoga esperienza nel Leccese dove da qualche anno la Coldiretti locali pubblicizza il recupero dell'antica razza "LECCESE"! Vado alla presentazione e che vedo? Un'Italianer un po' "nanizzata"!!!!!!! BOH! Saluti. Andrea
_________________ La terra su cui viviamo non l’abbiamo in eredità dai nostri padri ma in prestito dai nostri figli! (Julia Hill Butterfly)
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23/09/2009, 13:07 |
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Mario
Iscritto il: 03/05/2008, 19:41 Messaggi: 5680 Località: Firenze
Formazione: Perito Agrario - Dottore in Agraria
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Conosco anche questa storia e ci sono "coinvolti" alcuni allevatori, persone corrette, che sono cadute in questa illusione, quindi si conferma che adesso esiste questa tendenza difficile da controllare, saluti, Mario
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23/09/2009, 19:46 |
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andreamangoni
Iscritto il: 07/10/2008, 12:41 Messaggi: 1193 Località: Camponogara - Venezia
Formazione: Zoologo e divulgatore
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ecco, rispetto alla Leccese io provo a spezzare una lancia a favore. Premettendo che non ho nella vicenda alcun interesse personale, e che posso basarmi solo su immagini fotografiche inviatemi, farei notare che gli animali presentati come leccese avevano alcuni tratti caratteristici dell'Italiana Comune, la VERA razza autoctona italiana che nulla ha a che vedere con l'Italiana Comune Locale o italiener. In particolare, risultavano di mole più ridotta, più snelle e ben più alte sui tarsi rispetto alle italiener, con differente portamento, linea del dorso e coda più rilevata; inoltre da quel che mi è stato riferito, l'artefice del progetto "Italiana Comune locale" non ha avuto modo di entrare nell'ambito di coloro che lavoravano nella selezione della Leccese. Detto questo, ovviamente nemmeno io posso metterci la mano sul fuoco, ma attualmente sono convinto tanto della buona fede di chi lavora al progetto quanto dell'origine autoctona dei capi. ciao!
_________________ Andrea Mangoni Ciao a tutti, gente!
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25/09/2009, 8:25 |
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