Francamente, così come né dai miei messaggi, né da quelli di Max è mai trapelata l'ombra di un giudizio nei confronti di chi uccide per mangiargli gli animali che alleva, mi farebbe piacere che da parte di questi ultimi non si esprimessero giudizi o perplessità nei confronti di chi, come Max e me, non riesce a concepire di togliere la vita ad un animale che ha visto nascere, con cui ha stabilito un legame affettivo (sì, affettivo, come fra esseri umani...) e con cui magari ha anche giocato.
Credo di poter parlare anche a nome di Max quando dico che siamo abbastanza grandi e vaccinati da sapere che di norma gli avicoli sono animali da reddito e non da compagnia. Non siamo neppure così ipocriti da sbandierare scelte etiche o simili. Semplicemente dichiariamo senza problemi la nostra incapacità di togliere la vita ad esseri viventi con i quali ci relazioniamo.
Io, personalmente, in alcuni interventi ho anche cercato di comprendere quale possa essere il passaggio mentale che consente di superare questo tipo di resistenza, e per capire se c'è chi, come me, ha cominciato ad allevare avicoli per simpatia ed affezione e poi ne ha gradualmente fatto anche un elemento di cui cibarsi, e sono arrivata alla conclusione che, molto semplicemente, io non sono in grado di vivere questo passaggio. E come potrei, se tengo per ore ad asciugare in un passino da the le farfalle e gli altri insetti che cascando nelle bacinelle dell'acqua dei miei cani, pur di salvargli la vita? E se una coccinella che sembra annegata e poi ricomincia a volare improvvisamente mi provoca un'emozione tenera e profonda?
Io credo che tutto si spieghi semplicemente con il fatto che persone come Max e me (ma sono moltissime) ad un certo punto annullano le "differenze" che esistono fra noi e i nostri animali, e ucciderli rappresenterebbe qualcosa di simile all'uccisione di un essere non troppo diverso da noi. Tutto qui.
Sono vissuta in una famiglia dove i polli sono sempre stati usati per la nostra alimentazione, e non ho mai creduto che mio padre fosse un crudele assassino. Semplicemente io non potrei mai. Tutto qui.
Perciò credo che, come Luca ha ovviamente già saggiamente sottolineato, la cosa migliore per tutti sia rispettare senza giudicare le differenti motivazioni che ci spingono ad incontrarci qui, e a continuare con serenità il nostro quotidiano confronto per migliorare la vita delle nostre bestiole e, in alcuni casi, la nostra alimentazione. Anzi, come appassionata conoscitrice della cucina contribuirò con piacere tutte le volte che si parlerà di ricette.
Su una cosa però non transigo: sui modi per macellare queste bestiole. Non mi venite a dire che non soffrono. Intanto sentono quando sta per succedere: e la paura è sofferenza pura. E poi ho letto anche qui, con orrore, che ancora si usano metodi che fanno durare l'agonia alcuni minuti. Ecco, questo trovo sia veramente da persone incivili. Questo sì, mi sento di giudicarlo.