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Pensiero nuove razze ! 
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Sez. Polli
Sez. Polli
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Iscritto il: 05/05/2008, 12:36
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Pedru se sono stato prolisso nella risposta è perché troppe volte le persone semplificano all'osso gli argomenti.

Le definizioni sono come macigni se sai quello che sta dietro alla loro creazione.
Il fatto che siano esposti molti concetti non significa che questi vadano presi a pezzi e adattati al nostro pensiero dove in accordo e scartati se non ci piacciono.

Gli studiosi moderni sono concordi nel dire che:

La varietà o sottorazza è una popolazione che differisce per pochi caratteri visibili dalla razza madre ( colore, forma cresta , vertebre caudali9 Ecc.

Il ceppo in seno ad una razza può essere identico e distinguibile solo per parametri non visibili.
Es. Il ceppo Livorno M42 Produce uova mediamente più pesanti di x g, consuma 25g capo giorno in meno, produce in media 6 uova al mese in più, con una curva di deposizione stabile alla x settimana di vita ecc.ecc


Tu Pedru ci hai fatto vedere forse una totalità di 8_10 polli massimo. Nessuno aveva uniformità ne di ceppo ne di razza. Nessuna foto dei genitori e nessun dato sulla numerosità di questi mostrata faceva propendere per una uniformità di popolazione .
In pratica per ora ci hai fatto vedere dei polli carini ma nulla di più.
Originali per carità ! i galletti Nani con la cresta strana ed il piumaggio barrato erano belli ed insoliti ma nulla di diverso o con una dignità di razza o di ceppo.
Questo termine cautamente si usa solo quando si sono controllati gli animali .
Riproduzione massale
Controlli produttivi
Definizione dei caratteri di popolazione
Indagine conoscitiva sul territorio.

Ad oggi Pedru aspettiamo le foto di queste due popolazioni da te definite antiche ma non le hai ancora prodotte neanche in minima parte( peraltro sulla base degli individui da te mostrati i fenotipi non mostrano caratteri di autoctonia e non differiscono in modo sostanziale dal comune pollame casalingo del resto d'Italia).
Ad oggi mi sfugge il tuo obbiettivo ! Io personalmente posso anche essere disponibile a guardare gli animali che mi mostri ma preparati a veder smontati in brevissimo tempo i ceppi le razze e le varietà se in questi individui non vedo che variabilità indotta dallo stato di eterozigosi dei caratteri.
Anche la teoria che qualcosa si deve essere conservato è smontabile in una frase .
Seppure è ammissibile che il pollame locale rechi tuttora l'impronta della popolazione Sarda primitiva, non è possibile disgiungere i caratteri dalle razze intervenute in seguito ,pertanto nessuna operazione di selezione o riproduzione è in grado di restituire la razza Sarda.

_________________
Dobbiamo avere più coraggio di guardare la realtà, così ci farà meno paura. Alessio Z.

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10/05/2013, 10:44
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Sez. Cani
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No, non sei stato prolisso, soltanto ti sei dilungato un po’ per dare più spazio a delle informazioni tutt’altro che sterili, solo che non me l’ aspettavo. Poi comunque ho espresso la mia opinione, cosa che continuo e continuerò a fare.
Voglio specificare che non credo di aver estrapolato parti di vari concetti o definizioni, e riuniti un uno nuovo (cosa che si potrebbe anche fare, non a casaccio ma con una certa logica e cognizione di causa). Ho solo evidenziato quelli che più mi convincevano. Infatti non ho niente da obiettare a quello su cui “gli studiosi moderni sono concordi nel dire”:
“La varietà o sottorazza è una popolazione che differisce per pochi caratteri visibili dalla razza madre ( colore, forma cresta , vertebre caudali9 Ecc.

Il ceppo in seno ad una razza può essere identico e distinguibile solo per parametri non visibili”, anche se mi sorprende la “concordia” unanime fra studiosi, non capita facilmente.

Vuoi parlare dei miei polli? Io volevo aspettare ancora, appunto per documentarmi meglio. Come detto chiaramente in post precedenti.

Comunque rispondo volentieri.
I polli che ho mostrato in altri post sono pochi, è vero, ma non sono affatto dissimili fra loro, semmai si tratterebbe di due diversi gruppi notevolmente diversi, ma all’interno dello stesso gruppo c’è una grande omogeneità.
In realtà io ho fatto vedere 9 polli in totale: 3 di una razza (scusa se uso questo termine, ma a me sembra di usarlo in modo appropriato o comunque tanto per capirci, poi ne parleremo ancora) e 6 di un’altra totalmente diversa, di questi 6 solo 3 erano miei.
Non mi interessa molto che siano più o meno carini, mi interessa dimostrare che sono due razze Sarde, nonostante dimostrarlo, per motivi più volte esposti, non sia facile e fin’ora infatti non ho dimostrato niente: spero di riuscire a farlo più avanti. Per adesso espongo brevemente, ancora una volta, quello che sembra a me.

1^ “razza” (o gruppo), simile alle galline di mia nonna: 2 maschi e una femmina stazza media, colori vari (bianco e macchiato: non saprei come definire questo tipo di mantello), zampe gialle con un po’ di arancione, becco forte, giallo screziato di nero, cresta a rosa. Io li vedo simili nell’aspetto esteriore e nel carattere (abbastanza confidente), galli dal portamento fiero ed energico. Non sono individui diversi tra loro, invece molto simili, eccetto il colore del mantello. Non ho ancora visto genitori e fratelli.
Da quello che ho potuto sapere, documentandomi in archivi e biblioteche, suppongo che si tratti di una “razza” derivata da incroci fra razze estranee e razza sarda, ormai con caratteri abbastanza fissi e stabilizzati.

2^ “Razza” (o gruppo): 2 galline e un gallo. Si tratta di polli notevolmente più piccole dei precedenti, di aspetto diverso, tarsi grigio/rosa, cresta doppia, becco grigio biancastro, carattere moto più diffidente, direi quasi selvatico, mantello fittamente punteggiato di rosso/marrone ( che tu definisci “barrato”) in tutte le galline, il gallo è più chiaro. Ho visto padre, madre e sorelle: tutte le galline sono identiche, differiscono appena appena nella colorazione del mantello: se non si fa bene attenzione non si riesce a distinguerle. Anche i galli sono pressoché identici fra loro.
Siccome sono simili e considerando ciò che dicono i proprietari del primo “gruppo” (di cui, ripeto, non ho ancora visto né i genitori, né i fratelli e sorelle), per me potrebbe essere considero “razza”.
Anche il secondo tipo, di cui come detto, ho visto i genitori e fratelli io lo considero “razza”. Attenzione, non sto proclamando che si tratti di razza, ma è solo una mia ipotesi in base a quello che so.
Naturalmente dovrò dimostrarlo. Certamente prima non si può essere sicuri né del sì né del no, sempre tenendo presente che, se non otterrò altre documentazioni utili, dimostrarlo sarà un po’ difficile, o magari andrà tutto all’aria. Vedremo
Aggiungo che il gallo del 2° gruppo è morto di incidente prima che potesse riprodursi e l’ho sostituito con uno dei due galli del primo gruppo: quindi, per quest’anno nasceranno solo ibridi. Cercherò di avere un altro gallo per l’anno prossimo e vedere la nuova generazione dell’allevatore che me le ha cedute.
Infine ribadisco, a scanso di equivoci, che non sto proclamando la scoperta di nuove razze, ma che sto solo cercando di scoprire il più possibile su queste galline.
Saluti
Pedru

_________________
Su ki iskhit su foghile ki no l'lskhet su Jannile


11/05/2013, 0:07
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Messaggi: 36
Località: Villapiana (cs)
Formazione: Dottore in Scienze e Tecnologie Agrarie
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Salve a tutti ho letto questa discussione e vorrei aggiungere qualche informazione. Innanzitutto come ha scritto uno di voi, selezionare nuove razze o nuove colorazioni di razze già esistenti è lavoro impegnativo, ma possibile. Quello che manca in Italia, ma soprattutto in Europa, sono appunto gli aiuti comunitari che nonostante le numerose domande effettuate da me, in diversi anni, non hanno avuto risposte, in quanto è un settore a bassa redditività e alta spesa, e la PAC non vi investe. E' vero anche che i tempi e modi di riconoscimento sono complicati, ma ci sono ricercatori come me che lo fanno nonostante i costi abnormi che un allevamento del genere comporta. Si sa che nel creare una "nuova fantomatica razza", o se si vuole purificare una certa linea genetica per creare una nuova varietà all’interno di una razza già nota, si fanno una serie di incroci che portano ad una selezione di una piccola quantità di individui e un numero assai maggiore di "scarti". Per esempio: una selezione ha bisogno di almeno 2 anni per estrarre un nuovo gene, e restanti 7-10 per fissarlo in una determinata razza. Se alla fine della ricerca avremo una popolazione di circa 20 individui che generino figli identici ai genitori, saremo passati per un numero di parenti che supera i 10000 capi. Questo si può fare con delle razze pesanti, in quanto sarebbe un pollo tipico da cucina, ma sarebbe al contrario difficilissimo mangiare una bantam o un'altra razza piccola. Al giorno d'oggi è assai difficile che ci sia gente che mangi polli diversi dagli standard del supermercato. Io stesso risolvo col regalarli ad amici e parenti, ma bisogna avere una certa psicologia macellaia, che all'inizio mi ha fatto titubare sul continuo degli studi. Alternativa sarebbe regalare o vendere gli animali vivi, ma si creerebbero in giro una serie di ibridi e di questi ne abbiamo già troppi, e troppa gente capace di improvvisare clamorose bufale a scopi speculativi; come successo qualche anno fa a me nella storia già descritta in un’altra pagina del forum, in cui dopo pochi giorni i personaggi che hanno acquistato la coppia di polli ricci, hanno cercato di farla riconoscere come fantomatica “gallina riccia selvatica di Cerchiara”, ma per fortuna senza esito e una bella minaccia di denuncia da parte mia. Oppure per il bene della ricerca si usa uccidere e/o bruciare esemplari, pratica credo usata in Asia e non eseguibile a livello europeo e quindi non a norma, e soprattutto brutale ! Sono una serie di difficoltà che vanno pensate, prima di mettersi a fare questo lavoro ( mio hobby!). Infine a lavoro terminato e a riconoscimento ottenuto, bisogna vedere se questa nuova creazione venga presa in considerazione dagli allevatori, ragion per cui è utile vedere inizialmente cosa richiede il mercato, in modo da poter creare qualcosa che porti ad un business futuro.
Giuseppe Russo


10/09/2013, 23:19
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