Ho letto con molto interesse questo post, sopratutto quello del nostro amico Romeno.
Anch'io da anni posso permettermi di non consumare avicoli da allevamento.
Concordo con il disgusto che ci prende davanti a tanta distorsione della natura.
Non condivido il discorso degli antibiotici nel mangime, salvo errori da non confondere con gli orrori, sfido a provare la veridicità dell'affermazione.
Questo non per assolvere, ma per non aggiungere la goccia che ci fa passare dalla parte del torto.
Ammettiamo solo che ci rifiutiamo se possiamo, di consumare animali che hanno vissuto così tristemente.
Mi pare possa già essere validissimo motivo.
Detto questo, quindi basta tornare a produrre come una volta e tutto si risolve.
Purtroppo non è affatto così, anche se non ci piace, non è assolutamente così e la cosa mi rattrista alquanto.
Mi sono permesso di fare alcune verifiche sulle possibilità alimentari per il genere umano e animale diciamo da cortile.
La cruda verità è che, a meno pensiamo di fare sparire qualche milione, vedi miliardo tra poco, senza i moderni modi di produzione, non sarà possibile alimentare tutti.
Crediamo di avere la soluzione e pensiamo gli altri sciocchi, ma non stà solo così.
Noi siamo dei fortunati che possiamo ancora permetterci di alimentare i nostri polli all'antica, con risultati all'antica, proprio perchè siamo pochi, lo potremmo se fossimo qualcuno di più. Ma non potremmo se fossimo diciamo solo il 30% della popolazione mondiale a mangiare all'antica. Il nostro pollo ruspante mangerebbe le poche sostanze necessarie a tenere in vita molti esseri umani.
Ognuno che voglia essere obiettivo con un pò di informazione, si può orribilmente rendere conto che stiamo aumentado la velocità e il cozzo sarà terribile.
Rischia di mancare anche il disprezzato broiler.
Tristi saluti
Sergio