Tempo fa mi venne in mente di allevare qualche pollo in modo rigorosamente biologico e, consultati d'obbligo i nonni, andai alla ricerca di una razza comune (che razza a quanto pare non è) di pollo barrato chiamato qui da noi "sciuri di fava" (fiore di fava, cioè che ricorda nel colore del manto il fiore della fava) ma anche di altri polli con colorazioni differenti (picchiettati ecc) ma tutti comunque caratterizzati da: assenza degli orecchioni bianchi (come invece hanno quelli italiani comuni nelle foto su internet); spiccata leggerezza e rusticità; predisposizione al pascolo; lento accrescimento; pelle candida quasi trasparente e povera di lardo; Tali polli sono praticamente introvabili, perchè quelli che vendono nei mercati e che li ricordano quasi fedelmente (se non del tutto come per i "barrati") nel colore, messi alla prova, all'aperto, sono pressochè immobili, grassi e di rapido accrescimento. DOMANDA: Che polli erano? Ma soprattutto, che fine hanno fatto questi polli, delizia degli anni trenta? Come posso fare per averli?
se non è stato avviato in passato un programma di salvaguardia della razza è difficile trovarli, il pollo romagnolo era praticamente estinto ne erano rimasti circa 2-3 dozzine di esemplari che sono stati usati per ricreare un grande ceppo per mercati di nicchia qui in romagna, come del resto il suino "mora romagnola ad esempio", per il nostro pollo fu avviato un programma di salvaguardia e questi ultimi esemplari li aveva un modesto allevatore in pensione... te pensa... spero che esista ancora qualche esemplare della razza da te sudetta per riformare un ceppo di cospicue dimensioni e riprendere l'allevamento dei nostri polli autoctoni... i migliori auguri per te dalla innevata Romagna
L'unico riferimento bibliografico che cita qualcosa di simile a quello che descrivi è Uno Scritto del Prof . Clementi RAGUSANA A Ragusa il pollame indigeno era a livrea dorata o nera con tarsi calzati ? O fior di fava? Clementi F. (1950)
Anche dalle mie parti, in provincia di Lecce, i vecchi ricordano una livrea "a fiuru de fava". Quando mi hanno fatto vedere la "ricostruita" gallina Leccese era presente un manto cuculo virato sul violetto. Visto che poi per leccese passa spesso l'Italiana Comune, non è escluso che magari è il fenotipo di cui parla gius84, diffuso in passato anche in sicilia. Saluti. Andrea
In queste cose sono pessimista, quel tipo non esiste più da tempo, ma volendo si può ricostruire, certamente non sarà la stessa cosa, ma può essere un nuovo inizio, vecchi allevatori citavano questo tipo che veniva ritenuto particolarmente attivo e razzolatore, decisamente leggero e usato prevalentemente per le uova a guscio bianco allungato, ma già dopo la seconda guerra mondiale erano praticamente introvabili, saluti, Mario
bravo, esatto, uova bianche e razzolatori, propio loro! i polli dei nonni! è un peccato che non ci siano più. Ma vi chiedo una cosa, io che non sono pratico, se per esampio, comprassi dei pulcini che gli somiglino per quanto più possibile nell'aspetto (come di fatto ci sono sul mercato) riuscirei, facendoli riprodurre in campagna, a modificarne il comportamento, l'attitudine, l'accrescimento e se del caso il colore delle uova? sono cose che si possono cambiare? e come? credete che a tal fine sarebbe più intelligente comprarli da un fattore, magari una bella chioccia, con pulcini nati da coppie a loro volta nati liberi? in quante generazioni si cambia il carattere?
Anche dalle mie parti, in provincia di Lecce, i vecchi ricordano una livrea "a fiuru de fava". Quando mi hanno fatto vedere la "ricostruita" gallina Leccese era presente un manto cuculo virato sul violetto. Visto che poi per leccese passa spesso l'Italiana Comune, non è escluso che magari è il fenotipo di cui parla gius84, diffuso in passato anche in sicilia. Saluti. Andrea
Preciso un concetto .
Italiana comune ( termine con cui si indicava un tempo la molteplicità di razze locali un tempo note sul territorio italiano )
ITALIANA o meglio ITALIENER , (razza di selezione e fissazione tedesca che trae origine dalla selezione e meticciamento di polli importati dall'Italia nei primi anni del 1900.Sono state incrociate anche altre razze con questi polli per ottenere particolari mantelli e caratteri conformazionali, tanto che questi sono molto più pesanti e linfatici rispetto ai progenitori Livorno) .
Le truffe si configurano quando si indica come razza Italiana comune un pollo di razza Italiener (Italiana) facendo presuporre che ci troviamo di fronte ad una antica razza locale , cosa del tutto errata.
"Italiana comune locale" termine del tutto errato e privo di significato che unisce una denominazione come "comune" ossia diffusa ovunque a "locale" ossia peculiare di un luogo circoscritto.
SE NE DEVONO SENTIRE PROPRIO DI TUTTI I COLORI
Cambiare il carattere di una razza con l'allevamento è impossibile se non in lunghissimo tempo, con scelte mirate sui riproduttori.. Il colore del guscio è un carattere etnico che non è possibile cambiare per selezione.
Gli ibridi colorati per uso rurale presenti sul mercato dal 1950 e tuttora diffusi sono scarsi pascolatori e derivano totalmente da razze americane anchesse note per questa scarsa attitudine. Una chioccia localecon la sua prole risponderebbe forse alle esigenze caratteriali che cerchi ma salvo eccezioni tali caratteri non sono da mettere in relazione con le galline di un tempo che ricordi ma a semplice involuzione di ceppi meticci che riprendono i caratteri di rusticità indotti dalla tecnica di allevamento.
Sul piano tecnico la risposta di Alessio è perfetta, anzi più che perfetta e quindi la ricostruzione per somiglianza è praticamente una impresa al limite dell'impossibile, ma ciò non toglie che in molti posti vengono ricostruite le antiche razze locali, riconosciute ed ufficializzate e anche qualcuna che non c'è mai stata; non sono d'accordo, ma è una realtà che esiste benché non la condivida, da quindi il mio personalissimo consiglio: inizia senza pretese, potresti cominciare a tentare questa impresa magari associandovi con altri allevatori, ma un primo ostacolo è che non esiste uno standard che si possa definire tale e poi bisognerebbe trovare qualcuno nel mondo della ricerca che segua e accrediti il vostro lavoro, come sta succedendo in tanti posti. Dal punto di vista della conservazione della biodiversità siamo lontani... ma è ugualmente una grande avventura che richiederà anni e forse permetterà di avere una nuova, ripeto nuova razza che ricorderà quella che una volta era allevata, ciao, Mario