ooh....ha ripreso una buona lena, la discussione.
allora dico di nuovo la mia.
l'essere umano si è evoluto, nelle sue forme primordiali, in africa.
grazie al clima si sarebbe potuto permettere di essere completamente vegetariano, ma non era assolutamente così.
tutte le prove scientifiche (quelle serie) dimostrano che si nutriva di frutti, cereali primitivi (dopo il robustus che poteva macinarli con quel pòpò di mascelle che aveva, ha imparato a macinarli atrificialmente) tuberi, insetti e piccoli animali (come fanno tutt'ora i nostri parenti più prossimi, per esempio, gli scimpanzè).
quindi era onnivoro.
le migrazioni successive lo hanno portato in zone del pianeta in cui il clima non era cosi clemente perciò, nei periodi invernali, ha dovuto imparare a nutrirsi prevalentemente di carne cacciata e/o rozzamente conservata (se no come avrebbe potuto non estinguersi una specie che non conosceva assolutamente le tecniche dell'agricoltura, durante l'ultima glaciazione?) perciò, se fosse stato prevalentemente vegetariano, dovendo stare quasi del tutto senza vegetali per lunghi periodi, ma sai che razza di carenze alimentari?
invece sopperiva alle carenze dovute alla mancanza di vegetali consumando gli organi interni e le fibre muscolari di animali in grado di raggiungere i vegetali sotto la coltre di neve o addirittura sotto il ghiacci ed a metabolizare le i loro componenti, così come fa ogni carnivoro o onnivoro, ma che non può fare assolutamente, nel senso inverso, un animale erbivoro (se dai carne ad un cavallo, minimo lo ammazzi, secondo me
) esempio per tutti gli Inuit, che non vedono mai un vegetale da quando nascono a quando muoiono è campano da millenni..
solo circa 15000/10000 anni fa, secolo più, secolo meno, si iniziò ad allevare con un certo successo determinati animali, ma ancora non si coltivava assiduamente, quindi dieta ancora onnivora, con raccolta di vegetali di stagione legata ai periodi climatici.
solo 7000/6000 anni fa, nella famosa mezzaluna fertile mediorientale, prese piede l'agricoltura come la conosciamo tutti, cioè non occasionale e circoscritta (la leggenda di Caino e Abele illustra chiaramente i conflitti che tale cambio di direzione comprensibilmente provocò tra vari gruppi umani).
tutta la storia umana, dai primi ominidi ad oggi, centinaia di migliaia di anni di evoluzione, parlano di "onnivorità"
(questa parola me la sono inventata
)
tra parentesi, digerire la carne cruda è questione di abitudine, un pò come quando il coniglio lo devo riabituare al vegetale fresco, se riuscite a superare un ribrezzo che è solo culturale....provare per credere
Or che non si pensi che il sottoscritto, dopo cotanto sfoggio di erudizione sia un pozzo di scienza
ci mancherebbe altro.....non è farina del mio sacco.
però avere la fortuna di lavorare attualmente in un dipartimento universitario di archeologia, storia e culture umane, dove si fa scienza vera, aiuta.
ferma restando sempre la mia incondizionata ammirazione e rispetto verso chi sceglie di non mangiare animali, (beninteso sempre che costoro non criminalizzino la mia scelta di seguire le regole che la grande madre impone, ovviamente) mi trovo costretto ad insistere: il vegetarianesimo, per quanto ammirevole sotto il punto di vista etico, è per l'uomo una condizione innaturale.
ciao ragazzoli da michelaccio vostro