13/07/2012, 14:42
13/07/2012, 15:03
quando stai li' e al 22mo giorno inoltrato prendi l'uovo e battendo con l'unghia senti pio pio come diavolo fai a lasciar fare alla natura se al 23mo inoltrato l'uovo fa ancora solo pio pio?
13/07/2012, 15:15
13/07/2012, 15:31
Tu al posto mio che faresti.
13/07/2012, 15:46
13/07/2012, 15:54
13/07/2012, 15:59
Piccolamiss ha scritto:no tisky non è il mio caso. Metto le uova da cova alla chioccia dopo non meno di due giorni che non si alza dal nido e mi accerto che abbia finito di deporre le sue. Poi le segno per bene e le controllo quasi tutti i giorni, che stiano nel nido a forma rotonda affinchè si scaldino bene, che non ve ne siano di rotte che nessun'altra abbia deposto di suo.
Qui l'unico problema è che la signora cova come se stesse in piedi per la maggior parte del tempo. Me lo hanno fatto due lionata prima di questa che è la terza.
Appena posso posto una foto.
13/07/2012, 16:06
13/07/2012, 16:21
13/07/2012, 16:26
Piccolamiss ha scritto:bravissimo, questo è il punto. E' come se il calore non fosse sufficiente per portare a compimento il pulcino in 21 giorni, nel frattempo loro hanno bisogno di respirare per cui bucano prima del tempo, anche se in ritardo, con un corpo non pronto alla nascita. scusatemi forse è difficile da spiegare e io non sono brava a esprimermi.
Come nasce il pulcino
Nello scorrere il testo di Aldrovandi rimaniamo sorpresi non una ma due volte dal fatto che la gallina è lei stessa a provvedere alla rimozione del guscio affinché il pulcino possa abbandonare l'uovo. Questo fatto inabituale appare non solo nel precedente paragrafo a chiusura delle osservazioni sullo sviluppo quotidiano del pulcino, ma fa già capolino per la prima volta alcune pagine prima quando Aldrovandi cita le parole di Ippocrate e non lo contraddice in merito:
Quando al pulcino fa difetto l’alimento fornito dall’uovo, non avendone a sufficienza per vivere, si muove energicamente nell’uovo alla ricerca di alimento in maggior copia, e le membrane gli si rompono tutt’intorno, e quando la madre percepisce che il pulcino si muove con veemenza, lo fa uscire colpendo il guscio, e abitualmente accade allo scadere di venti giorni.
Eppure Aldrovandi era al corrente di alcuni fatti che potevano benissimo essere in contrasto con la necessità di un aiuto materno al pulcino che sta per nascere: gli incubatoi dell'Egitto, l'incubatrice del Della Porta, l'ubriacone di Siracusa che se ne stava sdraiato sopra una stuoia con sotto delle uova e che continuava a bere tant'è che giunsero alla schiusa, Livia che con la collaborazione delle sue ancelle predisse il sesso di Tiberio facendo nascere quel galletto in mano o tra i seni.
Ma anche stavolta è d'uopo perdonare Ulisse, in quanto nel raccomandare le varie cure da prestare a una chioccia, a un certo punto preconizza l'intervento umano se il pulcino tarda a nascere, e non certo per incuria materna. Vediamo il passo.
[L’allevatore] al 19° giorno ponga attenzione se i pulcini colpiscono l’uovo col beccuccio, e stia in ascolto per sentire se pigolano. Infatti spesso a causa dello spessore del guscio non riescono a uscire. Quindi con la mano cavi fuori i pulcini che non riescono a liberarsi e li metta sotto alla madre perché si riscaldino, e si comporti così per non più di tre giorni di seguito. Infatti, quelle uova che dopo tale lasso di tempo sono silenti, sono prive di essere vivente, per cui bisogna anche toglierle dal nido affinché la gallina, trattenuta troppo a lungo a covare da una inutile speranza di pulcini, non ne esca sfibrata.
Sfatare una tradizione è sempre un'avventura colma d'incognite: a distanza di settant'anni da Aldrovandi, neppure Malpighi riesce a sottrarsi all'influsso di un'immagine tramandata nei secoli, anche attraverso il Vangelo: la chioccia è madre sollecita. Infatti, nel primo studio sull'uovo incubato, Malpighi così si esprime: "Il pulcino si disponeva infine ad uscire: e infatti si vedeva talvolta asportata una notevole parte del guscio esterno: ed essendo un po' lacerate le sottostanti membrane, facevano eruzione il becco del pulcino e l'estremità della testa, ma non a tal punto da poter forzare il circostante guscio, per cui è credibile che il guscio venga talvolta aperto dalla chioccia."
Nell'appendice al primo studio, Malpighi si accorge che trascorsi 20 giorni d'incubazione il guscio è facilmente friabile e: "Alla fine, il pulcino, prossimo ad uscire, pigolava, e aggrediva di quando in quando a colpi di becco il guscio friabile." Da questo punto in poi non fa più menzione dell'eventuale intervento della chioccia nel ruolo di levatrice.
Quale possa essere l'origine della leggenda secondo cui, allo scopo di favorire la nascita del pulcino, la gallina provvede a rimuovere parte del guscio, proprio non lo so. L'unico dato, che potrebbe essere stato esteso alla gallina, proviene da Aristotele ed è riferito alla colomba: "L'uovo venuto alla luce per primo matura e si schiude entro venti giorni; la madre [o il padre?] buca l'uovo il giorno prima che esso si schiuda." (HA, VI, 4). Possiamo osservare che Aristotele è impreciso sulla durata dell'incubazione del colombo. Infatti, di norma la femmina di colombo depone il primo uovo nel corso del pomeriggio e il secondo l'indomani mattina; la schiusa si verifica dopo 16-17 giorni dalla deposizione del secondo uovo. Invece è preciso sulla durata dell'incubazione nel caso della tortora: 14 giorni. E, tanto per restare in tema, nessuna delle mie fonti sui columbiformi accenna minimamente alla foratura del guscio da parte dei genitori.
Posso aggiungere quanto si è verificato durante l'ultima schiusa di piccione che ho potuto osservare: da un uovo è nato un pulcino, mentre l'altro uovo l'ho lasciato a disposizione dei genitori per altri 4-5 giorni allo scopo di non alterare la tranquillità del nido, ma poi, scuotendolo, tale uovo rivelò avere un contenuto liquido. A nessuno dei genitori era venuto in mente di beccarlo. Salvo lo facciano se percepiscono qualche segno di vita all'interno!?
Anche allevatori di poco conto sono pronti a giurare che nessuna chioccia ha l’afflato dell’ostetrica. Verosimilmente anche Malpighi come Aldrovandi non aveva avuto la benché minima esperienza di allevamento, altrimenti avrebbe sfatato un luogo comune semplicemente tacendolo. È possibile osservare una chioccia beccare il guscio quando un pulcino sta per nascere, ma penso sia un'evenienza estremamente rara, in quanto essa neppure si muove dal nido, come invece fa durante gli altri giorni per le quotidiane necessità fisiologiche; al momento della schiusa se ne sta addirittura immobile come una statua con le uova ben protette dallo sguardo sia suo che degli intrusi, soffrendo fame, sete e sovradistensione della cloaca da parte delle feci, anche per 2-3 giorni di seguito.
Se la chioccia per caso beccasse il guscio quando è già stato intaccato dal pulcino, si tratterebbe di un uovo che è sfuggito dal nido a causa di suoi movimenti maldestri in un nido mal fatto, cioè dotato di scarsa concavità, e lo beccherebbe al solo scopo di assecondare per un attimo la naturale e ancestrale golosità della gallina per un involucro calcareo.
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