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allevamento bio 250 galline
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Iaco88
Iscritto il: 03/10/2018, 11:00 Messaggi: 170 Località: Genova
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Se non ci sono controlli uno praticamente può arrivare anche ad avere 2000 galline e non dichiarare nulla. Quello che voglio dire è che se non ci sono controlli nei negozi dove vengono rivendute è ovvio che poi è difficile in certe zone che si venga a conoscenza direttamente dell'allevamento.
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09/02/2020, 21:13 |
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cerino
Iscritto il: 21/05/2017, 23:23 Messaggi: 31
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Ma infatti il problema sta proprio nei negozianti che comprano. Mah
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09/02/2020, 22:26 |
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Iaco88
Iscritto il: 03/10/2018, 11:00 Messaggi: 170 Località: Genova
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cerino ha scritto: Ma infatti il problema sta proprio nei negozianti che comprano. Mah Vorrei capire cosa fatturano
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09/02/2020, 22:57 |
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magobk
Iscritto il: 14/07/2012, 19:38 Messaggi: 3796 Località: prato
Formazione: maturità tecnica
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Dice fruttivendoli e market I primi ci sta che non facciano scontrino ,ma i secondi come le vendono sfuse senza marchiature, ma
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09/02/2020, 23:08 |
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Mirco93
Iscritto il: 07/10/2012, 23:39 Messaggi: 28 Località: Nardò (LE)
Formazione: Laurea triennale al conservatorio Tito schipa lecce
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I supermercati me le vendono sfuse, di solito se le mettono in in cestino affianco alla cassa, invece al simply me le vendono al banco frutta. invece i fruttivendoli le tengono dove capita tranne una macelleria che le vende sottobanco. Per gli scontrini non lo so nemmeno io come fanno ma domani chiedo perché mo mi sono incuriosito. Ma io ancora non riesco a capire se mettendomi in regola con gli attuali guadagni riesco a starci dentro...
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10/02/2020, 3:09 |
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Mirco93
Iscritto il: 07/10/2012, 23:39 Messaggi: 28 Località: Nardò (LE)
Formazione: Laurea triennale al conservatorio Tito schipa lecce
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cerino ha scritto: Posso capire se capita di vendere qualcosa in più a livello amatoriale, è capitato anche a me di vendere magari qualche kg di peperoncino avanzato dal mio orto, ma qui si parla di una media di 10000 uova al mese non in regola come detto da te. Capisco la rottura di tutta la burocrazia, ma qui siamo veramente alla follia. Più o meno produco 11.000 uova al mese però c'è da dire pure che compro circa 2/3000 uova al mese perché le mie non mi bastano mai. Infatti prima di Pasqua mi sono messo d'accordo con un'allevamento che mi darà 200 galline di fine ciclo in modo tale da passare Pasqua più tranquillo...
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10/02/2020, 3:16 |
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Iaco88
Iscritto il: 03/10/2018, 11:00 Messaggi: 170 Località: Genova
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Allora Mirco, io personalmente fossi in te, visto che hai parecchia richiesta mi metterei in regola, perché se poi ti scoprono fine dei giochi e multe molto salate. Tieni conto che attualmente aprire una partita iva non è più un procedimento complesso e dispendioso come era anni fa. Anzitutto io ti consiglio di appoggiarti ad una associazione di categoria, dovrai fare l'iscrizione ma ti possono aprire direttamente loro la partita iva e possono tenerti loro la contabilità se ne avessi bisogno, oltre che aiutarti con eventuali pagamenti di tasse e simili (che comunque tranquillo, non sono così onerose per chi fa il coltivatore diretto). La cosa un po' più complicata e di cui bisogna tenere maggiormente conto nel tuo caso, è il numero di galline e le conseguenti leggi per il commercio delle uova, infatti se hai superato le 250 galline vai incontro a delle regole un po' più restrittive rispetto a quelle di un semplice allevamento rurale.
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10/02/2020, 8:30 |
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Iaco88
Iscritto il: 03/10/2018, 11:00 Messaggi: 170 Località: Genova
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Ti elenco qui sotto i passi che dovresti fare per essere in regola, ma io ti consiglio sempre di verificarli con qualcuno di qualche associazione di categoria o della tua Asl di competenza. -Registrazione dell'allevamento in ASL (è necessario per qualunque allevamento, anche se di poche galline), questo procedimento dovrebbe essere in tutte le ASL gratuito. Ti verrà fornito quindi un codice stalla che ti servirà in seguito. -Apertura partita iva; ovviamente dovrai aprire una partita iva per commerciare le tue uova; ti costerà qualche centinaia di euro tra tutto, io ti consiglio, ci e già detto, di delegare qualche associazione di categoria. -Gli allevamenti con più di 250 capi devono fornirsi di un centro d'imballaggio riconosciuto a norma. I centri d'imballaggio classificano e imballano le uova e provvedono all'etichettatura delle confezioni. -Le uova devono essere timbrate con un codice alfanumerico riportante: un numero riferito alla tipologia di allevamento (0-biologico, 1-all'aperto, 2-a terra, 3-in gabbia, quest'ultimo attualmente vietato, o meglio, sono vietati i nuovi allevamenti), la sigla del paese (IT), il numero del comune, la sigla della provincia e il numero dell'allevamento. -la timbratura deve essere effettuata in un apposito laboratorio aziendale, anche multifunzionale, dotato di lavamani e spazio idoneo al confezionamento e allo stoccaggio. -Effettuare il piano di controllo della salmonellosi (procedura un po' complessa da spiegare, eventualmente la spiego in seguito)
Sicuramente ho tralasciato qualcosa, per questo ti consiglio di appoggiarti (almeno all'inizio) a qualcuno che queste cose le conosce per mestiere, quindi un'associazione di categoria.
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10/02/2020, 9:12 |
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cerino
Iscritto il: 21/05/2017, 23:23 Messaggi: 31
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Visto che ci stiamo mi unisco alla discussione e chiedo una cosa: nel caso di un nunero di capi inferiore o uguale a 50, praticamente hai zero obblighi, tranne far sapere all'acquirente da dove provengono le uova pure tramite cartello etc.(ovviamente mi riferisco a chi ha già azienda e/o p. Iva) Però, per quanto riguarda la conservazione, come funziona? Nel senso, una volta raccolte se non le vendo subito, dove vanno conservate?
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10/02/2020, 9:45 |
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Iaco88
Iscritto il: 03/10/2018, 11:00 Messaggi: 170 Località: Genova
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cerino ha scritto: Visto che ci stiamo mi unisco alla discussione e chiedo una cosa: nel caso di un nunero di capi inferiore o uguale a 50, praticamente hai zero obblighi, tranne far sapere all'acquirente da dove provengono le uova pure tramite cartello etc.(ovviamente mi riferisco a chi ha già azienda e/o p. Iva) Però, per quanto riguarda la conservazione, come funziona? Nel senso, una volta raccolte se non le vendo subito, dove vanno conservate? L'unica cosa che ho trovato è questa, che vale genericamente per le uova di ogni tipo di allevamento: <<Per le uova di Cat. A, cioè quelle destinate anche al consumo in tavola, specifica che devono essere pulite ed intatte e che non è possibile lavarle o pulirle salvo specifica autorizzazione rilasciata dall'Autorità Competente. Così come specifica che le uova di Cat. A o “uova fresche” non possono subire alcun trattamento di conservazione inclusa la refrigerazione al di sotto dei + 5°C. Tuttavia non vengono considerate refrigerate le uova che sono state mantenute ad una temperatura inferiore ai + 5° C. durante il trasporto di una durata massima di 24 ore, oppure in un punto vendita per una durata max di 72 ore>> La cat.B invece riguarda le uova non considerate più fresche (camera d'aria oltre i 6mm) e che possono essere usate solo in ambito industriale per trasformazioni varie (ma direi che non è questo il nostro caso) Quindi secondo me per le uova vale la classica terminologia "conservare in un luogo fresco e asciutto" com'è scritto in quasi tutti gli alimenti. Penso che, nel caso si abbia il precedente citato "laboratorio aziendale" le uova debbano/possano essere conservate lì
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10/02/2020, 10:19 |
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