Mi permetto una considerazione tecnica, ma una volta per tutte visto che infine siamo in pochi a intervenire su argomenti fitopatologici e dunque si capisce facilmente quali sono i punti di vista; poi non insisto più perché ognuno ha le proprie idee e modi di agire magari confortati dalla esperienza personale sulle proprie piante e nel proprio ambiente di coltivazione (fattori questi non secondari nelle scelte ma che non hanno il carattere della trasferibilità).
La difesa delle piante è, come si sa, attualmente trattata da una disciplina che si chiama fitoiatria, la quale ha stabilito principi e criteri che tengono conto: - della biologia, epidemiologia, patogenesi degli agenti di malattia; - della suscettibilità dell'ospite in ragione anche delle sue fasi fenologiche; - della incidenza e severità di una data malattia/parassita; - delle condizioni pedologiche e climatiche come fattori che influenza lo sviluppo delle malattie/parassiti; - dei mezzi di contrasto disponibili e della loro efficacia. Ciò premesso ne discende che ad es. a fronte di una avversità come la peronospora della vite, data la sua pericolosità e rapidità di diffusione e stante la mancanza di mezzi curativi è evidente che occorre mettere in atto una difesa preventiva; fortunatamente, grazie all'affinamento di sistemi previsionali, è stato possibile passare da una difesa a turni fissi (con gran dispendio di lavoro e anticrittogamici) a strategie calibrate sul rischio di attacco. A fronte di fitofagi come certi fitomizi (es. cocciniglie) che svernano sull'ospite e malattie crittogamiche trasmesse per seme, può in certi casi avere un senso intervenire a titolo preventivo sull'ospite, diversamente a fronte di insetti come le cimici o malattie come in genere le ruggini il cui inoculo si conserva nell'ambiente evidentemente a nulla serve trattare la coltura a casaccio ma si interviene all'occorrenza (ad es. secondo i principi della lotta guidata), oppure adottando misure di tipo agronomico agendo su qualcuno dei tre lati del triangolo della malattia (ospite-parassita-ambiente).
In conclusione non esiste un sistema unico di approcciare la difesa delle colture, ma più linee che sinteticamente vengono chiamate Integrated Pest Management.
Ci sono amici miei che non fanno prevenzione e raccolgono prodotti eccellenti. Se si torna a coltivare il prodotto che quella regione in quel determinato posto può ospitare vedrete che non serve trattare. Mi spiego meglio.. Sarà difficile coltivare frutta al nord... Come altrettanto complicato mettere riso al sud. Saluti angelo
Il clima é cambiato e adesso sono arrivati altri nemici quindi é dura anche x varietà autoctone. Ale ovviamente il discorso di copertura era riferito all' oidio e non a insetti.
Concordo con Alessandro! Discorso molto esaustivo! Mi sembra ovvio che doveva inserire nel discorso anche i (fitofagi)
Si possono dare tutti i consigli del mondo ma non si puo pretendere che sia il consiglio migliore e universale! Come gia detto tante volte tutti questi fattori cambiano da zona a zona! Ovviamente c'è gente che si basa solo sul suo punto di vista e crede che tutto il mondo sia uguale Le cose sono ben diverse, quando vado a trovare amici e parenti al nord nel periodo estivo si nota benissimo la differenza di clima (caldo umido) luoghi dove ho tratti o non raccogli nulla! Stessa cosa per i fitofagi da noi al sud non c'è un invasione di cimici asiatiche come avviene al nord! Anche da me basta che mi sposto da casa mia nel terreno poco piu a valle le cose sono diverse, nell'agrumeto si possono notare invasioni di aleurodidi mentre nelle piante che ho a casa nemmeno l'ombra. In tutto questo riusciamo a gestire il tutto senza necessariamente utilizzare insetticidi. I limoni crescono li vendiamo e sono perfetti!
Giusto il discorso fitofagi, ma dimenticate che si sta parlando di oidio della fragola e se si vuole coltivarla in modo bio bisogna prevenire. sul discorso nord sud può essere vero come no.anche al sud trattano l oidio sulla fragola nella stessa maniera di qua al nord.marcello tu hai la fortuna di trovarti in una regione dove molti insetti per ora non ci sono.qua al nord é un casino
Tarty81 ha scritto:Scusa ma non è meglio agire ai primi sintomi invece di trattare per prevenire... È come se mi prendessi l antibiotico per prevenire l influenza.
no, non è come prendere l'antibiotico, è come uscire coperti e non a dorso nudo in pieno inverno. l'oidio è un fungo e io, nella mia ignoranza, lo vedo solo sui frutti quindi quando ormai è tardi. intervenire con lo zolfo sui frutti non mi sembra una buona cosa quindi penso sia meglio bloccare la sua diffusione ora, prima della prossima fioritura.
Tarty81 ha scritto:Scusa ma non è meglio agire ai primi sintomi invece di trattare per prevenire... È come se mi prendessi l antibiotico per prevenire l influenza.
no, non è come prendere l'antibiotico, è come uscire coperti e non a dorso nudo in pieno inverno. l'oidio è un fungo e io, nella mia ignoranza, lo vedo solo sui frutti quindi quando ormai è tardi. intervenire con lo zolfo sui frutti non mi sembra una buona cosa quindi penso sia meglio bloccare la sua diffusione ora, prima della prossima fioritura.
Salve, sono nuova, appena iscritta. Credo di avere anch'io lo stesso problema, perlomeno guardando le immagini su internet, mi pare che corrisponda, ora vorrei chiedervi, può andar bene il macerato di ortica per debellare sti insetti/funghi? Tra l'altro, per vicinanza, ora ci sono anche sul rosmarino!
L oidio é una malattia fungina e il macerato di ortica non aiuta.il macerato di ortica a seconda di come lo fai funge da aficida o biostimolante.per l oidio puoi usare il bicarbonato di potassio.