Facciamo un riepilogo delle differenze:
- Ho letto che quelle coltivate fanno frutti più grandi, dolci e succosi di quelle selvatiche. E qui si potrebbe aprire un dibattito su cosa si intende per frutto piccolo, medio e grosso, in quanto ho visto nel corso degli anni in giro per le colline di Lazio e dintorni more selvatiche delle misure più svariate, da quelle piccole a quelle medie a quelle più grandicelle (dai 2 cm si possono già definire grandi?). Quanto alla dolcezza e soprattutto alla piacevolezza del sapore è una questione un po' soggettiva. In base ai gusti personali dei singoli consumatori può variare la concezione di buon sapore (c'è a chi piacciono più o meno acidule e chi le preferisce belle dolci e mature), ma ammetto di non sapere come le gradisce la maggior parte dei consumatori. Importante è però che siano abbastanza sode da non disfarsi quando durante raccolta e trasporto, quindi le varietà coltivate dovrebbero essere avvantaggiate dal fatto che sono già state selezionate sotto questo aspetto.
- Pare che le more coltivate siano più produttive: fino a 7-10 kg per pianta delle varietà coltivate contro non so quanto di quelle selvatiche. Ma non avendo trovato dati su quelle selvatiche non saprei valutare l'entità e quindi la rilevanza della differenza.
- I rovi spontanei sono più rustici, già adattati ai terreni e ai climi in cui vivono. E credo anche più vigorosi. L'adattamento è sicuramente positivo, mentre la vigoria se eccessiva immagino possa rendere più impegnativa la potatura.
- Quanto alle spine, esse possono dare più o meno fastidio durante la raccolta e la potatura, ma non è questione di selvatiche o coltivate dato che anche tra le coltivate ci sono varietà con le spine.
Correggetemi se ho scritto qualche cavolata o inesattezza o se ho dimenticato qualche aspetto e se volete contribuite pure con osservazioni e dati. Sono qui per capire meglio da chi ne sa di più di me.