Salve, da noi (Trentino) negli ultimi anni e' esplosa la coltivazione del mirtillo americano per scopi di reddito, cioe' come attivita' di sostegno al reddito, e principale in rari casi. Ovviamente solo in zone con terreno vocato, cioe' acido, che non sono cosi' diffuse in aree prevalentemente calcaree-dolomitiche. Ci stiamo provando anche noi, reddito a parte e' un modo per rivitalizzare i terreni abbandonati in montagna o collina.
Mi incuriosiva sapere se e' un fenomeno locale o diffuso, es. Appennino, e quali cultivar prevalgono (es. conservazione o consumo immediato, etc.).
Si grazie, ma penso che il "da reddito" fa la differenza, se non altro quantitativa. Un conto e' piantare 10 piante per autoconsumo, un altro e' piantarne 300 per conferire il prodotto ad un consorzio. Scelta cultivar, impianto antigrandine, etc. etc. Le problematiche sono completamente diverse, ma qui in Valsugana si sta diffondendo rispetto alle altre coltivazioni di piccoli frutti, almeno sul lato nord (sx Brenta).
Da me (in Val Rendena) c'è una coltivazione nella laterale Val di Borzago a più di 1.000 metri. In realtà penso sia stata realizzata per giustificare l'agriturismo. Ciao, Marco