08/05/2015, 16:11
08/05/2015, 17:43
08/05/2015, 18:50
08/05/2015, 20:35
claColombo ha scritto:Hai misurato il Ph del terreno con le cartine indicatrici del Ph o altri misuratori simili?
Che non è autofertile ti credo,magari dipende anche dal tipo specifico di varietà in quanto leggendo qua e là alcuni dicono essere autofertile,altri non.
Che problemi ci sono,va bene
La mia passione/curiosità è nata quando sono stato a casa di un mio amico moderatore e ho visto per la prima volta il Gelso nero,era cosi particolare e aveva quei frutti così dolci dalla forma simile ai lamponi e il colore delle more che mi hanno colpito subito.
09/05/2015, 0:07
09/05/2015, 8:12
09/05/2015, 9:33
09/05/2015, 10:49
ciuit ha scritto:una volta in friuli si faceva la fame e tutti i contadini mettevano sui confini i gelsi.le donne raccoglievano le foglie e le portavano a casa per nutrire i bachi da seta con cui arrotondavano portando i bozzoli a chi li filava. Non li tenevano per i frutti ma per i bruchi. Il gelso da noi ha un importanta storica però ora che a nessuno interessa più pian piano vengono tutti tolti dai confini(un lavoro in meno:la frutta non interessa,bisogna raparlo a zero ogni anno e il legno non vale nulla). Io ne ho uno produttivo,uno morto e uno abbattuto l anno scorso di cui ho fatto delle talee. Da noi li tengono bassi. La particolarità è che assumono la torna di un avambraccio a pugno e col tempo si svuotano dentro creando bellissime cavità.
09/05/2015, 10:57
Nandina ha scritto:buon giorno Cla
la tua discussione è davvero appassionante, hai ragione l'olivo è una bellissima pianta ed anche una bella essenza da lavorare durissima ma particolare, e poi una pianta così ricca di significati deve proprio esserci nella tua collazione! Nella mia famiglia d'origine di agricoltori si piantava sempre un olivo quando nasceva un bambino .
salve, nandina
09/05/2015, 13:28
claColombo ha scritto:ciuit ha scritto:una volta in friuli si faceva la fame e tutti i contadini mettevano sui confini i gelsi.le donne raccoglievano le foglie e le portavano a casa per nutrire i bachi da seta con cui arrotondavano portando i bozzoli a chi li filava. Non li tenevano per i frutti ma per i bruchi. Il gelso da noi ha un importanta storica però ora che a nessuno interessa più pian piano vengono tutti tolti dai confini(un lavoro in meno:la frutta non interessa,bisogna raparlo a zero ogni anno e il legno non vale nulla). Io ne ho uno produttivo,uno morto e uno abbattuto l anno scorso di cui ho fatto delle talee. Da noi li tengono bassi. La particolarità è che assumono la torna di un avambraccio a pugno e col tempo si svuotano dentro creando bellissime cavità.
Che bel raccontoavevo letto che venivano utilizzati per alimentare i bacchi da seta,raccontato di persona è molto più emozionante.
Scusa però perché non li mangiavate i frutti visto che sono molto buoni?
Le talee poi hai intenzione di tenerle?
Ho visto che sono molto resistenti alla manipolazione umana (potatura netta ecc ecc ) pero come dici anche tu molto spesso gli provoca marciume interno se i tagli sono troppo frequenti e vicini al tronco.
Vorrei anche aggiungere che in base alle esigenze di chi le pianta bisogna scegliere la varietà:
- Gelso Rosso e il Nero ,i frutti sono più grandi e dolci ma i se cadono a terra su piazzali di cimento o mattoni possono lasciare qualche macchia dovuta al loro colore,sono molto apprezzate dagli uccelli che se ne cibano.
-Gelso Bianco, i frutti sono più piccoli ma più numerosi ,di un sapore piu acidognolo rispetto ai rossi e neri ma altrettanto buoni e dolci,non vengono quasi mai mangiati dagli uccelli forse perche pensano che ancora non siano maturi a causa del loro colore bianco chiaro.
Correggimi se sbaglio,ma questo è quanto ho appurato io
Ciao,Claudio
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