ti ringrazio Teresa per il tuo intervento. Sono passati diversi giorni e ho ricevuto risposte anche da altri enti, in particolare della mia provincia. Da parte mia sono andato sul posto per raccogliere gli aghi e li ho messi in quella pagina assieme alle altre foto:
http://crevalcore.altervista.org/32bozzoli/cort_albero.htmIn proposito, un esperto del Serv.Parchi e Risorse Forestali della Regione Emilia-Romagna mi ha scritto:
"Il portamento slanciato e la considerevole lunghezza degli aghi può far pensare al pino laricio. Il pino nero, che è specie collettiva e comprende numerose provenienze montane circummediterranee, è comunque esotico, cioè importato nei nostri ambienti dall'esterno per vari scopi. Prevalentemente si usano per rimboschimenti, e allo scopo si impiega materiale ad ago corto e portamento compatto, più resistente (soprattutto pino nero austriaco). Per scopi ornamentali invece si prediligono varietà più slanciate, a chioma più lassa ma fronde allungate, tipicamente Pino laricio di Corsica (o di Calabria, quello toscano dei Monti Pisani è molto raro).
Escludiamo quindi in base alle dimensioni degli strobili i pini mediterranei e limitiamo alla definizione generica di pino nero una classificazione eventualmente più approfondita. Qualunque pino nero peraltro si adatta meglio al clima freddo-continentale di Crevalcore (al quale però è sicuramente adattabile anche il pino domestico).
I pini neri sono anche (relativamente) a rapido accrescimento: visto anche il quadro, penso possa essere stato impiantato tra le due guerre.
Comunque di un orto presso la chiesa, in un paese, di solito si ricorda tutto ed è probabile siano ancora reperibili ricordi precisi sulle origini dell'albero."