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raccolta spontanee,certificazione bio? 
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Iscritto il: 31/01/2014, 16:55
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Località: Stroppo .Valle Maira.CN
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buon giorno sono un nuovo utente di questo bel forum.
Mi chiamo daniele ed abito in valle maira (prov cuneo ).Sono artigiano edile ed insieme alle mia compagna abbiamo una coltivazione di genepy.Ora insieme ad altri ragazzi vorremo iniziare altre coltivazioni di nicchia.Abbiamo contattato diverse aziende nel settore fitoterapico e cosmetico.Alcune si sono dimostrate interessate anche alla raccolta delle spontanee.Ci viene però richiesta una certificazione biologica .Qualcuno ha idea di come ottenere una certificazione di vasti appezzamenti non di proprietà (dal bosco ai prati di alta montagna)?


04/03/2014, 14:38
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Iscritto il: 11/02/2011, 18:42
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Località: Siracusa
Formazione: Laurea in Produzione e Difesa dei Vegetali - Dottore Agronomo
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E' possibile richiedere la certificazione per la raccolta di erbe spontanee come da Regolamento CEE n. 834/2007 e successive modificazione ed integrazioni.
Devi rivolgerti ad un Ente Certificatore (ovviamente riconosciuto dal MIPAAF), che periodicamente farà i controlli per rilasciarti la certificazione.

_________________
Alessandro Lutri

www.progettareinverde.com
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04/03/2014, 17:38
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Iscritto il: 31/01/2014, 16:55
Messaggi: 31
Località: Stroppo .Valle Maira.CN
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grazie


04/03/2014, 17:42
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Iscritto il: 10/05/2010, 13:37
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Buongiorno,
mi chiamo Massimo e sono anch'io interessato ad approfondire le possibilità di raccolta/coltivazione di piante di nicchia.
Che voi sappiate, la certificazione bio è richiesta sia per la coltivazione che per la raccolta di spontanee?
Le spontanee non sono già di per se stesse bio?
Chi mi sa dare informazioni su potenziali acquirenti e canali commerciali?

Grazie


02/04/2014, 11:15
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Iscritto il: 31/01/2014, 16:55
Messaggi: 31
Località: Stroppo .Valle Maira.CN
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ciao maximus81 ,le spontanee (almeno quì da me,alta montagna)sono molto più bio di molte aziende "certificate bio" che conosco.nonostante ciò la maggior parte delle aziende del settore fitoterapico-cosmetico che ho contattato mi richiede codesta certificazione .serve inoltre ,almeno quì in piemonte,un tesserino per la raccolta emesso dal comune o nel mio caso comunità montana (costo mi sembra sui 40 euro).comunque non è detto che sia richiesta,anche per la coltivazione .
per quanto riguarda gli acquirenti risponderti cosi è quasi impossibile.
Di dove sei ?
quali piante officinali crescono dalle tue parti?(per un eventuale coltivazione è utile osservare la flora spontanea )
Ti consiglio di guardare un po di siti di aziende trasformatrici ,dai loro prodotti puoi farti un idea di cosa potresti produrre .fatti un elenco per contattarle quando avrai dei campioni di prodotto .
spero di esserti stato utile .ciao .


04/04/2014, 14:02
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Iscritto il: 10/05/2010, 13:37
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Ciao Merlino,
io sono trentino ma vivo in veneto. Da quanto ne so il trentino ha legiferato per regolamentare
raccolta, coltivazione e prima trasformazione delle officinali (online si trovano parecchie info). Per quanto riguarda la raccolta
credo sia necessaria una autorizzazione (non conosco spese connesse). Per il veneto devo informarmi.

Per quanto riguarda la coltivazione mi piacerebbe capire se c'è la possibilità di produrre piante
anche a scopi farmaceutici, cioè qualcosa di diverso rispetto alla classica melissa, menta, lavanda,
etc...
Sfogliando il rapporto ISMEA sulle piante officinali e altri studi di settore si vede come, negli ultimi anni,
sia aumentata la coltivazione di piante medicinali es. iperico
L'impressione è che non ci siano i margini per la coltivazione di piante per così dire "di largo consumo" per
l'impossibilità di competere con la merce d'importazione.
Vorrei quindi capire se, puntando su piante con utilizzi particolari, si possa offrire quel valore aggiunto
in termini di qualità che permette di accedere a nicchie di mercato.

Qualche idea?


08/04/2014, 14:07
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Iscritto il: 25/08/2009, 11:25
Messaggi: 506
Località: Ronchi Valsugana (Trentino)
Formazione: ingegnere+informatico
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Ciao, sono trentino anch'io e coltivo piante officinali in montagna insieme a mia moglie.
Il Trentino ha legiferato anche troppo, al punto che ai privati non si possono vendere piante officinali della tabella B.
Questa contiene le reali piante medicinali ma anche quelle della liquoristica (genziana, genepy, etc.).
Per vendere ai privati occorre fare ricorso ad un erborista che garantisce le fasi di trasformazione successive alle prime (raccolta, essicatura, etc.).
Nel contempo in Trentino si e' avuta una spinta a coltivare erbe per tisane (tabella A), di cui il mercato e' ormai saturo.
Noi abbiamo puntato su Arnica montana e Rhodiola rosea. Purtroppo per la prima fa concorrenza la raccolta spontanea in Spagna e Romania, dove non e' vietata come nel resto d'Europa. Per la seconda ... se ne riparla dopo sei anni dall'impianto.
Quanto agli sbocchi sul mercato ... sono tutti da inventare, non esistono.


08/04/2014, 21:11
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