Coltivare può essere conveniente, ma dipende tutto dalle capacità imprenditoriali del singolo, non essendoci canali più semplici da trovare come un mercato all'ingrosso o la bottega cui proporre il tuo prodotto.
In Francia c'è un'altra cultura, specie in alcune zone, sulla coltivazione delle piante officinali. Qua invece qualunque cosa non sia una coltivazione da supermercato, anche se dicono di no e incitano a farlo, per le banche, associazioni di categoria, agenzie per l'agricoltura, rimani una piccola realtà di nicchia sulla quale non conviene investire, perchè l'italiano medio ha una cultura alimentare decisamente scarsa, la dieta mediterranea ormai lo è solo di nome, poichè è composta da alimenti che vengono da ogni parte del mondo e fuori stagione gran parte delle volte.
Paradossalmente, qua (almeno da me) non è la mancanza di idee che manca, ma lo spirito di comunità e la mancata propensione nel credere alle aziende delle piante officinali, come ho spiegato qua sopra.
Ti faccio un esempio. Nel mentre che sto scrivendo sono tornato a casa da poco, dopo 2 giorni di Fiera a Carbonia, lavoro con lo zafferano. Dalle mie parti le persone appena sentono la parola zafferano la ricollegano subito a 3 comuni: San Gavino, Turri e Villanovafranca, ostentando il solito ridicolo fatto che "eh, non ne producono molto perchè ne fanno poco e di qualità" quando invece a quanto pare altre aziende hanno certificato il proprio zafferano constatando un'eccellenza della spezia che non ha pari nemmeno in quei 3 comuni dove hanno istituito la DOP e l'unico utilizzo per il marchio di Sardegna. Un signore si avvicina e comincia a farmi il sermone sullo zafferano di San Gavino, la mia risposta secca in questi casi è sempre la solita: fino a quando non la si smette con questi stupidissimi classismi, in Sardegna con lo zafferano continueremo a fare la fame, spendendo 100 per la postazione e incassando 150 a fine fiera. Questo, è uno dei tanti motivi per cui è molto difficile creare aggregazioni di produttori e raggiungere la massa critica, cui anche io aspiro un giorno assieme ad altre aziende di zafferano.
Per quanto riguarda le banche dati dei produttori, credo che le uniche cui si possa fare riferimento sono quelle della camera di commercio, ma purtroppo anche quelle sono inaffidabili. Io per primo, che di certo non avevo le risorse per lavorare dall'inizio con le piante officinali, sono iscritto coi codici ateco degli ortaggi e della frutta oltre che delle piante officinali, così come tante altre aziende, ma di queste non si può essere sicuri chi abbia continuato o meno in maniera significativa la coltivazione di queste ultime.
Sentiti pure libero di scrivere pubblicamente, nessuna motivazione antipatica, ma magari il discorso che si sviluppa può essere utile a chiunque faccia una ricerca e finsica sul forum