Salve, sono incuriosito da una piantina che ha l'aspetto di una piccola felce, con radici (o rizoma) gialle, bitorzolute. Cresce sul muschio di vecchi ceppi, es. castagno. Da piccolo, andando a fare legna, mio padre mi consigliava di pulire la radice e masticarla (e poi sputarla). Ha un sapore dolce, marcatamente simile alla liquerizia. Anche messa nella grappa, conferisce un forte gusto di liquerizia. In realta' non so neanche se si possa definire pianta officinale. Purtroppo, pur abitando in zona boschiva incolta, non riesco praticamente piu' a trovarla da tempo.
Dovrebbe trattarsi di Polypodium vulgare[i] [/i]chiamata volgarmente felce dolce o liquerizia selvatica; era frequente dal piano alla zona montana in luoghi ombrosi e umidi, su rocce e muri, particolarmente al piede di querce e castagni... Il grosso rizoma aveva qualche impiego nella terapia popolare ma soprattutto piaceva ai ragazzi che in diversi luoghi, ne conoscono il sapore dolce e aromatico simile alla liquerizia... tratto da "La flora economica e popolare del territorio bresciano" di N. Arietti.
Grazie, peccato che stia diventando rara, almeno qua. Nella grappa la mettevo tutta intera, foglie comprese, per motivi estetici. Pero' poi, non sapendo esattamente che proprieta' avesse, qualche scrupolo mi era venuto (es. pensando alla ruta). Pero' la grappa veniva buona
renzo ha scritto:Grazie, peccato che stia diventando rara, almeno qua. Nella grappa la mettevo tutta intera, foglie comprese, per motivi estetici. Pero' poi, non sapendo esattamente che proprieta' avesse, qualche scrupolo mi era venuto (es. pensando alla ruta). Pero' la grappa veniva buona
ciao renzo, spulciando ho incontrato questo vecchio post.. sarei curioso di fare qesta grappa, sapresti indicami dosi, tempi modalita', etc?
Ciao, in un caso avevo messo un paio di piantine intere (circa 10 cm di radice con foglia, solo per motivi estetici) in mezzo litro di grappa. In altri casi avevo messo alcune radici in un litro. Niente zucchero, consumo a breve. Col tempo la grappa ingiallisce ed acquista sapore, sul dolciastro, con spiccato gusto di liquerizia. Le quantita' sono empiriche, se il sapore e' troppo forte, allungare con altra grappa. Avevo usato grappa "personale", che facevo sui 48 gradi.
Il tutto risulta molto simile a mettere nella grappa alcuni bastoncini di liquerizia.
Direi che la foglia non contribuisce al gusto (ma magari contiene un potente alcaloide solubile in alcool etilico pero' io sono sopravvissuto ). Non ho mai fatto essicare la radice, ad occhio pero' direi che funziona. Immagino contenga un principio attivo che produce il sapore ed il gusto dolce. In fondo anche le stecche di liquerizia sono secche.