Da qualche tempo sto accarezzando l'idea di lasciare la città che mi ospita da anni (Milano) per "tornare" in Maremma. Uso le virgolette perché io in effetti sono nato a Roma, ma sono anche la prima generazione della mia famiglia a non essere nata nel territorio del Granducato.
Ora, delle cose che potrei fare da quelle parti, quella che mi attira di più è la coltivazione di lavanda (ed eventualmente altre piante officinali) e la produzione in piccoli lotti di prodotti a base di lavanda. Vista la mia esperienza in campo aziendale e quella della mia compagna nel marketing e vendite, non mi preoccupo tanto della distribuzione e dell'organizzazione dell'azienda quanto della produzione, ed in particolare della coltivazione (visto che l'estrazione dell'olio e la produzione di saponi, sali da bagno etc. mi sembra un processo molto più controllabile).
Vi chiederei quindi qualche consiglio su come impostare una specie di "studio di fattibilità". Parto con le domande: 1) mi sembra necessario rivolgermi ad un agronomo, sia per la valutazione del terreno, sia per la scelta della (o delle varietà) più adatte alla coltivazione (in termini di resa e di valore del prodotto), sia per l'avvio e la gestione della coltivazione stessa. Dove lo trovo? Mi rivolgo all'ordine dei Dottori Agronomi di Grosseto? Quanto è importante che conosca lo specifico territorio? E quanto dev'essere esperto specificatamente di lavanda? 2) non ho la più pallida idea di quanto costi un terreno nella zona di mio interesse, né se sia preferibile - per il tipo di coltivazione - affittarlo o acquistarlo. Qualche suggerimento, magari da qualcuno che è di quelle parti? 3) oltre all'agronomo, mi dovrò senz'altro avvalere di manodopera (scusate, so che parlo come un consulente, è una deformazione professionale e poi non conosco la terminologia giusta ... contandino, lavorante, bracciante, stagionale, ...?). Anche in questo caso non so da dove incominciare, e non ho idea dei costi (partendo dal presupposto che intendo pagare tutte le tasse e tutti i contributi del caso, è ovvio).
Per il momento mi fermo qui, ma senz'altro mi verranno in mente molte altre cose, soprattutto leggendo le vostre risposte.
Davvero, scusatemi se ho scritto qualche caz..ta e se sembro piovuto dalla luna. Sto cercando di imparare, un po' per volta.
Gentile utente, sono un Dottore Agronomo, opero in Toscana (oltre che in Sicilia) e conosco abbastanza bene la zona della maremma. Proprio in questo periodo sto seguendo un progetto aziendale per la coltivazione di diverse piante officinali in Toscana. Sicuramente uno studio di fattibilità è fondamentale per capire la funzionalità del suo progetto colturale. Poichè però lo studio di fattibilità, la valutazione del terreno, l'avvio della coltivazione, la gestione e la scelta delle varietà colturali, richiedono una valutazione approfondita che non può essere esaustiva all'interno di un forum di discussione poichè è necessaria un'analisi in loco e dato che rientrano in tutto e per tutto all'interno della mia attività professionale, le chiederei cortesemente di contattarmi in privato, cliccando su EMAIL in calce a questo messaggio. Grazie. Saluti.
sarastro ha scritto: Vista la mia esperienza in campo aziendale e quella della mia compagna nel marketing e vendite, non mi preoccupo tanto della distribuzione e dell'organizzazione dell'azienda
Invidia invidia invidia io sono bravina a produrre, ma negata nelle strategie di marketing sigh... In questo sito non c'è una sezione apposita vero?
Grazie dott. Lutri, sono assolutamente convinto che non si possano affrontare questioni di dettaglio in un forum. Le ho inviato una email con i miei riferimenti.
Mi piacerebbe comunque scambiare qualche idea con gli utenti, soprattutto con chi conosce la zona o ha esperienze nella coltivazione di piante officinali su piccola scala.
Riguardo al marketing: anche in questo caso bisogna rivolgersi a professionisti. Un marchio ben fatto e un packaging accattivante fanno spesso la differenza, sempre che la qualità del prodotto sia tale da motivare la fedeltà del consumatore dopo il primo acquisto. Vedo spesso prodotti ottimi mortificati da confezioni dozzinali o decisamente brutte, eppure basterebbe investire 1.000-1-500 euro per pagare un buon progetto grafico, e spendere qualche centesimo in più nel packaging.
sarastro ha scritto:Riguardo al marketing: anche in questo caso bisogna rivolgersi a professionisti. Un marchio ben fatto e un packaging accattivante fanno spesso la differenza, sempre che la qualità del prodotto sia tale da motivare la fedeltà del consumatore dopo il primo acquisto. Vedo spesso prodotti ottimi mortificati da confezioni dozzinali o decisamente brutte, eppure basterebbe investire 1.000-1-500 euro per pagare un buon progetto grafico, e spendere qualche centesimo in più nel packaging.
D'accordo su questo, ma io mi riferivo più ad una ricerca di mercato, spesso produciamo ottime cose sconosciute ai più.
paolaelena ha scritto:io mi riferivo più ad una ricerca di mercato, spesso produciamo ottime cose sconosciute ai più.
Beh, io vedo tre problemi (in generale, anche al di fuori dell'ambito agrario): 1. Prodotti ottimi che però non sono adeguatamente "spiegati" ai clienti. Pensa a quanti gelatai producono un gelato altrettanto naturale e più buono di quello di Grom, ad esempio. 2. Prodotti ottimi che però non hanno un mercato, o hanno un mercato talmente di nicchia che non vale la pena di servirlo. 3. Prodotti richiesti dal mercato ma che non hanno un produttore.
Riguardo alle piante officinali, si dice che l'80% del fabbisogno italiano sia soddisfatto dalle importazioni. Bene, ma quale tipo di prodotti sono richiesti? Quale livello di qualità e quale prezzo? E sulle combinazioni qualità/prezzo richieste, siamo competitivi rispetto ai concorrenti esteri?
Ecco, vedi che viene fuori subito il consulente ...