Non posso tacere mentre si continua a diffondere credenze senza nessuna valenza scientifica. La questione delle fasi lunari ha radici molto antiche, che si rifanno a quando al contrario, non si poteva comprendere appieno le regole della natura.
Hai preso ad esempio l'aglio: l'anno scorso l'ho seminato in ritardo e fuori dalle fasi lunari "consentite", quest'anno l'ho tolto in anticipo, ancora fresco a causa delle continue piogge, andando contro ogni regola arcaica riguardante fasi lunari e periodi. Il mio aglio si è seccato fuori dal terreno e risulta essere tra i migliori sul mercato locale come qualità.
Volenti o nolenti, l'agricoltura è una scienza, anche se in tanti continuano a vederla come una cosa mistica al pari dell'astrologia. Io sono stato fortunato perchè mentre studiavo,prima a scuola e poi all'università (e tutt'ora continuo a studiare) lavoravo anche nelle aziende, per cui mi rendevo conto all'istante dei limiti dell'apprendimento teorico ma anche di quelli di molti agricoltori, che comunque mi hanno dato tanto. La nuova generazione dovrebbe essere capace di fondere le nuove scoperte con l'esperienza decennale degli agricoltori di ieri, non fare scelte secondo le proprie opinioni senza nessuna base scientifica.
Come disse tempo fa un grande personaggio, la scienza non si decide per alzata di mano o per opinionismo. La natura, l'agricoltura segue le stesse regole. Io l'anno scorso ho ottenuto un discreto risultato in quantità e in qualità della spezia (analisi alla mano ovviamente), infischiandomene delle fasi lunari, come ha fatto qualcun altro intestardendosi e seminando in un periodo invece non ottimale, producendo di meno. Se è vero (ed è vero) che la scienza non si decide per alzata di mano, le fasi lunari non influenzano le pratiche di gestione della coltivazione. E ovviamente tra i tanti coltivatori non solo solo io ad aver capito ciò, ormai è cosa capita da molte persone
So che la cosa vista così è molto meno romantica, però come tu stesso hai detto, la natura segue certe regole scientifiche.
La questione della germinazione dei bulbi varia molto non solo da regione a regione, ma a volte bastano pochi km per variare considerevolmente quelli che possono essere i parametri di germinazione. Dalle mie parti può iniziare a fare radici anche a temperature superiori a 20°, ma il ciclo può variare come tempi e produzioni in base alla vicinanza di versanti, mare, esposizione ai venti e altitudine. Generalmente escono prima i fiori, poi dopo la prima esplosione fiorale si iniziano a vedere anche le foglie, a fine fioritura si ha tutto il campo ormai germinato. Si semina a secco, al massimo se la terra è troppo arida per le lavorazioni si tende a bagnarla per favorire la fresatura. L'anno passato sono capitate cose curiose in diverse coltivazioni, dove nello stesso paese si hanno avuto produzioni diverse e uguali a seconda se poco prima della fioritura il campo venisse bagnato o meno. Personalmente, se non piove, preferisco irrigare la coltivazione a settori per evitare di avere un'esplosione fiorale troppo consistente. In questa maniera allungo la fioritura, ma diminuisco il carico di lavoro durante la giornata.
La verità è che a livello europeo la ricerca sulle coltivazioni è ancora in erba, e le esperienze di pochi singoli coltivatori non possono costituire un esempio unico.