Da alcuni giorni è stata confermata in Italia la presenza del Virus di Schmallenberg in un'azienda in Provincia di Treviso (Veneto).
Il caso notificato all'OIE consiste in un feto caprino ritenuto che presentava malformazioni: edema sottocutaneo, scoliosi, artrogrifosi, anchilosi di alcune articolazioni degli arti.
Il feto è risultato positivo al test di Real Time RT-PCR per il Virus di Schmallenberg. Nell'azienda sono presenti anche 1 bovino maschio ed altre 5 capre che non hanno sintomatologia in atto e che hanno partorito capretti sani. Le indagini epidemiologiche e ulteriori accertamenti diagnostici sono in corso.
L'Italia si aggiunge alla Germania, Olanda, Belgio, Gran Bretagna, Francia e Lussemburgo che hanno già segnalato la presenza del virus.
Ne avevamo parlato nel nostro articolo del 29 gennaio dal titolo “Un nuovo virus animale si aggira per l’Europa. Si chiama Schmallenberg”
Al 3 febbraio scorso il focolaio della infezione vedeva
In Germania (North Rhine-Westphalia, Lower Saxony, Schleswig-Holstein, Rhineland-Palatinate Baden-Wuerttemberg, Brandenburg, Thuringia, Saxony-Anhalt, Hamburg, Bavaria) erano affetti 7 bovini, 263 ovini, 10 caprini
In Olanda(Tutte le province tranne Utrecht) erano affetti 3 bovini, 85 ovini e 5 caprini.
In Belgio erano affetti 4 bovini,75 ovini, 1 caprino
In Gran Bretagna(Norfolk, Suffolk, East Sussex, Essex and Kent) erano affetti 11 ovini
In Francia (North of France: Aisne, Aube, Calvados, Haute-Marne, Meurthe-et-Moselle, Meuse, Moselle, Nord, Oise, Pas-de-Calais, Bas-Rhin, Seine-Maritime, Somme, Vosges) erano affetti 50 ovini
Ma forse è bene dire qualche cosa in più su questa malattia
Descrizione della malattia
Nella tarda estate del 2011 nella regione tedesca North Rhine-Westphalia sono stati osservati in alcuni bovini dei sintomi aspecifici: calo della produzione lattea, febbre e diarrea, durati alcuni giorni. I test diagnostici iniziali hanno permesso di escludere le più frequenti malattie dei bovini con sintomatologia sovrapponibile.
Analisi approfondite sul genoma hanno indotto a classificare il virus con il nome provvisorio di virus di Schmallenberg (SBV) dal nome della località tedesca in cui è stato segnalato per la prima volta.
A seguito di questi fenomeni, nuovi casi sono stati confermati in Belgio, Olanda, Francia e Gran Bretagna.
Eziologia
Il virus, precedentemente sconosciuto, è stato classificato provvisoriamente nel Sierogruppo Simbu della Famiglia Bunyaviridae, genere Orthobunyavirus (Hoffman et al, 2012). All'interno di questo sierogruppo sono presenti 25 virus, molti dei quali in grado di infettare i ruminanti e alcuni patogeni per l'uomo. Il genoma del genere Orthobunyavirus è formato da 3 segmenti: S, M e L che codificano per almeno 5 proteine. Le informazioni sul genoma del SBV mostrano una notevole somiglianza con il segmento S del virus Shamonda, con il segmento M del virus di Aimo e con il segmento L del virus di Akabane.
Epidemiologia
Il virus di Schmallenberg colpisce bovini, ovini e caprini. Il Friedrich-Loeffler-Institut (FLI) ha riportato un caso in un bisonte (FLI, 2012). Non si hanno, al momento attuale, informazioni certe sulle modalità di trasmissione della malattia. Si possono ipotizzare delle analogie con il virus di Akabane e altri virus del sierogruppo Simbu.
La trasmissione di questo tipo di virus avviene di solito attraverso insetti vettori (Culicoides spp, Culicidae). La trasmissione tramite vettori sarebbe confermata dal periodo (tarda estate – autunno) nel quale sono stati osservati i sintomi clinici prevalenti. Sono stati riportati casi di trasmissione verticale transplacentare. Secondo una prima sperimentazione condotta in Germania su 3 bovini infettati, la viremia non dura più di 6 giorni post infezione.
Gli effetti dell'infezione dovuta ai virus appartenenti al sierogruppo Simbu si hanno quando il virus entra in contatto con una popolazione animale suscettibile indenne, situazione che sembra verificarsi in Europa al momento attuale. In una popolazione dove la malattia è endemica invece, gli animali sembrano sviluppare un'immunità sufficiente a rendere l'infezione asintomatica e a ridurre i fenomeni di infezione transplacentare.
Secondo i pochi dati disponibili, considerando il numero di vettori capaci di trasmettere l'infezione e l'assenza di immunità nei ruminanti europei, non si può escludere un'epidemia di virus di Schmallenberg in Europa nel 2012.
Finora, focolai di SBV sono stati notificati in: Germania, Belgio. Olanda, Gran Bretagna e Francia e da pochi giorni in Italia.
Pur essendo alcuni Orthobunyavirus agenti di zoonosi, nei focolai di infezione non sono stati rilevati sintomi nell'uomo, e pertanto, al momento, appare bassa la probabilità che l'uomo possa essere colpito dal virus di Schmallenberg.
L’EFSA ha pubblicato una interessante relazione che troverai su
http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/120208.htm" target="_blank