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ALLEVAMENTO PECORE RAZZA ROMANOV E SUFFOLK
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SKY
Iscritto il: 01/01/2013, 22:31 Messaggi: 18
Formazione: Laurea
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perché non pensi che ci sia richiesta di carne di agnello ??
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19/02/2013, 22:17 |
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rumeno
Iscritto il: 04/02/2010, 21:39 Messaggi: 682
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be visti i prezzi a cui vendono venduti nn credo che c sia tutta questa richiesta...a parte nel periodo d natale e pasqua non è una carne che ha questa richiesta fissa come può essere il manzo o il maiale....è abbastanza noto poi che la carne ovina non è tanto consumata in italia( di agnello un pò si magari, ma mi sembra più una carne per certe occasioni festive) di pecora il consumo proprio non esiste...il consumo è forse maggiore nel nord europa e nei paesi arabi e tra gli ebrei! io scrivo dalla Sardegna, da noi esiste l'agnello da latte( prezzi dai 3 ai 4,5 euro/kg a peso vico ai 30 giorni) le pecore le regalano ai macellai per 15 euro a capo (sinceramente nn so neanche dove vadano a finire visto che nei negozi la carne di pecorea la trovi raramente, perche ce poca richiesta),sono stato anche al nord,li ci sn grossi greggi di pecore da carne ma sentendo i pastori di quelle parti dicevano che campavano più grazie agli aiuti comunitari per il bestiame e ai contributi ricevuti per tenere pulite le malghe che dagli agnelli venduti....per le pecore da riformare dovevano ringraziare i tanti marocchini e arabi vari che c erano da quelle parti che ritiravano tanti animali per la fine del ramadam!
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20/02/2013, 10:35 |
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Alessio85
Iscritto il: 12/03/2011, 15:17 Messaggi: 235
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Sono pienamente d'accordo con rumeno, la rischiesta riguarda l'agnello, la pecora non viene neanche presa in considerazione e se proprio trovi qualcuno che te la prende ti da due soldi.
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20/02/2013, 16:42 |
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Locusta
Iscritto il: 20/02/2011, 12:48 Messaggi: 13
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Concordo con gli ultimi interventi e penso che in Italia non ci sia un vero mercato per l'agnellone ma solo per l'agnello da latte. Ma tornando al progetto di SKY penso che gli unici aquirenti sarebbero allevatori amatoriali che nel giro di un paio di anni diventerebbero suoi concorrenti aumentando i capi disponibili e facendo crollare il prezzo dei riproduttori. Se fossi al tuo posto io punterei sulla Dorper penso che avrà un grande sviluppo viste le sue qualità e soprattutto non va tosata. Oppure puntare su razze da latte estere non diffuse da noi
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20/02/2013, 18:35 |
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silviabonomi2011
Iscritto il: 23/01/2012, 22:46 Messaggi: 162 Località: Ussita (MC)
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Locusta ha scritto: Concordo con gli ultimi interventi e penso che in Italia non ci sia un vero mercato per l'agnellone ma solo per l'agnello da latte. Ma tornando al progetto di SKY penso che gli unici aquirenti sarebbero allevatori amatoriali che nel giro di un paio di anni diventerebbero suoi concorrenti aumentando i capi disponibili e facendo crollare il prezzo dei riproduttori. Se fossi al tuo posto io punterei sulla Dorper penso che avrà un grande sviluppo viste le sue qualità e soprattutto non va tosata. Oppure puntare su razze da latte estere non diffuse da noi Concordo con gli ultimi due sopracitati e con Locusta appieno ! Tra qualche anno gli "acquirenti amatoriali" potrebbero tranquillamente farti concorrenza...!!! E' pur vero che LA CONCORRENZA PUO' ESSER FATTA IN FUTURO SU QUALSIASI RAZZA, Dorper inclusa ! (ad esempio, in futuro TUTTI NOI POTREMMO ACQUISTARE CAPI DORPER DA TE E FAR RAZZA PER CONTO PROPRIO!). Secondo un mio modesto parere è un progetto ambizioso e di difficile (e soprattutto DUREVOLE!) rendita...da parte mia SKY ti faccio un grande in bocca al lupo, ma ti consiglio (mi permetto) di riflettere bene perchè l'investimento, nonostante tu abbia detto di non aver problemi, è veramente imponente e sostanzioso...quindi rischioso!
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20/02/2013, 21:59 |
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angelini74
Iscritto il: 09/06/2010, 16:05 Messaggi: 90 Località: Torricella Sicura (TE)
Formazione: Laurea in Medicina Veterinaria
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Buongiorno a tutti, purtroppo o per fortuna non sono in accordo con le ultime affermazioni. In Italia il consumo di carne ovina italiana è prevalentemente legato al prodotto di nicchia, poichè in italia l'allevamento ovino di per sè è un prodotto di nicchia, nel periodo festivo (natale e pasqua ed estivo) in ogni caso, circa l'80% degli agnelli commercializzati viene importato per la grossa distribuzione. Non esiste alcuna associazione di allevatori in grado di garantire un prodotto costantemente per 365 giorni l'anno e difatti non esistono contratti stabili tra allevatori/produttori e grossa distribuzione. Questo è legato prevalentemente alle metodiche di allevamento, alla carenza di pascoli rispetto ad altri paesei europei, e forse il mancato impegno nell'evoluzione dell'allevamento è legato proprio alle forme di assistenzialismo. Questo aspetto ha condizionato in maniera negativa l'allevamento ovino poichè fino a pochi anni fa i contributi venivano erogati a pioggia anche a chi le pecore non le aveva, anche perchè si percepivano 48.000 lire capo e molte volte le stesse pecore venivano censite anche 10 volte, 1000 capi diventavano 10.000 a livello contributivo, fate i vostri conti, per quale motivo lavorare? Le pecore a cui si riferisce rumeno sono animali da latte e come per le bovine a fine carriera rappresentano uno scarto poichè leggere e sfruttate per la produzione del latte e l'agnello prodotto da lattifera non incrociata è l'abbacchio romano. Ma in Italia, oltre al castrato e all'agnello dell'appennino macellato a 23/25 kg. p.c., esiste un prodotto conosciuto al nord italia e all'estero che è l'arrosticino o spiedino di pecora tipico prodotto abruzzese che ha colonizzato mezza europa e i paesi d'oltre oceano. Il più piccolo laboratorio artigianale solo per il consumo nazionale, non considerando l'esportazione, disossa nei periodi di maggior consumo, quindi estate, dai 350 ai 400 busti a settimana, circa 4000 capi a stagione, se moltiplicate per tutti i piccoli laboratori presenti nelle varie province e laboratori industriali che ci sono anche nel nord Italia ci siamo mangiati il nostro patrimonio ovino nazionale in 100 giorni solo in arrosticini, questi sono dati reali. La nota triste è che anche in questo caso il 100% delle pecore vengono importate già macellate da Spagna, Olanda, Francia, Inghilterra, stiamo parlando di carcasse il cui peso varia dai 40-50 kg, animali grassi e con una classificazione S della carcassa. Le nostre razze italiane difficilmente raggiungono questi pesi, ma pricipalmente l'animale a fine carriera è un animale sfruttato, magro e come già detto da molti non lo vuole nemmeno il macellaio. Per quale motivo..............e comunque non importiamo solo carni ovine. Per quanto riguarda l'allevamento in selezione, il vicino che ha comprato soggetti presso il tuo allevamento sicuramente deve allevare e crescere, ma per fare ciò deve necessariamente cambiare periodicamente linee di sangue, altrimenti incorre nei problemi legati a eccessiva consanguineità ed è qui che il tuo lavoro continua. Ogni allevatore che si rispetti deve ogni due anni o ogni anno, a meno che uno sia tanto bravo da utilizzare la fecondazione artificiale, cambiare almeno la linea maschile. Se tutti continuiamo a ragionare in questi termini l'allevamento in generale non crescerà mai, ma come già avviene continueremo a rivolgerci ad altri. In Francia, ad esempio, per ogni razza ci sono dei raggruppamenti e verosimilmente la maggior parte degli allevatori della stessa razza è concentrata nelle stesse province e raggruppamenti, ognuno a pochi km dall'altro, come mai? Si garantiscono un patrimonio genetico che loro stessi sfruttano e che custodiscono gelosamente e a te venderanno quello che per loro è già vecchio (geneticamente parlando). Sono fermamente convinto che per quel che riguarda l'allevamento animale non bisogna iniziare ragionando esclusivamente in termini economici altrimenti è meglio non cominciare, poichè per i primi 4 anni ci saranno forse solo spese, lavoro, gioie e dolori, e minimi guadagni. Sicuramente la cosa triste è che i tuoi futuri clienti, per esperienza fatta, millanteranno come proprio il tuo metodo di allevamento e il tuo lavoro. Buon lavoro a tutti.
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21/02/2013, 12:02 |
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rumeno
Iscritto il: 04/02/2010, 21:39 Messaggi: 682
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MI permetto di dire che in Italia l'allevamento ovino non è un allevamento di nicchia, dalla toscana in giù, esclusa la campania( bufale) forse ci sono più ovini che bovini. Per quanto riguarda le razze da latte, è vero che le pecore da riforma sono degli scarti con carcasse inadatte ad ottenere tagli pregiati. E vero anche che in Italia vengono importate grosse quantità di carne ovine, ma come ti spieghi che pur non essendo autosufficenti ( minore offerta, maggiore domanda e quindi maggiore prezzo di vendita) i prezzi delle carni ovine sono molto bassi! Alla grossa distribuzione converrà sempre acquistare dall' estero che dall'italia( per la mancanza di prodotto omogeneo). Inoltre non puoi paragonare i costi di produzione di 1kg di carne in Italia con i costi che hanno in Francia, Argentina,Nuova zelanda, quindi sarà sempre sconveniente...tranne per quegli allevatori che hanno pascoli simili a quelli dei Paesi prima indicati..che saranno comunque irraggiungibili per numero di animali allevati per allevamento. Rispettosamente quindi devo dire che secondo me, ripeto secondo me, tranne che per pochi fortunati non è un tipo di allevamento conveniente!
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21/02/2013, 16:47 |
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angelini74
Iscritto il: 09/06/2010, 16:05 Messaggi: 90 Località: Torricella Sicura (TE)
Formazione: Laurea in Medicina Veterinaria
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Buongiorno rumeno, condivido quello che dici, in parte conferma quello da me riferito prima, purtroppo in Italia qualsiasi attività produttiva ha costi di gestione elevati rispetto a altri paesi, in particolare nel primario dove il mercato è un mercato di tipo aperto quindi è la domanda a caratterizzare i prezzi. E nel mercato agricolo non è la maggior domanda ad aumentare il prezzo ma il contrario, difatti nei periodi di maggior domanda i prezzi scendono, a partire da cereali, frutta, carne, olio e altro. La spiegazione sta nel differenziare il mercato diventando un mercato chiuso dove il prezzo è imposto dall'offerta, ossia la creazione di un marchio a garanzia di quello che si produce. Hai citato la Toscana, faccio un esempio dell'olio toscano, di olio in giro se ne trova tanto a 3 - 4 € al litro, se consideriamo i costi di produzione non conviene nemmeno raccoglierle le olive, come mai però determinati olii toscani si trovano anche a 12 € al litro ? Mi sono riferito agli ovini come un prodotto di nicchia poichè, come da te detto, nonostante questo numero elevato di animali non riusciamo a soddisfare nemmeno il 20% della domanda e non abbiamo un prodotto omogeneo; il prodotto nazionale per essere venduto a 6/7€ al kg di peso vivo, come qui avviene, bisogna ancora una volta dare un nome e cognome. In ogni caso siamo qui per esprimere una nostra opinione, ringrazio e ti auguro una buona giornata.
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22/02/2013, 10:37 |
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Alessio85
Iscritto il: 12/03/2011, 15:17 Messaggi: 235
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Beh il fatto che ci sono degli olii che possano costare 12,00E/lt. come ad esempio ci sono dei vini che possono arrivarea costare anche di più, ma non li puoi paragonare ad un agnello per il semplice motivo che quelli sono dei prodotti che si possono tenere anche diversi mesi dopo essere imbotigliati, invece l'agnello quando è pronto lo devi mandare al macello indipendentemente da quello che te lo valutano mica lo puoi tenere altri 5/6 mesi fino a quando non si alsa il prezzo perchè poi non lo venderesti più, ti troveresti con degli agnelloni e non sapresti a chi darli.
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22/02/2013, 15:20 |
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rumeno
Iscritto il: 04/02/2010, 21:39 Messaggi: 682
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Salve Angelini! ma veramente riesci a vendere agnelli a 6-7 euro il kg a peso vivo? perchè l'agnello Sardo IGP ( per cui con nome e cognome) non riesce ad arrivare ai 5 euro nel periodo in cui il prezzo è maggiore!! Tornando alle pecore nel caso degli arrosticini, mi sono permesso di fare un calcolo, sai pensavo: 1 pecora sarda peserà viva sui 42-45 kg e viene pagata sui 0,50 euro al kg a peso vivo (visto che raramente viene pagata più di venti euro) è una razza con bassissima resa alla trasformazione, ho ipotizzato che da 1 kg di peso vivo alla fine si ricavino 250 grammi di arrosticini ( ora io non so il prezzo degli arrosticini, ho ipotizzato 10 euro al kg quindi ci guadagno 2.50 euro) Una pecora Suffolk ipotizziamo pure che da 1 kg di peso vivo mi renda sui 600 gr di arrosticini quindi mi rende 6 euro. (6:2.5= 2.4) 0.5X 2.4=1.2 euro Per avere convenienza ad acquistare suffolk, piuttosto che pecore di razze da latte di scarto ( solo in Sardegna ogni anno vengono scartate circa 500.000- 600.000 pecore, ma sommaci anche quelle della sicilia circa 150.00, quelle del lazio, della toscana..quindi più di un milione di capi) tu dovresti offrire ai laboratori produttori di arrosticini le suffolk a 1.2 al kg di peso vivo ( mettiamo anche 1.70-2.00 euro/kg di peso vivo perchè ci vorrebbe in proporzione meno manodopera per lavorare la carne (da 1 suffolk ottengo quello che ottengo da 2,4 sarde) e la carne è di qualità superiore però credo che per gli arrosticini questo nn sia fondamentale), ovviamente se mi parli di ottenere tagli pregiati, bistecchine ec ecc allora il discorso cambia radicalmente. Secondo me dall'estero arrivano pecore con discreta conformazione e discreta resa anche prezzi minori di 2 euro/pv. ps...oggi al banco della grande distribuzione ho visto pecora sarda a 3.49/kg ( e non a peso vivo )
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22/02/2013, 20:59 |
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