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Una domanda per i coltivatori biologici di pomodoro 
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Salve a tutti,
qualcuno mi sa dire come ce la si cava in annate, diciamo, sfavorevoli (umide, ecc) in termini di resa per ettaro di pomodoro da industria e/o mensa, usando solo tecniche bio?

La presenza di agrofarmaci (vari...e lo so che non usano..) viene altresi verificata nel prodotto finale?
E le micotossine?

Se non ricordo male la certificazione bio è una certificazione di processo, non di prodotto..

Scusate ma nel vedere quanto sia difficile proteggere la piantagioni convenzionali, che spesso,nonostante tutto vengono danneggiate da peronospora & Co. provo un pò di amarezza e confusione.

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14/07/2010, 12:21
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Come dici tu, la certificazione è di processo, e pertanto non vengono effettuati controlli sui prodotti.
Ciao,
Marco

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14/07/2010, 12:28
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Per processo cosa intendi?
Ogni qualvolta un prodotto deve essere venduto come bio la maggior parte delle aziende che comprano tali prodotti (che sono soprattutto in Germania e nord Europa) chiedono l'analisi del prodotto per verificare che non sia presente nessun residuo chimico.
Questo dovrebbe essere ben chiaro.
Per i tuoi dubbi sul come i produttori biologici riescono a produrre qualcosa nonostante le annate sfavorevoli che mettono in crisi anche i produttori convenzionali, ti faccio un semplice esempio:
Nel biologico si dovrebbe alternare le colture facendo in modo che i terreni siano sempre riposati (la maggior parte dei produttori convenzionali non lascia mai riposare i terrreni).
Si dovrebbe cercare di avere la biodiversità nello stesso appezzamento (ossia coltivare più specie possibili in modo che si aiutino le une con le altre).
Riprendendo il punto di prima sono molto importanti le consociazioni.
Nel biologico hanno un ruolo importante le siepi.
Hanno un ruolo importante tutti gli animali, oltre che per l'apporto di sostanza organica, anche per l'ecosistema (basti pensare ad un singolo uccello quanti parassiti riesce a mangiare).
CI sarebbero tante cose da dire, ma mi fermo dicendo che nel biologico si potrebbe arrivare a creare un ecosistema fatto di ortaggi, piante da frutto, erbe, olivi viti etc dove gli insetti utili riescono a tenere a bada (o quasi) tutti gli insetti dannosi.
Logicamente questo è possibile solo se si lascia stare la strada della monocoltura ma purtroppo c è chi vuole che non si abbandoni tale strada perchè gli interessi sono troppo grandi.


14/07/2010, 17:42
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Non fraintendetemi, io apprezzo la tensione alla visione "olistica" anche per l'agricoltura.
E vorrei che fosse cosi anche per molte altre cose.

Tuttavia sono scettico (ma ho il desiderio di essere smentito) nei confronti di tutta questa "efficacia-bio" esistente oggi.

Penso che quando le cose vanno male, dati i già esigui margini di guadagno dell'agricoltura, la fortuna è che c'è un Ente che infine ripara (quasi per tutti) i danni con le sovvenzioni per mancato raccolto.

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15/07/2010, 12:20
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Hai ragione,dalle mie parti ci sono sovvenzioni regionali ed europee per chi la smette con i concmi chimici.La gente porta per cmapione il terreno delle siepi o dei boschi e becca le sovvenzioni.Ma perchè dovrebbero smetterla con i concimi chimici se fanno produrre roba gustosa?


15/07/2010, 13:12
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Amanita ha scritto:
Ma perchè dovrebbero smetterla con i concimi chimici se fanno produrre roba gustosa?


L'uso sfrenato dei concimi chimici, che però io definirei (tranne per qualche eccezione) minerali, unito a tecniche agronomiche che facilmente degenerano nell'aggressività nei confronti dell'ecosistema, certo porta conseguenze negative per la fecondità del suolo a lungo termine.

È l'equilibrio la cosa più difficile da raggiungere, come sempre.

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15/07/2010, 13:33
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Tu hai proprosto l'ologramma come impostazione culturale di fondo.Mi sta benissimo ed è un riferimento costante in tante altre discipline.Non ti sembra eccessivo se dovesse servire a salvaguardare solo la fecondità del suolo?Male che vada si utilizza la coltivazione fuori suolo.No?Tutto pulito ed igienicmente perfetto.Tutto programmato.I tecnici guadagnano e l'agricoltore pure.E' il futuro.


15/07/2010, 13:56
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Amanita ha scritto:
T.Non ti sembra eccessivo se dovesse servire a salvaguardare solo la fecondità del suolo?Male che vada si utilizza la coltivazione fuori suolo.No?Tutto pulito ed igienicmente perfetto.Tutto programmato.I tecnici guadagnano e l'agricoltore pure.E' il futuro.


Non ho capito perchè dovrebbe sembrarmi eccessiva una visione olistica volta alla salvaguardia della fecondità del suolo.

La coltivazione fuori suolo, che sicuramente avrà un futuro non credo sia ancora scevra da inconvenienti igienici comunque.
E poi non penso sia applicabile a tutte le colture ora. Vedi il grano per esempio.

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15/07/2010, 14:57
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Una visione olistica potrebbe considerare anche l'inquinamento da azoto


15/07/2010, 20:19
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L'argomento è intrigante, ma ti prego non essere cosi succinto...mi rendi difficile l'individuazione dei nessi.

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16/07/2010, 10:01
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