Per la coltivazione delle more devi fare delle strutture di sostegno costituite da pali collegati con fili di sostegno alla distanza di 80-140-200 cm da terra , oppure solo due a 150- 200cm da terra. la potatura devi eseguirla : A) primo anno di impianto: lega i polloni il più possibile verticale , niente potatura. B) 2° anno di impianto , potatura secca: tra tutti i polloni dell'anno precedente tieni i3 o 4 più grossi e elimina tutti gli altri , legali obliquamente ai fili e cimali , pota le femminelle. C)2° anno di impianto , potatura verde : scegli i polloni per la produzione dell'anno successivo e legali verticalmente , pota tutti gli altri rasoterra. D) 3° anno di impianto e successivi , potatura secca: elimina tutti itralci che hanno fruttificato , lega obliquamente i tralci dell'anno piegandoli sul secondo filo , e verticalmente quelli centrali ,cimali e pota le femminelle. E)3° anno di impianto e successivi , potatura verde : come per l'anno precedente. Tieni presente che la maturazione delle more avviene nei mesi estivi quando l'intensità delle radiazioni solari è elevata , ciò permette ai frutti di accumulare zuccheri di perdere acidità e di raggiungere la colorazione nera. Se alle elevate temperature estive si associa una carenze di riserve idriche nel terreno e di umidità ambientale , o peggio ancora la presenza di vento secco devi ricorrere alla irrigazione per ottenere una regolare maturazione dei frutti . Le drupeole se non sono rifornite di acqua non si rigonfiono e restano piccole e asciutte. La piante tende a garantire lo sviluppo di almeno una parte dei frutti o almeno di alcune dupreole in ciascuna mora . perciò la resa sarà ridotta e comunque scadente. Marcello
Marcello sei grande, in dieci righe mi hai chiarito come agire con le piante di mora. Nel novembre scorso ho messo 20 piante di mora lungo una recinzione e sono in attesa di vederne gli sviluppi. L'idea sarebbe di utilizzare appunto la rete come sostegno per le piante ottenendo contemporaneamente frutti e una siepe di rustica bellezza. Se tu volessi "strafare" potresti indicare anche le modalità di concimazione? Io sto in collina a 500 metri di altitudine, terreno argilloso e scarsa disponibilità di acqua. Ti ringrazio in anticipo e buona giornata. Antonio
Valdorcia ha scritto:Marcello sei grande, in dieci righe mi hai chiarito come agire con le piante di mora. Nel novembre scorso ho messo 20 piante di mora lungo una recinzione e sono in attesa di vederne gli sviluppi. L'idea sarebbe di utilizzare appunto la rete come sostegno per le piante ottenendo contemporaneamente frutti e una siepe di rustica bellezza. Se tu volessi "strafare" potresti indicare anche le modalità di concimazione? Io sto in collina a 500 metri di altitudine, terreno argilloso e scarsa disponibilità di acqua. Ti ringrazio in anticipo e buona giornata. Antonio
Pur essendo una specie rustica , il rovo predilige i terreni freschi , fertili e profondi, ben drenati a reazione subacida(ph-6-6,7), Se hai un terreno argilloso si giova di un abbondante disponibilità di humus , sia per gli elementi nutritivi che esso trattiene e rende disponibili per la coltura , sia per i benefici che arreca alla struttura del terreno e per la capacità di ritenzione dell'acqua che, nel periodo estivo , concorre ad evitare fenomeni di appassimento. In una coltura poliennale come è il rovo dovresti interrare fosforo e potassio in buone quantità in quanto successive concimazioni superficiali non sarebbero molto efficaci. L'azoto invece và dato al momento dell'impianto e negli anni seguenti , per garantire sempre una disponibilità sufficiente . Per l'azoto non usare nitrati che danno un impulso immediato allo sviluppo vegetativo , ma vengono presto dilavati. Tieni presente l'utilità del letame (o in mancanza lo stallatico) che si sostituisce all'azoto nella concimazione d'impianto ed è in grado di cedere azoto così lentamente che la sua efficacia si protae per più anni . Se operi come detto sopra negli anni successivi al primo , gli unici interventi di concimazione consistono nell'interrare ridotte quantità di letame in autunno a anni alterni , e la concimazione con urea (concime azotato) all'inizio della ripresa vegetativa primaverile. Marcello