Valdorcia ha scritto:
Marcello sei grande, in dieci righe mi hai chiarito come agire con le piante di mora. Nel novembre scorso ho messo 20 piante di mora lungo una recinzione e sono in attesa di vederne gli sviluppi. L'idea sarebbe di utilizzare appunto la rete come sostegno per le piante ottenendo contemporaneamente frutti e una siepe di rustica bellezza. Se tu volessi "strafare" potresti indicare anche le modalità di concimazione? Io sto in collina a 500 metri di altitudine, terreno argilloso e scarsa disponibilità di acqua. Ti ringrazio in anticipo e buona giornata. Antonio
Pur essendo una specie rustica , il rovo predilige i terreni freschi , fertili e profondi, ben drenati a reazione subacida(ph-6-6,7), Se hai un terreno argilloso si giova di un abbondante disponibilità di humus , sia per gli elementi nutritivi che esso trattiene e rende disponibili per la coltura , sia per i benefici che arreca alla struttura del terreno e per la capacità di ritenzione dell'acqua che, nel periodo estivo , concorre ad evitare fenomeni di appassimento. In una coltura poliennale come è il rovo dovresti interrare fosforo e potassio in buone quantità in quanto successive concimazioni superficiali non sarebbero molto efficaci. L'azoto invece và dato al momento dell'impianto e negli anni seguenti , per garantire sempre una disponibilità sufficiente . Per l'azoto non usare nitrati che danno un impulso immediato allo sviluppo vegetativo , ma vengono presto dilavati. Tieni presente l'utilità del letame (o in mancanza lo stallatico) che si sostituisce all'azoto nella concimazione d'impianto ed è in grado di cedere azoto così lentamente che la sua efficacia si protae per più anni . Se operi come detto sopra negli anni successivi al primo , gli unici interventi di concimazione consistono nell'interrare ridotte quantità di letame in autunno a anni alterni , e la concimazione con urea (concime azotato) all'inizio della ripresa vegetativa primaverile. Marcello