Oggi ho rinvasato delle piantine di basilico con del terriccio usato per i giacinti e le fresie, alle quali avevo fatto due o tre trattamenti fogliari a base di tebuconazolo. Ora la mia domanda è questa: il tebuconazolo non dovrebbe essere assorbito per via radicale, ergo nel terriccio usato non ce ne dovrebbe essere in quantità notevole.
Secondo voi, quante possibilità ci sono che i basilici assorbano il tebuconazolo dal terriccio? Ossia, qual'è l'emivita del tebuconazolo nel terriccio e i suoi prodotti di degradazione?
Probabilmente dato il tipo di applicazione e la sistemia ascendente del tebuconazolo nel terreno ce ne dovrebbe essere una quantità trascurabile.
Cmq per amor di discussione ti rimando a questo database in cui riportano un'emivita nel suolo non breve, intorno ai 2 mesi. Ma poi bisognerebbe vedere anche se i prodotti di degradazione abbiano o meno delle caretteristiche nocive a loro volta..
ANSELMO ha scritto:Probabilmente dato il tipo di applicazione e la sistemia ascendente del tebuconazolo nel terreno ce ne dovrebbe essere una quantità trascurabile.
Cmq per amor di discussione ti rimando a questo database in cui riportano un'emivita nel suolo non breve, intorno ai 2 mesi. Ma poi bisognerebbe vedere anche se i prodotti di degradazione abbiano o meno delle caretteristiche nocive a loro volta..
Non è chiaro come calcolano l'emivita nel terreno, nel senso che la calcolano inondando il terreno con una concentrazione nota di principio attivo oppure in quale altro modo? Perché c'è una grossa differenza, fra l'altro i prodotti di degradazione sono diversi da quelli del metabolismo all'interno della pianta... Insomma non è molto chiara la cosa...
È verosimile che ciò che accade ai p.a. nella pianta sia anche molto diverso da quello che avviene agli stessi nel terreno, ma tu hai chiesto del terreno..
Penso che per calcolare l'emivita nel terreno mettano una concentrazione nota del p.a. e ne monitorino l'andamento nel tempo in varie condizioni, come si fa anche in altri ambiti.