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si vive di produzione propria? 
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Ciao.
Grande Ico, ci sono novità sulla scelta?

Anche per prendere un pezzetto di terra senza fabbricati non serve essere ricchi, dipende dalle zone, ma da certi parti c'è ancora molto abbandono: gli anziani ad un certo punto smettono; quelli di mezza età hanno il loro prezioso lavoro e se lo tengono stretto, non tutti riescono a portare avanti anche la terra; i giovani è difficile che apprezzino il fatto di avere terre di famiglia.

Tosco, ricordiamoci anche che noi della nostra età abbiamo avuto la fortuna di poter dire: lavoro qualche anno, metto via un po' di soldi e comincio a fare il contadino.
Purtroppo per i più giovani questo è più difficile perchè adesso non si trova neanche più lavoro per fare un po'di cassa iniziale. Prova ad immaginare di aver finito adesso gli studi. Altro che aperitivi, c'è da andare giù direttamente di antidepressivi!

Prendendo casa, terre e cantine distanti tra loro conviene(haimè) fare un conto se poi la benzina spesa per spostarsi non è più di quello che si risparmia in affitto o acquisto. O magari pensare a luoghi e distanze che permettano di muoversi a piedi o in bici senza troppi problemi.

Insisto: secondo me una spesa ingente nel settore agricolo deriva il fatto che per poter trasformare i cibi si necessita di denaro per procurarsi un locale e allestirlo come laboratorio. Per prodotti trasformati si intende anche erbe aromatiche esiccate. Forse nessuno ha risposto al mio scorso invito perchè mi sono presentato troppo polemico in partenza.


16/01/2012, 22:05
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Insisto: secondo me una spesa ingente nel settore agricolo deriva il fatto che per poter trasformare i cibi si necessita di denaro per procurarsi un locale e allestirlo come laboratorio. Per prodotti trasformati si intende anche erbe aromatiche esiccate. Forse nessuno ha risposto al mio scorso invito perchè mi sono presentato troppo polemico in partenza.

La trasformazione è da sempre un mio pallino.
Ricordo che in seconda superiore progettai un'azienda "tipo" che doveva avere reddito dalle piante officinali e da un frutteto di cultivar autoctone. Son passati gli anni, e continuo ad avere questo pallino, ma come dice giustamente l'amico Marcello...ci voglion quattrini.
Certamente nella trasformazione delle materie prime c'è la soluzione economica, ma bisogna bene ragionare se il gioco vale la candela.
Esempio.
Vorrei fare un laboratorio per realizzare marmellate.
Auguri... :o :o :o
recandosi al SUAP e alla ASL vi verranno le vesciche in fronte a furia di sentire tutto quello che è necessario.
badate bene che io sono d'accordo che ci siano rigide regole (sopratutto sanitarie), ma quello che mi sgomenta è che in agricoltura...che tu faccia 20 barattoli l'anno..o che tu ne faccia 2000000...devi sempre compiere i medesimi procedimenti burocratico-sanitari.
vogliamo parlare della trasformazione del latte dei nostri animali?
Oppure della macellazione delle carni?
Oppure della realizzazione di un laboratorio polifunzionale?
Oppure dell'imbottigliamento del vino?
Oppure della realizzazione di locali tecnici per lo stoccaggio e vendita dell'olio?
...devo continuare?
Meglio di no.
Qui non si tratta di essere anarchici, ne tanto meno "contro a prescindere", ma amici cari...tutto questo a noi PICCOLI agricoltori ci ammazza prima ancora di nascere.
Ed ecco che, come ho già detto molte volte, bisogna ingegnarsi..e cercare di trovare soluzioni meno gravose per noi e per le nostre tasche.
..ed in effetti la trasformazione dei prodotti diviene qualcosa da evitare..PURTROPPO.
Oppure ci consorziamo e realizziamo con i vicini un piccolo laboratorio che possa accogliere anche le nostre trasformazioni.
Io non vedo alternativa oggi come oggi.
E concordo con voi quando dite che la vendita del prodotto non trasformato rende certamente poco.
motivo in più, qualora non ne aveste avuti abbastanza prima, per produrre in modo naturale e pulito, con la consapevolezza di dare a noi e al prossimo qualcosa di sano: il lavoro certo aumenterà, ma aumenteranno anche gli eventuali incassi..purchè venga trovato il giusto mercato ai nostri prodotti.
Esempio.
se dovessi vendere i miei capretti a 3€ al kilogrammo, allora rinuncerei...
se dovessi vendere i miei maiali a 1.50€ al kilogrammo, allora rinuncerei...
Alleviamo i nostri animali 8e coltiviamo la nostra terra) nel modo più naturale che ci sia, scegliendo razze e cultivar autoctone e rustiche, e promuovendo ancor di più le nostre tradizioni ed il nostro territorio...e solo allora potremmo (il condizionale è d'obbligo) spuntare prezzi migliori.
Ma...purtroppo, arrivare al naturale solo per fini commerciali lo vedo un vero e proprio "stupro" di tutto il ragionamento etico-sociale che c'è dietro a tale scelta.


17/01/2012, 12:28
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Tosco,

tu sei puro fino in fondo, se vuoi fare un pò di soldi puoi farli egregiamente e con orgoglio, senza dimenticare
il discorso etico-sociale che c'è dietro, d'altronde il sudore della fronte chi ce lo mette?

_________________
Nella vita non esistono sfide, ma solo una sfida, quella con te stesso...
"Gli esseri umani nascono con capacità diverse. Se sono liberi, non sono uguali. E se sono uguali, non sono liberi."
Aleksandr Solženicyn


17/01/2012, 23:39
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Io spero prima o poi cambi la legge a riguardo le trasformazioni e stoccaggi(anche vendere uova legalmente non è così semplice, se ho capito bene ci vuole un "idoneo locale di stoccaggio").
Certo che i controlli sulla salubrità degli alimenti dovrebbero essere severissimi!! Ma questo non si ottiene complicando le leggi.
Azni, forse leggi eccessivamente complicate fanno sì che tutti si abituino a vivere nell'illegalità.
Per i laboratori di smielatura esiste già una semplificazione.
Speriamo bene per il resto.


18/01/2012, 0:18
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seguo interessato il discorso etico inerente alla mia domanda...le mie risposte (giuste o sbagliate)le ho gia trovate,ma e' interessante capire le opinioni altrui.

trovo scontato che la burocrazia tuteli maggiormente le grosse imprese, e tenti di schiacciare i piu' "deboli"...non voglio entrare nel merito del discorso,ma sarebbe utile chiedersi il perche di questo modus operandi che coinvolge ogni aspetto del lavoro e non.

trovo qualche difficolta (per mancanza di tempo) ad informarmi sul come diventare coltivatore,e ad oggi, non ho ancora capito in cosa si differenziano le varie inquadrature lavorative nel campo agricolo.
da una prima lettura mi pare di capire che mi mancano i requisiti per una qualsiasi inquadratura ,percio se voglio realizzare il progetto, posso farlo solo "sottobanco" precludendomi cosi la possibilita di sostenere le spesa con la vendita dei prodotti eccadenti,in maniera regolare.

sto comunque visionando vari siti,con diverse caratteristiche e potenzialita,ma il nodo e' burocratico..... e visto che non ho molto tempo da perdere(ho gia un'attivita) e non voglio farne perdere ad altri (cosa piu importante)e' bene che io capisca se ho qualche possibilita
non ho studiato agraria,e non ho 3 anni di esperienza,esistono altre strade per coltivare e vendere le eccedenze?


18/01/2012, 18:04
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zarbo ha scritto:
ciao ico, secondo me si può vivere di produzione propria in campagna. Io dal canto mio ci sto provando e ci vivo benissimo da quasi un anno.
Prima vivevo a casa di mio padre che è un libero professionista (un avvocato tributario) e io facevo tutt'altra vita: studente universitario di giurisprudenza e consulente finanziario per medio-piccoli portafogli.

Adesso invece sono contadino a tempo pieno... e me ne vanto!

Allora... sono d'accordo un po' su tutti i pro e i contro che ti sono stati scritti e che non devi mai sottovalutare, sopratutto quando senti la vocina TASSE che di questi tempi vien fuori come un fungo da qualsiasi angolo ti giri!

Ti posso raccontare il mio esempio: (premetto che ho 23anni e beneficio di alcune misure di defiscalizzazione ma rifiuto per ideologia i contributi per l'agricoltura) calcolando i contributi previdenziali, assicurazioni varie, la bolletta elettrica, il carburante, tasse varie, ecc... ho un costo mensile medio di 330€ che in un anno fanno circa 4000€ (mamma mia che depressione, adesso ci sarà pure l'IMU sui fabbricati rurali, evvai! Yahoo!) . Quindi tutto il lavoro che vado a svolgere è finalizzato innanzitutto per pagare i costi di gestione (ergo per mantenere la casta!) e poi tutto il resto serve per campare e per farci quello che mi pare!

Adesso ti racconto come svolgo la mia attività agricola per far quadrare i conti:
il mio chiodo fisso ogni inizio mese è guadagnare 350€ e metterli da parte per poi pagare le tasse e stare fresco. Per fare ciò mi sono messo d'accordo con un paio di friggitorie di Palermo alle quali vendo, ogni inizio del mese, 250kg di farina di ceci a 1.45€/kg (la macino addirittura io!) con cui verrà fatto poi il tipico panino palermitano con le panelle. Fatto ciò, guardo il mese con più tranquillità perchè almeno il compito delle tasse è stato adempiuto: tutto il resto lo venderò quindi entrando in una logica di equità e non del massimo profitto.

Tutti gli altri prodotti che vendo sono:
- sempre farina di ceci, olio extra-vergine di oliva, agrumi, nocciole, castagne, noci, melagrane, patate, fave, fagioli e ortaggi vari a un gruppo di testimoni di geova, a un convento di suore e a un gruppo di famiglie del bangladesh ma che abitano a Palermo
- mandorle, noci e nocciole sgusciate alle pasticcerie
- melagrane a un venditore ambulante
- grano, fave e ceci ai grossisti
- castagne a venditori ambulanti
- pomodori, finocchi e carciofi a un agriturismo della zona

Così facendo ogni mese riesco a portare a casa a seconda del periodo dalle 500€ alle 1000€ netti! (cioè lordi sono 900/1400€ al mese) Al supermercato ci vado solo per comprare carta igienica, caffè, zucchero, cioccolato, dentifricio e spazzolino. Per il resto sono auto-sufficiente in tutto e grazie a ciò ho un enorme capacità di risparmio di 400€-800€ al mese da spendere come voglio. Se abitassi in città con 1000€ al mese farei la fame con sindrome da terza settimana.

Dimenticavo di dirti che ancora non me la sento di prendere l'impegno di allevare animali e quindi ho barattato 20 ettari di terra con diversi pastori della zona i quali mi ricambiano con liquori, ortaggi, frutta, miele, latte, formaggi, ricotta, ricotta salata, burro, salsiccie e carne varia. Gli unici animali che ho al momento sono: 5 galline per le uova e per combattere la mosca degli ulivi, 1 pecora per tenere pulito tutto il frutteto dalle erbe infestanti, 7 gatti per tenere lontani i topi dal magazzino dei ceci e del grano.

Ciao

Una domanda Zarbo tutto questo in quanto terreno lo ottieni? è da solo?

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ungi spingi e tira che ogni ruota gira


18/01/2012, 20:51
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Ciao Ico, non sono un esperto ma mi sono scervellato oltre ogni limite per cercare di essere un contadino in modo legale.
Dunque a parte le perverse leggi sul coltivatore diretto e l'imprenditore agricolo a titolo principale, nessuno dovrebbe poterti vietare di aprire un'azienda agricola semplice. Con questo titolo, a quanto mi dicevano in Provincia, potresti vendere prodotti non lavorati: dunque frutta, verdura, cereali, animali vivi.
Per i prodotti trasformati, se non hai tempo da dedicare in burocrazia, ti conviene lasciare perdere.
A vendere la carne neanche pensarci.
Comunque già solo il fatto di avere animali richiede un minimo di iter burocratico, ma cose semplici e ragionevoli.


18/01/2012, 22:53
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Allora volere è ancora potere, anche se limitato?

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18/01/2012, 22:58
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JeanGabin ha scritto:
Allora volere è ancora potere?

DEVE ESSERLO


19/01/2012, 0:23
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Tosco ha scritto:
JeanGabin ha scritto:
Allora volere è ancora potere?

DEVE ESSERLO


Tosco, se ci mettevi un punto esclamativo sembravi De Falco ... :D

_________________
"Da quassù il mondo degli uomini altro non sembra che follia, grigiore racchiuso dentro se stesso. E pensare che lo si reputa vivo soltanto perchè è caotico e rumoroso."
(Da "Montagne di una Vita" di Walter Bonatti)


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