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Ortolano82
Iscritto il: 12/01/2013, 21:17 Messaggi: 18 Località: Liguria
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Negli ultimi anni, grazie anche al prezioso lavoro dei seed savers, sta rinascendo l'interesse verso il recupero di ecotipi locali e verso la produzione dei semi come avveniva fino agli anni '50-'60 del novecento. Salvaguardare e tramandare il prezioso patrimonio delle biodiversità è ovviamente cosa lodevolissima. Tuttavia da tempo mi pongo questo quesito: questa meritevole operazione di recupero è destinata a rimanere una specie di 'hobby' per appassionati/coltivatori di un piccolo orto familiare per l'autosostentamento? Mi spiego meglio: un'azienda agricola che intende 'vivere' del proprio lavoro deve, volente o nolente, confrontarsi con le esigenze del mercato. Oggi più che mai è importante per esempio che i prodotti rispondino a standard minimi qualitativi ove la presentazione, l'immagine dei prodotti, ha la sua importanza. L'azienda X può produrre pomodori 'cuore di bue' dall'ottimo sapore ma se poi il prodotto presenta difetti (ad es. spaccatura, maturazione non compatta...) è ovvio che non può essere venduto. Senza considerare che le piante ottenute da seme standard producono molto meno rispetto a quelle da seme ibrido. Oggi quindi un'azienda agricola professionale è 'obbligata' ad acquistare i costosi semi ibridi delle grandi multinazionali o può con profitto utilizzare seme standard riappropriandosi, per così dire, del proprio lavoro mettendo al centro l'agricoltore e la natura?
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31/08/2013, 21:50 |
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JeanGabin
Sez. Miscellanea
Iscritto il: 27/07/2011, 13:09 Messaggi: 29309 Località: Imperia
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Hai mischiato due aspetti distinti tra di loro, la provenienza dei semi e la correttezza della coltivazione, poi ci sono anche altri aspetti, serra, pien'aria, nord, sud....
Chiaramente le aziende hanno bisogno di certi standard, ma sia con una che con l'altra tipologia di semi se non coltivano con "metodo" corretto non possono raggiungerli. Anche se i semi ibridi hanno dato piante più resistenti, tante varietà, vedi i pomodori, sono comunque soggette a malattie, anche se meno dei semi tradizionali... Chiaramente sempre parlando di pomodori ci sono piante ibride che producono molto di più delle piante tradizionali. Insomma, il discorso credo sia da fare a 360° e sia un pò complesso, comunque ci sono ancora in vendita semi non ibridi, chiaramente meno dei primi, ma se ne trovano ancora....
Ciao
_________________ Nella vita non esistono sfide, ma solo una sfida, quella con te stesso... "Gli esseri umani nascono con capacità diverse. Se sono liberi, non sono uguali. E se sono uguali, non sono liberi." Aleksandr Solženicyn
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31/08/2013, 22:10 |
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Ortolano82
Iscritto il: 12/01/2013, 21:17 Messaggi: 18 Località: Liguria
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Nella mia domanda la correttezza della coltivazione era sottintesa, specie per un'azienda professionista (altrimenti sarebbe ben dura far reddito!). Circa la produzione è appurato che a parità di condizioni un pomodoro ibrido produce circa 5 kg di frutti a pianta, mentre una varietà standard grossomodo la .metà D'altro canto è vero che ibrido non è sinomino di 'immune da malattie'. E' infine vero che in commercio ci sono dei semi non ibridi tuttavia questi sono sempre più relegati nel settore dell'agricoltura amatoriale. Sempre stando all'esempio dei pomodori è più probabile che un'azienda pianti il pomodoro "Arawak", piuttosto che il 'cuore di bue ligure' . O forse mi sfugge qualcosa?
PS: Tra poco mi arriverà il volume "Produrre i propri semi".
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31/08/2013, 22:37 |
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JeanGabin
Sez. Miscellanea
Iscritto il: 27/07/2011, 13:09 Messaggi: 29309 Località: Imperia
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Le aziende sicuramente usano semi ibridi, appunto per una questione di redndita della pianta, ma non credo che ci sia tutta questa differenza di produzione, poi dipende un pò dalle varietà... Io penso che il percorso debba essere quello di produrre i propri semi ma da piante coltivate da anni nella propria zona, che quindi si sono modificate in seguito al microclima della zona, fare i propri semi da varietà che arrivano da altre zone climatiche potrebbe dare risultati diversi, sia in positivo che in negativo, come anche modificarsi con gli anni, sempre in positivo o negativo. Chiaramente il metodo impiegato per la coltivazione influisce e non poco, specialmente in questa annata ad esempio che ha piovuto molto fino a giugno e siamo stati più soggetti ad attacchi di alcune malattie.
Comunque è una buona cosa, mio padre aveva salvato molti semi, ho ancora dei vecchi semi di cavoli e fagioli con sopra i vasi scritto 2000 / 2001 / 2002... roba vecchia che non serve più a nulla... io salvo alcuni semi di zucca, zucchine e peperoncini, per adesso, poi in futuro vedremo..
Ciao
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31/08/2013, 22:52 |
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