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Realizzare un orto con il metodo Fukuoka
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guidomas
Iscritto il: 07/01/2009, 15:02 Messaggi: 7
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ciao a tutti! condivido totalmente alcuni interventi, e ho trovato la discussione molto interessante. mi inserisco umilmente nel forum, riconoscendomi ad un livello embrionale di conoscenza e pratica su temi agronomici. ho un lavoro fisso nel campo dei trasporti, sono laureato in scienze naturali e ho da due anni un piccolo orticello che sto cercando di rendere sempre più fertile, con compost di autoproduzione, rotazione, consociazione, quest'autunno ho anche seminato in quasi tutte le aiuole il trifoglio. pensavo anche di seminare un mix di piante da sovescio in parte del prato nel resto del giardino, in primavera, per vedere i risultati dopo il sotterramento. purtroppo abito nella periferia est di milano, per cui il terreno è argilloso e l'aria e i campi che mi circondano non sono al top della purezza, ma si fa quel che si può. da quando ho cominciato a studiare mi sono sempre concentrato sulla sostenibilità, quella vera, e sulle strade per raggiungerla. quando ho letto di Fukuoka su internet (devo ancora comprare e leggere i suoi libri, prossima mossa) è come se trovassi conferma al filo logico dei miei pensieri e delle mie conclusioni. io non abbandonerei la speranza che questo modo di intendere il nostro rapporto con la terra si estenda su più larga scala, anche perchè personalmente non vedo alternative a lungo termine. le motivazioni alla base di queste mie affermazioni sarebbero troppo articolate per questa sede, quindi per non uscire troppo dal seminato, concludo: vi farò sapere se noterò miglioramenti nel mio piccolo orto dopo la semina del trifoglio ed eventualmente l'interramento delle piante da sovescio (anche se non ho applicato alla lettera i dettami di Fukuoka, magari lo farò l'anno prossimo dopo aver letto i suoi libri). vorrei anche partecipare ad eventuali riunioni per parlare di qualsivoglia progetto comune con alla base l'agricoltura naturale. a tal fine lancio un'idea, oltre a quella già emersa (Mario) di visitare un'azienda che già applica questo metodo. con una spesa minima si potrebbe acquistare un campo, in una bella zona abbandonata comprensiva di rudere, e provare a disseminare le famose palline e lasciare fare alla natura, e/o sperimentare variazioni sul tema. poi se le cose girano bene si può decidere di ristrutturare il rudere e avviare qualcosa di più stabile e organizzato. se la cosa non dovesse funzionare, si può sempre rivendere l'appezzamento rientrando quasi totalmente della spesa del tentativo. ma penso che vi possano essere tante altre idee alternative, o migliorative o aggiuntive. io ad esempio ne ho altre, quella che vi ho esposto è la più neutra e meno rischiosa che mi sia venuta in mente. spero davvero che ci sia la possibilità di concretizzare qualche progetto. saluti a tutti! guido
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07/01/2009, 17:01 |
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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Ciao Guido, benvenuto nella discussione. Sono convinto che è molto importante lo scambio di informazioni ed esperienze personali di cui ciascuno nel suo piccolo può trarre vantaggi. Soprattutto quando il fronte degli scettici scientisti cerca di liquidare alcuni metodi agricoli alternativi come attività per pochi pazzi sognatori che rischiano di compromettere lo sviluppo dell'umanità facendola sprofondare all'età della pietra. La mia precedente esperienza di agricoltura super specializzata mi conferma giorno per giorno la validità del metodo che stò adottando soprattutto nella riduzione dei costi di coltivazione e nella qualità dei prodotti. Se è molto vantaggioso produrre l'80%, mentre è molto costoso il restante 20% dobbiamo perseguire questo sogno del 100% di produzione sprecando enormi risorse energetiche ed economiche?????? Ripristinare la fertilità naturale del terreno è un investimento che darà in futuro produzioni abbondanti e costanti all'agricoltore capaci di produrre reddito con minori costi energetici. Il passaggio da un'agricoltura industriale ad una biodinamica presuppone una certa capacità culturale che spesso la scuola ha per anni evitato con la formazione di tecnici adatti più per il settore commerciale che per quello produttivo. Il mio terreno è ha disposizione di chiunque voglia approfondire le enormi potenzialità offerte da madre natura, peccato che la distanza è un limite difficilmente superabile, ma lo scambio di informazioni è necessario per crescere insieme. Il metodo Fukuoka non prevede il sovescio in quanto non viene praticata alcuna lavorazione del terreno con interramento dei residui, ma lo sfalcio del trifoglio può essere utilizzato per la pacciamatura del terreno. Personalmente ho iniziato 4 anni fa con la semina di un prato di medica. Il primo anno ho piantato circa 300 piante di fruttiferi e ho utilizzato il fieno per la pacciamatura delle piante. L'anno successivo ho piantato 100 piante di viti e circa 50 di carciofi tra le piante di fruttiferi. Al terzo anno ho iniziato a coltivare ortaggi tra le file dei fruttiferi utilizzando il fieno per la pacciamatura. Tutto senza alcuna lavorazione del terreno, apporto di compost e trattamenti antiparassitari. Il terreno per il trapianto degli ortaggi deve essere preparato alcuni mesi di anticipo mantenendolo coperto con il fieno prodotto dal prato., quindi è necessario disporre di una superficie di terreno maggiore della classica coltivazione intensiva. Ma la resa complessiva dell'appezzamento sarà più elevata perchè determinata dalla promiscuità della coltura. Cordiali saluti a tutti.
_________________ “ Prima di Giove non v’erano contadini che coltivassero la terra, né era lecito delimitare i campi tracciando confini: tutto era in comune e la terra, senza che le fosse richiesto, produceva spontaneamente e con generosità ogni cosa.” Virgilio.
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08/01/2009, 10:21 |
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Flavio
Sez. Tartufi
Iscritto il: 16/01/2008, 1:19 Messaggi: 6071 Località: Sesto F.no (FI)
Formazione: Perito agrario e Dott. in Tut. e Gest. delle Ris. Faunistiche
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Ciao Pallinof, quali essenze arboree hai messo a dimora parlando di frutteto? All'interno di esso vi sono delle piante azotofissatrici? Quali ortaggi hai utilizzato fra le file? La coltivazione è avvenuta da seme (interrati o fatti germogliare con le famose palline?) o hai utilizzato un trapianto e se sì per quale specie?
Prima di impiantare il frutteto come hai preparato il terreno? Le piante utilizzate sono state autoprodotte o acquistate dal vivaio? Segui i consigli di Fukuoka riguardo la potatura degli stessi?
Ciao e grazie per il tuo contributo
_________________ Saluti, Flavio.
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08/01/2009, 12:16 |
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lisandro
Iscritto il: 24/08/2008, 1:24 Messaggi: 47 Località: lariano roma
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La discussione è stata estremamente interessante, oltre che per l' argomento di partenza, anche proprio per l' animosità degli interventi (per i quali ringrazio) che inevitabilmente dovevano essere un po' velati di polemica data l' esperienza di due tecnici con una formazione così antitetica. Ma tornando a Fukuoka (ho letto due testi fra i tre) debbo testimoniare il mio totale insuccesso con i semi sparsi al suolo racchiusi nelle palline di argilla; la mia difficoltà nel tenere a bada le infestanti seminando il trifoglio; la pazienza nel ricercare gli ortaggi nel terreno senza sarchiatura. Poi, vivendo con un altro lavoro, ho poco tempo per raccogliere le sementi delle piante utili e infine ritengo improbabile la riconversione di tanti individui verso l' agricoltura come Fukuoka auspicava, poichè da troppo poco tempo siamo riusciti ad affrancarci dal lavoro duro della terra (*).Anche se il metodo riduce lo sforzo fisico poichè ridotti sono gli interventi nel terreno, non credo riduca il tempo effettivo poichè il metodo impone continue modifiche di applicazione, di volta in volta da escogitare. Quindi credo che un acro di terra (come sosteneva Fukuoka) possa sì dare sussistenza a un nucleo familiare, ma dopo diversi anni di applicazione per raggiungere lo stato ottimale con la giusta rotazione delle colture. Ricondurre le piante ad una condizione di inselvaticamento era uno dei propositi di Fukuoka, ma è ovvio che ciò comporti un processo protratto negli anni affinchè l' habitat nel quale s' interviene attui quelle selezioni spontanee che determineranno le scelte colturali. Dal canto mio, per la rotazione delle colture, avrei voluto sperimentare il farro per il periodo invernale alternandolo agli ortaggi nel periodo estivo, ma ho acquistato la proprietà in cui vivo da solo un anno, quindi "oberato da altre impellenze". Nel frattempo continuerò la bonifica del terreno estirpando i rovi, le vitalbe, l' edera e i sambuchi che infestano gli spiazzi produttivi fra i terrazzamenti, rimpiazzandoli con borragine, malva, finocchietto, ortica e quant' altro riuscirò a procurarmi. Ciao.
(*)ma schiavi moderni in altri contesti: precariato; turnisti in fabbrica; salari non adeguati al caro vita; alienazione nei contesti urbani.
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08/01/2009, 12:44 |
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guidomas
Iscritto il: 07/01/2009, 15:02 Messaggi: 7
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grazie Pallinof della tua ricca condivisione di esperienze! Lisandro non ti scoraggiare, anche Fukuoka ha fallito all'inizio, il suo metodo è sì facile e poco dispendioso, ma io penso serva una forte base di competenza e sensibilità, per applicare teorie globalmente valide su scala locale. x es. ci sono da valutare le giuste essenze da mettere in base al clima e alle caratteristiche fisico-chimiche del terreno, e poi se il terreno è stato sfruttato in maniera intensiva x anni se ne deve prima ricreare la vitalità. x Pallinof: lo so che Fukuoka non prevede il sovescio, come anche il compost ecc., ma al momento non sono in grado di decidere quali semi mettere, a che distanza, in quale periodo dell'anno ecc. x adesso sto cercando di applicare meglio che posso quello che ho appreso dalla lettura de "L'Orto Biodinamico", non uso i preparati ma tutto il resto sì; e poi integro con altre "tecniche"; da Fukuoka x es. ho preso il trifoglio (ho messo quello bianco nano): pensavo di tenerlo stabilmente in tutte le aiuole (eccetto in quelle coltivate a leguminose) per fissare l'azoto, contrastare le infestanti (spero di avere maggior fortuna di Lisandro), limitare l'evaporazione, decostipare il terreno (che da me è molto pesante, ho provato ad alleggerirlo con sabbia e torba), limitare il dilavamento ad opera dei temporali. in ogni caso gli obiettivi finali che vorrei raggiungere sono quelli di abbassare il più possibile il rapporto energia impiegata/produzione e qualità e di azzerare gli apporti esterni di materia (es. acqua, concimi o ammendanti di qualsiasi tipo). sono ancora in alto mare. io un salto da Pallinof (grazie dell'invito!) per vedere il suo orto lo farei, il massimo sarebbe trovarsi in più persone e scambiarsi idee davanti a un buon bicchiere di vino. saluti a tutti guido
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08/01/2009, 14:01 |
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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Flavio ha scritto: Ciao Pallinof, quali essenze arboree hai messo a dimora parlando di frutteto? All'interno di esso vi sono delle piante azotofissatrici? Quali ortaggi hai utilizzato fra le file? La coltivazione è avvenuta da seme (interrati o fatti germogliare con le famose palline?) o hai utilizzato un trapianto e se sì per quale specie?
Prima di impiantare il frutteto come hai preparato il terreno? Le piante utilizzate sono state autoprodotte o acquistate dal vivaio? Segui i consigli di Fukuoka riguardo la potatura degli stessi?
Ciao e grazie per il tuo contributo Ciao a tutti sono appena rientrato dal lavoro nell'orto. Fa un freddo cane, ma devo mettere a dimora delle piante di melo innestate l'anno scorso per far spazio in vivaio al materiale da innestare quest'anno. Cercherò di rispondere alle domande di Fabio: Prima di impiantare il frutteto ho arato e fresato il terreno occupato da una coltivazione di grano esisistente al momento dell'acquisto dell'appezzamento. A settembre ho seminato tutta la superficie a medica circa 1 ettaro e durante l'inverno ho piantato i fruttiferi (meli, peri, peschi, albicocche, ciliege, prigne, fichi, noci e qualche frutto minore). La mia attività principale è il recupero e moltiplicazione di vecchie varietà di fruttiferi. La scelta del medicaio si è rivelata ottima per il contenimento delle infestanti, per mantenere fresco il terreno, per arricchire la dotazione di azoto, per migliorare la struttura e per avere una buona quantità di fieno da utilizzare per la pacciamatura delle colture. L'aglio, la cipolla, le fave, i piselli, sono stati seminati direttamente nel foro praticato con un punteruolo nel terreno leggermente umido e poi ricoperto con la pacciamatura vegetale. I pomodori, melanzane, peperoni, zucchine, meloni, angurie, lattughe sono state trapiantate le piantine prodotte in vivaio direttamente nel terreno pacciamato. Ricordo ancora che il terreno dove si intende trapiantare o seminare se non è occupato da in precedenza da un'altra coltura deve essere mantenuto coperto di erba in modo da contenere lo sviluppo di altre piante che potrebbero ostacolare lo sviluppo della nuova coltivazione. Ogni coltivazione avviene in fila tra le file dei fruttiferi in modo da avere spazio per lo sfalcio della medica che nel periodo estivo arriva anche a 5. Successivamente a ogni sfalcio il fieno viene utilizzato per rinnovare la pacciamatura che viene degradata dai microorganismi del terreno fertilizzando la coltura.
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08/01/2009, 18:07 |
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personaltrainer
Iscritto il: 21/06/2008, 11:35 Messaggi: 99 Località: Firenze
Formazione: Dottore in Scienze Motorie e dello Sport
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Sinceri complimenti per il tuo orto, è un progetto meraviglioso.
Come sei riuscito a trovare vecchie varietà di alberi da frutto? Sono cresciuti da semi o sono innestati? Fukuoka diceva "quando un albero viene innestato, si interrompe il flusso della linfa nel punto di giunzione dell'innesto, avendo come risultato o un'albero nano che ha bisogno di massiccie dosi di fertilizzanti o un albero dalla vita breve e scarsa resistenza agli sbalzi di temperatuta" (da "La fattoria biologica" pag 220)
I più esperti di voi sono concordi con queste affermazioni?
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08/01/2009, 22:42 |
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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Ciao, condivido le perplessità di Fukuoka sulla tecnica dell'innesto, ma è stata una scelta obbligata. Il lavoro di ricerca di vecchie varietà di fruttiferi è iniziato 5 anni fa in collaborazione con il parco tecnologico regionale e per recuperare materiale in tempi accettabili abbiamo scelto di ricorrere alla riproduzione in vitro e la tecnica dell'innesto. Le segnalazioni dei vecchi esemplari di fruttiferi avviene attraverso il contributo di privati e associazioni e la raccolta del seme è stata scartata per l'impossibilità di avere un controllo della pianta nella fase di impollinazione che avrebbe comportato un inquinamento varietale. Comunque rientra nei nostri progetti la costituzione di varietà franche mantenedo le stesse caratteristiche della varietà. Cordiali saluti.
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09/01/2009, 10:21 |
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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Vecchi impianti ormai destinati a scomparie.
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09/01/2009, 13:52 |
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Francesco
Iscritto il: 13/03/2008, 19:45 Messaggi: 6200 Località: San Casciano V.P. (FI)
Formazione: Per. Agrario e Dott. in Scienze e Tecn. Agrarie
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Ciao a tutti, volevo dire due parole sulla pratica dell'innesto, e io non penso affatto che sia una pratica negativa per la coltura, se pensiamo bene tutte le vigne che vediamo sono impiantate con viti europee innestate su viti americane, se così non fosse molto probabilmente non berremmo più vino e non mangeremo uva, si usano i portinnesti non per complicarsi la vita ma per migliorare l'adattabilità delle colture a più terreni e a svariate condizioni. Saluti Francesco
_________________ - La morte non è niente - aveva affermato il 12 dicembre 1804, nello splendore della sua potenza. - Ma vivere sconfitti e senza gloria - aveva aggiunto - significa morire ogni giorno. (Napoleone) Egli vive ancora.
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09/01/2009, 19:04 |
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