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Realizzare un orto con il metodo Fukuoka 
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Sez. Tartufi
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PALLINOF ha scritto:
Ciao Mario, secondo la mia esperienza non sono completamente d'accordo. [...]
Ho letto diverse pubblicazioni di agricolture alternative e mi sembra che tutte hanno come obbiettivo il ripristino della fertilità naturale del suolo attraverso la catena del pascolo e la promiscuità colturale. [...]

Ciao PALLINOF,
anche se ci troviamo d'accordo sulla parte etica non condivido in pieno le tue affermazioni.
L'obiettivo delle varie tecniche alternative è sicuramente comune, ma i mezzi con i quali si cerca di raggiungere il traguardo direi proprio di no. Quindi non mi sembra corretto mettere sullo stesso piano Biologico, Biodinamico e metodo Fukuoka.
Sono d'accordo con Mario nel dire che sono 3 metodi diversi e, che quindi, vanno tenuti separati.

X Arteo:
Benissimo; è il primo libro "della serie" che leggi?

_________________
Saluti,
Flavio.


18/12/2008, 13:01
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Ciao Arteo, tanti auguri per il tuo progetto. Personalmente ho avviato questo tipo di attività da circa 4 anni e sono disponibile a qualsiasi scambio di informazioni e materiali utili per poter crescere insieme. Ho iniziato quasi per sfida, ma più vado avanti più aumentano i risultati, tanto che mi sorgono seri dubbi sulla buona fede della ricerca ufficiale in campo agricolo.
A parte il biologico ufficiale tutti gli altri metodi alternativi tendono a inserire la coltura nell’ambiente creando un minor impatto possibile. Ma a volte il luogo dove andiamo ad operare è talmente degradato che è necessaria un’opera di ripristino prima di iniziare a coltivare. La conoscenza delle dinamiche biologiche dell’ambiente in cui si opera è fondamentale per ottenere dei buoni successi. Poi vi sono delle regole generali dell’agricoltura come il bilancio energetico che oggi è stato sostituito da un bilancio economico drogato da sussidi pubblici con cui è necessario fare i conti, ma senza scoraggiarsi anche perché le regole dell’uomo cambiano quelle della natura no.
“Noi dobbiamo rassegnarci al peso di questi tristi tempi, e dire quello che sentiamo, non quello che dovremmo.” Shakespeare, Re Lear.
Cordiali saluti.

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“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
Virgilio.


18/12/2008, 14:09
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Sez. Tartufi
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Ciao PALLINOF,
perchè non avvii una nuova discussione parlando dei metodi da te utilizzati e dei risultati ottenuti?
Sarebbe a mio parere molto interessante.

_________________
Saluti,
Flavio.


18/12/2008, 15:01
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Ciao a tutti,
esprimo un mio parere, sinceramente penso che i metodi alternativi, eccetto il biologico, non possano prendere tanto campo, perché richiedono molta manodopera, che si trova sempre più difficilmente ed a prezzo sempre più elevato, quindi i prodotti costano di più e con l'aria di crisi che c'è non so quanto possano essere competitivi.
Altra cosa è la ricerca scientifica che non deve essere messa in dubbio, perché è condotta con serietà, e cerca di migliorare le produzioni sia sotto l'aspetto quantitativo che qualitativo, e poi non ci dimentichiamo che la ricerca opera a 360°, quindi coinvolge anche i metodi alternativi.
Saluti Francesco

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- La morte non è niente - aveva affermato il 12 dicembre 1804, nello splendore della sua potenza. - Ma vivere sconfitti e senza gloria - aveva aggiunto - significa morire ogni giorno. (Napoleone)
Egli vive ancora.


18/12/2008, 16:51
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Per Flavio:
Sì, è il primo dei suoi tre libri che leggo. L'argomento però mi interessa da tempo.

Per Francesco:
Con tutto il rispetto che porto nei confronti tuoi e della tua personale esperienza mi permetto di dissentire dalla tua opinione:


"perché richiedono molta manodopera, che si trova sempre più difficilmente ed a prezzo sempre più elevato"

Leggendo il libro di Fukuoka mi pare di capire che il lavoro da dedicare alla coltivazione naturale sia ,relativamente ai sistemi tradizionali, molto poco, quindi non credo che serva una grande manodopera. In più in italia mi pare che gli unici che oramai accettano di buon grado lavori nei campi siano immigrati stranieri e che vengano scelti proprio perché pretendono meno rispetto ad un italiano.


"quindi i prodotti costano di più e con l'aria di crisi che c'è non so quanto possano essere competitivi"

Se il metodo citato funziona così come viene descritto si abbatterebbero tutti i costi di meccanizzazione, fertilizzazione e manutenzione delle colture. Credo che questo abbasserebbe moltissimo i costi e di conseguenza i prezzi.


"Altra cosa è la ricerca scientifica che non deve essere messa in dubbio"

Dipende da come la ricerca viene effettuata e con quali fini. E' cosa risaputa che spesso gli stessi ricercatori si screditano a vicenda. Quindi quale ricerca dal profano può essere ritenuta onesta e attendibile? Inoltre Fukuoka va a minare proprio il concetto di ricerca scientifica come un metodo che analizza separando gli elementi del Tutto/Insieme senza considerare le infinite variabili ambientali in gioco. Mi ricorda un po' il principio dell'indeterminazione nella fisica.


"perché è condotta con serietà,"

Purtroppo, con tanto malincuore, io credo che tanta ricerca fatta in campi che hanno i grandissimi business dell'agricoltura, della medicina/salute, e dell'energetico siano pesantemente influenzate e distorte dalle multinazionali che hanno ingenti guadagni in tali menzionati settori. Purtroppo sono uno di quelli che è convinto che ci siano potenti multinazionali che fanno solo i loro interessi e che finanziano ricerche a loro convenienti ed ostacolino invece ricerche pure e oneste.
O forse magari i ricercatori cercano nella direzione sbagliata, allontanandosi dal modello (la natura) verso un artificio che più diventa complesso più fa entrare in gioco problemi da compensare.


"e cerca di migliorare le produzioni sia sotto l'aspetto quantitativo che qualitativo"

Il metodo di Fukuoka sembrerebbe fare proprio questo. Fino ad ora credo che la qualità dei raccolti e degli animali allevati con metodi di tipo moderno non abbia fatto altro che farne calare in realtà la qualità. E non solo, ha inquinato la terra e avvelenato il cibo, sconvolto ecosistemi e inaridito le terre. La migliore qualità, in termini di nutrizione ed ecologia credo che sia solo quella della creatura selvatica.


"e poi non ci dimentichiamo che la ricerca opera a 360°, quindi coinvolge anche i metodi alternativi."

Su questo sono d'accordo, però bisogna sempre considerare quali sono i limiti della ricerca stessa. Limiti congeniti alla nostra stessa natura umana


Ecco, ho espresso la mia idea in base alle informazioni che ho acquisito in questo ambito. Spero di non aver frainteso quello che hai scritto nel tuo post, Francesco.

Buon lavoro a tutti


18/12/2008, 21:21
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Iscritto il: 11/11/2008, 11:29
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Grazie per gli auguri Pallinof. Accetterò ben volentieri suggerimenti e consigli... Se hai letto il mio post precedente in risposta all'opinione di Francesco capirai che probabilmente io e te abbiamo una visione simile della faccenda.

E' anche probabile che se Francesco ha questa visione positiva della ricerca è evidente che deve aver avuto per la maggior parte del tempo contatti con persone serie e oneste in campo scientifico.

Credo però che sia utile anche per lui, come per noi, avere questo tipo di scambi, perché a volte possono farci apprendere che molte sono le cose che ancora non conosciamo, e senza dubbio io ho ancora molta strada in questo senso da fare.

Buon lavoro a tutti!


19/12/2008, 11:07
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Ciao a tutti, condivido tutto il post di Arteo, ma soprattutto quando si vuole bandire il “dubbio” che ogni ricercatore serio deve gelosamente coltivare come germe per la conoscenza.
Da Galileo in poi lo scontro tra la scienza e la religione traeva origine dal dogma. Quello del metodo scientifico e quello della fede. Successivamente si è aggiunto anche il metodo per giungere alla conoscenza che per la religione poggia sul sacrificio mentre per la scienza sul dubbio.
Allora se noi oggi non mettiamo in dubbio la ricerca scientifica corriamo il rischio di aprire le porte a pericolosi rigurgiti pseudo-religiosi di cui ne potremmo benissimo fare a meno.
E ancora trovo sempre sconveniente quando la scienza si barrica dietro alla giustificazione che questa è l’unica strada da seguire.
Ma ritornando all’argomento del metodo Fukuoka secondo voi perché è partorito dalla mente di un microbiologo e si basa sul non arare, non diserbare, non concimare e non potare ?
Quali vantaggi o svantaggi si può trarre da questi semplici e rivoluzionari principi?
Cordiali saluti.

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19/12/2008, 11:48
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Iscritto il: 21/06/2008, 11:35
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Mi complimento con tutti voi per l'interessante piega che ha preso questa discussione.

Era da molto tempo che speravo nascesse una discussione sull'agricoltura naturale...non avevo il coraggio di essere il primo perchè non sono un esperto di agricoltura... e non vedendola temevo che questo forum fosse composto troppo da fan dell'"agricoltura scientifica" come la chiama Fukuoka per riuscir a trattare certi argomenti.

Sono felice di essere stato smentito...
Io ho fatto le letture di Fukuoka (i suoi 3 libri tradotti) all'inizio dello scorso inverno (dicembre 2007) ed ho coltivato il sogno dell'orto "naturale" fino a che non mi sono scontrato con la dura realtà...nella primavera di quest'anno ho provato subito con le famose palline di argilla...ma molto probabilmente qualcosa è andato storto ed è stato un completo fallimento.

Vorrei anch'io conoscere l'esperienza di qualcuno che ha provato e ce l'ha fatta per davvero... su questi siti (agricolturanaturale.info,associazione basilico.it) ho trovato nomi di aziende agricole che praticano l'agricoltura di Fukuoka. Una è a a Gricigliana (15 km da Prato) nella valle del Bisenzio e si chiama associazione “Venti di Terra”. Mi piacerebbe vedere qualcosa di già fatto e bene... qualcuno viene insieme a me?

Come dice Thoreau... "impara la scienza e poi dimenticala"


19/12/2008, 21:35
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Sez. Orticoltura
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Iscritto il: 09/08/2008, 9:24
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Premetto che non leggo i libri di Fukuoka perchè non riesco a leggere libri(non ho mai letto un libro per intero nella mia vita tranne qualche testo scolastico-universitario.
Mi piace la discussione perchè viva ma credo che come al solito quando troppo presi dalla passione si generano confusioni.
Mi rifaccio in particolare sulle critiche alla ricerca in agricoltura.Potrà anche essere vero che in qualche caso la ricerca punti su obiettivi comuni a quelli delle multinazionali.Sappiate però che queste la ricerca se la finanziano e se la fanno da sole.I ricercatori del sistema pubblico spesso invece vanno contro gli interessi delle società, pensate alla costituzione di piante resistenti che porta alla riduzione del consumo di fitofarmaci.Ci sono molti altri casi sui quali possiamo discutere.
Relativamente alla naturalità di alcuni sistemi di coltivazione vorrei dire che non possono assicurare una costanza produttiva perchè gli elementi naturali sono per fortuna variabili e non standardizzati.Si pensi al terreno che molti vedono come un supporto passivo per le piante cui apportare acqua e fertilizzanti è in realtà un sistema vivente con molti aspetti ancora sconosciuti.In Inghilterra presso la stazione di Rotamsted sono più di 150 anni che si studia il terreno in molteplici suoi aspetti e c'è ancora tanto da studiare.Nel terreno ad esempio c'è una variabilità spaziale e temporale per l'elemento nutritivo azoto che è l'elemento che più di altri condiziona la produzione.
Mi chiedo allora sulla base di queste poche considerazione come sia possibile ottenere produzioni costanti e remunerative abbattendo addirittura i costi di produzione.
Chiedo allora a voi esperti del metodo di iniziare a discutere su specifici argomenti in modo da limitare la discussione e non andare fuori binario.Si potrebbe iniziare ad esempio con la fertilizzazione di una coltura.
Ciao

_________________
I


20/12/2008, 0:25
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Allora cerchiamo di darci una calmata! Passione sì ma con moderazione! Ci sono cose che si possono dire e cose che non si possono dire!
Scusate, siamo maggiorenni e vaccinati ed è comprensibili che ciascuno fa i propri interessi se può, ma almeno garantiamo agli altri la sopravvivenza.
Chi paga i danni ai piccoli ortolani che hanno dovuto abbandonare la loro attività con l’introduzione delle norme di qualità sui prodotti ortofrutticoli??????
Norme che oggi la comunità europea ha deciso di abrogare????????????
Le dimensioni del pomodoro, la lunghezza della zucchina, il peso del melone, la lunghezza del cavolo, il numero degli asparagi, il colore del cetriolo hanno spazzato via tutte le varietà locali e con loro i piccoli produttori.
Allora adesso che la CE si è pentita chiediamo un risarcimento dei danni.
Scusami tanto Eugenio, ma quelli che dopo aver fatto i doverosi esami del terreno calcolano il piano di concimazione della coltura aggiungendo fertilizzanti minerali per reintegrare gli asporti, secondo te come lo vedono il terreno?
Oppure apportano il compost urbano ceduto gratuitamente e pure certificato da un laboratorio a sua volta certificato. A chi conviene di più all’agricoltore che consigliato dal tecnico crede di fare la cosa giusta o all’impianto di smaltimento rifiuti che altrimenti lo devrebbe mandare in discarica pagando un tot a quintale?
Che la madre terra è un sistema vivente era già a coscienza degli indiani d’america senza l’uso di microscopi e ricercatori. La scienza però ci insegna che il terreno (i dieci centimetri più superficiali) sono l’habitat di una quantità di flora e fauna e la loro massa complessiva supera di più del doppio la massa dei viventi che lo calpestano.
Tutto questo è stato completamente o volutamente ignorato dall’agricoltura moderna.
Come ben sai il ciclo dell’energia basato sul carbonio (organicazione e mineralizzazione) si è spezzato con l’eliminazione di questa enorme massa vivente attraverso le lavorazioni profonde del terreno.
Allora tutta questa quantità di carbonio dove è andata a finire?????
Proprio sopra la nostra testa sottoforma di CO2 e CH4, ma forse questo non si può dire.
Allora come possibile ottenere produzioni costanti e remunerative abbattendo addirittura i costi di produzione????
Semplice con una piccola parola “PROMISCUITA’” che oggi è scomparsa anche dai dati catastali, ma che nel passato era conosciuta anche dal più ignorante dei contadini.
Per quanto riguarda la fertilizzazione di una coltura personalmente la sostituirei con il ripristino della fertilità naturale del suolo aiutando i nostri amici terricoli.
Scusatemi per la passione non sono riuscito a moderarmi.
Cordiali saluti a tutti.

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20/12/2008, 14:18
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