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piano rotazioni 
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avrei bisogno di qualche suggerimento per progettare un piano di rotazioni per il orto, che ho descritto in orticoltura-f42/rapporto-superficie-orto-n-consumatori-t872-10.html

grazie per le risposte.
paride


17/12/2008, 17:43
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Ciao paride,
da quel che ho capito, il tuo orto sarà attivo tutto l'anno, quindi per prima cosa dovrai gestire le successioni, il mio consiglio è quello di prendere un foglio, disegnare all'incirca la forma dell'appezzamento e dividerlo in tante particelle quante saranno le colture che vuoi fare contemporaneamente, fai magari un po' di fotocopie del foglio prima di scrivere, su un foglio metterai gli ortaggi estivi e su l'altro quelli che li sostituiranno in autunno.
Una volta decisa la disposizione dovrai stare attento a non fare mai la stessa coltura sullo stesso appezzamento prima di 3-4 anni, evita anche famiglie affini come solanacee e cucurbitacee tra loro, e così con i tuoi vari fogli imposterai la rotazione per 3-4 anni, e non dovrai far altro che applicare sul campo quello che hai fatto a tavolino.
Spero di essere stato chiaro.
Per qualsiasi cosa chiedi pure.
Saluti Francesco

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- La morte non è niente - aveva affermato il 12 dicembre 1804, nello splendore della sua potenza. - Ma vivere sconfitti e senza gloria - aveva aggiunto - significa morire ogni giorno. (Napoleone)
Egli vive ancora.


18/12/2008, 16:26
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grazie, Francesco. Adesso provo e... poi mi farò sicuramente di nuovo vivo perché mi verranno altri dubbi.
ciao.
paride


18/12/2008, 17:35
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Ciao paride,
di nulla, spero che con il nostro aiuto tu riesca a fare un orto bello e produttivo.
Saluti Francesco

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18/12/2008, 18:03
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Mi sembra di capire che da questa operazione devi trarre reddito.Per prima cosa quindi bisogna fare una scelta oculata delle specie e delle varietà da coltivare.Spesso si è portati a coltivare ecotipi perchè tradizionali della zona, per affetto o anche perchè vanno di moda ma che molto spesso specie in condizioni agroclimatiche avverse non assicurano quella garanzia produttiva perchè poco o per nulla resistenti alle fitopatie.Ti consiglio quindi una volta decise le specie da coltivare di acquistare seme certificato ed in possesso ove possibile delle resistenze alle più comuni fitopatie.Non è vero che gli ibridi moderni danno prodotti qualitativamente inferiori a quelli degli ecotipi anzi essendo in possesso di resistenze ricevono meno trattamenti e quindi alla fine risultano anche più salubri.Il problema è invece il loro costo.
Bene i consigli di Francesco a cui aggiungo di fare più parcelle per la stessa specie cioè fare semine o trapianti scalari in modo da avere il prodotto diluito nel tempo.Prendi in considerazione se durante l'inverno non puoi coltivare ortaggi di fare il sovescio con leguminose così migliori il terreno ma ove possibile anche il sovescio di certe crucifere che interrate risultano tossiche per nematodi o anche alcuni tipi di funghi del terreno.Questo per non ricorrere spesso alla chimica.
Gli ortaggi necessitano di sostanza organica per cui se nel tuo terreno manca apportala in modo economico con il compost ottenuto da rifiuti urbani, praticamente un prodotto a costo zero se te lo ritiri personalmente.
Non ti scoraggiare se all'inizio commetterai errori(trapianti stretti, irrigazioni scarse o in eccesso,trattamenti antiparassitari etc).Comunque quando inizierai armati di una digitale e posta le foto dei problemi che dovessero verificarsi.
ciao
Eugenio

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19/12/2008, 0:44
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Ciao Paride vorrei anch’io contribuire al tuo progetto mettendo a disposizione la mia esperienza in merito alla costituzione di un orto da inserire nel contesto agrituristico.
Scusate ma ho dei dubbi circa i consigli che sono stati dati che hanno come obbiettivo il classico orto industriale o da periferia urbana che a mio avviso è da escludere in una azienda agrituristica.
Mi sembra di notare una contraddizione nei consigli di eugenio quando dice di escludere le varietà locali perchè poco resistenti alle specifiche condizioni locali. Oltre alle loro caratteristiche organolettiche le varietà locali venivano selezionate soprattutto per la loro rusticità cioè la capacità di adattarsi senza l’uso di pesticidi.
Un altro consiglio da evitare è l’uso di compost urbano per la coltivazione di ortaggi da consumo fresco perché oltre ad essere vietato per legge contiene metalli pesanti che si accumulano nel terreno alterandone l’equilibrio biologico.
Provo a descrivere il mio orto che occupa poco più un ettaro.
La superficie è stata suddivisa in quattro appezzamenti con al centro un’area circolare (8 metri di diametro) da destinare ad un gazebo, separati da viali alberati, con piante di pesche albicocche e ciliegi alternate da viti, larghi circa 6 metri. I viali sono stati seminati con graminacee rustiche e adatte al camminamento. Ogni appezzamento risulta chiuso dal filare alberato e l’accesso è concentrato per tutti e quattro nell’area del gazebo. All’interno ho seminato un prato di medica e trapiantato altre piante da frutto (meli, peri, etc) in file distanti 5 metri e 4 metri lungo la fila dove tra le piante ho messo dei carciofi.
Il parco macchine è composto da una falciatrice a barra e un decespugliatore. Il primo anno gli sfalci della medica e delle graminacee sono stati utilizzati come pacciamatura per i giovani fruttiferi.
Il secondo anno ho iniziato a coltivare ortaggi trapiantando a primavera pomodori, peperoni, melanzane, zucchine, meloni, anguria all’interno degli appezzamenti tra le file delle piante da frutto (una sola fila nei 5 metri di distanza) dopo il primo sfalcio e senza alcuna lavorazione. Successivamente ho utilizzato l’erba dello sfalcio per la pacciamatura delle ortive e così con gli sfalci successivi. Per l’irrigazione ho messo la manichetta forata a 20 cm come impianto a goccia. Per gli ortaggi da seme è necessario preparare il terreno con qualche mese di anticipo mantenendo il terreno coperto con l’erba e poi procedere alla semina diretta. In autunno le colture sopracitate sono sostituite da cavoli, radicchio, indivie, aglio, cipolla, fave, piselli. E così vivono felici e contenti senza alcun apporto di fertilizzanti e anticrittogamici.
Scusa per la semplificazione, ma non è facile riassumere in poche righe anni di lavoro entusiasmante.
Cordiali saluti.

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“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
Virgilio.


19/12/2008, 10:47
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ringrazio anche Eugenio e Pallinof per le risposte. E' chiaro che qui si fronteggiano due diverse visioni del mondo. Io sono all'inizio e sto ancora cercando di farmene una. I vostri contributi mi aiutano a chiarirmi le idee.
Di una cosa sono comunque convinto: la necessità per me di coltivare anche (non esclusivamente) antiche varietà orticole locali, perché possono costituire un elemento distintivo della mia produzione. Per fare un esempio mia madre ricorda che a Torino veniva venduta un'insalata detta cappuccina con piccole foglioline (proveniente dagli orti dei dintorni cittadini), che oggi non si trova più. Un altro esempio è lo stachys di cui ho parlato in un altro post. Qualcuno saprebbe dirmi dove mi potrei documentare su queste vecchie varietà?
Grazie.
paride


19/12/2008, 12:30
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Pallinof è un piacere leggerti,semplichi il giusto connubbio tra conoscenza è pratica.


19/12/2008, 12:43
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Mi sembra di notare una contraddizione nei consigli di eugenio quando dice di escludere le varietà locali perchè poco resistenti alle specifiche condizioni locali. Oltre alle loro caratteristiche organolettiche le varietà locali venivano selezionate soprattutto per la loro rusticità cioè la capacità di adattarsi senza l’uso di pesticidi.
Un altro consiglio da evitare è l’uso di compost urbano per la coltivazione di ortaggi da consumo fresco perché oltre ad essere vietato per legge contiene metalli pesanti che si accumulano nel terreno alterandone l’equilibrio biologico

Credo che essendo un mio collega tu devi conoscere il motivo per il quale molte varietà locali non riescono più a produrre o a produrre su soglie economiche non accettabili.Relativamente al compost sono ormai tante le sperimentazioni effettuate sugli ortaggi ed i risultati sono stati molto confortanti e senza problemi per i metalli pesanti.Basta utilizzare compost di società certificate.
Certo il tuo orto sarà bellissimo ma vorrei che tu facessi un'analisi economica del tuo ettaro di superficie per vedere quando rende.
ciao

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20/12/2008, 0:37
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Ciao a tutti, sono lusingato dal post di Paolo il connubio nasce dalla necessità post laurea di mangiare, ma oggi posso dire di avere una visione dell’agricoltura meno disincantata e più pragmatica che vorrei condividere con la nuova generazione interessata a questa affascinante ed unica professione.
Ringrazio tutti per l’opportunità offerta da questo forum allo scambio di esperienze tra le diverse generazioni di professionisti agricoli che possano servire ai giovani di aiuto a non commettere quegli errori che purtroppo hanno portato l’agricoltura dalla principale fonte di energetica ad una attività marginale ed energivora.
Mi permetto di segnalare a Paride il sito http://www.biodiversita.info/ punto di riferimento per gli appassionati alla biodiversità e colgo l’occasione per avere sue informazioni circa una varietà di pomodoro giallo scatolato che veniva coltivato nei pressi di Torino dal nome pomodoro-peperone.
Non è mia intenzione polemizzare con nessuno, tantomeno con il collega Eugenio, ma esporre le mie esperienze in merito agli aspetti economici da lui esplicati.
Si il mio orto è proprio bello e per questo l’ho consigliato come soluzione in una azienda agrituristica dove ricreare un ambiente il più possibile naturale può trovare una valutazione economica per l’agricoltore oltre al notevole risparmio in mezzi tecnici di produzione.
Il discorso delle varietà locali è un po’ più complesso e la loro scelta non è stata fatta dall’agricoltore. Nella mia esperienza di produttore ortofrutticolo sono stato obbligato dal mercato a produrre varietà scelte dal commerciante per alcune loro caratteristiche commerciali (consistenza nei pomodori, lunga vita nei meloni, uniformità di maturazione nei pomodori a grappolo e potrei citarne molte altre). Perché secondo voi i fornitori di mezzi tecnici (fertilizzanti, sementi, antiparassitari, etc) svolgono anche attività di ritiro e stoccaggio dei prodotti agricoli??????
I semi di alcune varietà di ortaggi venivano conservate in una specie di cassaforte visto il loro prezzo, piccolo esempio di una varietà di pomodoro datterino prezzo unitario 1 euro a seme, una confezione da mille semi dal peso di circa 3 grammi 1000 euro, circa 350 euro a grammo. Sono sincero nell’affermare che ne avrei fatto benissimo a meno, ma ero costretto ad acquistarli se volevo mantenere gli spazi di mercato che con difficoltà ero riuscito a conquistare.
Cordiali saluti a tutti.

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“ Prima di Giove non v’erano contadini
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Virgilio.


20/12/2008, 12:46
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