Il caso proposto mi ha indotto a fare una ricerca abbastanza ampia su questo tipo particolare di mal bianco (per inciso le pubblicazioni reperibili sono tutte in inglese che non è esattamente la mia lingua, perciò ho un po' faticato per capire bene).
Riporto solo gli aspetti che ritengo di più universale comprensione e utilità, sperando con ciò di far cosa gradita.
Leveilula taurica è uno dei rari mal bianchi endofitici, cioè che vive all'interno dei tessuti (la maggioranza degli altri tipi di oidio invece è visibile sulla superficie come una patina bianca polverulenta, e per questo motivo è una delle malattie di più facile identificazione). Però come gli altri mal bianchi è un parassita obbligato di tipo trofico (il significato è stato dato in precedenza). Ha una ampio ventaglio di piante ospiti.
L'infezione si realizza attraverso elementi infettivi (conidi) trasportati per via aerea, che germinano sulla superficie inferiore della foglia generando particolari formazioni che consentono al fungo di aderire e poi di penetrare, tramite gli stomi, all'interno dei tessuti fogliari; questo processo si svolge in circa 6 ore ed è un dato importante ai fini della prevenzione con i fungicidi.
L'evasione degli elementi di diffusione della malattia (conidiofori che portano i conidi come da foto postata in precedenza) avviene sempre tramite gli stomi, e all'occhio tale processo appare come una leggera muffetta bianca: questo è il sintomo diagnosticamente più rilevante. In alcuni casi è stata osservata la riproduzione sessuale con formazione dei cleistoteci (metto una mia foto di quelli del mal bianco della quercia: sono i puntini neri sul feltro di mal bianco).
Le condizioni per l'insorgenza della malattia sono date da una temperatura tra i 10 e 37 °C (optimum circa 20 °C) e con elevata umidità (optimum U.R. 75 -85%). Temperature che si mantengono a lungo sopra i 25 °C frenano la malattia.
Per quanto sopra, la difesa con prodotti antioidici di contatto (es. zolfo) va impostata in via preventiva allo scopo di impedire la germinazione degli elementi infettivi, e la prevenzione è in funzione del tempo di persistenza di una quantità efficace di prodotto. I fungicidi sistemici in teoria dovrebbero stoppare l'attività del patogeno anche quando sia penetrato (qui però non ho trovato nessun dato). Esiste anche la possibilità di contrastare la malattia mediante funghi antagonisti: in commercio
Ampelomyces quisqualis ceppo M-10 (presente in natura) impiegato con gli stessi criteri dei fungicidi di contatto.
Per gli aspetti e le osservazioni pratiche mi affido a Marcello che ne ha avuta esperienza diretta.
Ciao a tutti
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