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Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA 
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Tosco ha scritto:
Se non sbaglio Fukuoka non li potava affatto.
Mi pare che fece all'inizio un esperimento sull'agrumeto del padre: prendendolo lui in gestione decise di non potare affatto gli alberi che venivano potati ogni anno...e questo ebbe un effetto catastrofico, visto che iniziarono a seccare e le produzioni caddero vertiginosamente.
di lì decise di non potare MAI le piante, e lasciare che fossero loro a svilupparsi secondo natura, e ad adattarsi nella competizione dei rami: le produzioni erano eccellenti.


Ciao,
giusto, ho letto la fattoria biologica e così c'è scritto.
Ma credo che Pallinof non segua alla lettera quello che c'è scritto ma cerchi un buon compromesso seguendo le logiche naturali. Anch'io non credo che seguirlo alla lettera, se non lo si fa per studio o per puro piacere di osservazione, sia produttivo in tempi rapidi anche perchè un albero piantato da seme non si sa che produzione possa avere, ed il tempo di crescita e produzione è più lungo. Io voglio provare su un piccolo pezzo (500mq) il metodo del miscuglio. Spargerò con le palline d'argilla un po di semi di agrumi, frutti, acacia, leguminose da orto varie, trifoglio e qualcos'altro. Poi vedrò di anno in anno di allargarmi.

Ciao


11/02/2012, 18:27
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Tosco non hai detto bischerate, ma fukuoka non ha mai detto di non potare MAI gli alberi. il capitolo delle potature è forse il più complicato per chi non ne ha esperienza, come me, ma parla della totale assenza della potatura solo come spunto per il contadino per capire la "forma naturale dell'albero"... ci sono anche dei suggerimenti sulle minime potature (delle gemme) da fare quando un alberello è giovane... ovviamente per aiutarlo ad avere la forma più naturale possibile ed evitare le potature future....

Fukuoka piantava anche acacie nel suo frutteto, per poi tagliarle, scavare delle fosse, e sotterrarle.
Ma questo non lo ricorda mai nessuno.


11/02/2012, 18:35
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Fukuoka nell' agrumeto di suo padre non è certamente ripartito dai semi, anzi consiglia l'acquisto di alberi da frutto in vivaio......
magari con altri alberi e arbusti partiva da seme.


11/02/2012, 19:04
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La pacciamatura dei fruttiferi viene fatta da i primi sfalci primaverili in poi, fino all'autunno. Durante l'inverno conviene toglierla soprattutto alla base del fusto per evitare la formazione di nidi di roditori che in mancanza di altro potrebbero mangiarsi la corteccia. il materiale può essere utilizzato per le coltivazioni invernali (aglio, patate, etc.) o la preparazione delle file da destinare ai trapianti primaverili. Per la potatura va rispettata la forma naturale della specie e varietà dei fruttiferi. Indispensabile la capitozzatura dell'astone al secondo anno di innesto per avere una adeguata altezza delle ramificazioni. Utilissime le potature leggere al verde che stimolano la formazione di gemme a fiore e garantiscono costanti produzioni. Al contrario le potature invernali stimolano lo sviluppo di gemme a legno. Poi, come dice Tosco, vi sono delle specie come il prugno, il ciliegio, il noce etc. che non necessitano di potature. Non credo si possa fare a meno dell'innesto per la propagazione in tempi utili delle piante da frutto utilizzando piante franche.
Nella coltivazione promiscua conviene eliminare i rami bassi per facilitare le operazioni colturali, aumentare l'ombreggiamento estivo e il riparo da venti freddi o eccessivamente asciutti e creare un'ottimo microclima per le ortive.
Spero di aver risposto a tutti.
Un cordiale saluto.


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“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
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11/02/2012, 23:14
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biociccio ha scritto:

Fukuoka piantava anche acacie nel suo frutteto, per poi tagliarle, scavare delle fosse, e sotterrarle.
Ma questo non lo ricorda mai nessuno.


Ciao,
giustissimo.

Stò cercando da un po delle foto dove si può vedere lo sviluppo di un progetto dall'inizio alla fine. Trovo tante foto dove si vedono le semine con palline oppure il risultato finito ma ho difficoltà a trovare foto della stessa zona prima durante e dopo. Qualcuno mi può aiutare?

Ciao


12/02/2012, 10:09
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PALLINOF ha scritto:
La pacciamatura dei fruttiferi viene fatta da i primi sfalci primaverili in poi, fino all'autunno. Durante l'inverno conviene toglierla soprattutto alla base del fusto per evitare la formazione di nidi di roditori che in mancanza di altro potrebbero mangiarsi la corteccia. il materiale può essere utilizzato per le coltivazioni invernali (aglio, patate, etc.) o la preparazione delle file da destinare ai trapianti primaverili. Per la potatura va rispettata la forma naturale della specie e varietà dei fruttiferi. Indispensabile la capitozzatura dell'astone al secondo anno di innesto per avere una adeguata altezza delle ramificazioni. Utilissime le potature leggere al verde che stimolano la formazione di gemme a fiore e garantiscono costanti produzioni. Al contrario le potature invernali stimolano lo sviluppo di gemme a legno. Poi, come dice Tosco, vi sono delle specie come il prugno, il ciliegio, il noce etc. che non necessitano di potature. Non credo si possa fare a meno dell'innesto per la propagazione in tempi utili delle piante da frutto utilizzando piante franche.
Nella coltivazione promiscua conviene eliminare i rami bassi per facilitare le operazioni colturali, aumentare l'ombreggiamento estivo e il riparo da venti freddi o eccessivamente asciutti e creare un'ottimo microclima per le ortive.
Spero di aver risposto a tutti.
Un cordiale saluto.


Io non sono molto d'accordo nel togliere la pacciamatura in inverno, poiché in questo modo si va a rompere un equilibrio. Fukuoka, l'agricoltura sinergica ecc ci insegnano che la pacciamatura è importantissima per la terra in ogni epoca dell'anno, in inverno protegge il suolo dal freddo e dalle erosioni causate dalle piogge torrenziali, per non parlare del nutrimento, se andiamo a togliere la pacciamatura con che cosa nutriremo il terreno? :shock:

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Immagine...La terra non appartiene all'uomo, è l'uomo che appartiene alla terra. Attle-Duwamish


12/02/2012, 12:02
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Baby ha scritto:
Io non sono molto d'accordo nel togliere la pacciamatura in inverno, poiché in questo modo si va a rompere un equilibrio. Fukuoka, l'agricoltura sinergica ecc ci insegnano che la pacciamatura è importantissima per la terra in ogni epoca dell'anno, in inverno protegge il suolo dal freddo e dalle erosioni causate dalle piogge torrenziali, per non parlare del nutrimento, se andiamo a togliere la pacciamatura con che cosa nutriremo il terreno? :shock:


Forse non mi sono spiegato bene: intendevo allontanare la pacciamatura in prossimità del fusto delle piante legnose per circa 2 o 3 mesi invernali e magari riutilizzarla per le file di ortive tra i filari. Ho verificato personalmente la formazione di nidi di piccoli roditori che hanno provocato seri danni al fusto e mi ricordo di aver letto in un racconto di Tolstoj di un impianto di fruttiferi pacciamato per proteggerlo dai rigidi inverni russi e distrutto dai roditori. Non credo poi di ostacolare la nutrizione del terreno in quanto la fermentazione della sostanza organica viene molto rallentata dalla temperatura invernale. La pacciamatura crea una struttura naturale del terreno ad opera di tutti quei organismi che ci vivono sotto e questa struttura è di gran lunga più stabile di quella creata con le lavorazioni meccaniche, soprattutto al ruscellamento delle acque piovane.
Ciao Baby
La mia amica Talpa


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Felice di essermi sbagliata. :D Per un momento ho temuto che il mio mito si sgretolasse in 1000 pezzi...
Ciao Pallinof

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A proposito di talpe ...
ho notato (o forse ho notato sbagliato?)
che nei terreni che vengono lavorati meccanicamente
non si trovano molte montagnette di talpe..
perlomeno passeggiando qui nella mia zona ...

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"nessuna risposta ... è una risposta" (Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano )


12/02/2012, 23:17
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Il mito è utile per la conoscenza, ma il dubbio indispensabile per la verità. Non dobbiamo averne timore, anzi conviene custodirlo gelosamente senza alcun timore di mostralo ad altri.
Nei terreni arati, con l'alterazione del profilo, salta l'equilibro naturale. Spariscono i microorganismi, molti animali terricoli tra cui i lombrichi e di conseguenza le talpe che se ne nutrono.
Vi presento il mio galletto Astarotte (quello al centro).
Buona giornata a tutti.


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