in modo da evitare inutili polemiche e assurdi piagnistei.
Come al solito sei diseducativo e con la coda di paglia Se la tecnica del fuori suolo è tanto semplice usando borlanda attivata perchè non è diffusa? Ribadisco il tuo controsenso e cioè colture fuori suolo e poi radicalismi estremi in pieno campo. Boh?????????????????????????
Ottimo Zamundo, ciascuno è libero di credere a ciò che ritiene più opportuno, la foto postata risale a 5 anni fa e si riferisce alla coltivazione di una varietà di pomodoro costoluto ancora non commercializzato di una nota ditta francese. La foto fa parte della mia collezione per documentare il risultato ottenuto che allora non mi fece scappare un sorriso, ma una forte e grassa risata. Comunque da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, non coltivo più pomodoro fuori suolo perchè ho riscoperto la nostra madre terra e i piccoli folletti che l'abitano.
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ecco, a questo punto credo di essermi perso il nocciolo della discussione... (credo ci siano dei pregressi a me ignoti). Provo a vedere se riesco ad inserirmi nella discussione "pratica". Prima di tutto, faccio fatica ad intendere un metodo fukuoka per l'orto... Fukuoka era specializzato in coltivazioni da campo, riso, orzo... e (qui siamo tutti d'accordo) in ambiente subtropicale (niente inverni ecc... ecc... cosa non da poco considerando i cicli dei microrganismi e dalla materia organica nel suolo). Se di "metodo Fukuoka" in ambiente temperato si vuole parlare si deve, a mio parere, fare riferimento agli studi condotti da Marc Bonfils sulla coltivazione del grano in modo "naturale" se, invece, si vuole parlare di orto e produzioni orticole allora si deve fare riferimento ad Emilia Hazelip, Jean Pain o simili. I principi rimangono invariati, lo scopo è comunque sempre quello di mantenere il più possibile vitale il terreno dal punto di vista della microflora e microfauna e aumentare progressivamente la materia organica presente nel suolo. Palla al centro... vediamo cosa ne viene fuori
Ciao Nicola sono d'accordo che al di là del metodo i principi rimangono invariati, ma aggiungerei che l'obbiettivo è aumentare la quantità di energia dell'ecosistema in modo da permettere asportazioni di biomassa senza comprometterne la fertilità.
direi che la discussione si fa interessante. Allora riassumendo, e tornando al mio ettaro di orto per ora simildinamico. Considerato che i lavori iniziali sono stati quelli di ripulire in modo radicale il terreno , vergine da decine di anni, e di regimare le acque in eccesso. Due operazioni iniziali che Eugenio definisce errori madornali e pallinof non so come le consideri, ma che a me son costate parecchio in termini di energia e denaro. Vorrei da pallinof un suggerimento su come aumentar e questa energia potenziale. Da utente del sito mi piacerebbe inoltre , che la discussione e le contestazioni al metodo avessero un tono un po' piu dimesso e meno aggressivo. Non e' che con lo sfotto' si ottenga piu ragione. Con il massimo rispetto per chi studia e applica l'agricoltura tradizionale, (attualmente nel mio piccolo lo faccio anche io e seguo disciplinari ufficiali molto stretti), preferirei sentire la campana di chi propone una coltivazione alternativa. Mica come fede, per cui ritengo le crociate pro e contro inutili, ma come informazione e come modo per esplorare altri campi. Insomma l'ho gia detto prima, ben vengano i dubbi, ben venga la discussione, ma evitiamo per favore di trasformarla in una gara a chi ce l'ha piu lungo.
Ciao Raviolo non ho risposto alla tua sulla sistemazione idraulica perché trovo inutile dare consigli senza un sopralluogo reale sul posto. Posso però parlare della mia esperienza di messa a coltura di un terreno in prossimità di un fiume con falda molto alta in alcuni punti nel periodo invernale 30 cm. I miei vicini utilizzano questa proprietà per coltivare ininterrottamente mais senza alcuna irrigazione. Quando ho acquistato il terreno era stato arato dopo una coltivazione di frumento i primi interventi hanno interessato la ripulitura e sistemazione dei canali perimetrali per favorire lo sgrondo delle acque in eccesso e mantenere la falda a valori accettabili. Successivamente ho piantato dei filari di acacia lungo i canali e, dopo aver suddiviso il terreno in piccoli appezzamenti, seminato la medica. Negli anni successivi ho iniziato a trapiantare fruttiferi negli appositi spazi determinati dal progetto iniziale in base alla disponibilità delle varietà reperite. Ho utilizzato l’energia accumulata dalla biomassa prodotta dalla medica per la pacciamatura e fertilizzazione dei fruttiferi, oggi ho energia a sufficienza per introdurre anche coltivazione di ortive. La medica con il suo apparato radicale profondo ha contribuito a regimare la falda e trasformare l’acqua in energia necessaria per la coltivazione delle altre specie introdotte e durante l’inverno mentre i campi vicini sono spesso completamente allagati il mio piccolo appezzamento ( poco più di un ettaro) risulta completamente asciutto e calpestabile. Non so se la descrizione della mia personale esperienza possa esserti utile, fammi sapere. Tanti auguri.
Zamundo ha scritto:Buone Feste anche da parte mia.
Se la discussione dovesse continuare a vèrtere su argomenti politico-ideologici (ossia le chiacchiere) mi dissocio (con affetto), se invece voleste, cortesemente, parlare di qualcosa di "concreto" e rispondere ai nostri dubbi, avremmo tutti da imparare da voi.
Cari saluti
Se il sogno dell’agricoltura convenzionale è quello di massimizzare la produzione, aumentare il reddito degli agricoltori e sfamare nove miliardi di uomini che abitano il pianeta utilizzando enormi quantità di energia rispetto a quella prodotta, secondo voi non ci troviamo di fronte ad una ideologia supportata da scelte politiche?????????
Di fronte al palese fallimento di questi obbiettivi rivalutare il ruolo fondamentale dell’agricoltura nella produzione e gestione dell’energia attraverso i flussi di energia propri di un ecosistema naturale (vedi i sempre più diffusi incendi estivi dove viene bruciata enorme quantità di energia) non è discutere di cose “concrete”??????????????
che la discussione e le contestazioni al metodo avessero un tono un po' piu dimesso e meno aggressivo
per fare questo bisogna che qualcuno non imponga il suo modo di pensare,essere e fare. X raviolo il fatto che tu abbia prosciugato il terreno è un errore perchè hai abbassato troppo la falda, bastava fare dei fossi perimetrali come detto da pallinof. Il mio scetticismo nei confronti di sistemi colturali alternativi non è legato alla possibilità essere applicati ma alla loro convenienza economica in un ciclo produttivo intensivo. Non creiamo inutili dualismi o scuole di pensiero ognuno scelga di fare quello che vuole.Fin quando rimaniamo nel campo dell'hobby va tutto bene ma quando ragioniamo in termini di convenienza economica e quindi di trarre reddito dall'attività agricola credo che i conti non tornino. Ho chiesto da mesi a chi propone alternative se queste sono applicabili in termini di convenienza economica ma ricevo in cambio poemi e romanzi. ps lo sfottò è una risposta educata per chi da risposte spesso offensive
@ PallinoF - si, scusa, effettivamente in maniera molto semplicistica io traduco "energia" in "materia organica"... scusa la semplificazione eccessiva
@ Raviolo - se tanto mi da tanto il tuo terrenno è uno spesso impasto di argilla con probabile sedimento sotterraneo di tufo... bel casino... non sono in grado di dirti se le lavorazioni che hai fatto fossero indispensabili o meno e, tantomeno, di esprimere un giudizio... sicuramente la microbiologia del suolo ne ha sofferto parecchio ma il vantaggio è che l'argilla funziona da "spugna" naturale avendo una grossa capacità di accumulo di acqua se correttamente gestita... il problema è riuscire a far percolare l'acqua tra gli aggregati e trattenerla. In agricoltura naturale questa è una delle funzioni principali della pacciamatura perenne (verde o meno che sia)
@ Eugenio - la tua notazione è molto interessante ed è quella che principalmente mi viene posta quando partecipo ad incontri o eventi simili... il problema è che non è possibile dare una risposta "neutra". La convenienza su larga scala delle tecniche di coltivazione "naturali" difficilmente può prescindere da modifiche strutturali sulle leggi di mercato e sull'industria agraria. Anche se alcune specifiche vengono già applicate in maniera estensiva... si pensi alla tecnica del no-tilling sovvenzionata ampiamente dallo stato negli USA...
vediamo di rispondere a tutti in un colpo solo. Premesso che il terreno in questione era lasciato a gerbido da trenta anni proprio perche praticamente paludoso. Umido al punto che ci son cresciuti su salici spontanei con diametro del tronco di quasi un mt. I canali attorno ci sono e son puliti, son anche sempre pieni d'acqua pulita. Ora il mio lavoro e' stato quello di individuare il punto dove la falda e' piu superficiale per asportare via circa 100 mc di terra in modo da realizzare un piccolo serbatoio in cui accumulare l'acqua. Per raccogliere e drenare l'acqua in eccesso ho stabilito due fossi di raccolta con vasche di decantazione intermedie. Questo ovviamente ha abbassato la falda, non so se in modo eccessivo, a me non pare, L'anno scorso avevo la superficie quasi completamente sott'acqua, quest'anno crescono spinaci, cavoli rapanelli e insalate senza troppi problemi. Li ho seminati per prova senza troppo badarci, dopo aver concimato con un po di letame di cavallo e dopo una aratura e fresatura frettolose. Ah per ora di definitivo ho solo piantato ai bordi circa 250 meli di vecchie varieta' im modo da fare una recinzione naturale. Ho invece seguito il consiglio di pallinof e ho seminato un misto di medica e prato da sottofrutteto in un nuovo impianto di frutteto che ho appena finito di trapiantare. Questa volta pero parliamo di una piccola valle riparata e piu asciutta.