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Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA
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dottor3
Iscritto il: 02/02/2011, 11:41 Messaggi: 39
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La festa delle proteine!!!
Ora dico la mia cialtronata: Per calcolare l'equilibri energetico basterebbe sapere a grandi linee la quantità massima di prodotto raccolto ( es peperoni) nel ciclo della pianta (lo so che e' un incognita di difficile quantificazione), calcolarne il potere calorifico del peperone e moltiplicarlo per la quantità. Es: peperone(30 kcal x 150gr) x 10 kg = 2000Kcal
Certo e' un calcolo motlo approssimativo ma secondo me rientra in un discorso logico (nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma). La pacciamatura dovrebbe, una volta decomposta, reintegrare l'ammanco energetico lasciato dal nostro passaggio.
Ripeto, è una mia supposizione.
_________________ Noi siamo cio che mangiamo........ Diventa un pastore della natura non un forgiatore, cosi' sarai sicuro che cio che ingoi ti farà diventare un uomo migliore.
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04/03/2011, 23:12 |
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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maxdef ha scritto: xPallinof:qualche dubbio....dalle tue foto vedo la fila pacciamata tra i filari di frutta dove semini e trapianti le orticole,mi chiedo, quella fila rimane fissa o no?...sotto la pacciamatura il prato con la medica è scomparso oppure si riprende con lo spostamento della fila? ...ancora,il bilancio energetico tra quello che apportiamo con la pacciamatura e quello che preleviamo come prodotti,come lo possiamo determinare? ...ancora,...poi basta!....dopo la raccolta le piante le estirpi oppure le falci lasciando tutto sul terreno? Si è molto importante mantenere coperta la fila anche nel periodo invernale con gli sfalci del prato. La distanza tra le file di ortive è di circa 5-6 metri, ma può essere aumentata secondo la necessità di biomassa. Sotto la pacciamatura il prato è scomparso, ma in caso di ripristino nel giro di qualche mese si ricostituisce da solo. Per questo è necessario arricchire il terreno con la pacciamatura. Ricordo che aumentiamo l'energia del prato anche asportando l'erba di sfalcio perchè nel terreno rimangono residui radicali in misura di circa un quarto del materiale asportato. Il bilancio energetico della coltivazione si può misurare molto semplicemente con la percentuale di sostanza organica contenuta nel terreno che determina la sua dotazione energetica. Dopo la raccolta spesso conviene estirpare soprattutto per quelle specie che tendono a ricacciare e non sono desiderate. A presto, buona giornata a tutti.
_________________ “ Prima di Giove non v’erano contadini che coltivassero la terra, né era lecito delimitare i campi tracciando confini: tutto era in comune e la terra, senza che le fosse richiesto, produceva spontaneamente e con generosità ogni cosa.” Virgilio.
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05/03/2011, 9:36 |
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maxdef
Iscritto il: 11/02/2011, 8:44 Messaggi: 276 Località: Roma
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PALLINOF ha scritto: La distanza tra le file di ortive è di circa 5-6 metri, ma può essere aumentata secondo la necessità di biomassa. ma su piccole superfici non diventa un metodo improponibile?
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05/03/2011, 18:52 |
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nolicence
Iscritto il: 05/03/2011, 18:50 Messaggi: 94 Località: pisticci(MT)
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salve a tutti , mi sono appena registrato , possiedo un piccolo podere in collina nel quale vorrei coltivare secondo il metodo naturale . la mia prima domanda riguarda la potatura degli alberi d'olivo che sono stati fin'ora coltivati "tradizionalmente" con pesanti potature biannuali .ho letto "la rivoluzione del filo di paglia " e fukuoka sconsiglierebbe di abbandonare le potature drasticamente ;inoltre come devo comportarmi con le viti (due filari di 50 piante ciascuno affiancati da una parte dalle piante di olivo dall'altra da un campo di aranci del confinante . buona " non azione a tutti " ) , grazie
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05/03/2011, 21:15 |
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stonetta
Iscritto il: 25/02/2011, 21:31 Messaggi: 74 Località: Puglia
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Ciao Nolicence, anche io sarei molto interessata a sapere la risposta alla tua domanda, in quanto si avvicina a breve il tempo della potatura degli ulivi.
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05/03/2011, 22:04 |
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dottor3
Iscritto il: 02/02/2011, 11:41 Messaggi: 39
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Mi spiace ma secondo me la potatura degli ulivi (soprattutto se vecchi) non va abbandonata in quanto le painte ormai possono soltanto crescere in modo disordinato. Per farti un esempio, hai mai visto gli oleastri selvatici??? la loro forma differisce totalmente da quella degli ulivi che conosciamo noi con forma a vaso. Ho provato a non potare per due anni un paio di piante per vedere che succedeva....risultato???? sembrava un cespuglio di oleandro.....inpenetrabile....ora dopo una potatura pesante per riportarla alla vecchia forma ora sono 2 anni che portano poco o nulla. Vuoi magari la mia incapacità o ignoranza nel metodo, ma secondo me una volta istanziata una forma artificiale non si puo' più tornare indietro.
Io ho destinato all'agricoltura naturale i 1000 mq che consigliava fukuoka, che se fosse un quadrato perfetto avrebbe come lato +o- 30 metri. Non considerando i bordi avrei 5 file di ortaggi lunghe 30 metri.....la distanza tra piante, fai un metro, si hanno 28-30 piante. Piu' che abbastanza per preparare le conserve invernali !!!!
Io mi sono già preparato ad un semi-sicuro insuccesso(come mi è gia successo), ma questo non mi ferma a riprovare e a riprovare. L'anno scorso ho provato a piantare l'aglio e a non zappetarlo e a concimarlo, lasciandogli crescere l'erba intorno(mia moglie e mio suocero mi hanno preso per pazzo e non vi dico quanto mi hanno assillato). L'unica cosa che facevo era strappare , a mano, le erbe che sapevo non utili (le conosco per forma ma non per nome scusatemi) e lasciando invece erbe che avevo visto prosperare senza arrecare nessun danno ad altre piante selvatiche come le cipollette selvatiche (lambascioni) ed erba cipollina. Al raccolto le dimensioni delle teste d'aglio erano identiche, ma il sapore decisamente più marcato nei miei.Il tutto venne riassunto come un colpo di fortuna.
Quello che dico io dal basso della mia ignoranza è di studiare il vostro microecosistema, ma non studiare in modo scientifico, conoscerlo coem lo conoscevano i vecchi contadini. Saper prendere cio che serve dall'incolto in modo misurato, perdere tempo a passeggiare e guarda ammirato la natura che si manifesta con le sue sottili bellezze che scaldano il cuore. Il mese scorso mi sono quasi messo a piangere di rabbia per la scomparsa di 3 alveari di api selvatiche. Sono almeno 8 anni che ogni 1/2 mesi vado a spiare che fanno nel loro incavo di vecchia quercia. Bene il propietario del terreno ha venduto gli alberi e ora sono stati tagliati per farne legna da ardere.....l'unico ricordo che mi rimane e' un odoroso pezzo di legno intriso di propoli.
Tutto questo per ribadire di cominciare a vedere il tutto che ci circonda come un sistema delicatissimo che se non salvaguardiamo rischia di fare la fine delle mie amiche api......
_________________ Noi siamo cio che mangiamo........ Diventa un pastore della natura non un forgiatore, cosi' sarai sicuro che cio che ingoi ti farà diventare un uomo migliore.
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05/03/2011, 23:22 |
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stonetta
Iscritto il: 25/02/2011, 21:31 Messaggi: 74 Località: Puglia
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Bello e utile, dottor3, grazie. Anche io avrei pianto per le api e non solo di rabbia. Sento questo attaccamento anche per gli alberi ed e` per questo che mi risulta difficile rimuovere persino un pino a meno che non sia proprio malandato o caduto. Ho sempre sentito dire che dopo una forte potatura gli ulivi non producono per un paio d'anni o producono pochissimo. Purtroppo mi sa che dovro` far potare i miei in questo modo perche` credo che sono una ventina d'anni o poco meno che non vengono potati. Di sicuro 15.
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06/03/2011, 10:16 |
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stonetta
Iscritto il: 25/02/2011, 21:31 Messaggi: 74 Località: Puglia
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P.S. forse le api si sono trasferite...?
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06/03/2011, 10:17 |
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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maxdef ha scritto: PALLINOF ha scritto: La distanza tra le file di ortive è di circa 5-6 metri, ma può essere aumentata secondo la necessità di biomassa. ma su piccole superfici non diventa un metodo improponibile? La sostanza organica è l'energia del terreno. Se l'energia è la capacità di compiere lavoro, la sostanza organica permette la crescita delle piante. La sua lenta mineralizzazione ad opera di numerosi microorganismi libera nel terreno gli elementi indispensabili al loro sviluppo. Come ogni essere vivente ogni specie ha le sue esigenze nutritive, quindi il risultato di una coltura dipende dalla disponibilità di energia che riusciamo a fornirle. Se per necessità ci troviamo ad operare in spazi ristretti abbiamo due alternative: approvvigionamento di biomassa fuori dal nostro orticello oppure utilizzare concimi minerali fregandocene della sostanza organica. Mi piace definire la mia attività "geoponica biodinamica", che significa coltivare (prendersi cura) della terra secondo le dinamiche biologiche. Aumentare e mantenere costante la sostanza organica (energia) del terreno è l'obbiettivo che permetterà la crescita e produzione delle specie da me inserite. Ricordo che la quantità (in peso) di organismi che vivono nel terreno è di gran lunga (oltre 10 volte) di quelli che calpestano la sua superficie. L'agricoltura convenzionale ha ridotto di più della metà il quantitativo di sostanza organica del terreno, mandandolo letteralmente in fumo nell'atmosfera, maggior responsabile dell'effetto serra. Purtroppo nessuno ne parla. Aumentare la quantità di sostanza organica nel terreno significa: accumulare anidride carbonica dell'aria nel suolo, rendere l'aria più respirabile e fare scorta di energia per le nostre colture. Buona domenica a tutti.
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06/03/2011, 10:32 |
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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dottor3 ha scritto: Quello che dico io dal basso della mia ignoranza è di studiare il vostro microecosistema, ma non studiare in modo scientifico, conoscerlo coem lo conoscevano i vecchi contadini. Saper prendere cio che serve dall'incolto in modo misurato, perdere tempo a passeggiare e guarda ammirato la natura che si manifesta con le sue sottili bellezze che scaldano il cuore.
Perchè le conoscenze dei vecchi contadini non sono scientifiche??? Eppure erano ripetibili e utilizzate da molti, certo non venivano accreditate da pubblicazioni su patinate riviste scientifiche, ma in compenso hanno permesso di mangiare a quasi tutti e arricchire pochi. Saper prendere vuol dire anche saper dare per mantenere un equilibrio costante che ci permette di avere frutti sani e buoni dalla nostra terra, magari condividendoli con i nostri amici abitatori dell'orto. Diceva Fukuoka: costa poco ottenere l'80% della produzione, moltissimo il 100%. Per la potatura consiglio la potatura estiva anche per l'olivo per arieggiare la chioma da fare tutti gli anni in più interventi e magari utilizzare i rametti per l'alimentazione del bestiame o triturati per la pacciamatura. Discorso diverso per le viti che vanno potate in inverno per favorire i tralci con le gemme a fiore. In natura è nel periodo estivo quando la pianta è carica di frutti e soggetta a forti sollecitazioni dei venti che avvengono le rotture dei rami e che modellano la chioma, ma non leggerete mai ciò in nessuna rivista scientifica seria. Un saluto a tutti.
_________________ “ Prima di Giove non v’erano contadini che coltivassero la terra, né era lecito delimitare i campi tracciando confini: tutto era in comune e la terra, senza che le fosse richiesto, produceva spontaneamente e con generosità ogni cosa.” Virgilio.
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06/03/2011, 13:04 |
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