bah il calcolo mi pare troppo semplicistico.. se fosse tutto cosi chiaro, il mondo sarebbe gia' diventato un paradiso. Se bastasse raddoppiare la benzina bruciata dal motore per quadruplicare il lavoro.. Vabbe... di agricoltura capisco poco, ma gestico con profitto aziende da una trentina di anni. devo dire che il discorso di una agricoltura alternativa mi interessa, al punto di voler provare. Del resto... se la proporzione succitata funzionasse gli agricoltori dovrebbero nuotare nell'oro, invece vedo che vendono i loro prodotti per pochi centesimi.. Forse e' ora di cominciare a trovare nuove vie..
caro amico premetto che i numeri sono stati scritti a puro titolo esemplicativo e comunque in agricoltura seppur fosse vero un guadagno pari al 50% come da esempio bisogna considerare il lavoro manuale e intelletuale profuso che sempre in agricoltura non viene conteggiato. Credo sia importante x l'agricoltura aprire a nuovi manager ed innovazioni in quanto il vento innovativo potrebbe scuotere certi atteggiamenti immobilisti che hanno provocato la stasi del settore
Vabbe... di agricoltura capisco poco, ma gestico con profitto aziende
Lo avevo capito e credo che ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere Un in bocca al lupo agricolo cordiali saluti
Eugenio. che dire?.. Il mio mestiere e' far rendere aziende, che producano circuiti elettronici o barche a vela fa lo stesso. Le regole son quelle. Per l'agricoltura, per quel che vedo, le regole mi paiono folli...produzioni che dipendono da finanziamenti talmente farraginosi che la maggior parte dei coltivatori si ritrova a lavorare con trattori da 150 cv su pezzetti di terra adatti ad un motocoltivatore. Gente che produce in base a disciplinari stilati dalle stesse ditte produttrici dei fitofarmaci.o mangimi. li il conflitto di interessi non esiste?. e cosi via. Forse hai ragione , dovrei lasciar fare a chi ne sa piu di me ,ed ottiene questi risultati. Del resto, siccome uso soldi miei e non chiedo aiuti allo stato, mi sento autorizzato a coltivare come mi pare... con buona pace di tutti
Ciao ragazzi, conti della serva a parte, vorrei tornare sul bilancio energetico che come tutti i bilanci è diviso in due parti:lo stato patrimoniale e il conto economico. Lo stato patrimoniale ci indica la fertilità del nostro terreno, cioè la capacità di produrre nuova energia. All’attivo abbiamo tutti gli organismi viventi animali, vegetali e microrganismi che vivono nel nostro terreno e contribuiscono a mantenere la sua fertilità, al passivo abbiamo le loro necessità cioè la quantità di energia di cui hanno bisogno per le loro esigenze vitali. La differenza è il patrimonio netto, cioè il grado di fertilità utile per la nostra coltivazione. Il primo comandamento dell’agricoltura convenzionale è: eliminare la competizione. Questo ha determinato una lotta spietata contro le malerbe, gli insetti, i funghi e tutte quelle forme viventi che popolano gli strati superficiali del terreno, riconducendo la fertilità al semplice quantitativo di alcune sostanze principali (azoto, fosforo, potassio, etc) e ad alcuni parametri fisici come ph, salinità etc., fino a dimostrare che “nessun essere vivente è un’isola”. Il successo iniziale è stato determinato prevalentemente dalla liberazione nel terreno di una gran massa di materiale organico prodotto dalla morte di tutti gli organismi presenti nel nostro terreno, dimostrato dal fatto che oggi è necessario il continuo aumento di fertilizzanti di sintesi per mantenere costanti le produzioni e in alcuni casi contenere il loro calo. La rivoluzione verde esportata in tutto il mondo è nata in Messico circa 60 anni fa e in questo breve periodo la zona interessata è stata quasi completamente abbandonata dai contadini a causa di seri problemi di desertificazione. La fertilità dei nostri terreni è stata sacrificata in nome di un’ideologia giusta o sbagliata che sia e i contadini sono stati espropriati del loro patrimonio. Oggi che i giochi sono alla conclusione credo che sia nell’interesse di tutti investire energia per ripristinare questo patrimonio di tutti per garantire un futuro a noi e i nostri figli. Non riesco a capire cosa ci sia di filosofico in tutto questo discorso che a mio avviso è fino troppo pragmatico. Ringrazio Raviolo per avermi suggerito lo spunto sull’impostazione economica del bilancio energetico che continuerò nel prossimo post analizzando il conto economico, purtroppo vorrei ricordare che anche disponendo dei propri soldi non sempre è possibile fare ciò che si vuole: ricordo il regime delle quote in alcuni settori come viti, latte, tabacco e tutta la normativa relativa alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.
Grazie per la collaborazione e cordiali saluti a tutti.
Continuando sul filo delle riflessioni iniziate nei giorni scorsi. E per rimanere nel pratico: E' evidente che una produzione intensiva iperspecializzata sia piu produttiva nel breve rispetto alla produzione naturale, penso pero' che la coltivazione intensiva porti appresso un costo sociale a prima vista non evidente che mai viene calcolato. La frutta ottenuta in intensivo apparentemente costa meno, in pratica il suo costo risulta essere di molto superiore al previsto, soltanto che il costo in sovrappiu viene spalmato altrove e pagato dalla collettivita'. Mi spiego meglio con un piccolo esempio, Tutti conosciamo oramai la pericolosita di certe lavorazioni legate all'uso di macchine agricole, beh se si facesse un conto dei costi vero io dovrei aggiungere al costo di coltivazione anche il costo sopportato per le cure dell'agricoltore ammalato a causa dei danni patiti. Statisticamente la percentuale di incidenti menomanti in agricoltura e' pari al 50% cioe' un agricoltore su due ha la quasi certezza di arrivare alla pensione con un pezzo in meno. Ora facciamo un semplice conto di quanto produce nella sua vita un contadino e sottraiamo dal totale la meta delle spese mediche medie pro capite per le cure da incidenti. Il risultato ci sorprendera' credo. Ancora... qual'e' il costo sociale che deriva dall'uso di fitofarmaci e pesticidi?. Per non parlare dei finanziamenti, che hanno trasformato gli agricoltori in dipendenti statali con obblighi ma senza privilegi. Allora, permettetemi di esaminare altre vie. Mi interessa l'esperienza di Pallinof, mi interessa fare esperienza, mi interessa progettare una coltivazione agricola che abbia come base una sostenibilita' economica/produttiva e provarla sul campo. Dite che son fuori strada?, puo darsi. Sara per la fortuna del principiante ma per ora le cose nella mia azienda vanno meglio del previsto.
Raviolo sembri Frà Simone che compone e scompone Stai facendo tutto tu Io sono per le cifre quindi quando parli di costi derivanti da lavorazioni o % di incidenti in agricoltura tira fuori i numeri. Poi mi sembra che a tutti i costi voglia giustificarti per l'impresa che andrai a compiere. Giustamente sono soldi tuoi e ne fai quello che vuoi. Mi sembra che nessuno abbia detto che sei fuori strada. Personalmente in questa discussione che leggo con attenzione per "imparare" fin ora ho visto molto fumo e quindi visto poco saluti
Discussione molto interessante, anche se non capisco la latitanza del caro amico MarcelloC promotore della discussione. A mio avviso gli argomenti sono fin troppo pratici o forse corriamo il rischio di scoprire qualche scomodo scheletro nell’armadio? Al caro Eugenio, dalla vista un po’ annebbiata, consiglio un buon trattato di contabilità che possa offrire un bel paio di occhiali che possano aiutarlo a vedere meglio. Ogni azienda agricola oltre al classico bilancio economico monetario dovrebbe compilare anche un bilancio energetico dei propri terreni. Vedo che qualcuno sta gia strofinando gli occhi, ma se ci pensate bene l’energia e il denaro sono due facce della stessa medaglia. L’energia è la capacità di compiere un lavoro, mentre il denaro è la capacità di acquistare beni e servizi quindi entrambi possono essere gestiti con lo stesso metodo di bilancio. Adesso mi appello alle conoscenze contabili di Raviolo per evidenziare che in qualsiasi azienda se per massimizzare il profitto intacchiamo il nostro capitale mettiamo a rischio il futuro dell’azienda. La coltivazione intensiva ottiene grosse produzioni e alti redditi assistiti, ma distrugge la fertilità naturale del terreno, cioè il capitale energetico dell’agricoltore. Concordo pienamente sugli alti costi sociali legati ad infortuni dovuti all’uso di macchinari, prodotti chimici e contributi all’attività agricola dettati da un sogno di modernità ancora lontano a venire e già finito. Rimando il conto economico dell’energia al prossimo post. Ciao A tutti.
Vediamo di partire da una base certa. Definiamo innanzitutto alcuni obiettivi che ci permettano di indirizzare gli interventi successivi. La definizione del primo obiettivo potrebbe essere questa:
Dato uno specifico terreno e parlando di orticole, qual'e' la tecnica agronomica che massimizza la sua potenza produttiva teorica in modo sostenibile nel tempo?. Al momento non mi preoccuperei ne di costi ne di rese, cercherei solo di definire come si puo ottenere il massimo accumulo di energia produttiva potenziale in un terreno. Insomma bisognerebbe riuscire a definire quali sono le caratteristiche di un terreno "perfetto" e successivamente definire gli interventi che possono avvicinare un qualsiasi terreno al terreno ideale. Ci sara tempo poi per scendere ad eventuali compromessi.
Avrò anche la vista annebbiata ma trà orbi in questa discussione sono l'unico che vede.I conti economici mi sembra che li stiamo aspettando da Natale.Non è che sei anche tu alla prima esperienza? Ci vuole coraggio a vedere gli scheletri nell'armadio di altri mentre i propri girano come spettri. A raviolo voglio dire che il terreno "ideale" non esiste figuriamoci il perfetto.Fore 1mq riusciresti a renderlo ideale Il discorso non può partire dal singolo terreno nè dalla singola azienda.In passato ne abbiamo già discusso. E' un problema di struttura dell'agricoltura nazionale. I compromessi non mi sono mai piaciuti ciao
eugenio.. che dire? ci vedi benissimo.. buon per te. E' evidente che il terreno perfetto possa essere solo teorico. Del resto ricordo che all'universita' quando si studiava Fisichetta anche i gravi viaggiavano sereni in un mondo impossibile in cui gli attriti erano tutti trascurabili. Pero' poi partendo da li' si calcolavano strutture complesse che funzionavano anche nel mondo reale. Visto come funziona l'agricoltura nazionale direi che non sembra una buona idea ragionarci sopra. Piuttosto dimostrami tu ,che la conosci bene, il fatto che sia il meglio possibile. Per i numeri... a me basta solo un numero.. se c'e' qualcuno che puo spendere senza rimorsi 300mila euro per comprare un auto che non potra' usare su strada, potro' ben spendere qualche migliaio di euro in semi e accessori per provare a seguire un'idea?. I bilanci verranno come al solito dopo, non prima...per ora si progetta e si fanno ipotesi.