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Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA 
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Iscritto il: 27/09/2012, 11:43
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Località: toscana, siena
Formazione: tecnica commerciale e agricola
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Per maxdef; il terreno sarà gestito per autoproduzione....eventuali prodotti da mercato vedremo col tempo se si "sviluppano"...in permacultura non è facile pianificare questo in precedenza, molto dipende da come si evolveranno i sistemi nel medio e lungo termine. Comunque il progetto non sarà "hobbistico", nel senso che faremo un attento bilancio economico, finanziario ed energetico...l'intenzione è di inserire questa azienda in una rete di realtà che formino una sorta di comunità economica diffusa nel territorio, che si scambino prodotti, competenze, servizi e lavoro, nel limite del possibile...


01/09/2014, 10:37
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Località: Chia(VT)
Formazione: Laurea in filosofia
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Ciao Menca, dove siete di preciso a Siena?
Anche noi ci stiamo organizzando in modo simile tra contadini della zona e non siamo lontanissimi. Magari un giorno arriveremo ad una rete nazionale.
Secondo me l'argomento è molto inerente, forse però rischia di appesantire ulteriormente la massiccia discussione.
Se deciderai di continuarla qui o aprire un nuovo argomento ti seguirò di sicuro.


02/09/2014, 0:02
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Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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menca ha scritto:
Sto continuando a seguire saltuariamente la discussione, ..negli ultimi tempi sono stato assorbito da nuovi progetti che stanno per arrivare a maturazione....vorrei farvi partecipi di un progetto che mi occuperà per i prossimi tempi..sono anche indeciso se aprire un post apposito oppure inserire le mie esperienze in questa affascinante discussione; non vorrei creare confusione.
Veniamo al dunque..Sto per convertire un terreno di due ettari e mezzo, da anni coltivato a cereali e piuttosto sfruttato, con sistemi di coltivazione naturali. Il progetto prevede un approccio permaculturale; se ho il coraggio di iniziare questa avventura, la responsabilità sta soprattutto nella lettura e nel confronto delle esperienze avuta qui, quindi sentitevi tutti coinvolti, come dice una bella canzone di De Andre'.. ;)
Da circa otto anni sto gestendo un appezzamento di terreno di ca 2000 m2 con l'approccio "fukuokiano" (mi si perdoni la supponenza)...i risultati mi sembrano per certi versi miracolosi, soprattutto per quanto riguarda l'efficenza e l'efficacia energetica del processo...da tre anni sto attuando in maniera sicuramente "indecorosa" la tecnica geoponica di Pallino, che a mio avviso è una forma geniale di razionalizzazione agronomica per la gestione di superfici vaste senza lavorazioni profonde del terreno.
Il progetto ha come obiettivo la creazione di un sistema permaculturale mediterraneo che prevederà una foresta alimentare "a fasce", tra le quali inserire anche strisce di terreno che produrranno piccole quantità di cereali con la tecnica della rotazione; tali produzioni saranno indirizzate alla autoproduzione, piu che al mercato, ma l'obiettivo è anche quello di inserire il progetto in una rete comunitaria diffusa, che per ora è solo in incubazione....
Il progetto è anche una sfida, dato che, come molti hanno notato, lavorare su terreni e su climi asciutti con metodi naturali, risulta molto piu complesso e permette poco margine d'errore, rispetto a suoli e climi piu freschi, come finora ho avuto la fortuna di fare io....
mi farebbe piacere confrontarmi con voi....

Ciao Menca, quella notte c'ero anche io e quindi mi sento coinvolto ;) ;)
Ottimo progetto, c'è da lavorare, se ti serve una mano non hai che da chiedere veramente stavo pensando ad una cosa del genere, ma qui sono quasi solo. Siamo così vicini!
Si può intanto parlare sul forum, magari con una pianta del terreno e le caratteristiche fisiche e climatiche.
Attendo con ansia.
Buona serata a tutti.

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“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
Virgilio.


03/09/2014, 16:50
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Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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Per motivi organizzativi la partecipazione è aperta ad un numero massimo di
25 partecipanti.
Le adesioni possono essere effettuate tramite mail a questo indirizzo di
posta elettronica (ricerca@parco3a.org) o al numero di telefono 075-8957230
Spero di fare cosa gradita.
Un saluto a tutti.


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04/09/2014, 17:07
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Ciao, Palinof, mi fa molto piacere risentirti e preparati, perchè fra non molto verro' a trovarti..abbi fiducia... :D

Per quanto riguarda il terreno, questo è un appezzamento di 2,5 ha pressochè pianeggiante meno che una piccola parte che digrada abbastanza dolcemente verso un torrente stagionale.

Il suolo è limoso-argilloso, rossastro, con molto scheletro, dato che siamo su un valle alluvionale di un fiume. FIn qui tutto bene, solo che il terreno ha una storia recente di sfruttamento. Dopo decenni di pascolo ovino e di seminativi senza riposo, il suolo infatti ha perso struttura e materia organica.

Al mio arrivo, a inizio primavera, dopo la raccolta autunnale del girasole che era statao coltivato, c'era una distesa di cardi mariani. Grazie al periodo umido e piovoso, sono riuscito a sradicarne a mano gran parte, seminando sulle buchette che ne risultavano favino e medica. Il risultato è stato buono, anche se la medica non è nata (seme vecchio?).
Questa estate è stata per i miei piani una manna. C'é stata una crescita incredibile di piante pioniere (ne ho contate almeno 35 specie), che ha creato una notevole quantità di biomassa. La questione adesso è che cosa farne.
L'idea è quella di seminare su sodo in periodo favorevole un miscuglio di leguminose (medica, favino, qualche trifoglio resistente alla siccità) e poi sfalciare o trinciare le erbe spontanee per ricoprire il seme, chiaramente sapendo che le spontanee avranno un grande sviluppo. Non vorrei lavorare il terreno, dato che ho avuto fortuna con le piogge abbondanti che hanno permesso sicuramente alle radici di penetrare in profondità e decompattare in parte il terreno.

L'altra idea è quella di partire subito con la creazione di fosse livellari (swale) a circa 30 metri di distanza , e cominciare cosi' su quelle linee a piantumare semi e piante azotofissatrici per poi sviluppare secondo le tecniche permaculturali ormai assodate una sorta di foresta alimentare mediterranea a fasce. La gestione delle fasce intermedie sarà in quella geoponica, per accellelare l'accumulo si sostanza organica sulle fasce vegetate.

Il clima è decisamente mediterraneo (siamo a 10 km dalla costa maremmana), ma non cosi' da permettere la coltivazione in esterno di limoni, per esempio, dato che d'inverno sono frequenti leggere brinate. La zona è piuttosto asciutta (620 mm annui), e possono esserci anche lunghi periodi di siccità (tre, quattro mesi), anche se le abbondanti rugiade mattutine aiutano molto la vegetazione. Sul terreno non sono attualmente presenti opere idriche per l'irrigazione, ma nel progetto è previsto un serbatoio interrato di 75 m3 che raccoglierà l'acqua dei tetti dei magazzini (ca 160 m2 di superfici); ho calcolato che queste quantità dovrebbero essere sufficienti al nostro progetto per sopportare due tre mesi di siccità intensa, ma nel futuro potremo anche implementare la disponibiità idrica.

Spero di non avervi tediato e/o essere andato fuori tema....
..nel caso perdonatemi.


04/09/2014, 17:14
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Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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ARANO

Al campo, dove roggio nel filare
qualche pàmpano brilla, e dalle fratte
sembra la nebbia mattinal fumare,

arano: a lenti grida, uno lente
vacche spinge; altri semina; uno ribatte
le porche con sua marra paziente;

chè il passero saputo in cor già gode,
e il tutto spia dai rami irti del moro;
e il pettirosso: nelle siepi s'ode
il suo sottil tintinnio come d'oro.

Giovanni Pascoli

Un vero e proprio trattato di agronomia.
Un cordiale buona notte a tutti.

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07/09/2014, 0:22
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menca ha scritto:
Ciao, Palinof, mi fa molto piacere risentirti e preparati, perchè fra non molto verro' a trovarti..abbi fiducia... :D

Per quanto riguarda il terreno, questo è un appezzamento di 2,5 ha pressochè pianeggiante meno che una piccola parte che digrada abbastanza dolcemente verso un torrente stagionale.

Il suolo è limoso-argilloso, rossastro, con molto scheletro, dato che siamo su un valle alluvionale di un fiume. FIn qui tutto bene, solo che il terreno ha una storia recente di sfruttamento. Dopo decenni di pascolo ovino e di seminativi senza riposo, il suolo infatti ha perso struttura e materia organica.

Al mio arrivo, a inizio primavera, dopo la raccolta autunnale del girasole che era statao coltivato, c'era una distesa di cardi mariani. Grazie al periodo umido e piovoso, sono riuscito a sradicarne a mano gran parte, seminando sulle buchette che ne risultavano favino e medica. Il risultato è stato buono, anche se la medica non è nata (seme vecchio?).
Questa estate è stata per i miei piani una manna. C'é stata una crescita incredibile di piante pioniere (ne ho contate almeno 35 specie), che ha creato una notevole quantità di biomassa. La questione adesso è che cosa farne.
L'idea è quella di seminare su sodo in periodo favorevole un miscuglio di leguminose (medica, favino, qualche trifoglio resistente alla siccità) e poi sfalciare o trinciare le erbe spontanee per ricoprire il seme, chiaramente sapendo che le spontanee avranno un grande sviluppo. Non vorrei lavorare il terreno, dato che ho avuto fortuna con le piogge abbondanti che hanno permesso sicuramente alle radici di penetrare in profondità e decompattare in parte il terreno.

L'altra idea è quella di partire subito con la creazione di fosse livellari (swale) a circa 30 metri di distanza , e cominciare cosi' su quelle linee a piantumare semi e piante azotofissatrici per poi sviluppare secondo le tecniche permaculturali ormai assodate una sorta di foresta alimentare mediterranea a fasce. La gestione delle fasce intermedie sarà in quella geoponica, per accellelare l'accumulo si sostanza organica sulle fasce vegetate.

Il clima è decisamente mediterraneo (siamo a 10 km dalla costa maremmana), ma non cosi' da permettere la coltivazione in esterno di limoni, per esempio, dato che d'inverno sono frequenti leggere brinate. La zona è piuttosto asciutta (620 mm annui), e possono esserci anche lunghi periodi di siccità (tre, quattro mesi), anche se le abbondanti rugiade mattutine aiutano molto la vegetazione. Sul terreno non sono attualmente presenti opere idriche per l'irrigazione, ma nel progetto è previsto un serbatoio interrato di 75 m3 che raccoglierà l'acqua dei tetti dei magazzini (ca 160 m2 di superfici); ho calcolato che queste quantità dovrebbero essere sufficienti al nostro progetto per sopportare due tre mesi di siccità intensa, ma nel futuro potremo anche implementare la disponibiità idrica.

Spero di non avervi tediato e/o essere andato fuori tema....
..nel caso perdonatemi.

Mi piace più la seconda idea e cioè partire subito con fosse livellari, ma a distanza di 20 metri, e la preparazione con pacciamatura del prato di filari alberati (fruttiferi, vite, etc) a valle delle fosse. Ti consiglio un miscuglio di medica, trifoglio e loietto al posto del favino (perchè annuale e più adatto per il sovescio). In questo modo il terreno verrebbe diviso in appezzamenti facilmente gestibili dalle rotazioni e da un impianto di irrigazione fisso.
Se ci fai vedere la pianta del terreno si può ragionare meglio.
Un cordiale saluto a tutti.

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Virgilio.


08/09/2014, 18:11
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Iscritto il: 06/10/2010, 9:58
Messaggi: 457
Località: Spello
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Io sono alla terza stagione che coltivo.
Le aiuole non le ho più calpestate e nonostante la pacciamatura di erba, paglia e aggiunta di organico il suolo si è compattato lo stesso. Risultano certamente più morbide dei vialetti ma lo steso non riesco a far crescere patate e carote. Di vita ce ne anche troppa, tra porcellini, maggiolini, cetonie, elateridi e nottue non riesco a seminare in loco ma devo per forza fare semenzaio. Ora sono arrivato al punto come in foto (spero metodo "non ci pensare più"), ma per farle oltre alla fatica ci vuole un sacco di terra. Ho solo una motozappa che sinceramente quelle poche volte che la ho usata ha come funzione di massaggio alla terra e quindi mi costringe se voglio rompere la suola di lavorazione a vangare cosa che sinceramente per me non è più il caso. Sono a un bivio se acquistare un trattore con un ripuntatore e zappatrice o continuare a provare con le aiuole rialzate o abbandonare definitivamente l'orto.


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09/09/2014, 15:44
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Iscritto il: 11/02/2011, 8:44
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...Spello,ti capisco, non sempre sono rose e fiori come può sembrare ;) una curiosità, prima che tu iniziassi a fare l'orto,cosa c'era in quel posto?


10/09/2014, 8:44
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Iscritto il: 06/10/2010, 9:58
Messaggi: 457
Località: Spello
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maxdef ha scritto:
...Spello,ti capisco, non sempre sono rose e fiori come può sembrare ;) una curiosità, prima che tu iniziassi a fare l'orto,cosa c'era in quel posto?

Quando l'ho comprato c'era solo erba e credo che facevano fieno, ma so che il proprietario faceva l'orticoltore, poi è morto e rimasta la sorella credo non sia stato più coltivato. Ho fatto arare una sola volta all'inizio e guardando il trattore (grande) gli slittavano le ruote per quanto era duro. Comunque vedo dai lavori che fanno intorno che il ripuntatore lo usano ogni stagione.


10/09/2014, 10:03
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