01/09/2014, 10:37
02/09/2014, 0:02
03/09/2014, 16:50
menca ha scritto:Sto continuando a seguire saltuariamente la discussione, ..negli ultimi tempi sono stato assorbito da nuovi progetti che stanno per arrivare a maturazione....vorrei farvi partecipi di un progetto che mi occuperà per i prossimi tempi..sono anche indeciso se aprire un post apposito oppure inserire le mie esperienze in questa affascinante discussione; non vorrei creare confusione.
Veniamo al dunque..Sto per convertire un terreno di due ettari e mezzo, da anni coltivato a cereali e piuttosto sfruttato, con sistemi di coltivazione naturali. Il progetto prevede un approccio permaculturale; se ho il coraggio di iniziare questa avventura, la responsabilità sta soprattutto nella lettura e nel confronto delle esperienze avuta qui, quindi sentitevi tutti coinvolti, come dice una bella canzone di De Andre'..![]()
Da circa otto anni sto gestendo un appezzamento di terreno di ca 2000 m2 con l'approccio "fukuokiano" (mi si perdoni la supponenza)...i risultati mi sembrano per certi versi miracolosi, soprattutto per quanto riguarda l'efficenza e l'efficacia energetica del processo...da tre anni sto attuando in maniera sicuramente "indecorosa" la tecnica geoponica di Pallino, che a mio avviso è una forma geniale di razionalizzazione agronomica per la gestione di superfici vaste senza lavorazioni profonde del terreno.
Il progetto ha come obiettivo la creazione di un sistema permaculturale mediterraneo che prevederà una foresta alimentare "a fasce", tra le quali inserire anche strisce di terreno che produrranno piccole quantità di cereali con la tecnica della rotazione; tali produzioni saranno indirizzate alla autoproduzione, piu che al mercato, ma l'obiettivo è anche quello di inserire il progetto in una rete comunitaria diffusa, che per ora è solo in incubazione....
Il progetto è anche una sfida, dato che, come molti hanno notato, lavorare su terreni e su climi asciutti con metodi naturali, risulta molto piu complesso e permette poco margine d'errore, rispetto a suoli e climi piu freschi, come finora ho avuto la fortuna di fare io....
mi farebbe piacere confrontarmi con voi....
04/09/2014, 17:07
04/09/2014, 17:14
07/09/2014, 0:22
08/09/2014, 18:11
menca ha scritto:Ciao, Palinof, mi fa molto piacere risentirti e preparati, perchè fra non molto verro' a trovarti..abbi fiducia...![]()
Per quanto riguarda il terreno, questo è un appezzamento di 2,5 ha pressochè pianeggiante meno che una piccola parte che digrada abbastanza dolcemente verso un torrente stagionale.
Il suolo è limoso-argilloso, rossastro, con molto scheletro, dato che siamo su un valle alluvionale di un fiume. FIn qui tutto bene, solo che il terreno ha una storia recente di sfruttamento. Dopo decenni di pascolo ovino e di seminativi senza riposo, il suolo infatti ha perso struttura e materia organica.
Al mio arrivo, a inizio primavera, dopo la raccolta autunnale del girasole che era statao coltivato, c'era una distesa di cardi mariani. Grazie al periodo umido e piovoso, sono riuscito a sradicarne a mano gran parte, seminando sulle buchette che ne risultavano favino e medica. Il risultato è stato buono, anche se la medica non è nata (seme vecchio?).
Questa estate è stata per i miei piani una manna. C'é stata una crescita incredibile di piante pioniere (ne ho contate almeno 35 specie), che ha creato una notevole quantità di biomassa. La questione adesso è che cosa farne.
L'idea è quella di seminare su sodo in periodo favorevole un miscuglio di leguminose (medica, favino, qualche trifoglio resistente alla siccità) e poi sfalciare o trinciare le erbe spontanee per ricoprire il seme, chiaramente sapendo che le spontanee avranno un grande sviluppo. Non vorrei lavorare il terreno, dato che ho avuto fortuna con le piogge abbondanti che hanno permesso sicuramente alle radici di penetrare in profondità e decompattare in parte il terreno.
L'altra idea è quella di partire subito con la creazione di fosse livellari (swale) a circa 30 metri di distanza , e cominciare cosi' su quelle linee a piantumare semi e piante azotofissatrici per poi sviluppare secondo le tecniche permaculturali ormai assodate una sorta di foresta alimentare mediterranea a fasce. La gestione delle fasce intermedie sarà in quella geoponica, per accellelare l'accumulo si sostanza organica sulle fasce vegetate.
Il clima è decisamente mediterraneo (siamo a 10 km dalla costa maremmana), ma non cosi' da permettere la coltivazione in esterno di limoni, per esempio, dato che d'inverno sono frequenti leggere brinate. La zona è piuttosto asciutta (620 mm annui), e possono esserci anche lunghi periodi di siccità (tre, quattro mesi), anche se le abbondanti rugiade mattutine aiutano molto la vegetazione. Sul terreno non sono attualmente presenti opere idriche per l'irrigazione, ma nel progetto è previsto un serbatoio interrato di 75 m3 che raccoglierà l'acqua dei tetti dei magazzini (ca 160 m2 di superfici); ho calcolato che queste quantità dovrebbero essere sufficienti al nostro progetto per sopportare due tre mesi di siccità intensa, ma nel futuro potremo anche implementare la disponibiità idrica.
Spero di non avervi tediato e/o essere andato fuori tema....
..nel caso perdonatemi.
09/09/2014, 15:44
10/09/2014, 8:44
10/09/2014, 10:03
maxdef ha scritto:...Spello,ti capisco, non sempre sono rose e fiori come può sembrareuna curiosità, prima che tu iniziassi a fare l'orto,cosa c'era in quel posto?
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