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Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA
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frasantel
Iscritto il: 22/06/2012, 13:33 Messaggi: 44 Località: Berzano di San Pietro (AT)
Formazione: laurea in filosofia
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menca ha scritto: Perchè non utilizzare questo forum per documentare fotograficamente la cadenza dei nostri lavori stagionali con le tecniche dell'agricoltura naturale? Un buon proposito! peter37 ha scritto: la resa del metodo.Non ho ancora capito perchè questo argomento è tabù Veramente in questa discussione quest'argomento é stato abbondantemente analizzato: semplicemente é stato riconosciuto uno strumento poco funzionale all'impratichirsi in agricoltura naturale. Inoltre io credo che sia necessario informarsi circa la produttività "standard" delle singole varietà vegetali, in quanto credo che siano loro stesse in definitiva a determinare la produzione per mq: ogni tipo di pianta ha una sua crescita ottimale quando incontra condizioni favorevoli. Ogni metodo agronomico, quando ben condotto, può permettere ai vegetali di crescere bene e di avvicinarsi a una resa "massima" (riescono addirittura in aeroponica). Quindi se mi interessa sapere la produttività di una determinata coltura, mi informo circa i dati resi pubblici da qualche organismo competente e ragiono in questo modo: se ad esempio il mais "marano", secondo il "consorzio di tutela del mais marano" produce circa 40 q a ettaro con coltivazioni convenzionali, con l'agricoltura naturale io ne devo produrre circa altrettanto, se non di più! peter37 ha scritto: in tutta franchezza mi sembra che qualcuno abbia la coda di paglia. A parte il fatto che la raccolta scalare degli ortaggi inficia a monte la possibilità di produrre dei dati comodamente, resta il fatto che rilevare diversi numeri e combinarli secondo logiche appropriate per ottenere un prospetto delle rese per mq delle colture coltivate é una procedura difficile che richiede un intervento tecnico particolare, tanto ché per avere dati precisi si finalizzano spesso delle coltivazioni ad hoc per ricavare informazioni maggiormente precise e i cui risultati arrivano solo dopo anni di prove e controlli ripetuti. Citando l'esperienza dei Manenti "Alle radici dell'agricoltura" (in questo periodo stanno presentando il libro in giro per l'Italia, a Torino mi pare sia il 29 gennaio): dopo trent'anni di lavoro e la collaborazione con ricercatori universitari hanno prodotto un libro dove sono presentati dei dati circa la resa di qualche ortaggio coltivato con il loro metodo (ripper, no concimazione -da dieci anni-, irrigazione a goccia). Inutile insistere su quest'argomento così difficile, per coltivatori con molta esperienza; brutto sfiduciare il lavoro di chi lo rifiuta a monte per evitare di perdere tempo prezioso (come sta capitando a me adesso!). peter37 ha scritto: Non capisco infatti cosa ci voglia,ad esempio,a mettere alcune foto come le rape di Francesco con una sommaria descrizione di come raggiungere il risultato per mostrare a chi voglia provare cosa può ottenere Le foto delle rape mostrano solo quello che Fukuoka ha già detto e mostrato mezzo secolo fa: un vegetale può crescere bene anche su terreni non lavorati e a partire da semine dirette senza interramento del seme. Quando poi a una semina segue una crescita di piante sane, di buone dimensioni, esteticamente belle e diffuse omogeneamente sul terreno si può dire che c'é stata anche una buona resa. Dal momento che per la mia semina di rape ho impiegato più del doppio del quantitativo di semente necessaria per quella superficie ed é venuta bene solo in metà aiuola, posso affermare che la produttività é stata molto bassa, ma avendo seminato a spaglio, direttamente tra il mais e sopra la pacciamatura, ho impiegato veramente poco tempo per innescarne la nascita e quindi posso dire che quelle rape che ho ottenuto sono venute quasi gratuitamente e quindi che la produttività é stata molto buona. Fine del tabù "produzione al mq" e inizio dell'allegra collaborazione nell'escogitare e consolidare pratiche colturali naturali volte a limitare la quantità di energia spesa per crescere il nostro buon cibo vegetale. Buon inizio annata agraria 2013! NB menca ha scritto: Essendo in un periodo dell'anno in cui le attività esterne sono ridotte, abbiamo diverse settimane per pensare a questa eventuale possibilità... In realtà (e in particolare al sud, ma anche in centro Italia e nelle zone con microclimi miti -liguria, vicino ai grossi laghi, colline ben esposte e protette dai venti...) l'annata é già incominciata! Anzi non ha quasi mai fine: anche qui in piemonte, durante l'inverno vi sono momenti di apertura, in cui il gelo rompe il suo morso e si può seminare aglio, cipolle, carote ,insalate, piselli, fave, che nasceranno poi al momento opportuno... senza scomodare Fukuoka, un vecchietto di qui, nel suo campetto dietro casa, quando seminava l'aglio in gennaio (quando la terra lo permetteva) seminava anche le zucchine (ovviamente in buchette scavate in terra precedentemente lavorata) perché aveva imparato dai frutti scappati alla raccolta e marciti che i semi sanno quando germogliare.
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08/01/2013, 20:27 |
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peter37
Iscritto il: 24/08/2012, 12:45 Messaggi: 97
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grazie Francesco per le esaurienti risposte ma penso di essermi spiegato male.Io quando chiedevo delle vostre rese pensavo a qualcosa di molto semplice tipo 'molto/poco/di più/meno' e non certo a tabelle o rese certificate a mq.La tua spiegazione sulle rape,ad esempio,penso sia quello che intendevo.Anche l'idea di Menca non è male per scambiare metodi e tecniche e vedere i risultati nelle varie zone d'Italia.
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09/01/2013, 0:11 |
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MarcelloC
Iscritto il: 13/12/2008, 2:20 Messaggi: 804 Località: Chia(VT)
Formazione: Laurea in filosofia
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Infatti qui al Centro la stagione lavorativa non finisce mai. Le capre pascolano, l'orto da ancora qualcosa, crescono le fave, aglio e cipolle. Devo prepararmi a seminare i piselli. Perfino le api fanno qualche svolazzata da mezzogiorno alle due nei giorni di sole.
Molto interessante che "i semi sanno quando germogliare" sarebbe interessante parlare un po' di questo. Infatti è vero perché alcuni semi di fave caduti spontaneamente non sono germogliati con le prime piogge a settembre, quando avrebbero rischiato di rimanere bruciati da un ritorno dell'arsuria, ma hanno aspettato ottobre. Com'è questa cosa? Percepiscono l'umidità dell'aria? O il fotoperiodo? Boh.
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09/01/2013, 0:15 |
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pioppino
Iscritto il: 16/09/2009, 15:25 Messaggi: 5161 Località: provincia bologna
Formazione: diploma in elettronica
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principalmente i semi sentono l'umidità e la temperatura
_________________ Non importa quanto freddo sia l'inverno, dopo c'è sempre la primavera. E. VEDDER
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09/01/2013, 0:50 |
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QUERCIA
Iscritto il: 18/04/2011, 16:04 Messaggi: 195 Località: Caserta
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QUERCIA ha scritto: Chiedo scusa ma non ho letto tutte le pagine di questa discussione, per cui ciò che chiedo potrebbe essere stato già detto, ma Vi chiedo di darmi comunque un'esauriente spiegazione.
Per PALLINOF. Gradirei una spiegazione. Su un libro di agricoltura biodinamica c'è scritto che i piccoli cumuli di compostaggio non vanno rigirati, come invece bisogna fare per i grandi e lunghi cumuli (questi sono alti 1,5 metri e lungi anche 10 metri, tutti di letame, paglia e ramaglie varie). Nel mio caso vorrei farmi del compost nell'orto ma senza dare problemi a nessuno dei vicini. Dato che gli scarti di giardino, sminuzzati e triturati li devo mettere in vasi tipo 35x35x30 o leggermente più grandi, gradirei sapere come fare per non ritrovarmi una massa "bruciata" e spenta dal punto di vista biologico. Inoltre, in questi vasi, contenenti scarti legnosi triturati va aggiunto ogni 7/10 giorni del macerato di ortica ? O meglio le piantine fesche, appena tagliate senza radice, dell'ortica ? Grazie. Nessuno mi da una spiegazione ?
_________________ IL QUERCIA
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09/01/2013, 11:29 |
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frasantel
Iscritto il: 22/06/2012, 13:33 Messaggi: 44 Località: Berzano di San Pietro (AT)
Formazione: laurea in filosofia
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Intanto che qualcuno trova una spiegazione esauriente per soddisfare le necessità del Quercia (ciao, benvenuto, leggi tutto il forum e mettiti da parte le cose che più ti interessano!), faccio una rapida carrellata di precisazioni riguardanti la mia esperienza.
PALLINE D'ARGILLA Sono ottime, ma costano fatica e per lo più non sono necessarie (se non per azioni mirate particolari), ma a volte e per certi semi-stato del terreno possono essere comode: nel caso di MAIS e GIRASOLE (forse anche la SEGALE e quindi GRANO) ho constatato che le palline venivano sistematicamente aperte e il seme mangiato e quindi dovrei aggiungere un qualche repellente naturale per topi-arvicole; inoltre quelle piante nascono bene con una semina diretta a seme nudo. PACCIAMATURA A volte serve, a volte no; ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi; é comoda, ma anche ostacola; ce ne sono di diversi tipi e la differenza del materiale usato promuove azioni e usi differenti. Laddove si può e si riesce se ne fa a meno, é una risorsa limitata che va gestita con scaltrezza; quando il periodo é caldo e siccitoso impedisce alla pioggia di giungere al terreno in quanto il materiale secco si gonfia d'acqua trattenendola (e in parte facendola sgrondare fuori dal perimetro delle radici), quindi sarebbe necessario spostarla leggermente, dandole una forma svasata a ridosso delle piogge e poi subito dopo risistemarla, un lavoraccio. Invece, quando si vuol conquistare una porzione di terreno velocemente, é indispensabile e in grossa quantità per dar spazio all'emergenza e alla crescita delle nostre piante. "SEMINE" Si va dalla semine spontanee di semi che a mia insaputa hanno raggiunto la terra e nascono nascosti alla mia attenzione, alle semine dirette a spaglio, a file o a gruppetti, con molta-poca-nulla copertura a seconda del tipo di seme (generalmente più il seme é grosso e più deve essere protetto nel mantenimento dell'umidità) e della forma di coltivazione che voglio ottenere. Tutto ciò che non riesco o non posso seminare nel modo più immediato, lo semino o facendo un minimo solco nel terreno con un "coltivatore a dente di porco" (un manico da 160 cm con attaccato un uncino in ferro), o un piccolo buchetto con un coltello da terra (bulbi) o uno poco più grande con uno zappettino a manico corto (trapianti). Per me seguire i consigli di Fukuoka significa riuscire a fare insieme al mio campo dei passi verso l'alleggerimento continuo delle tecniche agricole, ma si stratta pur sempre di coltivare: la parte spontanea é un'integrazione, un dono che ci viene offerto in cambio del nostro rispetto e gentilezza; invecchiando insieme il giardino sarà sempre più naturalmente "automatizzato" e scontata la "cibernetica" degli interventi colturali. MAIS La passata stagione avevo provato (dopo qualche anno di tentativi differenti su piccola scala ed osservazioni) la semina di mais “marano” su un aiuola di circa 50 mq, (120 cm per 42 m). Ho seminato a metà aprile, a spaglio su terreno al suo secondo anno di trasformazione (da pascolo che era) ben rastrellato dalla copertura invernale composta dai resti di un filare di fagioli coltivati sul medesimo pezzo l'anno precedente e dall'abbondante residuo della pacciamatura di foglie e fieno usata durante la crescita degli stessi fagioli. Ho aggiunto altro materiale affinché i semi lasciati in ammollo fossero ben coperti. Ho dovuto diradare in quanto avevo abbondato con la quantità di seme e pacciamare una seconda volta per contenere lo sviluppo delle erbe spontanee. Il mais é cresciuto per lo più magro ed esile, eccetto che in 4 punti dove era bello, ha allettato per il 50% durante una grandinata prima e una tempesta poi; l'ho bagnato una volta e ha prodotto comunque una decina di chili di buona granella (pannocchie piccole, medie e anche normali!) nonostante l'annata sia stata fortemente siccitosa e il terreno non fosse particolarmente predisposto, cioé una produzione mediocre in linea con quella dei campi di collina magri e seminati in ritardo dagli agricoltori convenzionali che hanno goduto degli stessi fattori meteorologici e climatici. Come dicevo una resa tradizionale di marano é di 40 q, quindi e in proporzione é come se io ne avessi prodotto la metà, ma con un investimento ben minore, anche se comunque consistente, ma sopratutto ricavandone un beneficio permanente: della faticaccia ne hanno approfittato non solo le rape, ma anche i pomodorini spontanei che si sono aggrappati al mais nella prima parte dell'aiuola e gli sparuti piselli a mezza rama che avevo seminato prima delle rape (buchetta tra i piedi del mais), ma che non hanno goduto della giusta umidità per nascere uniformemente e crescere decentemente. ROTAZIONI NATURALI Lo schema mais-rape-piselli autunnali può avere una manifestazione migliore di quella da me attualmente conseguita? Secondo me si. Ecco il vantaggio di sapere che le piante possono cresce anche senza lavorare il terreno: io ho potuto coniugare una vecchia abitudine di un contadino di qui (ex orticoltore), avere un piccolo raccolto di piselli in autunno, con l'usanza di usare il mais direttamente come sostegno per i fagioli rampicanti e sostituendo le rape alle zucche, insomma una variante che protrae la produttività dell'aiuola fin oltre i primi geli!
Buone cose!
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09/01/2013, 15:58 |
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OMleoncino
Iscritto il: 06/09/2011, 11:41 Messaggi: 309 Località: mantova
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grazie frasantel per la chiara dissertazione, nell'ultima foto vedo dei cavoli che sembrano trapiantati e non nati da seme. cosa ne pensi del trapianto di ortaggi nell'ambito del sistema fukuoka? per le patate, come consigli di procedere?
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09/01/2013, 19:46 |
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frasantel
Iscritto il: 22/06/2012, 13:33 Messaggi: 44 Località: Berzano di San Pietro (AT)
Formazione: laurea in filosofia
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OMleoncino ha scritto: grazie frasantel per la chiara dissertazione, nell'ultima foto vedo dei cavoli che sembrano trapiantati e non nati da seme. cosa ne pensi del trapianto di ortaggi nell'ambito del sistema fukuoka? per le patate, come consigli di procedere? Fare un "piantino" in vasetto (o comprarlo) e trapiantarlo mi costa molta attenzione; fare un semenzaio in piena terra e poi trapiantare me ne costa già meno; seminare direttamente mi costa ancora molto meno. Spesso la forma a vaso che assumono le radici delle piante mortifica il loro spirito d'indipendenza riducendone la capacità di adattamento, ma a volte i trapianti possono essere l'unica soluzione o rivelarsi indispensabili. Inoltre: 1) mi dispiace affettare lombrichi, spappolare collemboli, porcellini di terra e miriapodi (nei terreni naturali é pieno), distruggere quelle colonie vitali ramificathe bianchissime, non mi piace insomma muovermi in modo grossolano tra l'industriosa opera della vita, quindi ltrapianto il meno possibile e a malincuore (!), ma senza farmi poi troppi problemi, comunque se posso lo evito; 2) ogni buco che capita su un cunicolo di talpa-arvicola va rifatto, ma non sempre ce ne si accorge, sopratutto quando si fanno buchi poco profondi; 3) la terra smossa va protetta e se la si smuove quando é secca o bagnata si guasta, é faticoso e il risultato scadente (sopratutto se si lavora su terreni non lavorati e duri), questo limita le possibilità di intervento mentre con le semine in superficie ho più libertà di movimento,, anche se esiste per analogia al concetto di "tempra" del terreno un momento in cui la preparazione con falce e rastrello risulta più efficace; 4) visto che ogni singola pianta trapiantata ha acquisito molto valore (mi é costata molto impegno) mi ritrovo poi a fare i conti con la psicopatologia della difesa a ogni costo. In generale: più rendo la terra soffice e la mantengo umida quando intorno comincia a indurire e a seccare (cioé quando eseguo e mi mi prendo cura di trapianti durante la bella stagione), più talpe e arvicole verranno a scavare dove gli abbiamo reso il lavoro più facile e allettante (trovano mola pappa che a sua volta se ne approfitta bellamente della rigogliosità indotta del posto). Quando semino a spaglio o a strisce le piante che nascono nel posto sbagliato non crescono (le radici sbucano in una galleria e vengono rosicchiate) e lasciano lo spazio alle altre più fortunate che crescendo colmano il vuoto apparente: infatti, dalla mia esperienza, la distanza tra una pianta e l'altra imposta dalle gallerie non sarà mai molto superiore ai 15 cm (a occhio!), il che può forse essere difettoso solo per i ravanelli, quindi trapiantateli uno a uno, o fateli idroponici ! Per capirsi: tutto ciò che riesco-posso semino (e tra le semine ragiono allo stesso modo: tutto ciò che posso seminare direttamente sulla superficie del terreno invece di interrare...), quando riuscirò a seminare direttamente i cavoli smetterò di fare-comprare-trapiantare piantine di cavolo; dopodiché, se ho acquisito semente preziosa in piccole quantità semino in vasetto o in una situazione altrettanto protetta. Spero di essere riuscito a esprimere quella che dovrebbe essere la normale logica operativa nell'agricoltura naturale. In un certo senso si può anche dire che bisogna cercare di perdere il meno tempo possibile dietro alle piante, le cose importanti da fare sono fuori dal nostro orto, il coltivare, dovrebbe essere scontato (come raccogliere), piuttosto bisognerebbe frequentare le piazze per conoscersi, scambiarsi informazioni, divertirsi, decidere come organizzarsi per fare a meno delle grosse organizzazioni, per creare natura e cultura anziché distruggerle. Rilassarsi e contrarsi insieme alle persone che ci circondano al ritmo della voglia di mantenersi liberi e aiutare a liberarsi. Certo che l'ideale, quando si parla di coltivazione e socialità, vien da sé: prendersi cura collettivamente di orti-frutteti campi, permette ai coltivatori di essere meno stretti dalla morsa (che può risultare asfissiante) della sedentarietà forzata, della fatica e dalla mancanza di tempo libero.... ...mi sa che é tardi per scrivere, divago! NB Sulle patate avevo detto la mia in precedenza (tra p. 130 e p.140 credo). Buona notte o nottata per gli infaticabili!
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11/01/2013, 2:11 |
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pioppino
Iscritto il: 16/09/2009, 15:25 Messaggi: 5161 Località: provincia bologna
Formazione: diploma in elettronica
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grazie frasantel per le tue indicazioni..... per l'orto sociale la vedo dura, ho provato con amici e parenti ma è difficile , appena ti distrai: ognuno la vede a suo modo, quello che avevi lasciato andare in fiore viene trucidato, le piante estirpate dalla radice invce che tagliate l'erba scorticata ecc... per non parlare quando prendono in mano il decespugliatore.... meglio dividere la terra cioa Nino
_________________ Non importa quanto freddo sia l'inverno, dopo c'è sempre la primavera. E. VEDDER
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11/01/2013, 5:05 |
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OMleoncino
Iscritto il: 06/09/2011, 11:41 Messaggi: 309 Località: mantova
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grazie frasantel per le risposte, ho trovato pure i post sulle patate. la copertura con un cartone è proprio così, ovvero ci si mette sopra solo un pezzo di cartone?
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11/01/2013, 12:30 |
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