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Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA
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Numisi
Iscritto il: 27/11/2012, 23:24 Messaggi: 44
Formazione: Perito Meccanico
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Scusate la domanda magari per voi banale, ma dati i problemi idrici che contraddistinguono la maggior parte delle zone dove vogliamo coltivare (parlo di carenze d'acqua), io pensavo che l'unica tecnica che si potrebbe prendere dalla permacultura per integrare questa unica carenza del metodo naturale potrebbe essere il metodo delle swales, così da far fermare un poco di più l'acqua piovana arricchendone il suolo, e così da poter fare una serie di canali con cui irrigare le piante in casi di siccità eccessiva. Che ne pensate? Vi sembra una buona idea o pensate che ci siano delle controindicazioni? Io parlo per territori come il mio (appennino ligure), in cui l'acqua va verso il basso e basta, senza spesso bagnare a fondo il terreno argilloso se non nei periodi invernali a causa della forte pendenza dello stesso, e in cui, nelle estati a carattere siccitoso, sebbene l'argilla tenga bene l'umidità si arriva a dei punti in cui molte piante hanno purtroppo bisogno dell'irrigazione, anche se su sodo pacciamato.
ps: volevo ricordare a chi parla degli eccessivi danni del letame sulle colture, quando si parla di concimazioni continue a lungo termine, che quando si deve solo dare un punto di partenza ad un terreno povero concimando un'unica volta, per ''far partire'' immediatamente una coltivazione naturale, perfino Fukuoka diceva che in certi casi è necessario farlo per non attendere inutilmente tempi lunghissimi. Se vogliamo utilizzare metodi di agricoltura naturale quindi, non vedo motivi per non arricchire inizialmente il suolo. Non dico di concimare annualmente, ma un buon punto di partenza, quando si comincia, potrebbe portare a trovare un equilibrio nella coltivazione in tempi più pratici di una decina d'anni... Almeno, questo è il mio pensiero da non certo esperto.
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11/12/2012, 22:36 |
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anacoreta
Iscritto il: 30/11/2012, 18:46 Messaggi: 1 Località: jesi
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PALLINOF ha scritto: CVD Come volevasi dimostrare: la discussione sta scadendo tra alchimisti dell'ultima ora e inventori dell'acqua calda. Potrebbero riempire altre tre quatto pagine masturbatorie e finire lì. Se questa discussione è durata anni, superare le 100.000 visite e avere visibilità, sicuramente non per merito di queste ultime argomentazioni. Buona masturbazione a tutti. Addio. Non scherzare con gli Addii, non vorrai mica lasciarmi orfano dopo SOLO 173 pagine?!?!...; ...per riportare allora nei termini della: [/b]discussione pratica, orto con metodo fukuoka[/b] (ricordandolo, umilmente a tutti gli altri, vecchi e NUOVI) e rimanendo in tema di movimentazioni di materiali molto meno dispendiose, illuminaci se puoi/vuoi caro PALLINOF: 1) a capire come si riesca a raccogliere il fieno (anche macchinosamente) nelle interfile della medica per poi-infilarlo con il solo aiuto della barra falciante e a TUTTI GLI ALTRI se conoscano qualche altro metodo o tecnica nell'uso del rastrello (a parte l'olio di gomito) su un orto di dimensioni medio grandi che possa aiutarmi nell'ottimizzare i tempi di questa operazione, non volendo/potendo acquistare un ranghinatore; 2) e quante manciate di pollina o di "conilla" sono da considerare sufficenti sopra o sotto (?) ogni metro di fila per ortive e fruttiferi per il solo innesco alla fieno- borlanda? saluti da un tuo... "vicino". (p.s.: un GRAZIE DI CUORE a TUTTI quelli che hanno tenuto viva questa discussione sin dalle prime pagine, mi sono appena iscritto, ma vi seguo da tanto, avete già realizzato qualcosa di GRANDE - coraggio! andate avanti.)
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12/12/2012, 18:30 |
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MarcelloC
Iscritto il: 13/12/2008, 2:20 Messaggi: 804 Località: Chia(VT)
Formazione: Laurea in filosofia
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Paolaki, anche a me sembra incredibile, ma a quanto ho capito Sepp Holzer riusciva a far crescere alberi di agrumi In Austria sulle Alpi a non so quanto di altezza sul livello del mare. Sicuramente il dispendio energetico da impiegare è immenso e non è certo il mio filone preferito dell'agricoltura non convenzionale. Ma avendo riserve di energia immagazzinate sotto forma di carta moneta, potrebbe essere utile anche investirla in questi interventi che potrebbero garantire frutta anche nel periodo da gennaio ad aprile.
Numisi, l'unica controindicazione che conosco delle linee di livello(Swales) è la faticaccia che ci vuole per farli a mano e i soldi che ci vogliono per l'escavatore(più compattazione del suolo successiva a passaggio dell'escavatore ecc...).
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12/12/2012, 23:12 |
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pioppino
Iscritto il: 16/09/2009, 15:25 Messaggi: 5161 Località: provincia bologna
Formazione: diploma in elettronica
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MarcelloC ha scritto: Paolaki, anche a me sembra incredibile, ma a quanto ho capito Sepp Holzer riusciva a far crescere alberi di agrumi In Austria sulle Alpi a non so quanto di altezza sul livello del mare. Sicuramente il dispendio energetico da impiegare è immenso e non è certo il mio filone preferito dell'agricoltura non convenzionale. Ma avendo riserve di energia immagazzinate sotto forma di carta moneta, potrebbe essere utile anche investirla in questi interventi che potrebbero garantire frutta anche nel periodo da gennaio ad aprile.
Numisi, l'unica controindicazione che conosco delle linee di livello(Swales) è la faticaccia che ci vuole per farli a mano e i soldi che ci vogliono per l'escavatore(più compattazione del suolo successiva a passaggio dell'escavatore ecc...). ma che senso ha spendere energia notevole per fare crescere frutta da caldo ............... e che sapore avranno ?? forse è meglio fare le conserve e marmellate.. ciao Nino
_________________ Non importa quanto freddo sia l'inverno, dopo c'è sempre la primavera. E. VEDDER
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13/12/2012, 1:03 |
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cavo
Iscritto il: 30/06/2012, 17:56 Messaggi: 105 Località: Contea (FI)
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Condivido e sottoscrivo l'appello di Anacoreta. Anche perchè adoro gli interventi letterari di Pallinof ( devo rileggere "I dolori del giovane Werther", mica me lo ricordavo quel passaggio!!). E' molto che vi seguo e colgo l'occasione per scrivere due righe: non mi ho mai trovato particolarmente criptico Pallinof, certo una persona di buona culture che cerca di esprimere i concetti alla base del suo modus operandi, che per quel che riguarda la cura del terreno é semplicemente falciare e pacciamare. Vorrei ricordare che fin dal principio consigliava la coltivazione dell' erba medica, la quale oltre a favorire la ritenzione idrica ha la capacità di raccogliere l'azoto dagli strati più profondi del terreno e , con lo sfalcio ripetuto, trasferirlo in superficie rendendolo disponibile alle altre colture. Un ulteriore apporto con la distribuzione di letame andrebbe fatto con moderazione per non rischiare di alterare il rapporto carbonio/azoto (25/30:1), fondamentale per il metabolismo degli organismi del suolo. Eppure in alcune foto di Pallinof vediamo delle galline razzolare nel campo, il che significa che non sia per lui deprecabile l'uso, quanto uno spreco di energia importarlo dall'esterno; una fattoria equilibrata a ciclo chiuso dovrebbe prevedere anche l'allevamento di un numero adeguato di animali. Per rispondere poi ad Anacoreta: é difficile dire con esattezza quanto letame distribuire se non si conosce la composizione dei residui vegetali e la natura stessa del terrena su cui si opera (meglio sempre una manciata in meno!!!), solo la pratica, l'osservazione e l'esperienza ci possono aiutare a migliorare. Inoltre non condivido l'incaponirsi a forzare le piante a crescere in ambienti per loro ostili, anche perchè é sempre possibile scambiarsi i frutti del proprio lavoro che é l'anima del commercio e dello sviluppo dell'uomo. saluti
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13/12/2012, 12:24 |
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Numisi
Iscritto il: 27/11/2012, 23:24 Messaggi: 44
Formazione: Perito Meccanico
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Marcello, io parlavo di farli a mano infatti. So che è faticoso scavare, ma è comunque meglio che non sapere come irrigare in caso di emergenza, e poi nei posti così ripidi e siccitosi almeno quando piove di rado d'estate si cattura un po' d'acqua... Poi ovvio che è un lavoro da fare un poco per volta, ma questo tutti i grossi spostamenti di terreno, come anche i terrazzamenti di cui si parlava prima.
Cavo l'erba medica sposta in superficie i minerali, non l'azoto, l'azoto è fissato dall'aria nella rizosfera dai batteri simbionti.
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13/12/2012, 13:06 |
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cavo
Iscritto il: 30/06/2012, 17:56 Messaggi: 105 Località: Contea (FI)
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Da autodidatta ringrazio Numisi per la precisazione.
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13/12/2012, 15:12 |
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Paolaki
Iscritto il: 23/08/2012, 13:57 Messaggi: 29 Località: Oltrepo Pavese, bassa collina
Formazione: Laureato in Lettere Moderne, specializzato in nomadismo
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cavo ha scritto: Inoltre non condivido l'incaponirsi a forzare le piante a crescere in ambienti per loro ostili, anche perchè é sempre possibile scambiarsi i frutti del proprio lavoro che é l'anima del commercio e dello sviluppo dell'uomo. saluti Mi trovi d'accordo. Le mie terraze son finite, per lo meno la struttura, ora ci serviranno tempo e stagioni per ringrassare la terra, comincerò a buttarci sfalcio e trito di legno e forse anche del letame. All'inizi pensavo di mettermi subito a "disegnarle" e addobbarle, ma vista la quantità di rovi che ci ho già interrato credo sia meglio aspettare almeno un mese e qualche pioggia affinchè il tutto si assesti.
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13/12/2012, 20:39 |
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pioppino
Iscritto il: 16/09/2009, 15:25 Messaggi: 5161 Località: provincia bologna
Formazione: diploma in elettronica
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Paolaki ha scritto: cavo ha scritto: Inoltre non condivido l'incaponirsi a forzare le piante a crescere in ambienti per loro ostili, anche perchè é sempre possibile scambiarsi i frutti del proprio lavoro che é l'anima del commercio e dello sviluppo dell'uomo. saluti Mi trovi d'accordo. Le mie terraze son finite, per lo meno la struttura, ora ci serviranno tempo e stagioni per ringrassare la terra, comincerò a buttarci sfalcio e trito di legno e forse anche del letame. All'inizi pensavo di mettermi subito a "disegnarle" e addobbarle, ma vista la quantità di rovi che ci ho già interrato credo sia meglio aspettare almeno un mese e qualche pioggia affinchè il tutto si assesti. ma i rovi interrati non butterrano nuovi rami?? ciao nino
_________________ Non importa quanto freddo sia l'inverno, dopo c'è sempre la primavera. E. VEDDER
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14/12/2012, 13:56 |
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MarcelloC
Iscritto il: 13/12/2008, 2:20 Messaggi: 804 Località: Chia(VT)
Formazione: Laurea in filosofia
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Ciao, non si tratta tanto di piantare piante in ambienti ostili, ma piuttosto di creare o cercare microclimi idonei alla loro crescita anche dove il macroclima non lo permette. Esempio: qui dove sono io in genere non crescono agrumi perchè la temperatura scende sotto lo zero qualche giorno in inverno(macroclima). Eppure in un giardino in paese, lungo un muretto di sostegno di un terrazzamento rivolto a sud(microclima), crescono arance, limoni e mandarini senza alcun problema. Questo bravo sperimentatore dunque può gustare questi frutti senza doverli importare(quì le coltivazioni più vicine sono verso Terracina, penso circa 150 km), tenendo conto che per ora spostare la frutta comporta utilizzo di derivati dal petrolio, e in futuro chissà cosa succederà a riguardo. A quanto ho capito Sepp Holzen ha fatto molti studi sui microclimi, dunque sarebbe interessante capire se alcune tecniche non richiedono l'utilizzo di grosse macchine, però purtroppo non trovo molte informazioni a riguardo.
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16/12/2012, 22:53 |
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