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Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA
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angaro
Iscritto il: 01/06/2011, 10:22 Messaggi: 135 Località: ispica (rg)
Formazione: diploma tsrm
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ciao a tutti, sono angaro vi seguo da un anno circa, ho letto tutte le pagine e continuo a seguirvi. siete tutti, dico tutti, competenti,stimolanti, coinvolgenti e invogliate chi come me con un pezzo di terra ed anche se senza acqua, ha provato a costruire dei bancali, ha bandito il trattore dal mio terreno, dove si trovano alberi da frutto e degli ulivi da cui ricavo l'olio per la mia famiglia. le infestanti le eliminavo d'apprima con il decespugliatore poi però me l'hanno rubato e dall'anno scorso con il rasaerba togliendo il cassettone in modo che l'erba triturata ricada sul terreno in modo da avere una pacciamatura costante. penso che la prossima volta proverò ad accumulare lo sfalcio lungo le file degli alberi per poter piantare qualcosa, grazie a pallinof. ho visto tre video del mio amico toni ferrara che ha sperimentato assieme al suo gruppo la coltivazione delle fave su terreno incolto seminando le fave in mezzo all'avena. leggendo gli ultimi post ho pensato che possano essere interessanti, io metto i link sarete voi a decidere se lo sono. 1° video piantine appena nate. http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=Z9YUfUBcGWw2° video piantine cresciute protette dall'avena http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=INGdzG7mGr83° video raccolta fave http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=biFA7OtEFZspreso dall'entusiasmo io domenica vedendo le previsioni ho seminato una fila di fave ed in mezzo ho messo pure i cipollotti e l'aglio, speriamo continui a piovere, perchè da noi è da maggio che non cade una goccia. saluti a tutti by angaro
_________________ Quannu l'amicu nun ti rispunni a prima uci, significa ca u riscursu nun ci piaci!!!
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15/10/2012, 11:09 |
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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Mi sono visto i video di Angaro, l'avena e le fave vanno d'accordo come graminacee e leguminose, ma la raccolta mi sembra un pò difficoltosa. Un primo passo avanti, ma dal punto di vista agronomico c'è ancora molta strada da fare. Prima di inserire una nuova coltura nel vostro terreno bisogna preparare le condizioni ottimali e ci vuole tempo (mesi e anni) e valutare come si inserisce nella rotazione colturale. Oggi ho seminato il mio ottimo aglio rosso di Cannara. Buona serata a tutti.
_________________ “ Prima di Giove non v’erano contadini che coltivassero la terra, né era lecito delimitare i campi tracciando confini: tutto era in comune e la terra, senza che le fosse richiesto, produceva spontaneamente e con generosità ogni cosa.” Virgilio.
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15/10/2012, 19:15 |
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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Alcune delle mie mele.
_________________ “ Prima di Giove non v’erano contadini che coltivassero la terra, né era lecito delimitare i campi tracciando confini: tutto era in comune e la terra, senza che le fosse richiesto, produceva spontaneamente e con generosità ogni cosa.” Virgilio.
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15/10/2012, 19:37 |
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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Ancora mele.
_________________ “ Prima di Giove non v’erano contadini che coltivassero la terra, né era lecito delimitare i campi tracciando confini: tutto era in comune e la terra, senza che le fosse richiesto, produceva spontaneamente e con generosità ogni cosa.” Virgilio.
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15/10/2012, 19:40 |
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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E non poteva mancare la mela dell'eremo di S. Francesco .....bella......e bbbbona.
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_________________ “ Prima di Giove non v’erano contadini che coltivassero la terra, né era lecito delimitare i campi tracciando confini: tutto era in comune e la terra, senza che le fosse richiesto, produceva spontaneamente e con generosità ogni cosa.” Virgilio.
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15/10/2012, 19:42 |
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matteomnc
Iscritto il: 04/08/2011, 8:56 Messaggi: 8
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Ciao Pallinof, la tua esperienza è davvero interessante. Sto pianificando un orto di dimensioni medio-grandi come il tuo nelle Marche, sarebbe possibile visitare la tua esperienza? Un saluto e grazie Matteo
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15/10/2012, 20:24 |
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Varianze
Iscritto il: 08/09/2012, 22:32 Messaggi: 2
Formazione: Laurea Magistrale in Discipline Semiotiche
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Ciao rivoluzionari, volevo condividere con voi, sperando di farvi cosa gradita, questo piccolo passaggio de "Il capitale":
"Ogni progresso dell'agricoltura capitalistica costituisce un progresso non solo nell'arte di rapinare l'operaio, ma anche nell'arte di rapinare il suolo; ogni progresso nell'accrescimento della sua fertilità per un dato periodo di tempo, costituisce insieme un progresso della rovina delle fonti durevoli di questa fertilità. Quanto più un paese, p. es. gli Stati Uniti dell'America del Nord, parte dalla grande industria come sfondo del proprio sviluppo, tanto più rapido è questo processo di distruzione. La produzione capitalistica sviluppa quindi la tecnica e la combinazione del processo di produzione sociale solo minando al contempo le fonti da cui sgorga ogni ricchezza: la terra e l'operaio".
Karl Marx
_________________ Maurizio Giudice
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15/10/2012, 23:26 |
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sarvegu
Iscritto il: 26/09/2012, 22:44 Messaggi: 17 Località: genova
Formazione: diploma tecnico
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Ciao a tutti vi seguo da qualche mese e dopo aver letto la prima pagina di questa interessantissima discussione, non sono riuscito più a lasciarla. Grazie e complimenti a pallino per tutte le info e per la sua costanza; sono arrivato a pagina 70 della discussione e finalmente ( visto che sono un pò duro di comprendonio) linkando qua e là ho capito (spero) come funziona il ciclo dell'etilene leggendo un simpatico articolo su Alan Smith. Lo posto per curiosità sperando possa aiutare quelli come me. Alan Smith e la favola dell'etilene
Nel nord dell’Australia un’intera piantagione di avocado è stata falciata dalla Fitosfora. Ogni intervento chimico è risultato inefficace, le Major non possono accettare un fallimento, hanno bisogno di sapere. Alan parte per condurre la sua indagine ma, come capita spesso a chi si allontana troppo dal “centro” delle cose, perde i contatti con la realtà della ricerca scientifica ed inizia a scomodare situazioni “non consone”. L’agricoltura biologica e naturale sono, in quegli anni, realtà marginali, non considerabili, velleità “artistiche” sull’argomento agricoltura. Smith scopre che nelle coltivazioni trattate chimicamente non vi è traccia di Etilene, segnalato spesso, invece, nelle coltivazioni biologiche e nelle praterie. Pare che la sua presenza più assidua sia soprattutto nei suoli indisturbati delle foreste. Ma quali sono i collegamenti? In che modo il seriale massacro degli avocado per mano della Fitosfora è riconducibile all’assenza sul luogo di Etilene? Le indagini lo portano ad indagare tra la nutrita comunità batterica del suolo (1000 milioni di batteri in 1 grammo), background di origine sia per Fitosfora che Etilene. Non è un lavoro semplice, scucire informazioni ai batteri non lo è mai. La comunità risponde alle leggi dell’universo, ci sono i buoni, ci sono i cattivi. Vivono mescolati, in piccole zone ben distinte tra un aggregato di materiale terroso e l’altro. Smith sceglie una comunità indigena, lontana dai campi delle Major. Il nostro uomo si sta allontanando. Come il Kurtz di “Cuore di Tenebra”, sta perdendo il contatto con i mandanti. La realtà che gli si presenta è sconcertante. All’interno degli angusti spazi degli aggregati la comunità di batteri vive degli “scarti” delle piante che li sovrastano. Già da diverso tempo erano in corso indagini. I vegetali superiori sembravano assorbire, per i loro traffici, più energia del necessario. Secondo la crudele legge di Darwin questo li avrebbe dovuti portare all’estinzione nel giro di pochi anni: gli organismi inefficienti non erano ben visti in natura. Dove andava a finire quel 25% di energie disperse non dichiarate? La risposta era lì… alimentavano e mantenevano gli scambi sotterranei della rizosfera. I batteri si sa, non sono famosi per l’autocontrollo e messi in una situazione di comodo, con ossigeno e alimenti in grande quantità tendono a sviluppare le loro comunità in maniera vertiginosa. Ma lo sviluppo ha limiti precisi, soprattutto quando la tua casa è un micron di spazio vuoto tra blocchi di fango. Gli stupidi microrganismi continuavano a consumare completamente l’ossigeno a loro disposizione. Smith rimase perplesso, era simile a ciò che succedeva nella piantagione. I batteri muoiono asfissiati e la decomposizione anaerobica (senza ossigeno) dei corpi porta ad uno stato di indebolimento della pianta. Era così che Fitosfora aveva colpito. Perché qui non accadeva? Ci fu un leggero movimento alle sue spalle. Un impercettibile rumore che riverberò sulle pareti dell’intero micro sito. Qualcosa stava mutando nella struttura stessa delle pareti. In assenza di ossigeno il ferro presente negli aggregati circostanti stava passando dalla forma insolubile trivalente (FE3+) alla forma mobile bivalente (FE2+) il tutto con il repentino passaggio di un elettrone. Improvvisamente i minerali precedentemente bloccati nella struttura cristallina ferrosa, dall’alta carica elettrica, (fosfati, solfati ed altri) si liberarono venendo immediatamente assorbiti dalla pianta. Ma non solo, anche quelli bloccati nelle particelle di argilla e nei resti organici (azoto in forma ammoniacale, calcio, potassio e magnesio) si disgregarono in seguito all’impulso del ferro in forma mobile. Era quello che le piante volevano… una comunità di batteri che svuotasse di ossigeno le sacche in prossimità delle radici per poter assorbire i nutrienti necessari. Il tutto a spese dei microrganismi? Era un’azione troppo laida anche per un vegetale… Alan si accorse solo all’ultimo della sua presenza, quasi intangibile. Etilene. Lui era lì. Nel trambusto di minerali e nutrienti che schizzavano da tutte le parti risucchiati dalle radici non l’aveva percepito. La reazione era stata silenziosa, nascosta. I precursori dell’etilene erano già in posizione, in attesa, nascosti tra gli aggregati, silenti. Erano, anche loro, inviati dalle piante. Vecchie foglie morte, decadute dopo aver raggiunto la pienezza della loro maturità. Erano lì, sul suolo, in attesa che arrivasse il segnale: la mobilitazione del ferro in forma bivalente. I componenti c’erano tutti, FE2+ ed i precursori. Quindi c’era anche Etilene. Etilene, è un personaggio noto alle cronache vegetali. E’ lui che regola la germogliazione dei semi e la maturazione dei frutti (in alcune occasioni si presta anche a lavoretti sporchi tipo far maturare artificialmente i pomodori a settimane di distanza dal raccolto). Il suo ruolo, in questo caso si rivelò fondamentale per chiudere il cerchio. A lui toccava il compito, un attimo prima che i microorganismi crepassero miseramente, di farli cadere in uno stato di stasi impedendone la morte. Semplicemente smettevano di consumare ossigeno, in questo modo il gas vitale poteva tornare a riempire il micro sito risvegliandoli come se niente fosse stato. E tutto ricominciava da capo. La tresca era stata molto ben organizzata… ma cosa era successo quindi nel campo di avocado? Le Major avrebbero voluto uno risposta. E non gli sarebbe piaciuta. Alan torna alla piantagione per tirare le conclusioni. Si è allontanato molto, troppo, è venuto a conoscenza di scambi e relazioni che per milioni di anni erano rimaste appannaggio di pochi eletti (microbi, ioni ecc…), simbiosi nascoste tra gli apparati più influenti del terremo che per secoli avevano garantito la fertilità dei suoli. Ma non nella piantagione. Non nell’agricoltura delle Major. Nei campi coltivati la lavorazione ripetuta del terreno drogava di ossigeno i batteri, i quali in peno stato di frenesia delirante trasformavano l’azoto ammoniacale NH3 (quasi il 100% dell’azoto disponibile nei terreni naturali) in nitriti HNO3 e nitrati HNO2 impedendo il completo consumo dell’ossigeno nei micro siti e di conseguenza il passaggio dallo stato aerobico a quello anaerobico, figurarsi se a questo si aggiunge “una botta” di fertilizzati. Li per lì non cambiava nulla ma i nutrienti non erano più resi disponibili alle piante. In più le pesanti lavorazioni tendevano ad asportare i resti vegetali eliminando materiale organico dal suolo e con lui i precursori dell’etilene… questo avrebbe condannato i batteri a morte certa con conseguenze pessime anche per le piante. Il modello che le Major stavano portando avanti era tutto sbagliato. Per modificare sostanzialmente le cose si sarebbero dovute evitare lavorazioni del terreno e concimazioni azotate, incentivare coperture vegetali permanenti ed un continuo “ritorno” di materiale vegetale sulla superficie del terreno (meglio se da piante che hanno raggiunto la completa maturazione). Questo avrebbe limitato i processi di nitrificazione, incentivato la presenza dei precursori dell’etilene e mantenuto una buon struttura degli aggregati. Alan aveva chiuso il cerchio. Aveva individuato una delle chiavi di volta del sistema affaristico vegetali-microorganismi-suolo. Tornò a casa. Pubblicò una bozza di ciò che aveva scoperto sulla rivista “Nature”. Sarebbe stata una delle ultime volte che si sentiva parlare, in ambito accademico, del ciclo ossigeno-etilene.
Forse lo avranno letto in molti qua dentro ma io sono ancora a pagina 70, spero di raggiungervi presto gigi
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16/10/2012, 11:51 |
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raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
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..Para mi solo recorrer los caminos que tienen corazon, cualquier camino que tenga corazon. Por ahi yo recorro, y la unica prueba que vale es atravesar todo su largo. Y por ahi yo recorro mirando, mirando, sin aliento.... Cosi' finiremo per farci trovare dal peyote..
Vorrei dire che,complice l'incidente di quest'anno, ho deciso di ridurre la zona a coltivazione naturale per partire con un progetto piu ambizioso. Mi sono reso conto del fatto che gli ortaggi crescono benissimo anche se in mezzo alle erbe alte, ma che il problema vero' e' che fukuoka ci prendeva in giro quando parlava dell'agricoltura del non fare. Nel momento in cui ti accingi a curare un orto da due o tre ettari il fatto di avere un orto naturale ti costringe ad un superlavoro di cernita e selezione. Ora approfittero' dell'inverno per realizzare , partendo dalla base attuale, una coltivazione (forse, se mi riesce) piu pratica ed ergonomica. Chi vuol collaborare con idee e suggerimenti e' ben accetto, mandatemi un messaggio privato che vi spiego come raggiungere i progetti , le webcam con i video e le centraline con i dati meteo. .
_________________ http://www.estapp.ch http://www.dolcevino.ch
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16/10/2012, 18:29 |
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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matteomnc ha scritto: Ciao Pallinof, la tua esperienza è davvero interessante. Sto pianificando un orto di dimensioni medio-grandi come il tuo nelle Marche, sarebbe possibile visitare la tua esperienza? Un saluto e grazie Matteo Ciao Matteo, felice della tua visita potremmo scambiare due chiacchiere. Mandami un messaggio sulla mail aadanti@alice.it così ti spiego la strada. Intanto metto un pò di foto. A presto.
_________________ “ Prima di Giove non v’erano contadini che coltivassero la terra, né era lecito delimitare i campi tracciando confini: tutto era in comune e la terra, senza che le fosse richiesto, produceva spontaneamente e con generosità ogni cosa.” Virgilio.
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18/10/2012, 20:13 |
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