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Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA 
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, recante ”Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli di origine regionale a chilometri zero”, in quanto varie disposizioni, volte a favorire la commercializzazione dei prodotti regionali, sono suscettibili, per un verso, di ostacolare gli scambi intracomunitari, ponendosi in contrasto con le disposizioni del TFUE, e, per altro verso, di falsare la concorrenza, risultando discriminatorie nel privilegiare alcuni prodotti solo in base alla loro provenienza territoriale.

E' IL NUOVO ATTACCO DELLA COMUNITA' EUROPEA CONTRO IL LOCALE KM ZERO..

Ragazzi, finiremo tutti a mangiare una purea di farina di soia e mais colorata...

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27/09/2012, 8:14
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Ciao sono Stefano....ho letto con interesse e tutto d'un fiato tutta la discussione....mi ci sono voluti diversi giorni, e ho approfittato di una parentesi di riposo per farlo, ma vi ho letto come si legge una grande storia...questa discussione è stata uno dei documenti piu belli che ho trovato sul web in lingua italiana....

E' stato anche molto bello che questo supertesto sia nato da un conflitto iniziale; proprio come in tutte le cosmogonie che si rispettino, una forza si fa strada tra le nebbie e viene contrastata dalle forze opposte della conservazione; poi la forza del nuovo irrompe sulla scena e sostituisce le forze vecchie, tra iniziali battaglie e contraddizioni, ma infine un nuovo equilibrio degli elementi prefigura un sistema nuovo....

Vorrei ringraziare tutti i principali attori e attrici di questa epica discussione; mi hanno colpito al profondo le esperienze e gli interventi di Pallinof,con la sua forte proposta geoponica, di Raviolo, che sta tentando con successo, anche se tra mille contraddizioni, di applicare nuove pratiche all'agricolatura da reddito, di Frasantel i cui interventi mi hanno fatto piangere (letteralmente) di gioia, per l'intensità della sua opera, che è anche e soprattutto un'opera d'arte umana, naturale e spirituale......anche se molte e molti hanno avuto un ruolo determinante nel raggiungere questo risultato....

:roll: ...che altro dire? forse non ci sarebbe bisogno di aggiungere niente altro a tutto quello che è stato scritto, pero' avrei, dopo una mia breve presentazione, alcune domande e/o proposte da rivolgere a tutti ancora....

appena avro un minimo di tempo e di attenzione lo farò

Stefano


28/09/2012, 17:03
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si e' stato un lungo percorso.. 1500 messaggi.
Contraddizioni tante. E tante ancora ne verranno, che si sperimenta.
Io mi son divertito..nonostante i miei molti insuccessi :) ed ho imparato cose che mai piu avrei immaginato di imparare.
L'unica cosa che davvero trovo un po' carente e' la cooperazione materiale e reale.
Siamo forse troppo sparsi.. viviamo come fossimo su pianeti diversi. Ed invece dovremmo scambiare di piu' non solo parole.
Frasantel ha ragione..dovremmo cooperare di piu' facendo rete.

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28/09/2012, 19:36
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raviolo ha scritto:
Ragazzi, finiremo tutti a mangiare una purea di farina di soia e mais colorata...


Ottimista, c'è sempre da finire al soylent green quando anche soia e mais (ogm) scarseggeranno...e magari l'inventore della galletta gusto cadavere beccherà pure il Nobel per la pace per il suo impegno nella lotta contro la fame nel mondo!


29/09/2012, 9:30
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Cita:
Ottimista, c'è sempre da finire al soylent green quando anche soia e mais (ogm) scarseggeranno


Quel film credo di averlo visto; avevo pochi anni, ma lo ricordo ancora.. :shock:

Cita:
L'unica cosa che davvero trovo un po' carente e' la cooperazione materiale e reale.
Siamo forse troppo sparsi.. viviamo come fossimo su pianeti diversi. Ed invece dovremmo scambiare di piu' non solo parole.
Frasantel ha ragione..dovremmo cooperare di piu' facendo rete.

...questa è una esigenza che sento anche io, in maniera molto forte; sicuramente le distanza geografiche possono essere limitanti, ma esistono piccoli sistemi che possono aiutarci...per esempio il sistema Sase per lo scambio di sementi o altro materiale vegetale attraverso l'uso della posta ordinaria....

E poi ritengo (e mi sembra che in parte sia gia successo attraverso questa discussione) che lo scambio di conoscenze e opinioni possa favorire anche la conoscenza personale.....se avessi tempo nelle prossime settimane verrei a conoscere tutte le vs interessantissime esperienze..... :)

Vorrei aggiungere delle considerazioni, premettendo che sono un convinto sostenitore e fautore del non lavorare i terreni; spesso si parla delle lavorazioni tradizionali (aratura, ecc) che mirano a sconvolgere gli strati superficiali del terreno, come del male assoluto per la fertilità del terreno. Allora come spiegarsi del perchè i terreni agricoli arati per generazioni e generazioni spesso hanno (o meglio avevano) strati di fertilità organica piu profondi che non in analoghi sistemi naturali?
In fin dei conti l'aratura del terreno rappresenta un disastro ecologico; però grazie alla capacità omestatica dei sistemi naturali, i suoli fertili arati reagiscono aumentando incredibilmente la produttività primaria di biomassa.
In altre parole, un suolo rivoltato reagisce cercando nuovamente il suo equilibrio precedente e questo è possibile solo ricreando nella maniera piu veloce possibile uno strato batterico, animale e vegetale che lo ricopra, un po come fa il nostro corpo quando la pelle viene ferita e tutta l'attività organica si concentra per riparare il danno. I contadini sfruttano questa attitudine per seminare le piante volute nel suolo "ferito" e questo reagisce mettendo in condizione i semi di ricavare il massimo dell'energia biochimica nel minor tempo possibile.
Tutto questo ha però altre conseguenze; dovremo combatter senza tregua contro tutti gli organismi pionieri (piante, animali, batteri, funghi, ecc) che inevitabilmente il suolo metterà in moto per autoguarire, inoltre dovremo ripristinare con fertilizzazioni importanti (dato che una parte della fertilità viene persa, oltre con l'asportazione dei frutti, anche in conseguenza delle pratiche di rivoltamento, in special modo l'azoto..) la base organica del suolo.....da ciò la vita di fatiche quotidiane che i contadini hanno duvuto condurre per millenni.
Una vita che era ed è, conseguenza della visione monoteistica del "crescere e moltiplicarsi" ...
Con l'avvento delle macchine e del petrolio, il pesante carico di questo comandamento biblico, dalle spalle dei contadini si è spostato velocemente (anche se non definitivamente) sul capitale naturale di fertilità dei suoli. L'aratura meccanica e le fertilizzazioni chimiche, abbinate a vecchi sistemi agronomici, hanno distrutto in tantissime aree agricole la capacità di ricarica delle falde, la struttura fisica del suolo, ecc. ecc,

Con l'agricoltura naturale, con la permacultura, con la geoponica, con i sistemi di no-tillage in evoluzione,ecc. si cambia paradigma; non si lavora piu' sulla creazione stagionale di una catastrofe ecologica per aumentare la produttività primaria dei campi, ma si lavora sulla stabilità, sulle successioni ecologiche, sulla creazioni di biotopi agricoli omeostatici, dove l'uomo interviene sempre meno come contadino, ma sempre piu come oculato raccoglitore e osservatore. In questi sistemi, cosi' come avviene nei sistemi naturali allo stato climax, si ha meno produttività primaria, ma una quantità di biomassa totale di gran lunga superiore, capace

guardate che tutto questo ha conseguenze increbili anche nell'evoluzione delle persone che praticano questo tipo di "stile di coltivazione", nella loro dieta, nei loro ritmi vitali, sulla loro salute fisica e mentale, sulla visione stessa del mondo....ho un grande rispetto per i contadini, ma non vorrei tornare ad un mondo di contadini, che lavorano ciecamente ed instancabilmente a schiena curva la propria fetta di terra, così' come dio ha da sempre stabilito...!

L'ultima considerazione, vogliate vederla come una osservazione costruttivamente polemica nei confronti di un certo tipo di atteggiamento, che ho trovato anche in questa discussione, nonche nei miei rapporti quotidiani con molte persone che vedono nel ritorno alla terra una forma di liberazione....

Capisco di aver divagato dalla discussione pratica tema della discussione mi riprometto di non farlo piu, ma erano giorni che mi giravano queste considerazioni e ho approfittato della vostra pazienza e di questo spazio per butarle giu....

...comunque anche io qualcosa ho fatto e vi allego un po di foto


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29/09/2012, 13:03
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raviolo ha scritto:
Siamo forse troppo sparsi.. viviamo come fossimo su pianeti diversi. Ed invece dovremmo scambiare di piu' non solo parole.
Frasantel ha ragione..dovremmo cooperare di piu' facendo rete.


Siiiiiiii viviamo su pianeti diversi che appartengono allo stesso sole, fonte primaria di energia. E l'energia è una dei quattro elementi della cosmogonia Aristotelica: terra, aria, acqua e fuoco.
Un caloroso benvenuto al nuovo pianeta "Menca" che ci sta dando le coordinate della sua orbita con belle domande e immagini del suo lavoro.
Ogni tanto qualche sparuto meteorite dà i suoi succosi frutti, come la famosa pesca "Raviolo".
Cooperare? fare rete? Questo sistema planetario ha cooperato e generato nuovi pianeti, con le esperienze personali postate nel forum. La rete è piena di materiale su cui meditare, a ciascuno il suo.
Conosco abbastanza bene il mondo agricolo, dopo mezzo secolo di frequentazione, e sono i fatti quelli che contano, allora rimbocchiamoci le maniche rendiamo abitabili i nostri pianeti.
Forse dovremmo partecipare tutti insieme a qualche riunione del Forumdiagraria per portare un pò di aria fresca.
Buona notte a tutti.

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“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
Virgilio.


29/09/2012, 23:00
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I masi, le tipiche abitazioni dell'Alto Adige, quelle con le stalle annesse e i prati sempre curati, dovevano sparire. L'aveva previsto una vecchia Commissione Europea guidata dal commissario europeo Sicco Mansholt per consentire che le mucche scendessero a valle per poter produrre il latte a minor costo. Alle scelte europee però si sono opposti, hanno resistito per oltre vent'anni a differenza di altre regioni dell'arco alpino che invece hanno i crinali abbandonati. E alla lunga i fatti gli hanno dato ragione. Oggi ci sono ancora 18mila masi abitati, l'economia delle valli altoatesine è tra le più fiorenti d'Europa, la disoccupazione sparisce, il reddito cresce. Ed i finanziamenti pubblici qui servono davvero alla collettività. Un microcosmo che funziona e dove l'equilibrio tra uomo e ambiente è perfetto. http://www.report.rai.it/dl/Report/punt ... e2343.html

Bellissimo esempio di disubbedienza europea.

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02/10/2012, 8:55
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Forse dovremmo partecipare tutti insieme a qualche riunione del Forumdiagraria per portare un pò di aria fresca.

potrebbe essere una bella idea, ma per esperienza diretta so quanto sia difficile far cambiare punto di vista ad un agricoltore o, peggio ancora a un agronomo che per una vita ha visto le cose in una maniera particolare...conosco un caso limite, se volete, nel quale un agricoltore biologico attua la gestione inerbita (un po come fa Pallino geoponicamente) dei filari di vigna che coltiva e ottiene dei vini che hanno altissime votazioni qualitative in tutti i contest nazionali del settore; ebbene il suo agronomo sapete che cosa gli ha detto?; "Walter fai un buonissimo vino, ma certo che le vigne potresti curarle di piu!" e Walter di risposta "..e secondo te perchè i miei vini vengono cosi buoni"? e l'agronomo, convintamente " Ma perchè hai una altissima qualità delle uve!"....

Quindi per prima cosa, mi piacerebbe invece conoscere tutti quelli che hanno dato luce a questa discussione, perchè secondo me la cosa sarebbe piu interessante...
certo,probabilmente i tempi sono maturi perchè certe consapevolezze vengano afferrate velocemente anche da un "pubblico" piu vasto, ma tempo al tempo...

A pallino vorrei chiedere: nella tua sperimentazione geoponica, come hai stabilito le distanze tra le file? Hai fatto un calcolo (magari approssimato) della capacità di produzione di biomassa del prato, da "concentrare" poi sulle piante coltivate? Oppure hai usato un metodo empirico?

La domanda che ti faccio non è casuale, perchè sto cercando di visualizzare mentalmente un sistema che abbini la tua geoponica alla progettazione con le linee e i punti chiave di Yeomans, sistema che a mio avviso potrebbe rivoluzionare le sistemazioni moderne in ambito collinare e montano....ripristinando e potenziando le capacità di reidratazione dei suoli e delle falde...sistema che d'altronde la permacultura sta utilizzando con successo in aree marginali.
Questo sistema probabilmente non farebbe altro che ricalcare in maniera piu analitica cio che istintivamente avevano fatto le popolazioni agricole di vastissime aree agricole del mondo nel loro passato e che ha sedimentato paesaggi "naturali" tra i piu belli....


02/10/2012, 11:18
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menca ha scritto:
potrebbe essere una bella idea, ma per esperienza diretta so quanto sia difficile far cambiare punto di vista ad un agricoltore o, peggio ancora a un agronomo che per una vita ha visto le cose in una maniera particolare...conosco un caso limite, se volete, nel quale un agricoltore biologico attua la gestione inerbita (un po come fa Pallino geoponicamente) dei filari di vigna che coltiva e ottiene dei vini che hanno altissime votazioni qualitative in tutti i contest nazionali del settore; ebbene il suo agronomo sapete che cosa gli ha detto?; "Walter fai un buonissimo vino, ma certo che le vigne potresti curarle di piu!" e Walter di risposta "..e secondo te perchè i miei vini vengono cosi buoni"? e l'agronomo, convintamente " Ma perchè hai una altissima qualità delle uve!"....

Quindi per prima cosa, mi piacerebbe invece conoscere tutti quelli che hanno dato luce a questa discussione, perchè secondo me la cosa sarebbe piu interessante...
certo,probabilmente i tempi sono maturi perchè certe consapevolezze vengano afferrate velocemente anche da un "pubblico" piu vasto, ma tempo al tempo...

A pallino vorrei chiedere: nella tua sperimentazione geoponica, come hai stabilito le distanze tra le file? Hai fatto un calcolo (magari approssimato) della capacità di produzione di biomassa del prato, da "concentrare" poi sulle piante coltivate? Oppure hai usato un metodo empirico?

La domanda che ti faccio non è casuale, perchè sto cercando di visualizzare mentalmente un sistema che abbini la tua geoponica alla progettazione con le linee e i punti chiave di Yeomans, sistema che a mio avviso potrebbe rivoluzionare le sistemazioni moderne in ambito collinare e montano....ripristinando e potenziando le capacità di reidratazione dei suoli e delle falde...sistema che d'altronde la permacultura sta utilizzando con successo in aree marginali.
Questo sistema probabilmente non farebbe altro che ricalcare in maniera piu analitica cio che istintivamente avevano fatto le popolazioni agricole di vastissime aree agricole del mondo nel loro passato e che ha sedimentato paesaggi "naturali" tra i piu belli....
menca ha scritto:
Cita:
Forse dovremmo partecipare tutti insieme a qualche riunione del Forumdiagraria per portare un pò di aria fresca.

potrebbe essere una bella idea, ma per esperienza diretta so quanto sia difficile far cambiare punto di vista ad un agricoltore o, peggio ancora a un agronomo che per una vita ha visto le cose in una maniera particolare...conosco un caso limite, se volete, nel quale un agricoltore biologico attua la gestione inerbita (un po come fa Pallino geoponicamente) dei filari di vigna che coltiva e ottiene dei vini che hanno altissime votazioni qualitative in tutti i contest nazionali del settore; ebbene il suo agronomo sapete che cosa gli ha detto?; "Walter fai un buonissimo vino, ma certo che le vigne potresti curarle di piu!" e Walter di risposta "..e secondo te perchè i miei vini vengono cosi buoni"? e l'agronomo, convintamente " Ma perchè hai una altissima qualità delle uve!"....

Quindi per prima cosa, mi piacerebbe invece conoscere tutti quelli che hanno dato luce a questa discussione, perchè secondo me la cosa sarebbe piu interessante...
certo,probabilmente i tempi sono maturi perchè certe consapevolezze vengano afferrate velocemente anche da un "pubblico" piu vasto, ma tempo al tempo...

A pallino vorrei chiedere: nella tua sperimentazione geoponica, come hai stabilito le distanze tra le file? Hai fatto un calcolo (magari approssimato) della capacità di produzione di biomassa del prato, da "concentrare" poi sulle piante coltivate? Oppure hai usato un metodo empirico?

La domanda che ti faccio non è casuale, perchè sto cercando di visualizzare mentalmente un sistema che abbini la tua geoponica alla progettazione con le linee e i punti chiave di Yeomans, sistema che a mio avviso potrebbe rivoluzionare le sistemazioni moderne in ambito collinare e montano....ripristinando e potenziando le capacità di reidratazione dei suoli e delle falde...sistema che d'altronde la permacultura sta utilizzando con successo in aree marginali.
Questo sistema probabilmente non farebbe altro che ricalcare in maniera piu analitica cio che istintivamente avevano fatto le popolazioni agricole di vastissime aree agricole del mondo nel loro passato e che ha sedimentato paesaggi "naturali" tra i piu belli....

Ottima e realistica storiella dell'agronomo che non conosce l'"agronomia. Rimpiango figure storiche come il prof. Renzo Landi, agronomo fiorentino. Spendete qualche minuto per leggere http://www.ismea.it/flex/AppData/Redati ... 100189.pdf
e comprendere la profonda evoluzione dell'agronomia.
E' vero i tempi sono maturi, ma mancano le conoscenze agronomiche, il mondo è pieno di ciarlatani che con i nomi più esotici fanno la scoperta dell'acqua calda. L' "agronomia" è una scienza e forse la più antica che l'uomo abbia mai praticato e l'agronomo il primo professionista che si è venduto in nome di una modernità che pensava di addomesticare la natura a suo uso e consumo.
Rispondo alla tua domanda: la distanza tra le file dipende dal tipo di fertilità del tuo terreno e quindi dalla produzione di biomassa, ma in letteratura si trovano distanze precise che variano a seconda che se ci troviamo in pianura o collina e le rotazioni colturali svolte nei singoli appezzamenti e le sistemazioni idrauliche. Queste sistemazioni hanno, nei secoli, plasmato il paesaggio mediterraneo e reso unico al mondo.
Un cordiale saluto a tutti.

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03/10/2012, 20:30
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Iscritto il: 09/06/2012, 21:11
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buona sera a tutti,
come annunciato da Francesco, il 29 settembre scorso a Casalborgone si è tenuto l'incontro di presentazione dei risultati dell'attività di applicazione del metodo Fukuoka, portata avanti da 10 anni, adattandolo alla situazione pedologica e climatica delle colline torinesi.
Come detto da tempo, con questo incontro questa attività ha avuto termine, a causa della richiesta di restituzione del terreno, avanzata dai proprietari, salvo che non si riesca a farli recedere da tale richiesta.
A questo proposito il gruppo di persone, circa 30, che hanno visitato l'orto di Francesco il 29, ha deciso di fare un ulteriore tentativo di coinvolgere il sindaco di Casalborgone, per attribuire al lavoro di Francesco la dignità di bene di utilità collettiva, da salvaguardare per renderne possibile il confronto con i risultati di altre iniziative e altri metodi.
Nel frattempo Francesco ha ricevuto un gran numero di messaggi di ringraziamento per il lavoro svolto e per la qualità dei risultati raggiunti, in particolare da quanti, fra gli intervenuti, hanno esperienza diretta di coltivazione di un orto, anche se con metodi diversi di lavorazione/gestione del terreno.
Ringrazio tutti per il supporto ricevuto attraverso il forum e allego alcune foto “ricordo”dell'incontro e una proposta di lettera che chi vorrà e con le modifiche che riterrà opportuno portare al testo, potrà essere spedita direttamente al sindaco di Casalborgone, dr. Francesco Cavallero, all'indirizzo: casalborgone@ruparpiemonte.it
asantel - alberto santel


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04/10/2012, 20:48
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