Carissimi, superati i malintesi (grazie Bruno!) e gettata qualche spugna (Marcello, Max non vi abbattete...sarà colpa del caldo!), invio al forum un mio ultimo intervento, in quanto devo poi dare spazio all'intenzione risoluta di far accadere un “miracolo”: attraverso l'interessamento di terzi persuadere in extremis i proprietari della casa che abito e la terra che coltivo a dare continuità al mio progetto agro-esistenziale. Attualmente il sindaco di Casalborgone, Francesco Cavallero, attende delle lettere indirizzate al comune (Piazza Bruna n.14, cap 10020;
casalborgone@ruparpiemonte.it) da parte di qualcuno che racconti le stesse cose che gli ho riferito io per provare a mediare a mio favore: qualcosa insomma che conferisca importanza e valore culturale al mio esperimento per quella società in transizione verso un'ecologia integrale nelle attività umane e dei processi tecnologici coinvolti. Infatti la coltivazione naturale secondo il “metodo-Fukuoka”, di cui il mio giardino sembra rappresentare un'adeguata espressione é sicuramente la procedura agricola meno invasiva e più rispettosa di tutte le sensibilità in gioco: dall'etica microbiologica del suolo, fino alla salvaguardia della meso-fauna -di cui facciamo parte anche noi- da ogni forma di nocività -sia essa chimica, acustica, ergonomica (interazione tra individui umani e tecnologie).
Così ho riletto alcune parti dei libri di Fukuoka... quelle maggiormente dedicate alle indicazioni pratiche su come condurre il metodo di coltivazione che propone e di cui consiglio vivamente la ri/lettura: le poche pagine de “La fattoria biologica” che vanno dalla numero 157 alla 167 e dalla 250 alla 258.
Mi é sempre più chiara questa cosa: come era stato detto in questo forum, Fukuoka fornisce anche una serie di istruzioni rivolte specificatamente agli agricoltori, cioé ai professionisti del settore, affinché questi perfezionino la coltivazione tradizionale, suggerendo di fare un passo indietro rispetto le applicazioni agrarie delle sviluppo tecnologico-industriale (gestione meccanica, chimica e genetica della terra e delle colture) e di farne uno in avanti rispetto le innovazioni delle pratiche agricole derivate da un agronomia che ha compreso la natura e che quindi rispetta e usa a proprio vantaggio le forze viventi presenti sopra e sotto il terreno coltivato.
Se gli studi agronomici hanno sancito da tempo la necessità di praticare rotazioni agrarie per risolvere i problemi dell'uso del terreno agricolo e cercarne di mantenere la fertilità, Fukuoka aggiunge una miglioria a questa tecnica tradizionale, che lui chiama semplicemente “rotazione naturale”. Questa pratica é resa possibile dall'assenza di lavorazioni nella gestione del suolo nell'agricoltura del non-fare, ma al contempo é anche il processo che fonda la possibilità di non lavorare la terra, permettendo una coltivazione naturale e garantendone la riuscita.
In questo forum ci si é incagliati contro lo scoglio della colonizzazione di un terreno per incominciare una coltivazione di tipo naturale, cosa che, a seconda dell'agricoltura che si vuol seguire, si farà o con semplici lanci di semi di ogni genere e tipo racchiusi in palline d'argilla (se si mira a una coltivazione semi-selvatica creata maggiormente dalla spontaneità della natura), oppure, come é sempre stato, con tutte le fatiche del caso -fosse riempite di materiale organico, cumuli di terra, letame e scarti di ogni genere, livellamenti e terrazzamenti se in collina, canali di drenaggio, aratura-dissodamento...- se si desidera produrre ortaggi e cereali tradizionalmente, cioé in pieno campo e principalmente per altre . Il primo allestimento di un terreno é infatti sempre volto a migliorarne la struttura fisica e ad aumentarne la quantità di materia organica: si può fare anche con tecniche naturali, ma ci vuole molto più tempo: “(...) sono necessari da cinque a dieci anni per costituire 6 pollici di strato superficiale con il miglioramento del terreno ottenuto con colture di copertura”.
Quindi il vero problema dell'agricoltura naturale secondo Fukuoka é trovare-seguire uno schema efficace per l'avvicendamento continuo delle colture basato essenzialmente sull'uso permanente della terra. Il trucco per non dover lavorare continuamente il suolo ed evitare la sosta tra una coltura e qulla successiva, (pausa in cui le piante spontanee hanno tempo di colonizzare nuovamente lo spazio che gli abbiamo strappato), é seminare il secondo raccolto sul primo raccolto in maturazione o trapiantarlo prima della raccolta per ridurre al minimo il periodo in cui la terra viene lasciata a maggese. Sfalci, paglia, foglie e residui dei raccolti appena mietuti vengono usati come pacciame per ritardare l'emergenza delle erbacce mentre il secondo raccolto della rotazione é ancora molto giovane.
Fukuoka avverte che questo sistema prende a prestito solo alcune idee dall'agricoltura naturale, (il cui scopo finale é preservare la natura in modo permanente e permettere di evitare di arare, fertilizzare, spruzzare pesticidi e sarchiare), quindi é “inferiore alla natura stessa e deve essere accompagnato da qualsiasi mezzo e risorsa che le circostanze richiedano”.
Inquadrato in questa cornice il metodo Fukuoka assume una forma differente da quella proposta, discussa e tramandata all'interno della storia dei suoi tentativi di applicazione da parte dei suoi ammiratori: non-fare non significa lasciar fare a una natura troppo fortemente antropizzata, ma fare cercando di imitare i processi naturali. In quest'ottica l'agricoltura naturale si presenta come una tecnica difficile da acquisire (bisogna innanzitutto saper coltivare, cioé essere in sintonia con il mondo vegetale), per la quale occorre molta conoscenza e dimestichezza, ma anche un sistema estremamente leggero: ci vuole forza e molta perizia-precisione nell'azione, ma alla fine sono sufficienti un lungo rastrello in legno leggero; una falce con il manico fatto su misura (per non curvare la schiena e affaticarsi troppo) e con una lama di un buon acciaio forgiato che tagli come un rasoio; un grosso telo con gli angoli rinforzati da cordini intrecciati che ne permettano una veloce chiusura; semi in abbondanza.
Giustamente il nostro moderatore Eugenio faceva riflettere che in questa situazione economica e sociale é vantaggioso per il reddito produrre 100 e spendere 50, anziché 10 e 1, ma poi come si usa il profitto guadagnato? Per vivere in che maniera? Se mi basta 1 allora va benissimo anche così, (anzi meglio!) e si lascia a chi lo desidera la possibilità di guadagnare molto di più. Quando ci sono pesanti siccità (o forti problemi causati spesso da guerre scatenate da giochi di potere internazionali) gli agricoltori-allevatori africani vicini dei Pigmei raccoglitori-cacciatori fanno riferimento a questi ultimi per procacciarsi il cibo dalla foresta selvaggia e superare il momento di crisi. A quando la fine della pioggia di petrolio che fertilizza ogni nostra attività?
“Perche' in parole povere, il metodo fukuoka funziona se sei in una area in cui nessuno pretende la "decima" su quel che produci”,
diceva Raviolo, ma l'impressione é che non é solo il metodo Fukuoka a non funzionare in questa tirannia economico-tecnologica, (il sistema democratico/mafioso -le tasse sono il pizzo estorto per la sicurezza e i servizi), bensì ogni metodo di creazione veramente ecologico e umano che abbia anche necessità commerciali: vale per i muratori, i fabbri, i falegnami, i panettieri...solo qualche artista particolarmente vocato riesce a star fuori decentemente dalla catena di utilizzo e produzione di inquinanti senza sfruttare gli altri e se stesso. La proprietà privata della terra e la sua difesa con l'uso della violenza organizzata (la legge e le forze armate) é la radice del problema: per questo nelle terre demaniali a uso civico, (uno dei pochi barlumi di civiltà che questa civilizzazione mercantile sta cercando di cancellare definitivamente) la vendita e il commercio dei prodotti-risorse che da esse fuoriuscivano per mano della comunità che le sfruttava erano per consuetudine (regole, non leggi) vietati e una parte era dedicata-ceduta obbligatoriamente a quegli sfortunati che la natura e il caso avevano reso meno abili degli altri... Il fatto realmente importante per la maturazione della società é la collaborazione tra individui integri, lasciati liberi di autodeterminarsi la propria vita e di costruirsi liberamente la propria personalità: l'agricoltura naturale di Fukuoka, volta più alla coltivazione dell'animo umano che non alla crescita dei raccolti (un effetto secondario collaterale!) stimola proprio la cooperazione tra più individui (senza trattori si torna ad aver bisogno gli uni degli altri) invitando tutti a diventare coltivatori della domenica.
Che ne dite quindi se provassimo a incontrarci e discorressimo un po' a voce su quali strategie seguire per coltivare il più efficacemente possibile e far sì che questo modo naturale di coltivare si diffonda e si aggiunga ai più fortunati filoni fukuokiani dei frutteti naturali e del rinverdimento delle zone semi desertiche? Questa multipla e-discussione semi differita é un po' limitata e limitante: scrivere al computer mangia tempo e mantiene in solitudine. Invece potremmo vederci e conoscerci anche di persona; quelli che di noi si incontreranno (anche solo una piccola parte) saranno poi rappresentativi per l'intera comunità del forum informando gli assenti dei risultati personali ottenuti e dei buoni propositi collettivi stipulati.
E cosa ne pensate se questo incontro si facesse qui da me sabato 22 settembre? Così che il giardino possa fruttificare per l'ultima volta anche nelle visioni e nei sogni dei suoi visitatori; così che se dovesse accadere un miracolo e i proprietari accettassero all'ultimo di dare continuità a questa esperienza, si sia in tanti a partecipare-festeggiare la sua realizzazione e a goderne gli effetti galvanizzanti sull'ottimismo: se non ci cade (o ci tolgono) il mondo da sotto piedi, ne vedremo succedere delle belle! Una civiltà migliore é tecnologicamente semplice da realizzare, socialmente auspicabile e umanamente desiderabile.
Io non dispongo di grossi locali e inoltre la mia casa non é più ben attrezzata a causa del trasloco pendente, ma sicuramente preparerò una bella infornata di pane speciale: a lievitazione naturale, impastato a mano, cotto nel forno a legna, prodotto con farina di grano e segale antichi, coltivati senza chimica e sfarinati a macina da un amico non troppo distante da me.
Raviolo, tu non sei lontano: nel caso si potrebbe fare un salto a vedere anche i tuoi campi (e se possiedi spazi più adatti dei miei, organizzare una merenda sinoira o un dopo cena da te per creare quell'ambiente di convivialità edificante e produttiva).
Augurando a tutti noi un buon e felice adeguamento ai principi amorevol-agronomici stabiliti da Fukuoka e ringraziandovi perché grazie a voi mi sono spinto ad approfondire ancora meglio l'argomento, a chiarirmi le idee agronomiche e a migliorare il mio animo pestifero, vi saluto lasciandovi un secondo consiglio per una lettura liberatoria: trattasi di “L'Agricoltura naturale nel '800. Esperimenti di rivoluzione del filo di paglia in Italia un secolo prima di Fukuoka”, (pubblicato nel 2009 dalla Lef, la casa editrice di Giannozzo Pucci che ha tradotto ed editato alcuni libri di Fukuoka e lo ha anche invitato a tenere e organizzato le sue lezioni italiane di agricoltura naturale).
Francesco
- Allegati
-
- Le mie zucchine brutte e buone.
-
- Fagiolini seminati su sodo con semina naturale forzata (seme pregermogliato, ricoperto di pacciamatura e innaffiato)
-
- Le mie pesche, belle e buone, portate a maturazione da alberi non innestati cresciuti direttamente da seme nato spontaneamente.
-
- La falce "a mazza da hockey" che ho inventato per potere falciare in corridoi stretti per tagliare l'erba ai bordi delle colture velocemente e senza chinarsi (il manico rimane dritto e non ha bisogno di ampie rotazioni per funzionare).