Scusate il passo indietro, ci tenevo a rispondere a qualche argomento passato.
pioppino ha scritto:be quest'altro anno farò meglio....
quindi lavorare un po la tera concimando mettere i cartoni ed innaffiare...
ciao nino
Nino: stiamo parlando delle patate, di cui si usa dire quanto é faticoso “seminarle” e “cavarle” dalla terra! Fra le cose che ho provato é il vegetale più lontano dalle pratiche fukuokiane: il seme di patata é di difficile produzione e si usa principalmente per ringiovanire-rinvigorire una cultivar esausta o produrne di nuove, non per seminarlo direttamente. Avendo invece a che fare con tuberi di una certa dimensione la faccenda é un po' complicata in un metodo senza lavorazioni del terreno.
Quindi se vuoi fare ancora meglio...
Non lavorare la terra, se ricordo bene dicevi che é piuttosto sabbiosa, tanto da non risentire dell'effetto "suola" delle fresature, piuttosto: 1) scegli un punto già fresato dove hai provato a seminare trifoglio e altro; delimita un aiuola lunga quanto vuoi e larga da 60 a 120 centimetri (comodo o sportivo) e per far si che in ginocchio o piegato sulle ginocchia tu raggiunga molto comodamente il centro della stessa con entrambe le braccia distese, e non calpestare-lavorare mai più il terreno delimitato; 2) accumula sull'aiuola durante l'autunno-inverno tutto quello che ti capita sottomano (falciature, foglie, residui colturali, scarti domestici, toilet-compost...nel caso distribuendo equilibratamente gli ingredienti e in particolare quelli forti - segatura, cenere, resti di vinificazione, deiezioni...); 3) A fine inverno-inizio primavera quando gli agricoltori osano mettere le prime patate (o poco prima), falcia lungo i bordi del cumulo creato e distendi quest'ultimo lungo l'aiuola, mantenendolo il materiale a un altezza di almeno 25 cm entro i confini segnati (quindi a seconda di quanto ne avrai accumulato nei mesi, otterrai una certa lunghezza); 4) dopo qualche giorno (e sempre controllando il tempo) apri il compost con un rastrello da fieno creando uno o due fessure parallele alla lunghezza dell'aiuola (a seconda della larghezza della stessa, se se ne fanno due si distanziano da 20 a 40 centimetri) e poni le patate avendo cura che tocchino il terreno e se questo lo permette accomodandole anche un po' (intere, tagliate o pregermogliate, come sei solito fare), oppure le collochi a buche ma sempre allineate su una fila o due, e infine riassesta il tutto e coprilo con lo sfalcio iniziale se sufficiente, altrimenti integra; 4) quando escono le piante e sono alte quello che ti sembra giusto (in genere alla stessa altezza in cui gli altri fanno la prima rincalzatura), butta a fianco di ogni pianticella materiale organico umido o secco che sia (l'erba intorno all'aiuola innanzitutto, facendo una così detta pacciamatura, anche spessa, NB puoi anche aggiungere durante la crescita scarti di varia natura tra le piante; 5) ripeti l'operazione n. 4) una o due volte ancora quando le piante crescono, il materiale aggiunto si riduce e spuntano piante indesiderate; 6) se le piante evidenziano sete, il tempo é secco, senti che occorre un aiutino, il tipo di terreno lo consente (drena bene) e vuoi incentivare un pochino la crescita, bagna un poco e considera che l'esigenza di irrigare può accadere nelle diverse fasi di crescita e produzione dei tuberi, al nord, in pianura nei terreni argillosi e umidi, le patate non le bagnano affatto e le seminano presto perché patiscono il caldo continuativo notte-giorno, invece in alta montagna, con terreni molto drenanti, le irrigano spesso e le seminano anche tardi perché le notti fresche rompono il caldo diurno, NB il metodo Fukuoka (inteso coltivare senza lavorare il terreno, sopratutto nella versione "acclimatata" alle nostre esigenze eco-socio-culturali e di cui ci si occupa in questo forum), si applica e adatta, qualora possibile, alle pratiche agricole tradizionali e le perfeziona, migliorandone le rese (rapporto calorie investite-ottenute) ed eliminando gli effetti collaterali secondari, ma non le stravolge affatto, né muta le peculiarità delle colture locali, determinate piuttosto, dall'ambiente naturale complessivo e dal vegetale specifico, (Fukuoka irrigava le sue risaie per qualche giorno in differenti momenti -all'inizio per indebolire il trifoglio, poi durante la levata e infine alla formazione o fioritura della spiga-, ma in un altro contesto potrebbe anche non esserci bisogno di questa procedura e magari nell'antico Egitto le patate con le inondazioni del Nilo si sarebbero coltivate facilmente e senza far quasi nulla, se le piene dell'epoca fossero coincise con la fase giusta della loro crescita!); 7) raccogli le patate il più tardi possibile (nel caso tu abbia lasciato popolare l'aiuola da altre piante orticole o non, puoi raccoglierle anche a fine autunno poco prima dei geli, alla fine del suo ciclo di produzione più complessivo, la terra é comunque un buon protettivo e conservante e il momento in cui le patate sarebbero pronte per germinare le temperature sono ormai basse e lo impediscono, ma da qualche parte potrebbe non essere così); 8) mentre raccogli lascia qua e là qualche tubero lungo tutta l'aiuola e riassestala terminando con una bella pacciamatura; 9) fai passare la fine dell'autunno e l'inverno e durante, se lo desideri o ti sembra sia opportuno, aggiungi qualche scarto o sfalcio e copri con questi le piante spontanee autunno-invernali che non ti interessano o troppo invadenti (oppure ingloba quelle che preferisci nella pacciamatura); 10) finito l'inverno inizia ad assecondare il nuovo ciclo di crescita delle patate dal momento della loro emergenza spontanea, preoccupandoti questa volta di aggiungere solo qualche patata laddove ti sembra che ci sia uno spazio troppo distante tra le piante; se ce ne sono troppo dirada creando delle file -sono più comode da pacciamare- altrimenti tieni l'andamento caotico e pacciama come puoi.
Ecco le mie patate in 10 mosse, non semplici come metterle sotto il cartone o la paglia come ti hanno detto, e anzi abbastanza lontane dall'agricoltura del non-fare di Fukuoka (il suo riferimento a questo ortaggio é scarso, dice che dove coltivi le patate il primo anno continuano a crescere spontaneamente: comprovato, ma sul mio terreno ogni anno in minor numero, più piccole e di peggior qualità).
Purtroppo due anni di prova sono poco significativi per generalizzare: 1) potrebbe darsi che nel tempo le patate diminuiscano la pezzatura dei tuberi e sia necessario pensare ad aggiungere all'occorrenza qualche patata “da fuori” o di un'altra varietà; 2) che il terreno si stanchi proprio e insorgano debolezze o parassiti; 3) ma anche che vada ogni anno meglio e si sia trovata-instaurata spontaneamente una sinergia di crescita con altre piante e anche l'operazione “artificiale” della pacciamatura si riduca ai minimi termini o completamente. In questo modo, adattandosi alla disponibilità di biomassa e della nostra forza lavoro, aggiungendo un aiuola all'anno, potremmo arrivare a gestire una superficie maggiore a patate.
Allora buona fortuna per l'anno prossimo Nino!