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Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA 
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I miei son pacciamati con sughero macinato su terreno zappato fatto a bancale tipo sinergico.
Comunque interessante le zucchine tra l'erba, fotografa fotografa..! ;)


08/08/2012, 22:04
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Il processo Haber per la produzione di ammoniaca dagli elementi fu brevettato nel 1908 da Fritz Haber. Nel 1910 Carl Bosch, che lavorava per la BASF, commercializzò il processo, noto come processo Bosch-Haber. Durante la Prima Guerra Mondiale fu usato su scala industriale per la prima volta. http://aspoitalia.blogspot.it/2008/03/a ... eglio.html
Buona notte 8-)

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“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
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09/08/2012, 22:36
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Scusate il passo indietro, ci tenevo a rispondere a qualche argomento passato.
pioppino ha scritto:
be quest'altro anno farò meglio....
quindi lavorare un po la tera concimando mettere i cartoni ed innaffiare...
ciao nino

Nino: stiamo parlando delle patate, di cui si usa dire quanto é faticoso “seminarle” e “cavarle” dalla terra! Fra le cose che ho provato é il vegetale più lontano dalle pratiche fukuokiane: il seme di patata é di difficile produzione e si usa principalmente per ringiovanire-rinvigorire una cultivar esausta o produrne di nuove, non per seminarlo direttamente. Avendo invece a che fare con tuberi di una certa dimensione la faccenda é un po' complicata in un metodo senza lavorazioni del terreno.
Quindi se vuoi fare ancora meglio...
Non lavorare la terra, se ricordo bene dicevi che é piuttosto sabbiosa, tanto da non risentire dell'effetto "suola" delle fresature, piuttosto: 1) scegli un punto già fresato dove hai provato a seminare trifoglio e altro; delimita un aiuola lunga quanto vuoi e larga da 60 a 120 centimetri (comodo o sportivo) e per far si che in ginocchio o piegato sulle ginocchia tu raggiunga molto comodamente il centro della stessa con entrambe le braccia distese, e non calpestare-lavorare mai più il terreno delimitato; 2) accumula sull'aiuola durante l'autunno-inverno tutto quello che ti capita sottomano (falciature, foglie, residui colturali, scarti domestici, toilet-compost...nel caso distribuendo equilibratamente gli ingredienti e in particolare quelli forti - segatura, cenere, resti di vinificazione, deiezioni...); 3) A fine inverno-inizio primavera quando gli agricoltori osano mettere le prime patate (o poco prima), falcia lungo i bordi del cumulo creato e distendi quest'ultimo lungo l'aiuola, mantenendolo il materiale a un altezza di almeno 25 cm entro i confini segnati (quindi a seconda di quanto ne avrai accumulato nei mesi, otterrai una certa lunghezza); 4) dopo qualche giorno (e sempre controllando il tempo) apri il compost con un rastrello da fieno creando uno o due fessure parallele alla lunghezza dell'aiuola (a seconda della larghezza della stessa, se se ne fanno due si distanziano da 20 a 40 centimetri) e poni le patate avendo cura che tocchino il terreno e se questo lo permette accomodandole anche un po' (intere, tagliate o pregermogliate, come sei solito fare), oppure le collochi a buche ma sempre allineate su una fila o due, e infine riassesta il tutto e coprilo con lo sfalcio iniziale se sufficiente, altrimenti integra; 4) quando escono le piante e sono alte quello che ti sembra giusto (in genere alla stessa altezza in cui gli altri fanno la prima rincalzatura), butta a fianco di ogni pianticella materiale organico umido o secco che sia (l'erba intorno all'aiuola innanzitutto, facendo una così detta pacciamatura, anche spessa, NB puoi anche aggiungere durante la crescita scarti di varia natura tra le piante; 5) ripeti l'operazione n. 4) una o due volte ancora quando le piante crescono, il materiale aggiunto si riduce e spuntano piante indesiderate; 6) se le piante evidenziano sete, il tempo é secco, senti che occorre un aiutino, il tipo di terreno lo consente (drena bene) e vuoi incentivare un pochino la crescita, bagna un poco e considera che l'esigenza di irrigare può accadere nelle diverse fasi di crescita e produzione dei tuberi, al nord, in pianura nei terreni argillosi e umidi, le patate non le bagnano affatto e le seminano presto perché patiscono il caldo continuativo notte-giorno, invece in alta montagna, con terreni molto drenanti, le irrigano spesso e le seminano anche tardi perché le notti fresche rompono il caldo diurno, NB il metodo Fukuoka (inteso coltivare senza lavorare il terreno, sopratutto nella versione "acclimatata" alle nostre esigenze eco-socio-culturali e di cui ci si occupa in questo forum), si applica e adatta, qualora possibile, alle pratiche agricole tradizionali e le perfeziona, migliorandone le rese (rapporto calorie investite-ottenute) ed eliminando gli effetti collaterali secondari, ma non le stravolge affatto, né muta le peculiarità delle colture locali, determinate piuttosto, dall'ambiente naturale complessivo e dal vegetale specifico, (Fukuoka irrigava le sue risaie per qualche giorno in differenti momenti -all'inizio per indebolire il trifoglio, poi durante la levata e infine alla formazione o fioritura della spiga-, ma in un altro contesto potrebbe anche non esserci bisogno di questa procedura e magari nell'antico Egitto le patate con le inondazioni del Nilo si sarebbero coltivate facilmente e senza far quasi nulla, se le piene dell'epoca fossero coincise con la fase giusta della loro crescita!); 7) raccogli le patate il più tardi possibile (nel caso tu abbia lasciato popolare l'aiuola da altre piante orticole o non, puoi raccoglierle anche a fine autunno poco prima dei geli, alla fine del suo ciclo di produzione più complessivo, la terra é comunque un buon protettivo e conservante e il momento in cui le patate sarebbero pronte per germinare le temperature sono ormai basse e lo impediscono, ma da qualche parte potrebbe non essere così); 8) mentre raccogli lascia qua e là qualche tubero lungo tutta l'aiuola e riassestala terminando con una bella pacciamatura; 9) fai passare la fine dell'autunno e l'inverno e durante, se lo desideri o ti sembra sia opportuno, aggiungi qualche scarto o sfalcio e copri con questi le piante spontanee autunno-invernali che non ti interessano o troppo invadenti (oppure ingloba quelle che preferisci nella pacciamatura); 10) finito l'inverno inizia ad assecondare il nuovo ciclo di crescita delle patate dal momento della loro emergenza spontanea, preoccupandoti questa volta di aggiungere solo qualche patata laddove ti sembra che ci sia uno spazio troppo distante tra le piante; se ce ne sono troppo dirada creando delle file -sono più comode da pacciamare- altrimenti tieni l'andamento caotico e pacciama come puoi.

Ecco le mie patate in 10 mosse, non semplici come metterle sotto il cartone o la paglia come ti hanno detto, e anzi abbastanza lontane dall'agricoltura del non-fare di Fukuoka (il suo riferimento a questo ortaggio é scarso, dice che dove coltivi le patate il primo anno continuano a crescere spontaneamente: comprovato, ma sul mio terreno ogni anno in minor numero, più piccole e di peggior qualità).
Purtroppo due anni di prova sono poco significativi per generalizzare: 1) potrebbe darsi che nel tempo le patate diminuiscano la pezzatura dei tuberi e sia necessario pensare ad aggiungere all'occorrenza qualche patata “da fuori” o di un'altra varietà; 2) che il terreno si stanchi proprio e insorgano debolezze o parassiti; 3) ma anche che vada ogni anno meglio e si sia trovata-instaurata spontaneamente una sinergia di crescita con altre piante e anche l'operazione “artificiale” della pacciamatura si riduca ai minimi termini o completamente. In questo modo, adattandosi alla disponibilità di biomassa e della nostra forza lavoro, aggiungendo un aiuola all'anno, potremmo arrivare a gestire una superficie maggiore a patate.
Allora buona fortuna per l'anno prossimo Nino!


10/08/2012, 1:18
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MarcelloC ha scritto:
Secondo voi alcuni ortaggi crescono nel sottobosco? Oppure c'è bisogno di sole diretto?

Vale sempre il discorso generale: che sottobosco? Rado, fitto? Quali alberi lo creano e quindi che ph ha il terreno e quali comunità biotiche lo popolano? In che stagione dell'anno si intende coltivare? (in inverno gli alberi mantengono un microclima più mite e perdendo le foglie lasciano passare più luce, in estate raffrescano...) Con che tipo di esposizione? (in un sottobosco su terreno che degrada a nord si allungano le ombre, se degrada a sud l'insolazione sarà comunque maggiore)
Non esiste il Sottobosco, esistono solo condizioni particolari e bisogna capire le risposte delle piante a una data situazione e affinare i nostri tentativi sucessivi. Da noi in piemonte sottobosco significa metcalfa e quindi fusaggine sulle piante infestate, ma al centro e al sud?
Nella mia esperienza (le parti di “sottobosco” del mio giardino e la parte in ombra di un pioppeto) ho osservato crescere piante lussureggianti in assenza di luce diretta, ma ne ho viste anche altre cresciute stentate e malate. Quanto più le piante erano nate spontaneamente e nel periodo giusto, tanto più hanno saputo arrangiarsi, in particolare quando nascevano dai compostaggi. Sotto il pioppeto é andata generalmente molto male (fave, piselli, veccia, insalate), ma avevo ancora molta meno esperienza di adesso. Invece nelle zone con molta ombra (ma quasi mai totale) dell'orto-frutteto che seguo alcune piante stanno meglio di quelle in pieno sole: le coste-costine, i cavoli in generale e i cavolini di Bruxell in particolare (mai provato il cavolfiore) e i sedani (irrigati costantemente); altre direi con risultati paritari: la cicoria, la lattuga, l'amaranto, le zucche, i fagioli, alcuni pomodori, il panico...
In definitiva: i fattori della fertilità -aria, luce, acqua, terra, spazio- sono coordinati dalla libertà della pianta che crescendo li ricerca e usa a proprio vantaggio: laddove uno manca sopperisce parzialmente con l'abbondanza di un altro. Quando decidiamo di limitare la libertà di una forma vivente accompagnandola verso i nostri fini, la coltivazione, dobbiamo assecondare le sue necessità aiutandola ad avere ciò che non é in grado di usufruire direttamente.
Se manca la luce le piante la ricercheranno allungandosi verso di essa e per farlo avranno bisogno di approfittare degli altri fattori di crescita abbondantemente, in particolare mi sembra che lo spazio libero circostante e la "grassezza" del terreno divengano molto importanti.


10/08/2012, 1:35
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lisandro ha scritto:
In agricoltura naturale invece, cosa mi fa stabilire che è tempo di raccogliere i semi, confettarli con argilla (ma è possibile con la propria terra?) per poi riseminare? Con i legumi per esempio, tipo i ceci o le lenticchie, ora che è tempo di raccogliere dovrei anche riseminare senza attendere la primavera prossima?

Se li risemini subito alla prima pioggia la temperatura ancora mite li fa germogliare, devi quindi aspettare che diventi freddo; questo é il motivo per cui aspetto a gettare nel compost gli scarti della pulitura dei fagioli o di altre verdure (per quanto ben fatte qualche seme rimane sempre ed é un piacere vederli crescere in primavera in barba a ogni preoccupazione agronomica!). Fare le palline d'argilla con i semi di leguminose é alquanto brigoso: sono grossi e consumano molto materiale (puoi usare la tua terra se é fortemente argillosa, la mia lo é la usavo direttamente), inoltre assorbendo l'umidità dall'involucro gonfiano e tendono a spaccarlo; bisogna quindi ammollarli precedentemente, lasciarli gonfiare un minimo e poi, una volta finito l'avvoltolamento nell'argilla seccarle rapidamente per non diminuirne la germinabilità (oppure fare le palline quando fa già abbastanza freddo). Come ho già evidenziato la pratica agronomica fondamentale nel metodo Fukuoka é la semina naturale, allontanandoci da quei tre giorni perfetti incominciano i problemi...Non é il metodo in quanto tale a dover essere adattato ai differenti climi-territori, bensì i tempi delle semine con i vegetali giusti.


10/08/2012, 1:41
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mbruno ha scritto:
Per quanto riguardo la canapa vorrei farla in consociazione con tutte le spontanee che già ci sono, niente in più. Non avrei l'intenzione di seminare anche erba medica. Fra l'altro ho visto che c'è già molto trifoglio.
E' davvero la migliore coltura miglioratrice del terreno?
Parlo come bassa necessità nel mix di esigenze: d'acqua, di lavorazioni, di interventi in difesa di parassiti, malattie, funghi, etc. E di uso come pacciamatura una volta lasciate morire le piante senza raccogliere niente e usare solo il trincia a martelli.

La canapa é una pianta dioca, l'artificio di renderla ermafrodita per coltivarla industrialmente con una bassa percentuale di thc l'ha completamente snaturata, non saprei quali proprietà ha mantenuto e quali perso. Inoltre l'idea di trinciarla non mi pare buona: il problema primario della canapa é proprio l'alta fibrosità che impedisce la trinciatura (hanno dovuto creare dei macchinari adatti proprio per risolvere questo problema e riuscire a tagliarla e lavorarla). Comunque un testo del 1600 sulla coltivazione naturale della canapa nel ferrarese (presente in una biblioteca di Ferrara) descriveva una tipologia particolare di coltura mista: in un medicaio dopo il primo taglio primaverile, si seminava a spaglio la canapa rada in modo che lo ombreggiasse e proteggesse in estate così da garantire un taglio autunnale. Non era ben specificato a cosa servisse la canapa cresciuta in questo modo, in quanto sicuramente perdeva la caratteristica principale per ricavarne la fibra (steli lunghi senza ramificazioni), forse era per i semi o per le preparazioni medicinali (!).
É veramente incredibile, vista la mole di energia impiegata in questo progetto, la mancanza di analisi a priori basate sui dati particolari, anziché sulle idee astratte. Non esiste una “migliore coltura miglioratrice” adatta per tutti i tipi di terreni. Che tipo di terreno? Se é sabbioso certamente non é la canapa la coltura adatta e probabilmente si dovrebbe pensare ai lupini o ad altre piante miglioratrici dei terreni sabbiosi. Idem se é fortemente argilloso. Perché, mentre attendi che il tuo progetto maturi, semplicemente non coltivi trifoglio bianco nano, come Fukuoka raccomandava di fare? E se proprio vuoi integrare già che ci sei puoi raccogliere e vagliare il seme e scambiarlo-barattarlo-regalarlo come più ti pare e piace con quelli del forum che ne hanno bisogno. In più ci metti vicino un arnia di api e la cosa va da sé, hai presente che perdita di tempo e denaro stare dietro ogni anno ad acquistare semenza di canapa super certificata e burocratizzata? E poi ricevere i controlli, ma che idea ti é saltata in mente?!? A me pare un'assurdità, quantomeno rispetto la tematica e le sensibilità di questo forum.


10/08/2012, 1:49
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MarcelloC ha scritto:
quando parlate di alberi che aiutano a pompare acqua negli strati superiori del terreno, avete in mente specie specifiche?

Io ho in mente quanto meno tutti gli alberi da frutto e specialmente di lasciare crescere quelli che nasceranno spontaneamente (sopratutto se usi raccogliere il fogliame circostante per incrementare la pacciamatura o diserbare per soffocamento un aiuola da usare nel futuro o per “stemperare-raffreddare” il compost e raggiungere un rapporto azoto-carbonio che ne eviti il surriscaldamento). Da me sono cresciuti principalmente due tipi di acero, querce (roverella), nocciolo, ciliegio selvatico, poi due castagni, un noce e qualche essenza strana (una é sicuramente il "capello di prete")...


10/08/2012, 1:56
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Scusate, nel post "sottobosco" ho scritto fusaggine, un arbusto, anziché fumaggine (muffa grigia che si forma sulle piante dalle colate di melata di metcalfa).
A presto.


10/08/2012, 2:07
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Casy disse:"Dovevi vedere com'era bello il granturco prima del vento. Sarebbe stato un grasso raccolto."
"Tutti gli anni così," osservò Joad. " Da quando mi ricordo io, tutti gli anni la stessa storia: un grosso raccolto in vista, ma non arriva mai. Il nonno diceva che la terra era buona i primi cinque anni di coltivazione, prima che scomparisse del tutto la gramigna."
John Steinbeck - Furore.
Buona gionata a tutti.

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10/08/2012, 7:34
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ciao a tutti.

una domanda per frasantel:
ho sentito dire che osservando la vegetazione spontanea si è in grado di classificare almeno grossolanamente il tipo di terreno su cui cresce (se non ricordo male dove ci sono ortiche il terreno è acido e la cosa combacerebbe con il fatto che da me crescono molto sotto un pero che perde molti frutti che restano, per un motivo o per l'altro, sul terreno). Sei a conoscenza di qualche fonte (sito/libro) da consigliare su questo argomento?


10/08/2012, 11:46
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