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Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA
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raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
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le famose pesche "raviolo" sopravvissute senza nessun trattamento alla bolla e a tutte le altre malattie che infestano la zona. Non ancora mature, e non diradate ,sono piccole e dolci, ottime da surgelare e mangiare fredde come un gelato.
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03/08/2012, 22:06 |
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raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
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se volete continuo con le foto...
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03/08/2012, 22:08 |
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libellula69
Iscritto il: 17/01/2012, 22:58 Messaggi: 4788 Località: Altissimo-Vi-Franciacorta
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Continua! (però 2000 mq in quella posizione a raccoglier carote non è molto fukuokiana ... a meno che non lo si faccia con molta calma e cantando..)
_________________ "nessuna risposta ... è una risposta" (Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano )
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04/08/2012, 5:41 |
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raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
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purtroppo le carote vengono sottoterra, per un momento mi son detto che bisognava fare i bancali. Poi ho pensato che 2000 metri quadrati di bancali non possono essere definiti come NO TILL e mi ci voleva una ruspa per farli. Insomma quest'anno e' andata cosi.. ci si rompe la schiena, ma faremo un vagone di carotine. Nell'inverno conto di sviluppare un attrezzino a motore per cavarle fuori in fretta. senza fare troppi danni al terreno. 2000 mt sono una dimensione piccola per una coltivazione come la carota (se vuoi venderla). Il metodo che ho utilizzato segue l'idea di base di fukuoka ma e' fortemente adattato alle mie necessita' locali (son sei anni che provo a fare le carotine sul bancale, vengono, ma bisogna coglierle una per una ). Insomma il campo e' stato preparato con semine di una miscela di semi che sto testando. E lavorato a mulching, non ho apportato paglia, ma le pacciamature son fatte con il mulching stesso (verde e fermentato) Il campo son alcuni anni che produce buone quantita' di ortaggi e verdura (tutte pezzature piccole pero') senza essere arricchito con nessun tipo di fertilizzante. Il terreno , partito da semisterile (sabbia e tufo) adesso e' bello scuro e fertile per una cinquantina di cm di spessore (sotto ricomincia il tufo). Insomma su una dimensione europea di campo applicare fukuoka in modo integrale con un minimo di ritorno economico mi pare difficile, Piu facile interpretarne le indicazioni muovendosi verso una lavorazione del terreno meno invasiva ed ,in definitiva, meno costosa.
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04/08/2012, 10:16 |
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raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
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Cioe voglio dire: Stabilito che il metodo indicato nella rivoluzione del filo di paglia propone di non lavorare il terreno meccanicamente risparmiando energia ma impone l'uso di pacciamature per riuscire ad ottenere ugualmente una resa. In pratica sostituisce il lavoro meccanico di aratura con il lavoro per pacciamare ed introduce energia con paglia e fieno. Dunque , ammesso che la paglia non possa essere approvigionata da terzi (perche' non sicura ed inquinata da pesticidi) presuppone (giustamente) che a fianco dell'orto ci sia una produzione di cereali di dimensione multipla a quella dell'orto e in grado di fornire paglia in abbondanza. Cioe' si torna al discorso iniziale di Pallinof di avere una sorta di ciclo chiuso in azienda e autosufficiente. L'azienda produce quel che consuma e consuma quel che produce ( non si puo' asportare l'eccedenza perche altrimenti questa verrebbe sottratta dal ciclo e quindi alla lunga depaupera.).
Ora questo sistema funziona se ben progettato, ma e' rigido ed autonomo. Nel caso di una azienda commerciale e con commerciale intendo in grado semplicemente obbligata a trovare i soldi per poter pagare le tasse, e' necessario introdurre un po piu di flessibilita' e sopratutto la capacita' di produrre un plus sufficiente a mantenere in vita l'azienda. Perche' in parole povere, il metodo fukuoka funziona se sei in una area in cui nessuno pretende la "decima" su quel che produci. In uno stato come il nostro (dove semplificando devi mantenerne tre per uno che lavora) bisogna in qualche modo estrarre una eccedenza che consenta di essere autosufficienti.
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04/08/2012, 10:37 |
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maxdef
Iscritto il: 11/02/2011, 8:44 Messaggi: 276 Località: Roma
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...e bravo Raviolo,complimenti per le foto e...per il defender
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04/08/2012, 13:31 |
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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raviolo ha scritto: Cioe' si torna al discorso iniziale di Pallinof di avere una sorta di ciclo chiuso in azienda e autosufficiente. L'azienda produce quel che consuma e consuma quel che produce ( non si puo' asportare l'eccedenza perche altrimenti questa verrebbe sottratta dal ciclo e quindi alla lunga depaupera.). Perche' in parole povere, il metodo fukuoka funziona se sei in una area in cui nessuno pretende la "decima" su quel che produci. In uno stato come il nostro (dove semplificando devi mantenerne tre per uno che lavora) bisogna in qualche modo estrarre una eccedenza che consenta di essere autosufficienti. Ottimo Raviolo, belle le pesche omonime ti chiedo di mettere altre foto magari con il frutto spaccato per poter vedere la polpa: spessore, colore, consistensa e se spiccagnola. Sul mio discorso iniziale, forse ho peccato di chiarezza, non sono giuste le conclusione che ne hai tratto. L'azienda è un complesso sistema energetico nel quale c'è una fonte energetica in entrata (il sole) e una in uscita (asportazione per autoconsumo e mercato). Se ci troviamo in condizioni di bassa fertilità del terreno (per una serie di motivi) è necessario investire il surplus annuale di energia per ristabilire la fertilità naturale del nostro terreno in modo da poter ospitare le colture che intendiamo inserire. Successivamente il surplus annuale di energia andranno a coprire le asportazione e creare reddito. Interrompere questo ciclo con lavorazioni (anche modeste) significa vivere di rendita, cioè monetizzare i poco tempo ciò che è stato accumulato. Obbiettivo della pacciamatura, oltre il vantaggio idrico ed energetico, è quello di creare le condizioni ottimali per lo sviluppo per molti organismi che lavoreranno gratis per noi creando una struttura del terreno stabile ed ottimale per lo sviluppo delle colture. Il successo storico dell'aratura è stato proprio nel vivere di rendita, cioè di sfruttare l'energia del terreno accumulata nel tempo interrompendo il ciclo della sua rigenerazione. Ma l'economia moderna si basa proprio sulla rendita........defender a parte . Un salutone a tutti.
_________________ “ Prima di Giove non v’erano contadini che coltivassero la terra, né era lecito delimitare i campi tracciando confini: tutto era in comune e la terra, senza che le fosse richiesto, produceva spontaneamente e con generosità ogni cosa.” Virgilio.
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04/08/2012, 22:43 |
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raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
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uh , beh, il defender e' il mio giocattolo preferito. Nonostante abbia piu di venti anni di uso fuoristrada ,per lavorare e per andare a zonzo per queste zone "selvatiche" e' davvero ancora perfetto.
Tornando a noi, l'energia proveniente dall'ambiente introduce certamente un plus (ma quello arriva in qualsiasi tipo di coltivazione si pratichi). E' vero Pallinof, che da una fattoria si possa estrarre il necessario per alimentare anche il coltivatore (in fondo anche lui e' un fattore che incrementa la produttivita' e partecipa a l ciclo produttivo). Il problema e' estrarre la percentuale richiesta dalla sorta di mezzadria obbligata che abbiamo con lo stato. Evidentemente ,essendo i parametri tarati su una agricoltura intensiva di saccheggio, una coltivazione sinergica industriale NON PUO' esistere fino a che ,almeno non venga operata una distinzione ed una tassazione relativa piu bassa.
Per quanto riguarda il terreno, io penso che la lavorazione non sia solo una rapina ed uno sfruttamento sconsiderato del capitale energetico accumulato nel tempo. Nel caso dei miei terreni, destinati a sperimentazione sopratutto perche marginali in quanto sabbioso/tufacei , periodicamente allagati e dilavati in autunno/primavera o secchi ,compatti e siccitosi per mesi in estate e ghiacciati in inverno. Divisi in tre parti equivalenti una coltivata in pseudosinergico, una coltivata tradizionalemnte ed una lasciata gerbido (partendo tutte e tre le zone da una lavorazione iniziale che ha portato il terreno allo stesso livello) vedo che il terreno lavorato tradizionalmente (pur senza pesticidi) ma con apporto di concime di origine animale ha ottenuto una struttura del terreno semplificata ma una resa di poco inferiore ai campi coltivati con fitofarmaci (un 30% in meno). Il terreno in pseudo sinergico (pseudo perche ho accelerato molto il processo di ricostituzione del terreno spingendo compost ,fibre, legno, foglie ed altro sotto terra) ora e' morbido, compatto, e produce senz'altra lavorazione che con lavorazioni molto superficiali ortaggi buoni ma di pezzatura piccola (vedi le carote). Le lavorazioni superficiali son necessarie per estrarre per esempio le carote, in pratica si rivoltano a vanga le zolle superficiali. La pezzatura ottenuta non e' sufficiente per la vendita, le carote son piccole e le madame non vogliono pelarle, la valeriana e' difficile da mondare e cosi via Il terreno lasciato a gerbido in diversi anni ha sviluppato una vegetazione composta da gaggia, qualche salice, qualche rovo ma e' ancora perlopiu' scoperto e composto da polvere fine impalpabile.
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05/08/2012, 11:21 |
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gerry94
Iscritto il: 13/09/2011, 22:21 Messaggi: 2408 Località: Caposele - Avellino
Formazione: Diploma professionale
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Raviolo, ma le foto sono attuali? tutte le coltivazioni naturali che volete, ma l'erba è verde e in salute, da me solo nel mese di maggio, solo sui terreni migliori, è così. Quello sullo sfondo è mais?
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05/08/2012, 13:09 |
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raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
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si le foto le ho fatte due o tre giorni fa, quelloche vedi in sfondo della foto con il def e' mais si.
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05/08/2012, 14:14 |
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