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Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA 
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ciao a tutti ... mio piccolo contributo...


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Commento file: pomodori ciliegino s. marzano 2 belmonte
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15/07/2012, 6:44
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...provavo ad inserire foto...voi come vi comportate con la coltivazione delle fragole?


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15/07/2012, 6:46
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...c'è qualche cosa che non funziona,quest'anno l'orto in generale è pietoso,ma le patate mi hanno proprio deluso,questo è il raccolto di 9 piante su fila pacciamata con paglia e fieno da due anni
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...lo scorso anno sotto ai cartoni ho fatto un ottimo raccolto,con patate anche di 350gr l'una e quest'anno usando solo la paglia 9 buche mi hanno prodotto quasi 800gr in tutto :cry:....sto cominciando a vacillare :oops:


21/07/2012, 14:12
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cocule ha scritto:
scusa la domanda banale Fresantel.... ma tu per garantire il giusto apporto idrico alle piante ti affidi solo alla pioggia? Perchè almeno da me non piove da quasi 45 giorni e non so cosa sarebbe rimasto nel campo senza un "aiutino" da parte mia. Ma se mi garantisci che una volta entrati nelle condizioni ottimali di terreno le specie a noi utili possono sopravvivere anche con due mesi di asenza di precipitazioni sarà sicuramente il mio esperimento dell'anno prossimo. Grazie e buona giornata


Per provare a rispondere direi:
le piante non esistono, esistono il ravanello, i fagiolini, le coste, le zucche, i cereali etc (per quanto rigurda le domestiche), fra queste ci sono le cosiddette forti consumatrici d'acqua o di nutrienti, quelle a radice fittonante o fascicolare, quelle che prediligono sole diretto e quelle amanti della penombra etc;
il terreno non esiste, esiste il terreno argilloso, sabbioso, limaccioso, con la falda freatica sottostante o distante, esposto con un certo grado di pendenza a sud-nord-est-ovest o pianeggiante, con molta materia organica o poca, maturo e fertile oppure rovinato-acerbo e poco produttivo;
poi ci sono le tecniche colturali: una pianta nata direttamente da seme ha più autonomia di una pianta trapiantata, una semina di primavera é differente da una semina estiva per il secondo raccolto;
e infine c'é il clima e l'implacabile meteorologia: un mese e mezzo senza pioggia sicuramente rallentano o bloccano la produzione della maggior parte dei vegetali da orto, escluse quelle che sopportano per l'appunto la siccità.
Le piante orticole sono generalmente esigenti sotto tutti i punti di vista e i terreni vocati all'orticoltura redditizia sono generalmente i migliori in circolazione (medio impasto, ma non troppo sciolti, fertili, ben drenanti e con molta acqua a disposizione). Fuori da queste condizioni ottimali e una volta messe in atto tutte le strategie naturali a lungo termine per ottimizzare la sistemazione fisica (struttura glomerulare e sofficità-permeabilità del terreno), idraulica (dotazione, ritenzione e drenaggio dell'acqua), chimica (disponibilità dei principi nutritivi -azoto, potassio, fosforo, microelementi etc), biologica e microbiologica (quantità a qualità delle forme di vita nel sottosuolo e in superficie), ecologica (equilibrio dei cicli naturali) ed energetica (calorie disponibili nel sistema), si aiutano le piante coltivate esattamente come Fukuoka ha fatto e riportato nei suoi scritti: si prepara quindi il terreno ( rapidamente con i mezzi tecnici adeguati alle dimensioni o lentamente con vegetali adatti allo scopo: un ex parcheggio non é un terreno vergine), si concima (compost, stallatico, cornoletame, borlanda attivata, farina di roccia o di alghe piuttosto dei concimi granulari industriali) si bagna quando si deve, si pota se necessario, se capita si difendono le colture usando protettivi (un macerato d'equiseto o la propoli non sono i pesticidi). Mentre si fa tutto ciò si impara a coltivare: ad azzeccare innanzitutto le semine dirette (fatte nel momento-posto giusto e con sementi acclimatate) e a intervenire efficacemente nei momenti appropriati; intanto il terreno si avvicina alla sua peculiare maturità agronomica -un terreno argilloso non diverrà mai sabbioso- e le piante diventano sempre più autonome e la nostra partecipazione alla loro crescita diviene sempre minore, (a seconda delle colture e dell'andamento stagionale delle temperature, delle precipitazioni, della ventosità, delle scie chimiche!). Fukuoka indicava il periodo di sette anni per iniziare a pilotare bene il metodo e per migliorare il terreno di partenza.
Un terreno troppo compatto non assorbe acqua, non la trattiene e non lascia salire in superficie l'umidità del sottosuolo.
Se si é assillati dalla siccità e dall'arsura estiva é imprescindibile piantare o lasciare crescere alberi e diradarli man mano che crescono per mantenere un discreto ombreggiamento e garantire il pompaggio dell'acqua dagli strati profondi del terreno.
Se non si vuole avere problemi con l'acqua nei bancali sinergici, non bisogna mai allestirli su crinali, colline e in tutti quei luoghi sovraesposti al lavorio dei venti e siccitosi e comunque non farli stretti, alti e a dorso di mulo, bensì larghi, bassi, piani e ancor meglio se delimitati da una cornice di mattoni, assi o sassi impastati con il fango (alla maniera indiana) per evitare l'evaporazione esasperata dei liquidi.
Spero che questo contributo possa aiutare a comprendere meglio l'interconnessione tra piante, terreno e acqua, a liberare la sensibilità e l'intelligenza dai dogmi prescrittivi e, infine, ad approfondire lo studio dell'agrofenologia degli ortaggi!


22/07/2012, 3:44
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anch'io ho messo una parte di patate sotto il cartone.
e una parte in maniera tradizionale sepellite nella terra

l'altro giorno ha raccolto

sotto i cartoni

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patate piccole un po malate e rosicchiate dai topi

su una superfice simile coltivate sottoterra
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raccolto maggiore più grandi anche se nmeno degli scorsi anni e tutte sane

questo sistema mi ha deluso un po non vorrei che sia colpa del clima ma...

saluti
nino

_________________
Non importa quanto freddo sia l'inverno, dopo c'è sempre la primavera. E. VEDDER


22/07/2012, 8:48
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Ciao...
Questa sera mentre cercavo di allontanare delle Dorifore dalle melanzane mi sono accorto che i peperoni sono pieni di questi strani individui... qualcuno sa dirmi come si chiamano e cosa cercano nei miei peperoni.
Ciao


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22/07/2012, 22:38
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Sono larve di cimice verde... io le schiaccio con le manine


23/07/2012, 2:00
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...frasantel,forse non ho colto il senso del tuo post, ma stai dicendo che sono ammesse "scorciatoie" per il raggiungimento delle condizioni ottimali auspicate da Fukuoka?


23/07/2012, 13:24
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per quel poco che ne ho capito io..e staccandomi da fukuoka

Esiste un livello denso che e' il terreno con l'acqua e le sostanze pesanti (minerali,batteri, enzimi etc) ed un livello sottile piu' alto e leggero che e' l'aria con il vapore acqueo , l'ossigeno ,il sole e tutti i gas.
Questi due livelli sono in stretto contatto ma a causa della gravita' sono praticamente impermeabili uno con l'altro.
Bene, le piante si comportano come fratture in questo sottile strato impermeabile e spingono le radici giu nel profondo del livello denso mentre nello stesso tempo spingono i rami su nel livello sottile. Tramite un complesso sistema di condutture e reazioni chimico biologiche riescono a connettere i due livelli formando nuvole e fiumi.
In pratica attirano minerali e acqua e li pompano per effetto della capillarita' dei vasi su nel livello sottile dove per effetto delle radiazioni solari e della reazione chimica con i gas le soluzioni acquose vengono trasformate.

Bene, e' evidente che questo processo e' estremamente delicato e puo' essere influenzato da innumerevoli fattori come disponibilita' di sostanze chimiche nei due livelli , come l'umidita' o la disponibilit'a di acqua,la pressione atmosferica, etc.
Una piccola variazione di ph del terreno per esempio comporta il cambiamento radicale delle reazioni chimiche fisiche presenti in tutta la pianta. Ovviamente una pianta per il solo fatto di essere nata e cresciuta modifica progressivament el'ambiente in cui cresce, ed e' per questo che la consociazione delle piante puo essere favorevole o sfavorevole. Nell'agricoltura tradizionale si ricorre alla monocoltura credo per risolvere in modo diretto e brutale questo problema.. Infatti se ho un migliaio di piante tutte uguali e vicine so in partenza che si ostacoleranno una con l'altra, perche dovranno spartirsi le risorse tra loro. Dunque da qui la necessita' di fornire acqua con irrigazione e sostanze con la concimazione. Anche la rotazione delle colture segue questa logica secondo me.
Consociando le piante si possono invece ottimizzare le condizioni di sviluppo.. E' pero estremamente difficile prevedere quale sara' lo sviluppo delle diverse specie e rapportarlo.
I bancali sono fore un metodo per tentare di risolvere il problema.
Io sono abbastanza contrario all'uso del bancale.. in quanto ritengo sia strutturalmente troppo rigido per ottenere una vera coltivazione sostenibile. Gia solo il fatto di dover realizzare il bancale e mantenerlo attivo inserendo paglia, e verde quando non addirittura del compost mi urta.

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23/07/2012, 14:19
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maxdef ha scritto:
...frasantel,forse non ho colto il senso del tuo post, ma stai dicendo che sono ammesse "scorciatoie" per il raggiungimento delle condizioni ottimali auspicate da Fukuoka?

Come é stato già detto in questo forum, Fukuoka stesso ha onestamente riportato nei suoi scritti (“La fattoria biologica”) tutti i tentavi che ha fatto prima di arrivare a riuscire a coltivare come fa la natura: ha modificato più volte il profilo del suo terreno con interventi anche forti (sistemazione a prode per il riso o buche riempite di materiale organico in collina per es.) e “concede” un aratura iniziale qualora aiutasse la psicologia del coltivatore, anche se controproducente dal punto di vista della microbiologia del terreno; ha concimato per aiutare le colture a raggiungere una resa equivalente a quelle ottenute con sistemi scientifico-industriali, anche se mette in guardia dalla possibilità di attacchi maggiori di patogeni; ha potato prima di capire la forma naturale di diversi alberi da frutta (e potava se l'albero deviava naturalmente dalla sua forma ideale per ricondurcelo); ha effettuato trattamenti antiparassitari stabilendo delle miscele base fa da te per i differenti casi di infestazioni (funghi, muffe e insetti). L'agricoltura del non-fare é un punto di arrivo non di partenza, ma il precedente di Fukuoka fa la differenza, non navighiamo più a braccio come lui guidato solo dalla fiducia a un'intuizione.
Nascendo all'inizio del 1900 in Giappone, un paese con tradizioni arcaiche e rurali, da una famiglia di coltivatori e studiando per giunta agronomia Fukuoka nel corso della sua formazione ha acquisito spontaneamente nell'esperienza quotidiana e volontariamente nell'apprensione intellettuale moltissime conoscenze e abilità tecniche che riguardano l'arte della coltivazione (fin da bambino e non c'erano tutte le "distrazioni" contemporanee). Prima di scrivere ha coltivato liberamente per 30 anni ed é stato impegnato a lungo come ispettore agrario (monitorando e obbligando i contadini a seguire le nuove misure scientifiche impartite dal ministero per l'agricoltura) combinandone di tutti colori in entrambe le situazioni, ma assumendo un punto di vista privilegiato che gli permetteva di osservare i risultati differenti delle differenti impostazioni (una scientifica legata ai bisogni del commercio, l'altra filosofica connessa all'amorevolezza, alla gentilezza e al rispetto per la vita).
Se é vero quindi, come é stato detto in questo forum, che il primo passo per avvicinarsi all'agricoltura del non-fare é starsene seduti a osservare la natura, é altrettanto vero che é imprescindibile darsi un sacco da fare: studiare qualche trattato di agronomia-orticoltura (vecchi e recenti) o frequentare qualche bravo vecchio o giovane contadino (questo per capire il carattere e le esigenze colturali delle singole piante con cui andiamo a instaurare un rapporto); seminare molto e intervenire parecchio (anche se a nostro modo) seguendo i tempi di intervento tradizionali basati sui cicli di sviluppo delle piante -germogliazione, crescita, fioritura, allegagione...; impratichirsi nell'uso-manutenzione degli attrezzi che usiamo divenendo atletici, cioé al contempo forti e abili (una lama di acciaio pregiato, affilata a rasoio fa la differenza se vuoi falciare in spazi angusti anziché zappettare tra le file di ortaggi...). A questo punto l'unione di attenzione, percezione, cognizione, praticità e il climax raggiunto dal terreno creano il giusto amalgama per coltivare naturalmente secondo il metodo Fukuoka.
Se vogliamo imparare a far ruotare sette palline in aria, impareremo prima con due, poi tre e così via, queste non sono scorciatoie; lo stesso vale con l'agricoltura, solamente che questa é estremamente più complicata della giocoleria, in quanto é un sistema aperto in cui noi giochiamo una piccolissima parte, cioé non siamo noi a impartire i tempi e i modi dell'esercitazione, ma l'andamento stagionale, le piante "civilizzate" che seminiamo, il tipo di terreno degradato ognuno a suo modo, la nostra possibilità di seguire i processi innescati più o meno assiduamente o ricavando brevi momenti dal lavoro retribuito. Le vere scorciatoie sono quelle che ci portano a pensare e ad agire come se avessimo un terreno fertilissimo, fossimo eccellenti coltivatori naturali empaticamente connessi con la meteorologia locale e come se, magicamente, ogni vegetale si adattasse alle nostre semine speranzose, invece che noi alle loro caratteristiche secolari. Fukuoka avvertiva di dedicare molto tempo prima di scegliere dove iniziare una fattoria naturale e nei prospetti che mostra si vedrà che ogni ortaggio ha il suo luogo specifico di crescita, per es le carote vanno seminate vicino all'acqua, non in cima a una collina.
Quello che volevo dire é che noi siamo natura allo stesso modo della pioggia, del fertile limo esondato dal nilo, delle profonde penetrazioni delle radici delle piante, del protettivo equilibrio ecologico che mantiene sano l'ambiente... la differenza é tra agire cercando di imitare i processi naturali oppure tentare di migliorali e sostituirli permanentemente. Tra iniziare una pratica di riavvicinamento alla natura oppure una volta alla sua totale artificializzazione. Tra sapere che entro sette anni dalla data di inizio lavori questi andranno avanti sempre più da soli oppure che ogni anno impiegheremo sempre più forza lavoro-concimi-acqua per poi dover abbandonare il campo esausto affinché una vegetazione incolta (o razionalizzata) per un paio di anni lo accudisca e si occupi di rinvigorirlo. Tra imparare a coltivare sfruttando la gratuità naturale oppure sfruttando a caro prezzo il risultato del lavoro di milioni di sfruttati in tutto il mondo (petrolio, industrie). Tra uccidere la vita naturale o contribuire alla sua floridezza.
Nell'ultimo libro Fukuoka, dopo aver chiesto scusa per la confusione apportata negli scritti precedenti, suggerisce che compito dell'uomo non é ritornare alla natura (come aveva detto), ma seminarla, seminare dio, contribuire all'incessante creazione della natura. Questo credo sia il suo ultimo grandissimo contributo che va nella direzione di emancipare il metodo di coltivazione che aveva proposto e che allo stesso tempo aveva chiuso in una gabbia dorata fatta di parole fuorvianti.
Un caro saluto e scusate la mancanza di sintesi.


24/07/2012, 14:16
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