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Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA 
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Purtroppo credo che il nostro limite sia la mancanza di "sintesi" come si evince da questi lunghissimi post ... siamo costretti, nel nostro tempo, ad esprimere dei concetti (olistici ?) con parole e parole e parole ... quando gli antichi riuscivano a farlo con simboli che racchiudevano molteplici significati che abbracciavano il "tutto" ... noi ci perdiamo.
Riusciremo ad arrivare (o ritornare) a questo?

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"nessuna risposta ... è una risposta" (Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano )


08/05/2012, 0:03
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libellula69 ha scritto:
Purtroppo credo che il nostro limite sia la mancanza di "sintesi" come si evince da questi lunghissimi post ... siamo costretti, nel nostro tempo, ad esprimere dei concetti (olistici ?) con parole e parole e parole ... quando gli antichi riuscivano a farlo con simboli che racchiudevano molteplici significati che abbracciavano il "tutto" ... noi ci perdiamo.
Riusciremo ad arrivare (o ritornare) a questo?

Io sono famoso qui per essere uno che la sintesi l'ha lasciata in pancia a mamma... :mrgreen:
Credo che ognuno di noi abbia bisogno del proprio tempo per esprimersi, e la "fretta" di chi vuole leggere non la vedo una cosa molto positiva, anzi.
Se poi parliamo delle divagazioni e degli OT (come questo da te aperto libellula e da me continuato), allora è un'altro discorso...ma ci sono i moderatori per questo ;) , e se non ci dicono niente vuol dire che c'è tolleranza in tal senso (...e poi forse troppo OT non andiamo mai).
Tornare ai simboli?
Già li abbiamo: eccoli :roll: :D :arrow: :idea: :?: :geek: :oops:

A parte gli scherzi,
per rispondere all'amico mbruno.
Credo che quanto tu dici sia esatto, ma che comunque stesso discorso possa valere anche per Fukuoka, il Biodinamico ed il Naturale: stili di vita, filosofie, approcci, realizzazioni di poderi, concetti che entrano nel quotidiano, rispetto per la natura, ecologia...etc.
Anche in Biodinamica le collocazioni (o sistemazioni) non sono fatte a caso ;)
Aspetto comunque che qualcuno che pratica la permacoltura (permacultura) possa spiegarci meglio.
Nel frattempo mi sto interessando, grazie ad alcuni vignaioli di Naturale, dell'impiego della filosofia di Fukuoka nel vigneto: mi è stato da poco spiegato che ci sono dei vigneti (uno abbastanza famoso in veneto nel padovano) che applicano alla regola (se mai esistesse una vera e propria regola in tal senso) gli insegnamenti del Maestro.
Vigneti inerbiti, alberati, nessuna lavorazione, ma...
...ma mi hanno spiegato che le viti sono potate...e qui mi chiedo: ma davvero è contemplata la potatura per la vite?
Chiedo lumi a voi più esperti anche in tal senso...visto che la mia conoscenza di fukuoka è legata a "La Rivoluzione del Filo di Paglia" e a queste pagine di forum.
Grazie


08/05/2012, 8:54
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Nel testo "La fattoria biologica" ammette la potatura nelle piante che non nascono direttamente da seme o che sono state precedentemente potate, lui afferma che una pianta che ha subito sempre potature non puo' di punto in bianco esserne privata, al limite si puo' solo fare una potatura leggera per impedirle di autodanneggiarsi, visto che l'intervento umano l'ha portata "fuori" dalla natura. Invece se la pianta nasce naturalmente e non è mai stata potata e l'uomo non ha mai intervenuto su di essa allora questa pianta l'ha si puo lasciare libera di crescere senza potature.


08/05/2012, 17:45
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Iscritto il: 23/03/2011, 20:02
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Tosco ha scritto:
E' un'agricoltura che si basa sull'Osservazione, sull'Autoctonicità e sulla Storia di un territorio: difatti viene definita Tradizionale non a caso. Le specie allevate e le cultivar e vaerietà coltivate sono Locali, spesso recuperate con lunghissimi processi.
Si lavora "come una volta", seguendo la luna (in tutto!), avendo rispetto della Terra e quindi della Natura tutta.
Ha molto in comune con Fukuoka (ed ecco perchè seguo questa bella discussione), ma non è nata in Giappone, o in Australia, o in Germania...ma nasce OVUNQUE.
Nasce laddove ci sia un contadino che ha voglia di recuperare secondo Natura, e che ha voglia di continuare il lavoro INTERROTTO ORAMAI dei suoi avi.
Nasce per la voglia di essere il meno possibile "predominanti", ma con la consapevolezza di essere Custodi...due concetti a me molto cari

Seguo questa ricchissima discussione da sempre, con grande ammirazione per chi pratica un'agricoltura che non si adagia su quella dominante che tanti vorrebbero farci credere l'unica possibile. Bene, pagato il dovuto pedaggio al riconoscimento del vostro lavoro, qualche osservazione mi viene.
Tosco, mi dici da quando inizia l'Autoctonicità? Mi spiego, una specie, una cultivar, una varietà, per essere 'locale', da quanto tempo deve essere presente su un determinato territorio? e chi stabilisce poi che, quella è 'locale', mentre un'altra per il solo fatto di essere sul territorio da meno tempo non merita considerazione, a prescindere dalle qualità sue medesime e dal perfetto adattamento al territorio?
In definitiva, tu sei toscano io di Milano, siamo italiani, abbiamo un 'nostro' pomodoro? una 'nostra' patata? un peperone, mais, arance, kaki.... l'elenco sai bene che è infinito, allora cosa dovremmo coltivare di 'locale'?
Personalmente ti dico che, non ho nulla contro il ''non locale', anzi l'accumulo delle specie nel tempo, trovo sia una evidente ricchezza se queste ben si adattano. Altra cosa è la forzatura. Il kiwi, nel suo ambiente di origine non ha bisogno che l'uomo apporti una smodata quantità di acqua per farlo crescere, contrariamente di quanto accade in Italia.
Un saluto


08/05/2012, 19:51
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Tadaa! Ogni tanto riesco a connettermi ancora!
Complimenti a tutti, io mi vanto della mia patente da filosofo ma vedo che quì tutti quanti ci sanno fare a riguardo.

LA questione della luna crescente o scendente: dopo varie discussioni penso si possa azzardare che la luna ascendente o discendente sia più adatta per le regioni germaniche, mentre quella di crescente o calante sia più adatta per le regioni mediterranee dove l'influenza del sole è molto più intensa rispetto a quella della luna. Infatti da qualche anno esiste il calendario biodinamico di Paolo PIstis che è regolato all'Italia centro meridionale e ha delle piccole differenze con quello di Maria Thun, tra le quali il fatto di prendere in considerazione anche luna crescente e luna calante.

Visto che ormai abbiamo abbattuto ogni limite alla discussione, parlando di ritualità, penso che il rito abbia un ruolo fondamentale sul rapporto uomo-Natura. Dunque anche se smascheriamo il fatto che le pratiche biodinamiche sono, in fondo, dei riti, non è detto che il loro valore venga sminuito. Anzi, forse dovremmo preoccuparci di più del valore del rito. Ogni tanto arrivo addirittura a pensare che se non esistono più le mezze stagioni, e ormai neanche le intere, è perchè noi umani non le chiamiamo più con i nostri antichi rituali(avete presente la chiamata di marzo per svegliare la primavera).
Dunque ben venga ogni rito.

Fantastico Virgilio. Il quarto libro delle georgiche parla anche delle api, del fatto che anche in passato vi fu una grave moria(come allora) e che fu risolta con un rito e con una serie di atti simbolici che forse, se riuscissimo a decifrare, potrebbero essere utili anche a noi.
Ma la cosa più interessante del passo che ha citato Pallino è che il poveraccio che non coltiva bene la terra dovrà sfamarsi squotendo le quercie. Cioè dovrà mangiare ghiande. In effetti anche queste si mangiano, e anche le castagne che sono molto più buone.
Allora perchè tutto questo indaffararsi a produrre cereali quando questi generosi alberi ci danno risorse di carboidrati senza lavorare la terra? Nel senso, non dico di mangiare solo castagne e ghiande ma magari pensare di insrirle in una rotazione alimentare: un giorno pasta, un giorno patate, un giorno castagne, un altro polenta, un altro topinambur... ed ecco che la superficie destinata alla coltivazione di cereali per la nostra sussistenza diminuisce abbondantemente.

Le ghiande devo ancora provarle.


08/05/2012, 21:10
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Iscritto il: 07/06/2010, 14:55
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Tosco, mi dici da quando inizia l'Autoctonicità? Mi spiego, una specie, una cultivar, una varietà, per essere 'locale', da quanto tempo deve essere presente su un determinato territorio? e chi stabilisce poi che, quella è 'locale', mentre un'altra per il solo fatto di essere sul territorio da meno tempo non merita considerazione, a prescindere dalle qualità sue medesime e dal perfetto adattamento al territorio?

Bella domanda, che richiederebbe una lunghissima risposta, articolata a seconda delle cultivar...varietà o specie animali prese in esame.
Esistono, come fai ben notare te, delle varietà e specie autoctone ITALIANE..., ma l'Italia è una MacroArea troppo estesa per fungere da contenitore universale.
Proviamo ad immaginare quante biodiversità ci siano all'interno delle autoctonicità Italiane...quanti ecosistemi esistano all'intenro del nostro Bel Paese.
E allora è necessario stringere la regione e/o territorio e/o ambiente, e scoprire quante altre sotto-autoctonicità ci sono, e queste si moltiplicheranno sino a tal punto da assegnare ad ogni territorio ancora cosi tante specie e varietà tipiche di quel territorio...e solo di quello.
Tipiche perchè ci sono e ivi si riproducono da tempo...molto tempo.
Non esiste Rizoma una sorta di data d'ingresso per essere autoctono, ma una storia.
La Pera Williams la ritroviamo in tutta Italia e a tutte le latitudini, ma non è per questo Autoctona dell'Italia (se era questo a cui alludevi), ma è ORIGINARIA dell'Inghilterra...e RISALE alla fine del settecento, seppur sia da molti anni nel nostro paese.
La Pera Cocomerina...detta anche Pera Briaca INVECE la si ritrova in tutto il centro Italia, ma i suoi natali dovrebbero essere dell'Appennino Cesenate nell'emilia: si dice che sia autoctona di quelle montagne, e che poi si sia diffusa anche in Toscana e Umbria.
Due esempi quelli fatti che spiegano cosa voglia dire Autoctono e come questo sia classificabile.
Io vengo dalla Maremma, dove la Vacca Maremmana (una delle 5 vacche bianche ITALIANE da carne) è autoctona. Questo poco influisce sul fatto che essa possa derivare dalla Podolica (pugliese-lucana) o da una razza asiatica o africana: la Maremmana è qui da secoli, e prende il suo nome e la sua tipicità da questo determinato territorio...ma non per questo è impossibile allevarla in altri luoghi (per esempio in Umbria).
Allevata dove vuoi, Ma sempre autoctona della Maremma rimane.
Quindi...
per tirare le somme, le autoctonicità non sono quelle varietà-cultivar o specie animali che sono state introdotte negli ultimi decenni...A MENO CHE attraverso studi che lo dimostrino non si sia trovato una qualche loro appartenenza alla storia di quel determinato territorio che le lega (in modo imprescindibile) a quello...rendendole parte (anche se a mezzo di un recente recupero) del territorio stesso.
Vogliamo parlare del pollo Valdarno? In altre pagine di questo forum potresti apprendere moltissimo su quanto ti ho solo leggermente accennato, ma spero di essere stato abbastanza esaustivo.
Più sintetico di così io proprio non riesco.
Chi fa agricoltura Naturale (e concludo) cerca nelle autoctonicità molte risposte, ma certamente rifugge gli ibridi commerciali.


08/05/2012, 22:46
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Iscritto il: 30/07/2011, 23:05
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Località: Toscana
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Secondo me l'unica cosa da tener presente per "importare" nuove specie, sia vegetali che animali, è la gestione dell'eccesso.
A riguardo mi viene sempre in mente la strage di biodiversità avvenuta in Australia a causa dei conigli.
Se si inseriscono nuove specie è perché ci piace e migliora la nostra vita.
L'egocentrismo umano, in questo caso, lo giustifico appieno.


08/05/2012, 22:56
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Iscritto il: 07/06/2010, 14:55
Messaggi: 5321
Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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mbruno ha scritto:
Secondo me l'unica cosa da tener presente per "importare" nuove specie, sia vegetali che animali, è la gestione dell'eccesso.
A riguardo mi viene sempre in mente la strage di biodiversità avvenuta in Australia a causa dei conigli.
Se si inseriscono nuove specie è perché ci piace e migliora la nostra vita.
L'egocentrismo umano, in questo caso, lo giustifico appieno.

D'accordo,
ma non vorrei che la discussione si concentrasse solo su un concetto che ho tentato di spiegare su domanda dell'amico Rizoma.
Se volessi parlare solo del tipo di agricoltura che faccio io aprirei una discussione apposita, ma...
...preferirei che qui si parlasse di Fukuoka...anche e sopratutto in modo pratico.


08/05/2012, 23:02
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Iscritto il: 03/11/2009, 11:32
Messaggi: 118
Località: provincia Vicenza
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Per tornare alla pratica, ho fato diverse prove di semina leguminose con metodo simil-Fukuoka.

Trifoglio bianco nano seminato in autunno dopo un inverno di siccità è stato decimato. Ora con le piogge l'erba lo ha largamente superato e quasi soffocato, dovrò seminare nuovamente.

Erba medica seminata in primavera, ho notato un germogliamento, poi però anche in quel caso nel giro di 7 / 8 giorni, l'erba è sopravanzata, ho fatto uno sfalcio a 4 cm (irregolare con falce); ma nell'immediato paio di giorni successivo i germogli sono morti per l'eccessiva insolazione.

Erba medica seminata tagliata con sabbia (senza argilla) qualche giorno fa prima delle piogge su erba già tagliata. Ci son i germogli per ora aspetto a sfalciare.

Erba medica seminata "pura" durante un acquazzone su erba già sfalciata e raccolta. Risultati per ora buoni vedo molti piccoli germogli.

Trifoglio bianco nano seminato puro su erba alta. I semi si sono incollati agli steli d'erba umidi. Allora ho dato un passaggio con la falce, accipicchia avrò avuto 40 gr di semente sulla falce incollati con l'umidità oltre che agli stivali.


Sto facendo diverse prove, contate che il mio terreno è a 25 ° esposto a Sud Sud Ovest in prima collina in Provincia di Vicenza. quando batte il sole non scherza.

Le prove sono sempre istruttive, sto cercando di piegarmi al mio angolo di natura e non fare il contrario. Il problema è per ora il costo della semente :

15 euro/kg trifoglio bianco nano
10 euro/kg erba medica


09/05/2012, 12:22
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Iscritto il: 08/05/2012, 17:36
Messaggi: 28
Località: (PD)
Formazione: Diploma di Perito commerciale.
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Una prova pratica l'ho fatta pure io, seguendo i consigli del Sig. Fukuoka ho pravato a fare una semina di ortaggi misti senza aver prima trattato il terreno, devo dire che mescolare una decina di bustine di sementi e spargerle in campo cosi' come veniva mi son sentito un emerito cretino, il mio cervello mi diceva "ma che fai "mona"" il "mona" era in dialetto detto dal cervello, ma tantè l'ho fatto lo stesso, ora son qui che sto aspettando, al limite avro buttato una decina di euro nel campo :oops:


09/05/2012, 14:47
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