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Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA 
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... secondo la mentalità moderna allora tu saresti un "folle " :D
"guardate i gigli nei campi ... etc etc etc

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"nessuna risposta ... è una risposta" (Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano )


28/04/2012, 23:06
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Caro Pallinof, la tua attenta analisi è tanto pragmatica quanto sconcertante.
Dissento un poco sul passaggio del "valore aggiunto", poichè nel tuo ragionamento esso viene solo monetizzato, mentre io credo fortissimamente che il valore aggiunto di un prodotto realizzato lontano dalla chimica e la meccanizzazione sia qualcosa che conferisce a tale prodotto molto più valore di un suo pari fatto con l'agricoltura industriale...e parlo anche e soprattutto in termini energetici.
Rischiano di andare terribilmente OT mi "affaccio solo per un attimo" a tale ragionamento dicendo poche semplici (e naturalmente più che opinabili) parole: non vglio dire che quanto prodotto dall'agricoltura indiustriale abbia un valore energetico inferiore ad un suo pari fatto con metodi Naturali (...anche se vorrei tanto che uno studioso intervenisse spiegando che questo invece è), ma parlando di quanto "possa far male" poichè tale prodotto contiene (oltre al forse pari valore energetico) diverse altre sostanze cedute dal terreno, dai massicci trattamenti, dagli interventi invasivi etc.
Quindi, direttamente magari pari valore energetico, ma indirettamente diverso valore "di salubrità"...ed ecco che il valore aggiunto poco me ne frega se gonfia il Pil...ma in questo caso è quella cosa (quel valore aggiunto) che mi fa campare meglio.
E tutto questo ragionamento viene fatto lontano dalle prospettive economiche.
Chiudo l'OT e cito alcune frasi degli ultimi interventi.
raviolo ha scritto:
o non sara' invece che il contadino di oggi dovrebbe prima di tutto coltivare la sua disintossicazione dalla "fretta"?

Un dieci e lode all'amico Raviolo e alla sua sagacia. ;)
Cita:
non mi convince molto il pessimismo cosmico, cioè il fato che l'uomo può solo peggiorare la natura, dunque è meglio che non faccia niente. Preferisco un pessimismo storico, in questo momento l'uomo(civilizzato) è solo capace di distruggere la Natura, ma queso non vuol dire che un tempo non si stao in grado di interagire positivamente con Essa, e che forse in futuro lo sarà ancora.

Ritengo questo ragionamento estremamente sensato e propositivo, e credo anche io che le cose vadano in questo modo.
Cita:
e si dovesse fare un ragionamento estremo alla "fukuoka" bisognerebbe lasciare la natura libera di esprimersi in tutto e per tutto... ma noi esseri umani non siamo parte della natura? Giudicando "il lavoro della terra" come un danno, non rischi di peccare anche te di superbia?

...ed anche in questo sono d'accordo, e lo collego al precedente di MarcelloC.


28/04/2012, 23:29
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Io partecipo a questa discussione dall'inizio e l'ho sempre interpretata come un orto comune dove ognuno da una mano a tirare su qualche frutto.
Il titolo l'ho sempre considerato un pretesto per trattare di agricoltura anticonvenzionale, con tutte le sue accezioni, proprio perché lo si è ribadito sempre che ogni diversa condizione ambientale genera soluzioni specifiche e il contadino stesso è partecipe di questa diversità col suo saper fare e le sue energie.
Il riferimento a Fukuoka mi pare più una dedica verso una personalità esemplare, perché per emulare il suo percorso,oltre a tutte le belle parole, occorrerebbero gli stessi ettari di terreno.
Nel mio caso (2500 mq di terra) è faticoso accudire anche le erbe spontanee che utilizzo, per non lasciarle sovrastare dalla parte boschiva che vorrebbe avanzare.

Per prendere esempio dalle pratiche consigliate da Pallinof, quanta porzione di terreno dovrei dedicare alla coltura della medica per garantirmi sufficente pacciamatura? Poi se accade come quest'anno con un periodo siccitoso così lungo? E' chiaro che allo stato attuale si tratta di una pratica antieconomica da cui trarrò benefici a lungo termine, quando e se raggiungerò una situazione climax. Oppure la pratica di riprodursi le proprie sementi? Per ascrivere un seme autoctono all' "Arsial" occorrono 50 anni. E allora campa cavallo... per carità, noi staremo ancora qui in questa discussione, e chi si muove! :lol:


- Ora vorrei chiedere in proposito di luna (per testare ancora il mio scetticismo :roll: ). Come ci si comporta in situazioni come quella attuale, con luna crescente (metodo tradizionale) che propone dei tipi di pratiche colturali, mentre con luna discendente (metodo biodinamico) che invece propone pratiche opposte?


29/04/2012, 8:08
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Ebbene SI sono "folle" e terribilmente OT, ma in buona compagnia e condivido l'ottimo lisandro.
Considero Fukuoka e Steiner due maestri che hanno avuto ciascuno delle intuizioni fondamentali complementari tra loro e hanno riposizionato l'agricoltore "per terra". Ma respingo vigorosamente la mitizzazione di tali pratiche colturali che sono solo la conseguenza di tali "intuizioni" e necessitano di valutazioni soprattutto rispetto all'ambiente dove ciascuno opera.
Allora dopo un'attenta osservazione della natura e armati di buone conoscenze sul ciclo dell'energia possiamo trovare il nostro ruolo di agricoltori che perseguono certi obbiettivi.
Prima di iniziare a giocare una partita a carte dobbiamo conoscere bene le regole, poi sederci al tavolo e partecipare al gioco cercando di condizionare i nostri compagni per raggiungere il nostro scopo, cioè vincere. Assaporare la vincita modestamente e fare tesoro delle nostre sconfitte.
Ma torniamo alla pratica rispondendo a lisandro sulla medica. Consiglio di seminarla su sodo nel periodo più piovoso (primavera o autunno) su tutta la superficie non interessata ad eccessivo calpestamento. Mentre nei viali dove gli sfalci sono più frequenti consiglio graminacee (gramigna, loietto, etc) e leguminose tipo trifoglio nano. Da quello che hai scritto mi sembra che non conosci bene la medica che è una pianta molto resistente alla siccità con un apparato radicale di oltre 2 metri è una vera e propria pompa, cioè ci permette di portare in superficie l'acqua presente nella faldo e renderla disponibile per specie ad apparato radicale più superficiale. Il massimo fabbisogno idrico è al momento della nascita e finchè il suo apparato radicali non ha raggiunto certe profondità.
In questa annata caratterizzata da siccità mi ha permesso di ottenere una buona quantità di biomassa già al primo sfalcio con le graminacee ferme e ingiallite.
Provare per credere.
Buona giornata a tutti.

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“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
Virgilio.


29/04/2012, 12:15
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Ecco una foto come si presentava il terreno prima del primo sfalcio.


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“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
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tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
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30/04/2012, 18:06
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Forse a questo punto della discussione conviene prima di andare oltre e approfondire le tematiche filosofiche e pratiche fin qui sollevate a cui non mi voglio di certo sottrarre (anzi è uno stimolo) mettere a fuoco cosa distingue a grandi linee il metodo Fukuoka con le altre tecniche culturali, tralasciando l’agricoltura chimica tradizionale a tutti ben nota.
Quanto sotto descritto è frutto di mie osservazioni ed esperienze pratiche, non pretendo siano dogmi infallibili, anzi se qualcuno vuole fare, osservazioni, correzioni, o critiche (purchè costruttive), ne sarò felice e contento di confrontarmi con lui o lei, certo che questa discussione ne trarrà giovamento.
Comincio a mettere a confronto i vari sistemi o tecniche culturali partendo dal metodo biologico e vedendo a grandi linee la differenza con la tecnica di Fukuoka.
Il biologico ha un suo disciplinare pertanto quello che là viene scritto non può dare luogo a confusioni o interpretazioni, sappiamo che inizialmente un’azienda è in conversione e diventa biologica solo in seguito, (sarebbe interessante se anche noi potessimo mettere delle linee guida, non posso coltivare un campo in maniera tradizionale e per 20 anni coltivarlo a mais e qualcos’altro per la rotazione e poi di punto in bianco dire che coltivo con il metodo Fukuoka) l’agricoltura biologica permette l’aratura e i trattamenti fitosanitari con una serie di prodotti ben descritti e menzionati, non permette l’uso di fertilizzanti di sintesi chimica, qui mi fermo, basta leggersi il disciplinare.
Il metodo Fukuoka a differenza non contempla mai l’aratura nella successione delle varie coltivazioni, non ha necessità di interventi fitosanitari, nel biologico semino ad esempio un campo di zucchini, Fukuoka li semina in ordine sparso o a fila come fa PALLINIF, questo fa si che abbiamo una scarsa concentrazione di monoverdura e otteniamo un’enorme biodiversità, questo rende inutili tutti gli interventi fitosanitari, anche l’apporto di fertilizzanti nel nostro metodo è inutile in quanto è il campo stesso che si autoregola e ci fornisce l’energia necessaria per la coltivazione.
Ora analizziamo un’altra tecnica di coltivazione quella biodinamica, anche questa ha delle linee guida ben prestabilite, viene praticata l’aratura e a differenza del biologico hanno tutta una serie di preparati dinamizzati, anche il biodinamico contempla il campo a monocultura di zucchini, ma è molto più filosofico e inoltre nelle semine e nelle varie lavorazioni contempla l’uso delle costellazioni ben descritto nel loro “calendario biodinamico”.
Fukuoka come già detto non contempla l’aratura, non ha necessità di nessun preparato e non necessita di nessun calendario per le semine e nemmeno per le lavorazioni (parleremo un’altra volta del motivo per cui Fukuoka non necessita di calendario per seminare), vale quanto detto prima riguardo l’apporto di fertilizzante.
L’agricoltura con la lotta intergrata la liquidiamo velocemente in quanto nella maggior parte dei casi si tratta di agricoltura convenzionale, ovvero chimica, che per limitare l’uso dei trattamenti fitosanitari usa gli insetti, ma per quanto riguarda l’apporto nutritivo alla pianta è puramente chimico, per non parlare di aratura, mi sembra superfluo fare paragoni.
Andando oltre parliamo delle patate sotto i cartoni, tecnica da me sperimentata (a onor di cronaca ho sperimentato anche il biologico, il biologico con lotta integrata e il biodinamico) non è da considerarsi come una tecnica Fukuoka per il semplice motivo che io potre coltivare con questo sistema anche sopra l’asfalto o il cemento, viene a mancare il presupposto iniziale cioè il terreno che deve essere vivo, carico di vita, inoltre secondo la tecnica Fukuoka i cartoni sono una cosa del tutto inutile non serve portare energia esterne per produrre le patate (i cartoni per produrli necessitano di energia pertanto portiamo energia esterna) va inoltre ricordato che i cartoni hanno delle colle che non è detto siano migliorative del terreno e anche una parte dei coloranti usati per le scritte sono tossici.
Una menzione la diamo all’orto lasagna da me sperimentato, è forse quello che paradossalmente potremo avvicinare di più al metodo Fukuoka e potrebbe andare bene per chi ha un minuscolo fazzoletto di terra che non può permettersi la tecnica di Fukuoka che comunque ha bisogno di un minimo di terreno per poter funzionare e produrre, uno che ha 30 metri quadrati non può usare la tecnica di Fukuoka, troppo poco spazio, ma può usare l’orto lasagna che funziona benissimo, assomiglia molto lontanamente alla filosofia del terreno di Fukuoka, unico inconveniente che andando bene per piccole superfici l’energia bisogna portarla da fuori (per energia intendiamo fieno, rami, foglie, ecc., tutto quello che mi serve per creare il mio strato di terreno ottimale), ogni ulteriore confronto è inutile.
Per ultimo vorrei parlare dell’orto sinergico (da me mai sperimentato e poi dirò perché) i fautori di questa tecnica sostengono che chi l’ha creata si è ispirato a Fukuoka, non voglio contraddire questo, può essere, sostengono che serve lavorare il terreno una sola volta, ed è vero, poi basta tenerlo pacciamato con la paglia e creare un po’ di biodiversità.
Io sostengo che questa prima lavorazione del terreno va a stravolgere la natura stessa del terreno, nel metodo Fukuoka si ottiene lo stesso risultato senza effettuare questa prima inutile lavorazione e poi veniamo a quello che io considero una specie di peccato originale a causa del quale non ho mai sperimentato questo metodo, ovvero l’uso della paglia, questo per me è un problema a causa del fatto che non ho la paglia e la dovrei comprare e sarebbe paglia proveniente da agricoltura convenzionale chimica e questo mi porterebbe a inquinare indirettamente il mio terreno con concimi di sintesi ed altro (non posso fare 200/300 km o più per recuperare paglia biologica), pertanto considero inutile questo tecnica in quanto con il sistema Fukuoka mi evito di lavorare il terreno e la pacciamatura proviene sempre dal mio terreno, foglie, erba, scarti di potatura, ecc., in pratica molta meno energia consumata e abbiamo creato u7n sistema a circuito chiuso, un’autosufficienza del terreno fine a se stessa, se a questo riusciamo a renderci autosufficienti anche dal punto di vista delle sementi, abbiamo fatto un grosso passo avanti.
Spero con questa sintesi stringata di aver contribuito a stimolare la discussione e rendere più chiaro in pratica questo metodo, attendo critiche, commenti e quant’altro per un serio confronto.


30/04/2012, 19:07
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Mi pare che tu abbia detto molte cose, e trovo tutto questo estremamente interessante.
Condivido in pieno il discorso fatto sui cartoni (che pari pari avevo detto io qualche pagina addietro) e molte cose che hai descritto (anche se molto sinteticamente).
Rimarrebbero altre due modi di fare agricoltura non convenzionale: la permacoltura e l'agricoltura Naturale.
Sulla prima aspetto un tuo intervento, mentre sulla seconda mi permetto di fare un piccolo inciso prima che tu ne sviluppi un tuo pensiero.
L'agricoltura Naturale viene spesso detta anche Agricoltura Tradizionale: a differenza del Biodinamico, della Permacoltura, del Sinergico e delle altre, questa non ha avuto "un illuminato" che ha dato il via con vere e proprie regole.
L'agricoltura Naturale (o Tradizionale) si basa su principi NON scitti, e questo spesso la fa confondere (anche con Fukuoka) o peggio ancora ignorare totalmente: siamo molti agricoltori in tutt'Italia...in tutt'Europa a praticarla.
Questa si basa SEMPLICEMENTE (per modo di dire...) sulla realizzazione di un agricoltura che per prima cosa rispetti la Natura, eliminando la chimica in ogni sua forma ed in ogni suo processo (zero pesticidi, concimi chimici, coadiuvanti in cantina, conserrvanti, mangimi arricchiti, etc).
Oltre a questo fondamentale passaggio, quest'agricoltura non prevede tecniche meccaniche troppo invasive (mai arature profonde, mai scasso del terreno, mai potature drastiche, etc).
E' un'agricoltura che si basa sull'Osservazione, sull'Autoctonicità e sulla Storia di un territorio: difatti viene definita Tradizionale non a caso. Le specie allevate e le cultivar e vaerietà coltivate sono Locali, spesso recuperate con lunghissimi processi.
Si lavora "come una volta", seguendo la luna (in tutto!), avendo rispetto della Terra e quindi della Natura tutta.
Ha molto in comune con Fukuoka (ed ecco perchè seguo questa bella discussione), ma non è nata in Giappone, o in Australia, o in Germania...ma nasce OVUNQUE.
Nasce laddove ci sia un contadino che ha voglia di recuperare secondo Natura, e che ha voglia di continuare il lavoro INTERROTTO ORAMAI dei suoi avi.
Nasce per la voglia di essere il meno possibile "predominanti", ma con la consapevolezza di essere Custodi...due concetti a me molto cari.
Siamo tanti...molti più di quanti non ci siano in Biodinamica, permacoltura e fukuoka messi assieme...solo che non ci siamo mai raggruppati (a differenza dei precedenti) in modo da riconoscerci.
Siamo ovunque: suylle isole, sugli appennini, nella pianura, lungo il mare, nelle vallate alpine.
La maggior parte di noi ha età da "nonni", ma c'è anche chi (come il sottoscritto) ha trent'anni (o meno) e segue quanto veniva fatto dai suoi di nonni...
Non abbiamo disciplinari (li odiamo) e non abbiamo etichette che ci certificano o slogan che ci accomunano.
Ma la cosa bella è che sicuramente qualcuno leggendo queste mie parole si riconoscerà in quello che dico e si scoprirà anche lui simile ad altri.
Ma il punto non è questo, ma..le differenze.
Per quanto mi riguarda (e qui entro in un mio personalissimo ragionamento) non ho alcun interesse a coltivare fuori suolo, o a ricreare di sana pianta dei suoli artificiali...quando di suolo a disposizione ne ho.
La semina su sodo talvolta viene fatta ache da chi pratica l'Agricoltura Naturale, e talvolta ritroviamo chi lavora i campi con muli, buoi o cavalli.
Il discorso sarebbe lungo, ma credo che siano molte le similitudini con Fukuoka, solo che non esiste un personaggio di comune ispirazione e, come già detto, non ci sono regole scritte sul come fare.
A questo punto aspetto che qualcun'altro porti avanti un paragone tra Fukuoka e la Permacoltura.


30/04/2012, 21:01
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Ciao a tutti,
sono passati diversi mesi dal mio ultimo intervento. Li ho passati a conoscere il mio fazzoletto di terra.
Forse stonerò un po' rispetto ai "grandiosi" interventi soprattutto nelle ultime pagine.
Siete un gruppo di persone veramente "Speciali"!
La mia idea su 114 pagine di testimonianze, idee, concetti filosofici, pratiche, etc, etc. è che contribuiscono molto alla causa.
Quale causa? Ognuno ha la sua personale visione.
Se prendo come base gli abitanti della mia città, la visione media penso si scosterebbe di miglia dalla visione media dei partecipanti a questo forum. In quale direzione? In quella inculcata dal marketing delle "corporation". I bisogni che creano servono solo a loro.
Scritto questo vorrei sottolineare che chi legge, chi scrive, chi diffonde e predica ciò che Fukuoka&C. ha ispirato in questo gruppo, ha fatto una scelta positiva (nella mia visione) come quelli che (succubi come me del marketing ma non solo di quello) comprano il biologico per fare il proprio (a modo suo - senz'altro consumistico) a pro della causa.
La CAUSA che vedo io è la seguente: "sviluppo delle civiltà con sostenibilità"
Come ci arriviamo? Lavoriamo insieme e trasformiamo il filo di Paglia in filo d'Arianna. Non importa come ci riusciremo. La nostra strada è e sarà costernata di errori. Non sono in grado di dare giudizi sul permaculturalsinergicospidespiralidoso. Sono talmente ignorante che alla fine mi arrabbierei da quanto mi deridereste... :lol:
Chiedo solamente che per decidere quale coltivazioni fare non posso solo fare selezione su quello che già nasce sul mio campo. Devo immettere tante coltivazioni in più. E qui inizia il viaggio.
Per adesso mi limito ancora ad osservare. L'altro giorno, mentre cercavo gli asparagi che nascono lungo i filari di vite ne ho scorso uno che ho dovuto fotografare... lo vedete?
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E' passato dentro la vite!!!


01/05/2012, 3:08
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Ottimi e stimolanti interventi a cui non posso fare a meno di dire la mia, ispirato dalla bellissima foto di bruno, il piccolo e tenero asparago che trova riparo nel vecchio tronco della vite.
Rudolf Steiner fu invitato ad alcuni incontri con gli agricoltori tedeschi per cercare di fare un pò di luce nei profondi e discutibili cambiamenti che stavano avvenendo nell'agricoltura tradizionale.
Iniziava l'era moderna con l'impiego di macchine alimentate da combustibili fossili, l'aratro rivoltatore, i primi fertilizzanti chimici, la monocoltura, etc. l processo Haber per la produzione di ammoniaca dagli elementi fu brevettato nel 1908 da Fritz Haber. Nel 1910 Carl Bosch, che lavorava per la BASF, commercializzò il processo, noto come processo Bosch-Haber.
In sintesi ribadì il ruolo principale dell'agricoltore nel flusso dinamico del ciclo biologico dell'energia cosmica (biodinamica), ma da esperto conoscitore dell'uomo sapeva quali angosce opprimono l'animo umano e la sua impotenza di fronte alle enormi e imprevedibili forze della natura. Solo la fede e il rito può alleviare questo pesante senso di colpa che nasce dalla cacciata dal "paradiso terrestre".
Le Georgiche (dal greco "γὲωργικος", "abile contadino", o più semplicemente "agricoltura") sono un poema di Publio Virgilio Marone, scritto in esametri, composto tra il 36 e il 29 a.C.
“Così se non incalzerai
continuamente l’erba col rastrello
e non spaventerai gli uccelli col rumore,
se non eliminerai con la falce
l’ombra che oscura la campagna
e non invocherai la pioggia con preghiere,
ahimè, tu guarderai frustrato
il raccolto abbondante del vicino
e sazierai la fame
scuotendo nei boschi le querce.”
Da allora nulla è cambiato: la fede nella religione con rituali di preghiere, benedizioni e feticci posti in prossimità dei campi, la fede nella filosofia con ritali più o meno esoterici e nei preparati biodinamici, la fede nella scienza con i riti dei trattamenti preventivi e le schede tecniche di coltivazione e in ultimo la fede nella politica con i disciplinari di coltivazione biologica con i rituali più o meno discutibili per ottenere l'unico obbiettivo "la certificazione".
Fukuoka ci insegna a rispettare la vita: quella che si vede e quella che non si vede. E far parte di questo meraviglioso mondo trovando un nostro ruolo e caricandoci di compiti da svolgere necessari in un ambiente non più naturale, ma rispettando e traendo vantaggio dai principi fondamentali dell'eterno ciclo dell'energia.

Buon San Giuseppe artigiano (e forse anche agricoltore) a tutti.

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“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
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01/05/2012, 8:51
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A questo punto aspetto che qualcun'altro porti avanti un paragone tra Fukuoka e la Permacoltura.


Secondo me il paragone non è necessario in quanto la permacultura è un metodo di progettazione della fattoria e non scende nel particolare delle tecniche di coltivazione se non prendendo spunto un po' da Fukuoka, un po' dal biodinamico, etc. ma soprattutto dalla visione personale del coltivatore che, con la sua esperienza e con tanta osservazione, cerca di praticare consociazioni, sovesci, rotazioni etc.
In pratica penso che la permacultura voglia essere un contenitore che, al suo interno, ha tutte quelle cose che sono compatibili con la "causa" ecologista.
Se a volte scende nei particolari, come la creazione di bancali a forma di buco della serratura o altre tecniche, lo fa per citare degli esempi che ritiene validi.


07/05/2012, 14:40
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