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Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA 
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mi scuso se sono tra quelli che parlano anche di altro, ma mi pare che "il metodo fukuoka" non sia così asettico come alcuni di voi a volte vogliono farlo sembrare, anzi possono esserci molte eccezioni utili ad imparare. Il mio esempio preferito è che fukuoka consiglia spesso di interrare materiale organico (acacie bambù ecc)come miglior rimendio per migliorare la fertilità del suolo. Questo va apparentemente contro la "non lavorazione del suolo" e somiglia tanto alla permacultura o alla hugelkultur...
Nei suoi campi di riso (che vengono allagati, per poco tempo, ma vengono allagati, artificialmente, con lavorazioni dei canali ben descritte) viene sparsa la pollina a mano, viene detto che il sistema più naturale è lasciarci scorazzare anatre o galline, ma viene anche detto che il letame da spargere va dato maturo, che si può spargere anche cenere, e tanti consigli non proprio zen, questo apparentemente va contro la non fertilizzazione.
Per molto tempo Fukuoka ha lavorato il suo campo orzo-riso a porche rialzate, prima di concludere che non era necessario, se cambio il riso e l' orzo con ortaggi non significa che otterrò gli stessi risultati e che io non debba sperimentare prima di trovare la maniera naturale di coltivare quello che è, nel mio terreno, col mio clima e tutti i miei insetti.
Comunque mi posso sbagliare, soprattuto perchè in questa discussione trovo spesso voglia di vantarsi e poca voglia di confrontarsi.


24/04/2012, 16:28
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biociccio ha scritto:
mi scuso se sono tra quelli che parlano anche di altro, ma mi pare che "il metodo fukuoka" non sia così asettico come alcuni di voi a volte vogliono farlo sembrare, anzi possono esserci molte eccezioni utili ad imparare. Il mio esempio preferito è che fukuoka consiglia spesso di interrare materiale organico (acacie bambù ecc)come miglior rimendio per migliorare la fertilità del suolo. Questo va apparentemente contro la "non lavorazione del suolo" e somiglia tanto alla permacultura o alla hugelkultur...
Nei suoi campi di riso (che vengono allagati, per poco tempo, ma vengono allagati, artificialmente, con lavorazioni dei canali ben descritte) viene sparsa la pollina a mano, viene detto che il sistema più naturale è lasciarci scorazzare anatre o galline, ma viene anche detto che il letame da spargere va dato maturo, che si può spargere anche cenere, e tanti consigli non proprio zen, questo apparentemente va contro la non fertilizzazione.
Per molto tempo Fukuoka ha lavorato il suo campo orzo-riso a porche rialzate, prima di concludere che non era necessario, se cambio il riso e l' orzo con ortaggi non significa che otterrò gli stessi risultati e che io non debba sperimentare prima di trovare la maniera naturale di coltivare quello che è, nel mio terreno, col mio clima e tutti i miei insetti.
Comunque mi posso sbagliare, soprattuto perchè in questa discussione trovo spesso voglia di vantarsi e poca voglia di confrontarsi.

A mio avviso quando si parla di "metodo fukuoka" l'attenzione si concentra sempre sulle tecniche colturali adottate e che non sono niente di nuovo rispetto alle "antiche" pratiche agronomiche. L'interramento di materiale organico (tronchi, fascine, etc) veniva utilizzato nei terreni argillosi per favorire il drenaggio del terreno, certo mi sembra assurdo acquistare canne di bambù per tale uso. Così come la frequentazione di animali dopo la raccolta di cereali, pratica frequente anche nell'antico egitto. Per non parlare delle palline di argilla usato anche in cina per la semina del riso direttamente nell'acqua per impedire il galleggiamento del seme, ma basta anche consultare un catalogo di sementi per trovare molte specie di semi confettati.
Quando ci avviciniamo alla natura dobbiamo sempre tenere presente il detto romano "primum non nocere" principio base della medicina e una buona dose di modestia e oserei dire "reverenza".
Ho molta voglia di confrontarmi.
Buona serata a tutti.

_________________
“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
Virgilio.


24/04/2012, 19:54
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Parlavo dell’importanza dell’osservazione che è il punto di partenza, ma facciamo un passo avanti, dell’osservazione vedrete ne parleremo in seguito, tornando a me per anni non sono ben riuscito a comprendere a fondo il metodo che Fukuoka utilizzava perché ero troppo concentrato su quello che lui aveva fatto e volevo ricreare le stessa cosa senza rendermi conto che il Giappone è una cosa, l’Italia un’altra, probabilmente ci saranno anche zone in cui si può replicare alla lettera quello che lui ha fatto, ma nella maggior parte dei casi ci troviamo con situazioni completamente diverse. Del suolo ne ha già parlato ampiamente PALLINOF anche se a parere mio ci sarebbero delle cose che andrebbero chiarite e cose che io farei diversamente, ma superiamo anche questo argomento per il momento e vediamo dove vi voglio portare per avanzare nella discussione, uno che chiede come deve fare a organizzare un orto stile Fukuoka ma anche qualsiasi tipo di orto, io sono portato a chiedergli se si è chiesto cosa vuole coltivare che a parere mio è uno scoglio molto grosso soprattutto di questo tipo di sistema culturale a maggior ragione visto che si tende a coltivare sul sodo, fino ad ora non mi sembra che nessuno si sia posto questo problema a parte qualcuno che vorrebbe inselvatichire le piante e al posto delle prugne tradizionali vorrebbe coltivare il mirabolano, questo a parere mio è un punto fondamentale e cerco di spiegarmi meglio.
Prendiamo una verdura a caso, vogliamo parlare di zucchino, oppure di insalata o di qualcos’altro?, dico questo perché parlando di zucchino non possiamo non prendere in considerazione le malattie che lo colpiscono e le varie cultivar commerciali, ma anche le cultivar antiche, dico questo perché è fondamentale trovare una varietà che ci soddisfi possibilmente fuori da quelle commerciali in quanto quelle commerciali rappresentano poche varietà, hanno però il vantaggio di dare un raccolto facilmente lavorabile a macchina, abbondante ma poco resistente a parassiti e siccità e spesso anche di inferiore qualità organolettica e nutrizionale, spesso vengono venduti ibridi F1 dai quali non è possibile ottenere semi uniformi per l’anno successivo ma devono essere riacquistati (c’è però un trucco per “disibridarli” ma non lo trattiamo quà).
Il nocciolo della questione è questo cosa voglio coltivare che zucchino, lungo, tondo, verde, giallo, che corre oppure ad alberello, una pianta che va bene in Sicilia non va bene in Trentino, ma nemmeno una che va bene al mare o in pianura va bene per essere coltivata in montagna, sommato a quanto dicevamo prima viene un bel dilemma da risolvere, possiamo ricorrere a vecchie varietà oppure crearci nuove cultivar adatte alle nostre esigenze, al nostro clima, al nostro territorio, possiamo farci degli F1 per poi usare degli F2 e farci dei retro incroci e di seguito dei retro incroci ricorrenti e crearci una nuova varietà adatta al nostro orto da seminare sul sodo e adatta al nostro clima, alla nostra zona, un lavoro lungo ma forse corro troppo per come è andata la discussione finora, io la butto là e vediamo.


24/04/2012, 21:49
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Ciao Terraedintorni benvenuto ... cominci a rendere la discussione interessante (almeno dal mio punto di vista) sebbene (sempre dal mio punto di vista) ti sia presentato un tantinello male ( per un momento ho pensato che eri la reincarnazione di Fukuoka venuto dall'oltretomba per illuminarci ...)
:mrgreen:
anch'io mi sono letta con pazienza tutto il post ... che contiene anche divagazioni momenti di scontro etc però ... c'è!!!
e molte cose sono sottili si leggono fra le righe ...
Ribadendo con Biociccio che lo stesso Fukuoka distingueva un agricoltura "originale" (se si può chiamare agricoltura) e un agricoltura più fattibile per le condizioni attuali che tenta di avvicinarsi all'originale ... e ricordando PallinoF e la sua firma ... "prima di Giove" gli uomini non coltivavano la terra ...
(mi pare che se ne sia parlato ..)
ti do il benvenuto (solo perchè sono arrivata qui prima di te non perchè sono la padrona di casa... :mrgreen: )e ti ascolto con molto interesse ... specie perchè hai fatto l'esempio delle zucchine che io adoro :D

_________________
"nessuna risposta ... è una risposta" (Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano )


24/04/2012, 22:30
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Ciao libellula69, non sono mai stato bravo a presentarmi perciò correggo e dirò che “sono l’emulo di Fukuoka dell’alto appennino” e non lo dirò mai più.
Trovo interessante quanto dice PALLINOF in quanto ha colpito o meglio a puntualizzato alcune cose importanti e cioè che certe tecniche non sono così innovative come si può pensare ma sono già state usate nella storia antica, hai fatto bene a puntualizzarlo perché solo così riusciamo a progredire nella discussione e sottoscrivo in pieno quando dici che bisogna avvicinarsi alla terra con modestia, con riverenza e soprattutto non nuocerle.
Troppe persone pensano che quando lavorano la terra la migliorano ma non è così è un peccato di superbia e vi voglio fare un esempio che poco centra ma che vi aiuterà a capire questo, come sapete mi occupo anche di apicultura e mi considero un apicultore (non un apicoltore) non ho scritto male il mio approccio è rivolto alla “cultura delle api”, ma, soprattutto negli ultimi cent’anni e in particolar modo gli ultimi sessanta l’uomo ha cercato di migliorare questa attività peccando si superbia, per millenni le api hanno vissuto da sole non avevano bisogno di un “badante”, ecco l’uomo è diventato il badante delle api e adesso muoiono di tutte le malattie possibili e immaginabili, questo è riuscito a fare l’uomo solo a peggiorare la vita di questo essere vivente, non di certo a migliorarla ed è quello che facciamo con la terra quando la lavoriamo la peggioriamo, la distruggiamo, roviniamo il delicato equilibrio che la regola.
Vorrei comunque riportare la discussione oltre che sui semi come dicevo la volta precedente anche sugli ortaggi e sulle verdure in genere, chiedersi cosa sono le verdure che mangiamo se non, delle erbe che in alcune parti del mondo nascono spontanee senza bisogno di seminarle ogni anno, e inoltre interrogarci che cosa sono le erbe che diciamo infestano i nostri campi?, una buona parte sono solo delle verdure (considerate di serie B) perche chiamate erbe commestibili.
L’uomo è proprio strano si ostina a coltivare verdure che faticano a crescere nel suo campo e considera erbacce verdure che crescono spontanee nel suo campo, si lo so questo si chiama business.


25/04/2012, 9:09
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Concordo sulla questione delle piante commestibili autoctone che spesso vengono sottovalutate e anzi, non considerate, quando invece potrebbero essere tranquillamente utilizzate in cucina....
Se solo si insegnasse a scuola (già alle elementari dovrebbero!) cosa si può mangiare e cosa non si può mangiare nel proprio territorio già sarebbe un bel passo avanti... invece di cultura botanica di base non si sa nulla, a parte i pochi interessati e appassionati.

C'è da dire anche (tornando al discorso di lasciar fare alla natura) che ogni azione dell'uomo è inconsapevole (non abbiamo ancora raggiunto lo scopo della vita :-D), quindi se si dovesse fare un ragionamento estremo alla "fukuoka" bisognerebbe lasciare la natura libera di esprimersi in tutto e per tutto... ma noi esseri umani non siamo parte della natura? Giudicando "il lavoro della terra" come un danno, non rischi di peccare anche te di superbia?


27/04/2012, 11:08
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Ciao a tutti, mi sono privato nuovamente di internet a casa ma mi pento, perchè la discussione è molto interessante.
Volevo precisare che se mi concentro più sulla tecnica che sulla filosofia in questa discussione è perchè potrei dilagare in modo sconsiderato, perchè mi occupo di filosofia 24 ore su 24(sì, anche quando dormo!).
Per terra e dintorni, non so se intendiamo la stessa cosa per osservare la Natura, non penso si tratti di guardare, ragionare e trarre conclusioni o calcoli. Penso si tratti di vivere il più possibile in modo naurale, per provare a ritornare a far parte della Natura, e dunque fr soffiare il soffio della Sua sapienza dentro al nosro spirito. Dunque penso che quello che osserviamo debba entrare più nel nosro cuore che nella nosra testa, oppure può passare momentaneamente nella testa, per poi uscirci e scendere nel cuore.
Penso che Fukuocka intenda questo quando dice che faceva vivere i suoi allievi in capanne senza luce e mangiando solo quello che si potevano procacciare.
A proposito, mangiare i frutti della Natura, del pezzo di terra in cui viviamo penso sia un passo fondamentale per entrare in simbiosi con il nostro terreno.

Per quanto riguarda il discorso che fai sulle verdure in prte sono daccordo e in parte no. Sono daccordo che ogni pianta ha il suo clima e noi dobbiamo trovare il punto giusto per farla crescere, ma non sono completmente daccordo che gli ortaggi coincidano con quelli selvatici di alcune zone del mondo. Per questo argomento mi sento decisamente più vicino alla biodinamica(mi spiace, sono decisamente eclettico, un'unica linea di pensiero mi sta stretta) secondo cui in tempi antichi gli umani sono stati capaci di modificare alcune piante selvatiche per ottenere gli attuali ortaggi. Questa capacità di migiorare (e al tempo era un vero migliorare) i prodotti della Natura è andata persa, forse proprio perchè abbiamo perso il contatto con la Natura, non la intuiamo più e cerchiamo di capirla senza successo.
Dunque sono daccordissimo sul fatto che le attuali verdure vadano un po' rinselvatichite, ma mi sembra altrettanto interessante cercare di creare nuove varietà coltivate partendo da quelle selvatiche, come fanno alcune sezioni della biodinamica.

Parlando di filosofia pura: non mi convince molto il pessimismo cosmico, cioè il fato che l'uomo può solo peggiorare la natura, dunque è meglio che non faccia niente. Preferisco un pessimismo storico, in questo momento l'uomo(civilizzato) è solo capace di distruggere la Natura, ma queso non vuol dire che un tempo non si stao in grado di interagire positivamente con Essa, e che forse in futuro lo sarà ancora.

Mi ripeto e dico che questa discussione mediatica è molto interessante ma penso sarebbe utile pensre di trovarsi di persona un giorno a venire.


27/04/2012, 11:42
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...ma non sarà che dopo migliaia di anni di agricoltura le specie che potevano essere migliorate sono ormai finite e sono rimaste solo quelle che non hanno dato risultati nemmeno nel passato? :roll:


27/04/2012, 14:03
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o non sara' invece che il contadino di oggi dovrebbe prima di tutto coltivare la sua disintossicazione dalla "fretta"?

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28/04/2012, 7:56
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raviolo ha scritto:
o non sara' invece che il contadino di oggi dovrebbe prima di tutto coltivare la sua disintossicazione dalla "fretta"?


"Non c'è peggior ceco di chi non vuol vedere" e forse la volontà di non vedere nasce proprio da una intossicazione cronica legata al tempo o denaro. Secondo il detto "il tempo è denaro.
Non riusciamo più a comprendere la natura perchè ormai viviamo in due mondi diversi. Il primo quello della natura dettato dalle leggi del ciclo biologico dell'energia nel suo accumulo e trasformazione dove ogni passaggio crea lavoro o utilità e il bilancio è sempre positivo (accumulazione dell'energia solare).
Mentre il nostro mondo segue la legge del denaro e quindi del profitto.
Allora l'energia è la capacità di produrre lavoro ed è sempre legata alla massa, cioè qualcosa di consistente percepita dai nostri sensi, mentre il denaro che è la capacità di acquistare beni e servizi è virtuale.
Il valore dell'energia non viene più considerato per la sua capacità di produrre lavoro come avveniva al tempo del baratto (scambio tra beni), ma per la quantità di denaro che può generare in base a valutazioni politiche e di mercato (più o meno libero).
Voglio fare un esempio: se prendiamo due chili di pomodoro, avranno entrambi lo stesso valore energetico (cioè entrambi saranno gli ingredienti per un piatto di matriciana per quattro persone) e avranno anche lo stesso prezzo di acquisto.
Se uno dei due chili lo cofezioniamo e magari ci mettiamo una bella etichetta di provenienza e la scritta "agricoltura biologica" aumentiamo il suo prezzo di acquisto, ma rimane invariata la sua quantità di energia e cioè mi ci scappa sempre la solita matriciana per quattro persone.
Tutto questo si chiama "valore aggiunto" e su questo si basa tutta la nostra economia moderna tanto più che ci paghiamo la tassa più importante l'IVA.
La crescita della nostra economia è tutta basata sul valore aggiunto fino a distruggere il vero valore energetico del prodotto, indispensabile e di cui non potremmo fare a meno per preparare la nostra matriciana.
E questa enorme bolla che muove una miriade di interessi, aumenta il PIL genera ricchezza ed esplode nel momento stesso che noi apriamo la nostra confezione di pomodoro e lo gettiamo nella padella di pancetta ben rosolata.
A questo punto dobbiamo disfarci della confezione gettarla nella pattumiera e pagare il servizio di smaltimento.
Questo sistema ormai ci tiene tutti legati allo stesso filo perchè ci da lavoro, cioè ci impegna in attività assurde con il solo scopo di raggiungere il nostro sogno di modernità. Un sogno venduto come sola via possibile al progresso dell'umanità.
Allora, e chiudo, se vogliamo riuscire a vedere oltre il nostro mondo e aprire un piccolo squarcio nel mondo della natura dobbiamo prendere coscienza di questo e metterci nei panni di un piccolo misero animale abitante di questo meraviglioso pianeta chiamato TERRA.
Buona giornata a tutti.

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“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
Virgilio.


28/04/2012, 9:11
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