Bravo marco ma hai avuto un suggerimento da agraria.org
22 Ottobre 2003
Una delle ultime notizie Ansa su medicina e salute è stata quella che in Giappone è in commercio una sostanza ,esattamente il CARPIO,estratta dalla buccia della Ipomea Batatas che sarebbe una patata con notevoli proprietà antidiabetiche.
Vorrei chiederle se lei è al corrente di questa notizia e cosa ne pensa.
Infine vorrei anche sapere se in Italia è possibile che questa sostanza potrebbe fra qualche tempo essere commercializzata.
Risponde Guido Seu, webmaster di Progetto Diabete:
La notizia cui lei si riferisce, è stata estratta dalla rivista americana Diabetes Care 25:239-240, 2002. La ipomea batatas è una patata dolce di origine sudamericana, coltivata nella regione giapponese di Kagawa. L'estratto della sua buccia, il Caiapo è già in commercio in Giappone.
I ricercatori dell'Istituto di ingegneria biomedica del Cnr di Padova, in collaborazione con i ricercatori dell'università di Vienna hanno potuto constatare che il Caiapo, testato su un campione della popolazione europea affetta da diabete di tipo II, ha la proprietà di ridurre la glicemia basale, il colesterolo e l'emoglobina glicata con conseguente miglioramento dello stato generale della salute del paziente.
Per completezza di informazione, il Caiapo è un prodotto registrato dalla Fuji Sangyo (Giappone), che ha anche sponsorizzato lo studio.
Per quanto riguarda il mio parere, da profano non essendo medico, penso che siano molte le sostanze naturali che possono essere utili per la terapia del diabete. D'altronde va ricordato che la maggior parte dei preparati farmaceutici utilizzano principi attivi che si possono trovare anche in natura in forma meno pura.
A questo proposito voglio infine sottolineare che ogni prodotto "naturale" va comunque assunto con cautela e in accordo col proprio medico curante, perché potrebbe interagire vanificando o aumentando gli effetti di farmaci o altre sostanze che già assumiamo per curarci. D'altronde non consiglierei a nessuno di abbandonare la propria terapia per avventurarsi in cure non sufficientemente testate e provate.
Nota il dott. Marco Songini, diabetologo:
Credo che oltre a quanto detto dal nostro webmaster, sia necessario porsi una domanda qual è il supposto, anche se per ora solo ipotizzato, meccanismo d'azione con il quale il principio esplicherebbe le sue proprietà antidiabetiche? I ricercatori del Cnr non possono non averlo almeno ipotizzato su una rivista come Diabetes Care.
Andando quindi a leggere l'articolo originale pubblicato sulla nota rivista scientifica americana, è chiaramente spiegato come il farmaco appartenga alla classe degli insulinosensibilizzanti con un meccanismo quindi di riduzione dell'insulinoresistenza (apparterrebbe quindi non alla classe dei segretagoghi, ovvero quelli che aumentano la secrezione di insulina, ma dei farmaci tipo biguanidi e glitazonici, che agiscono potenziando gli effetti dell'insulina).
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Data ultimo aggiornamento: Giovedì, 6 Novembre 2003 6:30.00
URL:
http://www.progettodiabete.org/expert/2 ... 01938.html